Sono piccoli, maneggevoli, poco costosi, ma, ciò nonostante, in molti casi, killer ‘letali’. Sono gli Unmanned Aerial Vehicle (UAV), i cosiddetti droni, che si stanno affermando tra i principali game charger della guerra in Ucraina.

Tre giorni fa, il capo dell’Amministrazione militare regionale di Odessa, Maxim Marchenko, ha dato la notizia dell’abbattimento di un numero ancora imprecisato di aerei russi senza pilota. L’esercito Sn russo avrebbe iniziato attivamente ad inviare velivoli senza pilota in ricognizione sulla città ucraina di Odessa e tutta la sua regione. Come risposta, la difesa aerea ucraina li ha intercettati e abbattuti.

Virale è diventato, sempre in questi giorni, un montaggio video rilasciato dalle forze ucraine e rilanciato dal Consigliere del ministro degli Affari interni dell’Ucraina Anton Gerashchenko, che mostra i Bayraktar TB2, in dotazione dell’aeronautica di Kiev, mentre colpiscono le truppe russe nell’area di Kherson, una delle prime città a cadere dall’inizio del conflitto. La scarsa frequenza dei fotogrammi dei video lascia intuire che le clip siano state registrate dai droni stessi, con l’ovvia finalità propagandistica.

Per i soldati russi, le notti, così come per i lunghi convogli di carri armati e camion le autostrade, sono diventate un vero incubo. I frequenti agguati dei ‘guerriglieri del cielo’ ucraini stanno impedendo la conquista della supremazia aerea ed infliggere gravi danni all’offensiva russa. Risultati definiti «sorprendenti» dall’intelligence occidentale: in particolare, secondo l’intelligence britannica il dominio dello spazio aereo ucraino “era uno dei principali obiettivi dei russi fin dai primi giorni del conflitto e ora il fallimento mette in crisi i processi operativi che tracciano un bilancio sulle forze aeree ucraine e la difesa aerea in grado ancora di difendere efficacemente lo spazio aereo”. Per Kiev, dunque, gli UAV sono “un’arma di rifugio” per difendersi dagli attacchi russi, soprattutto dopo il rifiuti della NATO alla richiesta di istituire una no fly zone sull’Ucraina.

Il lancio deidroni carri armati, basi del comando russo, veicoli corazzati e furgoni che ospitano le apparecchiature elettroniche del nemico è affidato a una speciale unità chiamata Aerorozvidka, che ha la sua base a Kiev e che è composta da 50 squadre di tecnici che, negli ultimi anni/mesi, hanno ricevuto un importante addestramento da parte occidentale. «Colpiamo i russi mentre dormono – ha detto al ‘Times’ Yaroslav Honchar, il comandante di Aerorozvidka – così non possono davvero mai stare tranquilli». Un altro ufficiale ha aggiunto: «Di notte è impossibile vedere i nostri droni. Cerchiamo specificamente il veicolo più importante del convoglio e poi lo colpiamo con precisione». Ed è molto probabile che una minaccia silenziosa e potenzialmente invisibile come quella degli UAV abbia conseguenze psicologiche smisurate sul morale e sulle tattiche delle truppe russe.

Non a caso, il 27 febbraio 2022 il Wall Street Journal riportava che “Il capo dell’aviazione ucraina, il tenente generale Mykola Oleshchuk, ha definito i droni Bayraktar TB2 ‘donatori di vita’ in un post su Facebook”. Lo stesso giorno l’ambasciata ucraina ad Istanbul fu tra i primi a lodare i droni TB2, pubblicando un video di un convoglio russo colpito a Chornobaivka. 

