Il cambiamento climatico mette a dura prova il già indebolito sistema sanitario pubblico somalo e le sue reti di approvvigionamento alimentare e idrico

 

Il 9 maggio, la Somalia, in particolare la capitale Mogadiscio, è stata colpita da forti piogge e conseguenti inondazioni devastanti.

Secondo il governo somalo, oltre 115 mm di pioggia sono caduti in sole otto ore. Non sorprende quindi che almeno sette persone siano morte nelle inondazioni in due distretti di Mogadiscio. Tra le vittime c’erano due donne e un ragazzo il cui corpo è stato trovato sotto le macerie. Le inondazioni hanno distrutto almeno nove case, inondato le case di 200 famiglie e danneggiato sei strade principali, interrompendo gravemente i trasporti nella capitale somala. Migliaia di residenti sono stati costretti a cercare rifugio su terreni più alti o sui tetti.

Somalia – Uno Stato fallito

L’incidente descritto è stato un altro promemoria del problema che la Repubblica federale della Somalia ha con il cambiamento climatico. Questo paese dell’Africa orientale è uno dei più colpiti da questo fenomeno negativo in Africa. La Somalia è uno stato fallito, afflitto da numerosi problemi. Tra i più gravi ci sono: povertà, fame, conflitti armati decennali (guerra civile), la presenza di gruppi terroristici islamisti come Al-Shabaab e infrastrutture deboli. Oltre a tutto ciò, il cambiamento climatico si presenta come una sorta di “ciliegina sulla torta” negativa.

Anche senza problemi legati al clima, la maggior parte della popolazione somala sopravviverebbe a malapena. Secondo i dati delle Nazioni Unite e della Banca Mondiale, circa il 70-75% della popolazione somala avrebbe ancora gravi difficoltà a sopravvivere a causa della povertà, dei conflitti armati, della mancanza di servizi pubblici e delle istituzioni statali deboli. Gran parte della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà internazionale. L’accesso all’assistenza sanitaria, all’istruzione e all’acqua potabile pulita è estremamente limitato, indipendentemente dal clima.

Siccità e inondazioni devastano il paese

Le condizioni meteorologiche estreme hanno un impatto molto negativo sulla Somalia, peggiorando molto una situazione umanitaria già terribile. Siccità frequenti e prolungate causano la distruzione delle colture agricole (mais, sorgo, sesamo e frutta) e la morte del bestiame (cape, pecore, bovini e cammelli), portando a una ridotta disponibilità di cibo, acqua e latte, nonché a una diminuzione delle esportazioni. Nel 2022, la Somalia ha subito la sua peggiore siccità in quattro decenni, colpendo il 50 per cento dei suoi 18 milioni di cittadini. La siccità ha portato alla malnutrizione e alla fame, costringendo alcune parti della popolazione a migrare dalle aree rurali alle città.

Come già accennato, la Somalia sta diventando sempre più teatro di gravi inondazioni che distruggono case, strade e altre infrastrutture. Ad esempio, nel 2023, inondazioni diffuse hanno devastato terreni agricoli e infrastrutture e sfollato tre milioni di persone. Non devi essere uno scienziato per concludere che inondazioni, siccità e incendi sono fattori scatenanti di varie malattie, cioè aumentano il rischio di malattie (colera, malaria, infezioni della pelle, polmonite, rotavirus, disidratazione, ecc.), specialmente tra i bambini, gli anziani e le persone con condizioni croniche.

Cambiamento climatico – Un fattore di crisi multidimensionale

Il cambiamento climatico mette a dura prova il già indebolito sistema sanitario pubblico della Somalia e le sue reti di approvvigionamento alimentare e idrico. La quantità di bestiame disponibile, vitale per i mezzi di sussistenza di molte famiglie, sta diminuendo drasticamente, minacciando la loro stessa sopravvivenza. Lo stile di vita nomade, comune nell’Africa orientale, sta diventando sempre più difficile a causa della scomparsa dei pascoli e delle fonti di acqua potabile.

Allo stesso tempo, la lotta per le risorse scarse può interrompere le relazioni tra le comunità, che spesso sono già in conflitto o in cattive condizioni. Così, il cambiamento climatico diventa un fattore di crisi multidimensionale in un paese afflitto per decenni da guerra, povertà, malattie e fragilità istituzionale. Un fatto sorprendente è che circa il 70 per cento del bilancio statale della Somalia è costituito da aiuti umanitari.

15 milioni di somali affamati

Date le condizioni climatiche ed economiche estremamente sfavorevoli, si stima che circa l’80-85% della popolazione somala viva ora in condizioni di grave insicurezza alimentare. Più precisamente, molti sopravvivono a malapena con meno di due dollari al giorno, e molti addirittura con meno di uno. Nelle zone rurali e nei campi per sfollati interni, queste cifre possono essere ancora più basse a causa dell’assoluta dipendenza dall’aiuto umanitario.

Una soluzione alla crisi umanitaria della Somalia non arriverà presto, anche se l’ONU ha chiesto un’azione urgente per salvare vite umane. Sfortunatamente, tutti i segnali indicano che la situazione peggiorerà. L’amministrazione Trump ha deciso di ridurre l’assistenza umanitaria americana, il che significa che un numero aggiuntivo di somali potrebbe cadere nella fame e nella malnutrizione.