I volontari aiutano gli altri in una dimensione non solo di dono, ma anche di utilità per il sistema Paese e città dove l’altro è uno stakeholder

 

 

 

Il volontariato è un ‘lavoro di competenza’ e di relazione di base su cui si innesta l’approccio solidale. Il dibattito aperto è se la relazione positiva è un valore che nasce prima della solidarietà o viceversa. La tesi dominante è che la solidarietà nasce e si sviluppa all’interno di relazioni autentiche. Quando le persone si conoscono, si ascoltano e si comprendono, si crea un terreno fertile per l’empatia e il sostegno reciproco. Senza relazione, la solidarietà rischia di diventare un gesto astratto o paternalistico.

I volontari sono tutti ‘capitani coraggiosi’ (ricordo l’opera di fine ‘800 di Rudyard Kipling in cui il tema della solidarietà e della comunità era presente con spessore). Essi offrono una forte vitalità nelle comunità locali, con una partecipazione significativa di giovani, ma anche delle fasce più anziane della popolazione.

Per esempio, a Milano, ci sono circa 180.000 ‘capitani coraggiosi’ che aiutano la città a mantenere il suo volto vivibile e di cittadinanza sostenibile anche per i ceti sociali deboli e svantaggiati e per le nuove crisi sociali (i NEET-Not in Education, Employment or Training- I single anziani,ecc). Sono volontari organizzati (circa due terzi dei volontari milanesi) e non, che aiutano i cittadini ‘dimezzati’ (circa 78.000 non sono autosufficienti: handicappati, anziani), sofferenti (circa 15.000 malati psichici), disoccupati, extracomunitari (270.000 cioè il 19.6% della popolazione) ecc..

I volontari sono cittadini che applicano il civismo praticando una costante imprenditorialità solidale e tendono ormai a mutare la propria funzione ‘riparatrice’ ed emergenziale in costruttiva, stabilizzante-istituzionale e di sviluppo a favore sia delle fasce deboli, ora anche del ceto medio ‘in scivolo’ verso la povertà, sia della città in toto.

Sono volontari che aiutano gli altri in una dimensione non solo di dono, ma anche di utilità per il sistema Paese e città dove l’altro è uno stakeholder. Senza scandalo concettuale: i senzatetto ed i clochard sono i clienti delle organizzazioni di volontariato di assistenza. Aumentano le relazioni, riequilibrano le disuguaglianze, organizzano ‘supplementi’ di servizio sussidiari ai ‘servizi pubblici’, regolano il traffico, fanno il ‘doposcuola’, imboccano i malati senza assistenza, fanno cultura e valorizzano le opere artistiche, animano lo sport, bonificano le aree nella salvaguardia dell’ambiente ecc. I volontari offrono un ‘supplemento d’anima’ come valore aggiunto e completamento dell’azione-prestazione che vie data a chi ne ha bisogno.

Ma qual’è il profilo del cittadino ‘coraggioso’: è una persona che ascolta con attenzione i messaggi della città e legge i bisogni per creare risposte organizzate (e non) e improntate alla continuità,all’efficienza ed all’efficacia  quasi fosse ‘un’azienda di volontariato’. I volontari  sono dei buoni marketer sociali e solidali, profilano i cittadini perché li ‘conoscono bene’ e  offrono servizi a ‘km0’.

Si crea l’occupazione come  condizione di solidarietà e trasforma le opere di carità e solidarietà in ‘valori per le città’ e capitale sociale. È orientato all’imprenditorialità non profit come ‘protagonismo sociale ed economico’; è componente dinamica della ricchezza della città ridimensionando le spinte pauperistiche e le scelte del ‘sotto tono’ intese come virtù. È uno ‘speculatore in positivo’ ed adotta formule organizzative che farebbero il  successo delle imprese for profit. Usa la partecipazione, la capacità di spingere le vendite per ‘opere di bene’ con professionalità.
La mancanza di gerarchia organizzativa verticale è compensata da una condivisione orizzontale della cultura del ‘bene comune’ e del ‘bene collettvo’. Se li ringraziamo, essi quasi si scherniscono anche se penso che bisogna dare meno targhe che esauriscono il valore in un giorno e invece  più ‘premi strutturali’; per esempio, disponibilità agevolata di locali, personal computer, servizi amministrativi, un numero verde per il volontariato e così via. Questa è l’attenzione costante da parte del sistema pubblico e privato. Non si può chiedere ai volontari di annullarsi nell’altruismo e nell’indigenza operativa perché, altrimenti, a medio e lungo periodo non si riuscirebbe a reggere lo sforzo.

