I palestinesi, abbarbicati a tutti i costi al proprio territorio, sono soli, di fronte ad una potenza immensa e violenta, che li bombarda per distruggerli e cacciarli … Hamas è una scusa, oramai. E la presunta democraticità dello Stato di Israele non è una giustificazione, ma una aggravante!

 

 

 

La cosa peggiore che possa fare una persona di buon senso di fronte ad avvenimenti previsti e prevedibili è dire ‘lo avevo detto’!

Ma questa volta non c’è dubbio che sia così, purtroppo. Per carità non sono così matto dal ritenere che io avessi previsto, unico al mondo, ciò che vediamo accadere oggi in Palestina. Ma è un dato di fatto che, oggi, di fronte alle ennesime novità (appunto, previste) si dimostra che purtroppo io, come molti altri (pochi, purtroppo) avevamo ragione, da anni avevamo ragione. A dire che: 1. La cosiddetta guerra ad Hamas non esiste perché quella in Palestina è una guerra ormai centenaria di un gruppo violento di colonizzatori europei assai razzisti e assai poco ebrei, per prendersi un territorio altrui; 2. Che lo scopo finale è quello di assorbire, annettere, l’intero territorio che pure Israele, alla sua nascita, aveva ammesso essere altrui, pur quando – non fingiamo di non saperlo – intanto cacciava i palestinesi dai territori che Israele aveva determinato come suo territorio. Basta vedere come ‘stranamente’ a Jaffa, ad Haifa a Tel Aviv e in buona parte di Gerusalemme, ci sono pochissimi palestinesi e molti israeliani-europei. Solo che, prima del 1948 (ma anche più indietro, già negli anni 20 del ‘900) c’erano moltissimi palestinesi e quasi nessun immigrato europeo.

Quelli che venivano cacciati, quando non uccisi, erano popolazioni, magari ostili alla nascita di Israele, ma che vivevano tranquillamente lì da secoli e che nei secoli avevano costituito i propri insediamenti, le proprie ricchezze, la propria vita senza offendere nessuno, sia pure tra conflitti continui specie tra loro stessi. E invece, come ho scritto anche ieri, quei territori venivano occupati, governati, depredati della aspirazione alla costituzione di un proprio Stato, perché un paio di Paesi europei e gli USA avevano deciso che quei territori andavano assoggettati alla sovranità francese e britannica … semplicemente perché li volevano, avevano la forza di dividerseli, e di prenderne magari degli altri, ignorando la popolazione locale, considerata incapace di governarsi da sé o addirittura inesistente.

Inesistente, perché, lo ripeto ancora una volta ma lo ho scritto mille volte, i sionisti che decisero ai primi del ‘900 di predisporre un possibile trasferimento in Palestina, scelsero la Palestina perché la definivano un ‘territorio senza popolo’, diversamente dalla Argentina e dalla Uganda dove prima avevano studiato la possibilità di trasferirsi. Ma la Palestina aveva un vantaggio (al di là della inesistente motivazione della origine, lì, di uno Stato ebraico mai esistito): stava per diventare parte della sovranità coloniale britannica nel momento in cui la Gran Bretagna aveva un grande bisogno di denaro per condurre a termine la Prima Guerra Mondiale e poteva averne in prestito principalmente dai banchieri Rotschild. Dai quali infatti li ebbe ‘in cambio’ della accettazione del progetto di costituzione di uno Stato per gli ebrei dell’Europa orientale (in gran parte se non interamente, sionisti).

Beninteso che già allora, molto prima del tentato genocidio degli ebrei da parte italo-tedesca, gli ebrei fossero spesso perseguitati nei Paesi europei di origine, Russia inclusa, ma anche Francia, Italia, ecc. è cosa ben nota: basta girare per Roma e visitare ‘il ghetto’! Logico e comprensibile, dunque, che gli ebrei perseguitati nei loro paesi di origine, volessero un posto dove vivere in pace. Illogico e illegittimo, pretendere di farlo sulla pelle di un’altra popolazione.

Il grande crimine di origine di Israele, purtroppo, è proprio questo: avere voluto crearsi uno Stato, dove già c’era una popolazione e, per di più, eliminando questa popolazione, per poter controllare meglio il territorio ad essa sottratto! Questo, guarda caso, non lo ricorda mai nessuno … oggi tutto parte dal ‘7 Ottobre’.

Ma oggi la maschera, per così dire, da parte degli israeliani è caduta e dicono esplicitamente che vogliono realizzare il progetto portato avanti per oltre un secolo e che finalmente potrebbe apparire a portata di mano, come ormai dice senza mezzi termini la Knesset, il cosiddetto Parlamento “dell’unica democrazia del Medio Oriente”. Certamente l’unico Stato di tipo occidentale in Medio Oriente, dove certo la democrazia è un optional poco apprezzato. Il che spiega perché oggi, quando quegli Stati sono finalmente forti e ricchi e hanno interessi coincidenti con quelli del ‘mondo occidentale’ abbiano abbandonato completamente la ‘causa’ palestinese, a vantaggio dei propri interessi.