Indubbiamente, i droni Bayraktar TB2 forniti dalla Turchia (che, tuttavia, si propone come mediatore della crisi) sta consentendo agli ucraini una difesa prorompente quanto inaspettata. Prodotti dall’azienda Baykar Technologies, costituiscono il primo UAV hunter-killer di costruzione interamente turca, concepito per scopi di sorveglianza a lunga autonomia, ma a medie altitudini. Lo scorso anno, nel febbraio del 2021, il Chief Technology Officer (CTO) della Baykar, Selçuk Bayraktar, aveva dichiarato che il TB2, aveva raggiunto un traguardo importante completando 300.000 ore di volo operativo. Lunghi 6,5 metri e con un’apertura alare che sfiora i 12, sono spinti da un motore a 4 cilindri contrapposti Rotax 912 da 100 shp di potenza, con un facile decollo che può avvenire in spazi particolarmente ridotti, sono in grado di rimanere in volo fino a 24 ore e raggiungere velocità stimate in 220 chilometri grazie alla struttura leggera e alla fusoliera realizzata in fibra di carbonio. Il peso dell’armamento trasportabile è limitato a 150 chilogrammi, con diversi equipaggiamenti tra cui razzi da 70 mm, 4 missili a guida laser Smart Micro Munition e missili anticarro a lungo raggio in missioni fino a 150 chilometri di distanza. Tra le dotazioni a bordo ci sono telemetri, per misurare la distanza dell’obiettivo e designatori laser. Al termine dell’attacco tornano alla base per essere riforniti.

Molto importanti per gli ucraini sono anche i droni ‘The Punisher’ progettati e sviluppati da UA Dynamics, una compagnia fondata da veterani di guerra che hanno combattuto contro i russi durante l’annessione della Crimea. Caratterizzato da una apertura alare di 2,30 metri, trasportare fino a 2,7 Kg di esplosivo suddiviso in tre bombe che possono essere sganciate in una volta sola o su bersagli differenti. Pur avendo una autonomia di poche ore, può toccare i 1300 piedi di altitudine e, grazie alle dimensioni ridotte, sarebbe quasi invisibile all’esercito russo. Per volare, però, deve essere accompagnato da un altro drone, chiamato Spectreche fa il lavoro di ricognizione.

Ad unirsi ai ranghi ucraini, a breve, saranno anche i droni kamikaze Switchblade della AeroVironment, che figurano tra quegli 800 milioni di dollari di aiuti militari promessi la scorsa settimana dal Presidente americano, Joe Biden. Sparati da mortai, gli Switchblade, già impiegati in Afghanistan, hanno un’autonomia di 40 minuti e possono essere manovrati da remoto, anche a 80 chilometri di distanza. Dotati di telecamera optronica, sono progettati per trasportare degli armamenti ridotti finalizzati all’obiettivo. Facili da trasportare in uno zaino, i Switchblade sono letali contro i tank.

A detta del senatore repubblicano Mike McCaul, starebbe «lavorando con gli alleati» per inviare a Kiev una maggiore quantità di Switchblade 300, modelli che, sebbene esplodano al contatto con ciò che devono distruggere, sono relativamente meno sofisticati visto che colpiscono un solo obiettivo oltre che inefficienti contro i mezzi blindati, maletali contro gli esseri umani.

Peraltro, va detto che, secondo quanto scoperto dal ‘Telegraph’, Il sistema di comunicazione satellitare Starlink consegnato all’Ucraina dall’americana SpaceX di Elon Musksembra avere un’altra funzione oltre a quella di mantenere attivi i contatti tra gli abitanti delle città e delle aree rurali sotto attacco russo: la rete sarebbe infatti impiegata anche per scopi militari, permettendo alle forze armate ucraine di guidare con maggior precisione i droni che l’esercito utilizza per identificare e bombardare carri armati e installazioni nemiche. Come? Potenziando il sistema di riconoscimento che già utilizza veicoli a guida autonoma PD-1 dotati di sensori a infrarossi.

Inoltre, il governo di Kiev ha fatto appello a tutti i civili esperti di droni hobbistici di partecipare alla sorveglianza del nemico con gli apparecchi che hanno a disposizione così da intensificare la qualità e la quantità della propria intelligence.

La Russia, di contro, starebbe facendo affidamento sui droni da ricognizione Orlan-10 prodotti dal Kronstadt Group e già impiegati in precedenza in Siria e in Nagorno Karabakh, con un’apertura alare di sedici metri, dotati di potenti strumenti di sorveglianza e guerra che, nonostante siano armati quattro missili controcarro, vengono più che altro adoperati per identificare il posizionamento degli obiettivi. Scelta dettata dal loro essere facile bersaglio della contraerea, date le dimensioni che li rendono non sempre agilmente manovrabili.