Dei 4.6 milioni di volontari in Italia, circa 300.000 giovani (19-29 anni) sono impegnati, soprattutto nel settore sanitario e in attività di orientamento e supporto sociale. Essi sono cittadini e ‘capitani coraggiosi’ dove il coraggio non è più solo quello epico o militare, ma spesso silenzioso, quotidiano, civile, emulativo e da emulare. Oggi, i ‘capitani coraggiosi’ sono coloro che guidano con l’esempio e affrontano sfide  civili e si assumono la responsabilità operativa per il bene comune. Figure iconiche come gli attivisti per il clima e l’ambiente come Greta Thunberg, ma anche leader locali che difendono territori minacciati da deforestazione, inquinamento o speculazione sono un modo di di fare ‘compartecipazione’, ‘coprogrammazione’ e ‘coprogettazione’ in iniziative di  miglioramento dell’asset civile. Tutto questo comunque deve trovare un equilibrio e tralasciare il radicalismo.

D’altro canto dal più si va al meno e non viceversa. In termini tecnici: ben venga questa retorica ‘deliberativa’ che costruisce il futuro e che evita  la retorica solo elogiativa o di biasimo del presente.

Chiudo con Esopo e la sua favola del leone e il topo. Mentre un leone dormiva in un bosco, topi di campagna facevano baldoria. Uno di loro, senza accorgersene, nel correre si buttò su quel corpo sdraiato. Povero disgraziato! Il leone con un rapido balzo lo afferrò, deciso a sbranarlo. Il topo supplicò clemenza: in cambio della libertà, gli sarebbe stato riconoscente per tutta la vita. Il re della foresta scoppiò a ridere e lo lasciò andare.

Passarono pochi giorni ed egli ebbe salva la vita proprio per la riconoscenza del piccolo topo. Cadde, infatti, nella trappola dei cacciatori e fu legato al tronco di un albero. Il topo udì i suoi ruggiti di lamento, accorse in suo aiuto e, da esperto, si mise a rodere la corda. Dopo averlo restituito alla libertà, gli disse: «Tempo fa hai riso di me perché credevi di non poter ricevere la ricompensa del bene che mi hai fatto. Ora sai che anche noi, piccoli e deboli topi, possiamo essere utili ai grandi». Parole chiave: altruismo, riconoscenza ed esperienza-competenza del topo nel rodere la corda.

Di Giorgio Fiorentini

Senior professor in Bocconi con la quale collabora, a vario titolo, dal 1981. Attuale posizione in Bocconi e SDA Bocconi nel Dipartimento di Analisi istituzionale e management pubblico (DAIMAP) e nell’Istituto di Pubblica Amministrazione e Sanità (IPAS); CERGAS (Centro di ricerca sull’assistenza sanitaria e sociale). Ideatore e direttore “Master in management delle imprese sociali” (23 ed)-Bocconi. Responsabile progetto:”Dai un senso al profitto”(XIV ed). Attuale posizione altre Università • Dal 2021 Codirettore scientifico e direttore MASTER IN MANAGEMENT delle IMPRESE SOCIALI e PREVIDENZA-LUM(Libera università Mediterranea)-Casamassima(BA) • Fino al 2015 Codirettore del MASTER in ETICA D’AZIENDA (MEGA)-in collaborazione con l’Istituto Marcianum-Patriarcato di Venezia-Venezia(7^ edizioni). Membro del Consiglio Direttivo LILT(Lega Italiana Lotta Tumori)MILANO e BRIANZA,vice presidente SOTTOVOCE-ass.volontari IEO-MONZINO,consigliere CdA Fondazione Salvatore Maugeri Group-Pavia;Volunteer association advisor,Ideatore e presidente PREMIO IMPATTO-Salone CSR e INNOVAZIONE SOCIALE-Koinetica e Univ.Bocconi,;Membro ETHICS COMMITEE di Lombardi Group sa;LOINGsa-Bellinzona. LIBRI:G.Fiorentini-TUTTE LE IMPRESE DEVONO ESSERE SOCIALI-Profitto e Impatto Sociale-FrancoAngeli 2021; G.Fiorentini, V.Saturni,E.Ricciuti-La VIS di AVIS-la valutazione socio economica delle donazioni del sangue-FrancoAngeli ed .-2016;Fiorentini G-M. Campedelli -La dote ed la Rete-una policy e un modello per le non autosufficienze-Fondazione Easy Care-Reggio Emilia;CD-ROM-2016;G.Fiorentini-G.Sapelli-G.Vittadini:Imprenditore: Risorsa o problema-BUR Saggi-Mi-2014;G.Fiorentini-V.Saturni-AVIS in the Italian transfusion System-FrancoAngeli –ed.Mi-2013; G.Fiorentini-V.Saturni ‘AVIS nel sistema trasfusionale italiano’; FrancoAngeli ed.-Mi 2013;G.Fiorentini-F.Calò-Impresa sociale &Innovazione Sociale –Franco Angeli ed.-mi-2013; D.Dal Maso-G.Fiorentini(a cura di)-Creare valore a lungo termine-Egea-2013