Mai come oggi, i palestinesi, abbarbicati a tutti i costi al proprio territorio, sono soli, di fronte ad una potenza immensa e violenta, che li bombarda per distruggerli e cacciarli … Hamas è una scusa, oramai. E la presunta democraticità dello Stato di Israele non è una giustificazione, ma una aggravante!

L’unica realtà effettiva è la volontà determinata, confermata e sostenuta pienamente dagli USA, di cacciare i palestinesi, cristiani inclusi, non ancora morti da Gaza e dalla Cisgiordania e da una parte della Siria. Che è un illecito di diritto internazionale, definito, tra l’altro, all’art. 6 dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale, come: l’uccisione dei membri del gruppo «Deliberately inflicting on the group conditions of life calculated to bring about its physical destruction in whole or in part» («infliggere deliberatamente al gruppo, condizioni di vita calcolate al fine di portare a termine la sua distruzione … ») e anche «Deliberately inflicting on the group conditions of life calculated to bring about its physical destruction in whole or in part» («imporre al gruppo condizioni di vita destinate a determinarne la distruzione fisica, per intero o in parte»).

Basta aprire un giornale per vederne la realizzazione, perseguita per decenni e oggi al punto culminante. E, detto in tutta franchezza, sono tardive e solo manifestazione pubblicitaria, iniziative come la preghiera di Noa, tenerissima ma largamente inutile e tardiva insieme alle mani giunte di Luca Telese, o le dichiarazioni di Aya Ashur (definita «ricercatrice di guerra» … dio solo sa che cosa significhi) o anche le parole accorate e tardive di Paola Caridi, per non parlare del solito brillante giornalista che sottolinea che la ‘colpa’ è di Trump e anche un po’ di Netanyahu – non degli israeliani, anzi sono «migliaia» quelli che manifestano contro – e infatti subito precisa l’altro giornalista che non bisogna dimenticare l’orrenda nequizia dell’antisemitismo. E sorvolo sul ‘contabile’ della situazione, che da tempo attribuisce i morti palestinesi ad Hamas mettendosi così la coscienza a posto, anche con ‘sano’ realismo, quando aggiunge: «Questa Gaza è ridotta a un cumulo di rovine, quindi bisogna trovare un modo perché 2 milioni e 300 mila palestinesi di Gaza convivano con un inizio di ricostruzione. Questa può essere un’idea, altre voi ne avete?» Capite? Si deve trovare, generosamente, un modo per fare ‘convivere’ i palestinesi con le distruzioni!

Ma non meno ipocrite sono le posizioni degli Stati europei (addirittura Gran Bretagna e Francia: gli autori della spartizione della Palestina e non solo!) che si accingono forse a ‘riconoscere’ la Palestina, ma con comodo: a Settembre anzi, Macron è uno preciso, il 15 Settembre! Se ben capisco, alla AG delle NU, dimenticando che il “riconoscimento è un atto di natura contrattuale tra il soggetto che riconosce e quello che viene riconosciuto. Basta uno scambio di lettere, come quello tra Arafat e Rabin, posi stracciato da Israele. Distratto il nostro ‘Ministro deli Esteri’ che dice che la prima cosa da fare è il riconoscimento da parte di Hamas (dei terroristi?) di Israele.

Ambiguità e ‘prudenza’ fino all’ultimo, ma poi tutti tranquilli, si parla di altro: c’è sempre lo scandalo delle Marche – con un sindaco che non sa cosa fanno i suoi dipendenti … mah! – e la Corte di Giustizia degli ‘stellini’, riunita in seduta permanente per i due casi Pesaro e Milano … o forse no, Milano no … non si sa l’importante è essere riuniti!

E ora non ci resta che vedere con quali contorsioni semantiche ed etiche il nostro «Signor Presidente del Consiglio on. le Giorgia Meloni», si adeguerà alle posizioni dei maggior paesi europei, superato che abbia l’orgasmo della copertina del ‘Time, dove peraltro, è definita come fascistoide: «Fascismis a subject Meloni can’t escapeWhen she came to power in October 2022 atop a movement founded by Benito Mussolini’s last devoted followers» anche se «But Meloni has confounded her critics»: se lo dicono loro, noi siamo tutti in attesa di vederlo!

Di Giancarlo Guarino

Giancarlo Guarino è Professore ordinario, fuori ruolo, di Diritto Internazionale presso la Facoltà di Economia dell’Università di Napoli Federico II. Autore di varie pubblicazioni scientifiche, specialmente in tema di autodeterminazione dei popoli, diritto penale internazionale, Palestina e Siria, estradizione e migrazioni. Collabora saltuariamente ad alcuni organi di stampa. È Presidente della Fondazione Arangio-Ruiz per il diritto internazionale, che, tra l’altro, distribuisce borse di studio per dottorati di ricerca e assegni di ricerca nelle Università italiane e straniere. Non ha mai avuto incarichi pubblico/politici, salvo quelli universitari.