Mosca avrebbe puntato anche sugli UAV kamikaze ZALA KYB fabbricati da una controllata della società Kalashnikov, velivoli che si scaraventano sul bersaglio e, al momento della detonazione, eiettano con forza un’ampia rosa di sfere d’acciaio, generando danni ingenti. Il drone suicida KUB-BLA è capace di spostarsi per 30 minuti a una velocità di 130 Km ed è in grado di trasportare fino a 3 Kg di esplosivo.

Secondo fonti americane riportate la scorsa settimana dal ‘Financial Times’, i russi avrebbero chiesto aiuti militari alla Cina, in particolare munizioni e i droni Wing Loong. Ma non c’è ancora nessuna evidenza. Quel che è invece certo è che anche la scelta russa di nascondere i carri armati tra le case dei villaggi nella notte non sta evitando le perdite. Tuttavia, non è detto che questi successi possano garantire agli ucraini la vittoria: potrebbero essere solamente il risultato dell’inefficienza russa di far avanzare le truppe in fila su strade strette senza protezione della fanteria ai lati.

Il tutto avviene sotto gli occhi degli Stati Uniti che osservano, probabilmente, grazie ai sistemi Hale (High Altitude Long Endurance) capaci di raccogliere informazioni sul conflitto: infatti, la Naval Air Station statunitense ospitata a Sigonella, in Italia, sta inviando senza sosta velivoli di ricognizioneNorthrop Grumman RQ-4B, anche noti come Global Hawk, in direzione Europa dell’Est, in particolare verso Ucraina, Bielorussia, Polonia e Mar Nero, che possono restare in volo per circa 30 ore.

Ma perché sono così importanti questi killer del cielo? E cosa ci dice il loro uso sull’evoluzione della guerra? Lo abbiamo chiesto all’Ingegnere industriale Julián Estévez SanzDocente specializzato in ingegneria informatica, particolarmente interessato alla robotica e all’intelligenza artificiale presso l’Universidad del País Vasco / Euskal Herriko Unibertsitatea.

In generale, quali sono i vantaggi e gli svantaggi dell’uso di droni in una guerra? Ed è nella guerriglia che i droni sono più efficaci?

Esistono principalmente due tipi di droni che possono essere utilizzati in una guerra e variano in base alle loro dimensioni. Da una parte ci sono i droni pesanti, capaci di volare a grandi altezze, sono solitamente ad ala fissa, e consentono loro di svolgere missioni di esplorazione o di bombardamento. Ci sono invece i droni più piccoli, solitamente multirotori, che sono molto simili ai droni che qualsiasi hobbista potrebbe acquistare – quindi sono molto più economici – e servono per sganciare piccole bombe o svolgere missioni di esplorazione. A seconda del tipo di drone, ci sono diversi vantaggi e svantaggi sul campo di battaglia. Ma in generale sono caratterizzati da attacchi rapidi e sorpresa. Invece, lo svantaggio più grande di questi dispositivi è che sono sensibili agli attacchi di interferenza di radiofrequenza (jamming).

Cosa sappiamo dei droni ‘The Punisher‘? In quali operazioni vengono usati dagli ucraini?

Il Punisher è un piccolo tipo ad ala fissa sviluppato da UA Dynamics, una compagnia creata da veterani che hanno combattuto contro i russi durante il conflitto di Crimea. Essendo piccolo (2,5 metri di apertura alare), vola a bassa quota, è piccolo e agile e può viaggiare fino a 48 chilometri dietro le linee nemiche russe ed è estremamente difficile da rilevare. Può rimanere nell’aria per diverse ore. Il drone funziona in combinazione con un drone di accompagnamento, chiamato Spectre. Una volta che sono decollati, Spectre fa il lavoro di ricognizione e aiuta a identificare i bersagli fissi per ‘The Punisher’. L’esercito ucraino lo ha utilizzato principalmente per attaccare le linee di rifornimento delle truppe russe.

