Il solito titolo ad effetto ed invece diciamo la verità. Addio alla sostenibilità? Il cambiamento climatico, l’effetto serra, le tensioni sociali, casi di governance disinvolta, l’inclusione lenta ed asfittica sono problemi quasi universali e, da oggi, si tenta di relegarli nell’oblio.
I vari ed importanti player del mondo socio economico si stanno tirando indietro.
Mortalità: l’inquinamento ambientale è una delle principali cause di morte prematura a livello globale. Circa il 90% della popolazione mondiale respira aria non sicura, e l’inquinamento atmosferico è responsabile di oltre 7 milioni di decessi ogni anno.
La mortalità per tumori è significativamente legata all’inquinamento ambientale. Studi italiani hanno dimostrato che le regioni con maggior inquinamento presentano tassi di mortalità per cancro più elevati, nonostante spesso abbiano stili di vita più salutari. La qualità dell’aria è il fattore di inquinamento più pericoloso, seguito da siti da bonificare, aree urbane, densità dei veicoli e pesticidi. In Europa, l’inquinamento atmosferico è associato all’1% dei casi di cancro e al 2% dei decessi per cancro, salendo al 9% per i tumori ai polmoni. Ridurre l’inquinamento è cruciale per prevenire i tumori.
Ed altre correlazioni:
CALDO ED ‘EFFETTO SERRA’
L’effetto serra è un fenomeno naturale che regola la temperatura della Terra, collegata alla presenza di gas serra come anidride carbonica (CO2), metano (CH4), ossido nitroso (N2O) e ozono (O3) nell’atmosfera. L’aumento delle emissioni di gas serra dovute all’attività umana sta intensificando questo effetto, portando al riscaldamento globale e a cambiamenti climatici).
Una vera e propria ondata ad incremento di morti dovute al caldo e all’effetto serra entro il 2099: l’Italia a rischio, previsti 700mila decessi nei prossimi decenni. Sono i dati choc dello studio sul cambiamento climatico pubblicato sulla rivista Nature Medicine e condotta dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine, le morti potrebbero aumentare di ben 2,3 milioni entro il 2099.
Tra le 10 città europee nelle quali si stima il più alto numero di vittime dovute alle temperature in aumento entro la fine del secolo, quattro sono italiane: Roma, con quasi 148mila decessi, è al secondo posto dopo Barcellona che potrebbe arrivare alla preoccupante cifra di circa 246mila, seguita da Napoli al terzo posto (oltre 147mila) e da Milano al quinto (poco più di 110mila).
L’unica contromisura in grado di evitare il 70% delle morti, osservano i ricercatori, è un’azione rapida e urgente per ridurre drasticamente le emissioni di carbonio.
L’Italia è il Paese dove il global warming incide di più (71%, pari a oltre 13mila morti in quella stagione). Gli autori della ricerca: “necessario rafforzare le strategie di adattamento”. Con l’approccio contro-fattuale per valutare l’impatto della crisi climatica sulle morti da caldo estremo. I dati sulla mortalità e sulle temperature vengono confrontati con le anomalie termiche tra 1880 e 2022 e viene sviluppata una stima di quanti decessi sarebbero avvenuti in un’estate 2022 senza crisi climatica.
Confermato il record dell’Italia sui decessi da ondate di calore. Il ricalcolo dell’impatto del cambiamento climatico sulla mortalità durante l’estate di 2 anni fa conferma il record negativo per l’Italia a livello continentale. Oltre al maggior numero di morti in assoluto, il Belpaese è tra quelli con il maggior numero di morti da caldo estremo attribuibili al riscaldamento globale: il 71%.
Ben 13.318 sarebbero state evitate senza cambiamento climatico. I decessi che sarebbero avvenuti anche nel clima pre-industriale individuati con l’ipotesi controfattuale, infatti, si fermano a 5.440.
PARTICOLATO FINE (PM2,5)
In Europa, l’esposizione al PARTICOLATO FINE (PM2,5) ha causato circa 253.000 morti premature; il BIOSSIDO DI AZOTO(NO2) e l’OZONO (O3) ne hanno causate altre 52.000 e 22.000 rispettivamente. In Italia, l’inquinamento atmosferico provoca circa 80.000 morti all’anno, cioè il Paese europeo con il maggior numero di decessi dovuti a questo fattore.
Il PARTICOLATO FINE (PM2.5) è strettamente correlato anche alla mortalità cardiologica. Si stima che circa il 60-80% dei decessi attribuibili all’inquinamento atmosferico siano dovuti a malattie cardiovascolari, come infarti e ictus. In Italia, ad esempio, circa 9.000 morti all’anno sono attribuite a infarti causati dall’inquinamento.
Questa la premessa senza voce narrante, ma con i dati asettici in logica tabellare. Ed ora? Con la sostenibilità messa da parte?
La sostenibilità e l’orientamento agli ESG (Environmental, Social, Governance) fino a 6 mesi fa sarebbe stato un argomento di importanza continua e duratura.
Oggi è un tema che rischia di sparire, quasi fosse una blasfemia dopo l’elezione di Trump e ,ad abundantiam, dopo Febbraio2025 con il pacchetto delle semplificazioni dell’EU Omnibus proposal (in riferimento alla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), EU Taxonomy Regulation and Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM).
E’ cambiato anche il sentimento comune su come affrontare questi problemi ed a livello internazionale è in atto un processo di frammentazione geopolitica che frena la cooperazione fra gli Stati, indebolisce il ruolo delle istituzioni multe laterali ostacola allo scambio di conoscenze e tecnologie. E’ il ‘divide et impera’ e accordi mirati dei dazi di Trump e Putin con Xi Jinping che raccoglie i cocci ed aumenta il loro valore con la tecnica giapponese Kintsugi (una nota sull’acciaio che vedrà la Cina invadere il mercato a fronte dell’incapacità USA di ‘fare acciaio’ con alcune componenti che non produce).
