Lo hanno già fatto decine di volte gli israeliani, quando, ad esempio, prima ancora che venisse proclamato lo Stato di Israele il 14 Maggio 1948, Ben Gurion e i suoi colleghi decidevano il ‘piano Dalet’

 

 

Giusto nella dannata ipotesi che qualcuno non lo sappia in Italia, ma purtroppo credo che siano moltissimi, il Sud Sudan è, secondo gli indicatori mondiali, il Paese più povero del mondo. Il reddito pro capite, come si dice, cioè il ‘guadagno’ totale annuo medio di una persona è di $ 960,00 all’anno. Meno di uno stipendio mensile molto modesto di un italiano.

Tranquilli. Non ho intenzione di imitare gli inimitabili … ‘so tutto‘ in TV a fornire dati incontrovertibili e presentare ‘casualmente’ improbabili libri, dei quali invidio, vi confesso, la faccia di pietra, forse lavica. Io non sono capace di non mostrare, all’occasione, un minimo di emozione. Ma tant’è.

Aggiungo solo una cosa, non proprio marginale. Presidente del Sudan, da cui nel 2011 si separò il Sud Sudan, era un certo Omar Al Bashir, nei confronti del quale la Corte Penale Internazionale ha emesso un ordine di arresto il 4.3.2009 e un altro il 12.7.2010, che, fuggito da un carcere sudanese, è attualmente introvabile.

In questo Paese, a quanto si legge, ma specialmente a quanto Israele fa di tutto per rendere ben noto, Israele sta negoziando la possibilità di ‘trasferire volontariamente’ i palestinesi di Gaza … certo: solo se vorranno. Diversamente, possono restare lì, ad essere bombardati, magari raccolti in un ‘campo profughi sicuro’.

Chiaro? Si fa così.

E, sia chiaro, non è la prima volta. Lo hanno già fatto decine -avete letto bene, decine – di volte gli israeliani. Lo hanno fatto specialmente all’inizio della esistenza di Israele come Stato, quando, prima ancora che venisse proclamato lo Stato di Israele il 14 Maggio 1948, Ben Gurion e i suoi colleghi decidevano il ‘piano Dalet’. Una cosa semplicissima, ma che oggi viene nella sostanza ripetuta.

Si partì dalla constatazione che lo Stato di Israele, previsto dalla famosa risoluzione 181 della Assemblea Generale delle NU del 1947, nei confini ivi determinati (e richiamati esplicitamente nella proclamazione stessa), si sarebbe trovato nella condizione di essere uno Stato con una ‘quasi’ maggioranza di palestinesi (arabi, li chiamano loro con disprezzo, come Salvini ‘chiama’ i Rom, per capirci) e quindi assai poco ebraico, in quanto non ‘controllato’ da una maggioranza ebrea o, meglio, sionista.

Sorvolo sulla assurdità di quella risoluzione che prevede esplicitamente la costituzione di due entità statali determinati etnicamente. Una cosa, poi e per fortuna, ribaltata del tutto dalla stessa Assemblea generale nella sua lunga e bella prassi in materia di autodeterminazione dei popoli. Ma, sta in fatto, che in quel momento, grazie anche a ciò che avveniva (scontri quotidiani, uccisioni, attentati, ecc.) quella opzione sbagliata fu scelta e le conseguenze si vedono oggi.

E quindi in quel piano, si decise di fare il possibile per … allontanare i palestinesi dal territorio del costituendo stato di Israele, e quindi dalle loro case, dalle loro città, dalle loro terre. E ci riuscirono perfettamente, anche con questo metodo odierno: ‘invitando’ i palestinesi ad andarsene, magari per non correre ‘rischi’. Rischi?: sì, di essere coinvolti in combattimenti tra israeliani e ‘terroristi arabi’. Per di più, come spesso accade nella storia, quei primi israeliani ebbero l’aiuto inconscio (o no?, non si è mai saputo) nientemeno che del Gran Muftì di Gerusalemme (quasi un Papa, per capirci) che disse-ordinò ai palestinesi di fuggire dalla futura Israele perché così Israele non avrebbe potuto sopravvivere!

Geniale e non meno criminoso di quanto fatto dagli israeliani.

E così, chi non fuggì, si trovò a doversi confrontare, con il presunto e imbelle aiuto di forze arabe organizzate dagli Stati arabi confinanti con Israele – anche questo va detto, perché quelle ‘forze’ sono in gran parte responsabili di ciò che è accaduto nella futura Israele – con le forze armate israeliane (la Haganah, l’Irgun, la ‘banda Stern’) molto efficienti, ben armate e quindi … capaci di ‘liberare’ Haifa, Jaffa costruire Tel Aviv e moltissimi villaggi palestinesi. Questa è storia nota, come note (e lo ho scritto qui più volte) ne sono le motivazioni ‘filosofico-religiose’.