Perché, secondo Lei, i droni aiutano la macchina della propaganda?

Gli ucraini hanno avuto un grande dispiegamento di piccoli droni, che possono essere utilizzati da chiunque abbia un po’ di formazione. Grazie alle immagini video che questi dispositivi sono in grado di registrare, l’Ucraina sta inondando la rete con questo tipo di materiale, facendo pensare che ci siano mille occhi che guardano dal cielo l’esercito russo.

Lei hai scritto: “Questa tecnologia pone scenari di guerra totalmente impensabili fino ad ora”. Può fare qualche esempio?

L’uso dei droni amatoriali del marchio cinese DJI da parte degli ucraini mi ha colpito. Quella società è capace di software che inibiscono la fuga dei suoi prodotti in Ucraina, il che mi sembra uno scenario senza precedenti: la partecipazione di una società di un paese terzo in quel modo. Inoltre, quella stessa azienda può accedere ai dati GPS di dove si trovano quei droni e non abbiamo modo di sapere cosa stanno facendo con quei dati.

Lei ha scritto: “Uno dei principali produttori di questo tipo di velivoli è l’azienda cinese DJI, che, utilizzando il GPS, può geolocalizzare perfettamente qualsiasi pilota inesperto in ogni momento”. Finora, è mai successo?

SÌ, nel 2017 per esempio DJI ha già stabilito una no-fly zone in Iraq e Siria.

Cos’altro sappiamo dei droni TB2 Baykraktar della Turchia? Quali sono i loro punti di forza? E in quali operazioni vengono usati?

È un tipo di drone di grandi dimensioni, circa 5 milioni di dollari. È stato utilizzato con molto successo in precedenti conflitti, ma le condizioni di quelle battaglie erano diverse da adesso. Sono difficili da rilevare e quindi vengono utilizzati sia per attaccare le truppe che per le linee di rifornimento. Inoltre, equipaggia i missili. Pesa circa 650 kg al decollo e ha un’apertura alare di circa 12 metri. Si tratta di un tipo di drone già ampiamente utilizzato, economico e maneggevole.

Lei hai scritto: “Apparentemente, il vantaggio che stanno dando questi droni turchi non è quello visto in altri conflitti”. Perché questi droni turchi sembrano diventati così decisivi per la resistenza ucraina?

Non sappiamo esattamente se siano determinanti o meno, poiché, come ho detto prima, la disinformazione da parte di entrambe le parti è molto grande. Ma è stato possibile verificare la veridicità di alcune immagini che sono state viste, e che questi droni sono stati in grado di distruggere obiettivi russi.

Gli Stati Uniti hanno annunciato l’invio dello ‘Switchblade’, il cosiddetto ‘drone kamikaze’. Cos’altro sappiamo di questi droni? In quali operazioni potrebbero essere utilizzati? E quanto possono aiutare la resistenza?

Questi tipi di droni sono piccoli droni ad ala fissa che ti consentono di inseguire un bersaglio, lanciarti su di esso ed esplodere. Anche in questo caso, questi tipi di azioni sono lasciati per attacchi a sorpresa o per obiettivi specifici. Non saranno decisivi per l’Ucraina, ma forse potranno aiutarli a difendere il loro territorio più a lungo.

È vero che i satelliti Starlink stanno guidando gli attacchi dei droni ucraini? Perché? Come?

Secondo alcuni giornali britannici, i droni ucraini si stanno collegando alla rete satellitare Starlink nelle aree rurali, con poca copertura, per bombardare i carri armati russi. Starlink offre Internet ai droni in modo che possano lavorare in caso di interruzione di corrente.

Un video pubblicato dal profilo YouTube del Ministero della Difesa russo mostra come operano i droni d’attacco “Inohodets” mentre colpiscono tank delle forze armate ucraine a Kiev. Puoi descrivere i droni Orion, i droni utilizzati dalla Russia? In quali operazioni sono stati usati?

Il tipo di utilizzo di questi droni è molto simile a quello del turco TB2.

Per pilotare questi droni, bisogna avere un lungo addestramento? Chi sono i piloti di droni ucraini e chi sono quelli russi?

