Nulla di più facile che mi sbagli e anche di grosso, ma, premesso che non azzardo una previsione sul fatto che la Russia, Putin insomma, andrà ad Istanbul, ma il ‘risveglio’ dell’Europa, ha sicuramente smosso le acque, anche se, al solito, una cosa ‘governata’ dalla Gran Bretagna (e dalla Francia) con l’aggiunta della Polonia, che equivale a due dita nell’occhio di Putin, rischia contemporaneamente di ingarbugliarle di nuovo.

La replica dell’«incontro sul treno bis» (ricordate il grande Arbore?), con Macron che – come dice certa stampa – in favore di telecamera nasconde la dose di cocaina, dopo averne offerta un po’ a Merz che la rifiuta, c’è stata, se non sbaglio, oggi in tono minore ma con la partecipazione dell’aspirante vice-riottosa-Meloni (insomma, l’inviato di Marina, che deve essersi fatta sentire … ci giuro, sono pronto a scommetterci anche un intero euro) di nuovo commettendo un pericoloso errore.

Quest’oggi, infatti, i cinque (sono diventati 5, ormai … ma l’Europa in quanto tale continua ad essere assente!) ’volenterosi, largamente pompati dalla stampa, hanno ripetuto l’errore dei loro capi e cioè lanciare una sorta di ultimatum a Putin: se non cessi il fuoco e non vai a Istanbul … già: che?

Cominciamo appunto da qui, dove le questioni sono due. Al punto in cui siamo, cosa mai si può minacciare di ‘sanzionare’ a Putin, di fargli le ‘tò-tò’ sul ‘culetto’! Ma poi, di Putin si può dire tutto quel che si vuole, ma negare che abbia un pessimo carattere è molto difficile. E tu, in un momento di passaggio così delicato, in cui per di più ti ‘offri’ di mettere truppe (quali?) in campo (dove?) gli vai a dare un pugno sul naso, dandogli un ultimatum strombazzato dalla stampa … mah! Vuoi vedere che per una volta la riottosa non ha tutti i torti. Non perché non le piaccia menare un po’ le mani (un suo illustre predecessore lo ha fatto varie volte), ma perché ha una fifa blu di restarci impantanata e danneggiarsi politicamente, grazie alla stampa.

Sarà un caso, ma si potrebbe avere l’impressione che si siano messi d’accordo i giornalisti e Papa Leone che proprio o ieri ha invitato la stampa a non essere armata; anzi, la invita ad essere «disarmata». Figuratevi se Francesco avesse detto una cosa del genere!

La proposta, se di una proposta si tratta, dell’Europa, peraltro, ha un suo contenuto non irrilevante dal punto di vista del futuro dei rapporti tra Europa e USA. Non per caso, cominciano a preoccuparsene anche gli statunitensi. La politica così sprezzantemente antieuropea di Trump e dei suoi, sta, infatti, inducendo davvero, sia pure in tempi lunghi, l’Europa a riconsiderare i suoi rapporti con gli USA, e specialmente a crearsi una via di fuga quando la crisi dovesse ulteriormente aggravarsi.

Ne accennavo qui l’altro giorno: «riarmarsi», per usare l’espressione idiota della signora Ursula von der Leyen, richiede tempi lunghi e investimenti grossi, ma proprio per questo, se davvero si cominciasse (e credo che oramai molti ci stanno pensando) poi fermarsi non sarebbe affatto così semplice. Tanto più che, se è vero, grazie in particolare alla riottosa ed ai suoi amici, l’Europa rischia di sfaldarsi (che è ciò che vogliono gli USA e la Russia), è anche vero che l’inedita ‘alleanza’ tra l’Europa e l’infida Gran Bretagna, sfilaccia sicuramente l’Europa, ma potrebbe anche sfilacciare, e molto, i rapporti tra Gran Bretagna e USA. Insomma, rendere ‘credibile’ l’Europa, come entità autonoma e significativa.

Non credo che sia un caso, che proprio in questi giorni, su ‘Foreign Affairs, compaia un articolo in cui si parla proprio del ‘rischio’, dal punto di vista USA, di un risveglio dell’Europa: «The Trump administration’s antagonism toward the traditional transatlantic alliance could be the most consequential trigger of further European integrationsince the groundwork for the EU was laid European countries have already undertaken important efforts across the board to enhance their individual and EU-based defense and economic capabilities». Un risveglio, a quanto pare, temuto dagli USA.

Che la situazione sia in una fase estremamente delicata è più che evidente. E, credo, il più preoccupato di tutti è proprio Trump, che, oltre a vedersi preso in parola dall’Europa, vede il proprio consenso calare a vista d’occhio e ha l’assoluta esigenza di ottenere un qualche risultato, tanto più che l’altro fronte, quello di Gaza, vede una Israele assolutamente decisa a fare strage di palestinesi e di diritti a cominciare da quello all’autodeterminazione. E quindi (spero non sia solo un mio augurio) tenta l’ennesimo colpo di teatro, dichiarando che da Ryad potrebbe “fare un salto” a Istanbul, mentre gli preparano, in Qatar, l’aereo nuovo!

È molto probabile che quella dichiarazione sia una sorta di colpo disperato, ma non escluderei che possa anche essere stato concertato tra Putin e Trump, proprio per togliere Putin dall’imbarazzo di non potere andare a Istanbul per la stupidaggine aggressiva di qualche bellicoso europeo, affermando di non voler fare un affronto a Trump.

Preferisco non immaginare cosa potrebbe nascondersi dietro un accordo del genere.

Tornando a Leone, consentitemelo, sarebbero proprio opportuni un paio di giorni di compunto silenzio, lasciando i due protagonisti a vedersela tra loro.

Di Giancarlo Guarino

Giancarlo Guarino è Professore ordinario, fuori ruolo, di Diritto Internazionale presso la Facoltà di Economia dell’Università di Napoli Federico II. Autore di varie pubblicazioni scientifiche, specialmente in tema di autodeterminazione dei popoli, diritto penale internazionale, Palestina e Siria, estradizione e migrazioni. Collabora saltuariamente ad alcuni organi di stampa. È Presidente della Fondazione Arangio-Ruiz per il diritto internazionale, che, tra l’altro, distribuisce borse di studio per dottorati di ricerca e assegni di ricerca nelle Università italiane e straniere. Non ha mai avuto incarichi pubblico/politici, salvo quelli universitari.