Tutto ciò difficilmente lo troverete su un giornale italiano, europeo, statunitense e molti altri. Non voglio fare il fenomeno: è solo così. Però tutti vi diranno e vi dicono (stavolta, anche me compreso) che Israele ha diritto di esistere (vero) e ha diritto di difendersi (vero), che Hamas e in genere i palestinesi sono terroristi (falso) e che è logico non applicare nei loro confronti le Convenzioni di Ginevra (falso) e che quindi il cosiddetto ‘diritto umanitario’ non si applica ai palestinesi (falso).

Bene. Però, nessuno dei difensori adamantini di Israele, lo ripeto soggetto legittimo del diritto internazionale, come la Palestina, nessuno, dico, ‘ricorda’ che un anno dopo, la stessa AG delle NU adottò un’altra risoluzione, la n. 194. Dove si dice, con altrettanta chiarezza della precedente 181 (che ‘autorizza’ la nascita di Israele) che, visto che ‘ i palestinesi sono fuggiti per paura e per sicurezza’ hanno il diritto di ritornare alle case che hanno abbandonato. Cosa che Israele nega e impedisce … del resto, si troverebbe due o tre milioni di cittadini palestinesi in più. E quindi nessuno è tornato: anzi moltissimi altri sono fuggiti e non sono più tornati. Del resto le loro case, i loro terreni, i loro ulivi non esistono più: ci sono sù i grattacieli, che neanche a Milano!

Ciò spiega il senso della ‘generosa offerta’ di Israele di allontanarsi da Gaza e il senso delle ricerche di disponibilità al Sud Sudan, ma anche alla Libia e altri per ‘ospitare’ i palestinesi di Gaza, in attesa di quelli di Cisgiordania. Poi, come al solito, sui giornali e in TV si discetta di diritto internazionale da inesperti della materia (e spesso se ne vantano anche), per litigare sul fatto che si tratti di deportazione, di pulizia etnica, di strage, di massacro, di crimine di guerra, di genocidio e via definendo.

Giudicate voi.

Solo una ultima parola. Oggi, avvertito da un giornalista – badate bene: un giornalista!!!! –  un elicottero della Guardia di Finanza italiana, ha ‘visto’ un barcone pieno di persone a 14 miglia da Lampedusa, cioè in piene acque territoriali italiane, anzi la metà, perché la sorveglianza spetta comunque allo stato costiero anche sulla zona contigua di altre 15 miglia, e ha avvertito la Guardia costiera. Che è partita, e arrivata … troppo tardi: molti sono affogati, molti bambini.

Dunque quelle persone su quella barca, sono morte perché l’Italia non ha sorvegliato bene nemmeno la propria area di competenza e la guardia costiera era nei porti.

Nel frattempo, mentre il «Signor Presidente del Consiglio on. le Giorgia Meloni», si duole dell’evento, si sparge la notizia (certo falsa, no?) che le nostre autorità hanno, silenziosamente, ‘riportato’ in Libia oltre 14.000 persone, ripeto: persone. Ma certo non con aerei di lusso dei servizi segreti … italiani!

Non ho l’impassibilità dei primattori della TV. Ma mi domando: il responsabile di quell’elicottero, il responsabile della Guardia di Finanza, il responsabile della Guardia costiera, i responsabili politici di tutto ciò, dormiranno stanotte? Certamente sì, beatamente.

Beh, io avrò gli incubi pensando da chi siamo ‘gestiti’ e cosa accade a nostra, o almeno a mia, insaputa.

Di Giancarlo Guarino

Giancarlo Guarino è Professore ordinario, fuori ruolo, di Diritto Internazionale presso la Facoltà di Economia dell’Università di Napoli Federico II. Autore di varie pubblicazioni scientifiche, specialmente in tema di autodeterminazione dei popoli, diritto penale internazionale, Palestina e Siria, estradizione e migrazioni. Collabora saltuariamente ad alcuni organi di stampa. È Presidente della Fondazione Arangio-Ruiz per il diritto internazionale, che, tra l’altro, distribuisce borse di studio per dottorati di ricerca e assegni di ricerca nelle Università italiane e straniere. Non ha mai avuto incarichi pubblico/politici, salvo quelli universitari.