Far volare piccoli droni come DJI non richiede molto addestramento. Quelle che invece sono una nave militare, concepite come tali, richiedono un addestramento militare specifico.

Chi sta vincendo, secondo Lei, la guerra dei droni?

Non lo sappiamo ancora. Il fatto che l’Ucraina stia effettuando attacchi aerei mostra che il dominio del cielo non è ancora stato conquistato dalla Russia. L’Ucraina ha avuto successo nel richiedere aiuti militari da altri Paesi che li hanno aiutati con molti piccoli droni.

Lei ha scritto: “Il fatto che continuino ad essere effettuati attacchi dal cielo dimostra che questo ambiente non è ancora stato dominato da nessuno dei due eserciti e che questi pesanti droni, insieme ai piccoli dispositivi radiocomandati, potrebbero rallentare notevolmente il volo russo progredire”. Sono i droni, quindi, che stanno ancora impedendo alla Russia di conquistare il dominio aereo? Perché? E per quanto tempo ancora?

Non sappiamo se la Russia stia sfruttando tutto il suo potenziale nella lotta contro i droni o meno. Questo paese era ben noto per i suoi potenti attacchi di disturbo. I droni, a mio avviso, hanno contribuito a rallentare l’avanzata dell’esercito russo grazie ad attacchi isolati alle linee di rifornimento e ad altri obiettivi. Ma è impossibile prevedere per quanto tempo ancora avranno la stessa efficacia.

L’uso di droni può rischiare di causare incidenti al confine tra NATO e Russia?

La responsabilità dei droni in questa ipotesi è la stessa di qualsiasi altra arma militare.

Gli Stati Uniti usano a supporto dell’esercito ucraino i droni Hale (High Altitude Long Endurance) e, in particolare, i Global Hawk. Puoi descrivere questi droni? E, più in generale, cosa sappiamo dell’arsenale di droni NATO?

Questi droni hanno un utilizzo simile a quello del TB2. E vengono utilizzati soprattutto per missioni di esplorazione e sorveglianza aerea. Ma non conosco l’arsenale di droni della NATO.

Questa guerra è combattuta con i droni, ma anche molto con i carri armati. Secondo Lei, è una guerra convenzionale o no?

Per me, ciò che rende questa guerra più diversa è l’uso dei social network, e che è il primo conflitto in cui abbiamo informazioni in ogni momento su ciò che sta accadendo. Questa è la prima guerra di TikTok e penso che sia l’aspetto più non convenzionale di questo conflitto. Altro che uso di droni.

Lei ha scritto che, insieme ad altri fattori, “il boom dell’uso di droni e robot possono portare alla riflessione che siamo inevitabilmente diretti verso le guerre automatizzate del futuro, a basso costo e, quindi, con un innesco molto più facile”. Perché, secondo te, armi meno costose, come i droni, avvicinano la guerra, non la allontanano? La guerra in Ucraina è uno spartiacque?

I droni sono esplosi come armi militari nella guerra al terrorismo degli Stati Uniti che è stata condotta dopo l’11 settembre. I droni hanno diversi vantaggi. Alcuni dei più importanti sono: non inviare truppe sul terreno nemico, svolgere piccole missioni segrete che non attirano l’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica, e il basso costo di queste armi rispetto ad altre, come un missile, o un aereo militare. Pertanto, questo tipo di incursioni e attacchi segreti, selettivi ea basso costo sembra condurci verso quello scenario che ho sollevato. Ma non credo che l’Ucraina sia un punto di svolta.

Per prevenire la ‘proliferazione’ di queste armi poco costose, ma pericolose, sarebbe necessaria una regolamentazione internazionale?

A mio parere, sì. Non possiamo permettere a questi tipi di navi mortali di attaccare autonomamente obiettivi senza la supervisione umana. Forse ci troviamo di fronte allo stesso scenario che stiamo vivendo con le mine antiuomo o le armi chimiche, ma ci vorrà del tempo per regolamentarle. Attualmente ci sono diverse campagne internazionali a favore della regolamentazione di questo tipo di arma. Ad esempio, Stop Killer Robots e Ban Killer Drones.