Ci sarà una impennata di carne USA a basso prezzo, macellando bovini cresciuti con anabolizzanti che incrementeranno l’obesità delle popolazioni. Le patologie cardiovascolari, neoplastiche e l’obesità sono in diretta relazione con l’eccessivo consumo di grassi, in particolare di grassi saturi, che fanno depositare il colesterolo nei vasi arteriosi, causando danni irreparabili all’organismo umano.
Questo contesto ha ‘il freno a mano tirato’ per la transizione ambientale, per la coesione sociale e per un approccio partecipativo ed inclusivo nella governance dei sistemi istituzionali e delle imprese. Per esempio la nuova amministrazione statunitense sta attivando una serie di orientamenti che mettono in discussione la disponibilità dei paesi avanzati a fornire risorse finanziarie per sostenere la transizione nell’economia emergenti dove la sostenibilità è più necessaria e dove avrebbe un impatto a livello mondiale più elevato.Varie imprese delle energie rinnovabili stanno creando opzioni al ribasso negli investimenti e si confrontano con difficoltà economiche non di poco conto.
La Glasgow Financial Alliance for Net Zero (GFANZ, un’iniziativa indipendente, guidata dal settore privato, che si concentra sulla mobilitazione di capitali e sulla rimozione degli ostacoli agli investimenti nella transizione globale) ha subito numerose recessioni e sta rivedendo al ribasso gli impegni richiesti ai partecipanti. Inoltre la UE, che fino adesso è stata tra le più attive a promuovere la transizione ambientale, sta profilando una protezione ridotta ai minimi termini.
La tesi ottimista ed auspicabile è che tutti i principali obiettivi dell’impegno sul fronte della transizione ambientale rimangano una variabile indipendente dal contesto politico avverso. Esortazione? Utopia?
La lotta al cambiamento climatico è quello di migliorare la capacità degli operatori finanziari di gestire questo rischio e se ritardiamo la riduzione delle emissioni di gas, l’effetto serra e così via, tutto questo tenderà, a parità di altre condizioni, ad accrescere ulteriormente i rischi fisici e la loro trasmissione ai tradizionali rischi finanziari che prima o poi si potranno riflettere sui bilanci degli intermediari finanziari. Gli operatori del risparmio gestito potrebbero svolgere un ruolo importante di educazione finanziaria in questo ambito sottolineando la correlazione fra “mancata sostenibilità” e tassi di mortalità.
I rischi fisici non sono evitabili con la politica del ‘pannicello caldo’, ma hanno bisogno di scelte incidenti e d’impatto perché la negligenza climatica ambientale ed il lassismo di produzione industriale, che si sta prospettando, produce morti. I dati eloquenti li abbiamo già scritti.
E’ un Armageddon su base socio-ambientale! La guerra in Darfur è stata in parte attribuita alla diminuzione delle precipitazioni, che ha portato a conflitti per l’acqua e le risorse. Le ondate di calore e l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari hanno contribuito ai disordini sociali della Primavera araba. Tutto questo sembra non interessare l’opinione pubblica condizionata dalla contro-sostenibilità.
Senior professor in Bocconi con la quale collabora, a vario titolo, dal 1981. Attuale posizione in Bocconi e SDA Bocconi nel Dipartimento di Analisi istituzionale e management pubblico (DAIMAP) e nell’Istituto di Pubblica Amministrazione e Sanità (IPAS); CERGAS (Centro di ricerca sull’assistenza sanitaria e sociale). Ideatore e direttore “Master in management delle imprese sociali” (23 ed)-Bocconi. Responsabile progetto:”Dai un senso al profitto”(XIV ed). Attuale posizione altre Università • Dal 2021 Codirettore scientifico e direttore MASTER IN MANAGEMENT delle IMPRESE SOCIALI e PREVIDENZA-LUM(Libera università Mediterranea)-Casamassima(BA)
• Fino al 2015 Codirettore del MASTER in ETICA D’AZIENDA (MEGA)-in collaborazione con l’Istituto Marcianum-Patriarcato di Venezia-Venezia(7^ edizioni). Membro del Consiglio Direttivo LILT(Lega Italiana Lotta Tumori)MILANO e BRIANZA,vice presidente SOTTOVOCE-ass.volontari IEO-MONZINO,consigliere CdA Fondazione Salvatore Maugeri Group-Pavia;Volunteer association advisor,Ideatore e presidente PREMIO IMPATTO-Salone CSR e INNOVAZIONE SOCIALE-Koinetica e Univ.Bocconi,;Membro ETHICS COMMITEE di Lombardi Group sa;LOINGsa-Bellinzona.
LIBRI:G.Fiorentini-TUTTE LE IMPRESE DEVONO ESSERE SOCIALI-Profitto e Impatto Sociale-FrancoAngeli 2021; G.Fiorentini, V.Saturni,E.Ricciuti-La VIS di AVIS-la valutazione socio economica delle donazioni del sangue-FrancoAngeli ed .-2016;Fiorentini G-M. Campedelli -La dote ed la Rete-una policy e un modello per le non autosufficienze-Fondazione Easy Care-Reggio Emilia;CD-ROM-2016;G.Fiorentini-G.Sapelli-G.Vittadini:Imprenditore: Risorsa o problema-BUR Saggi-Mi-2014;G.Fiorentini-V.Saturni-AVIS in the Italian transfusion System-FrancoAngeli –ed.Mi-2013; G.Fiorentini-V.Saturni ‘AVIS nel sistema trasfusionale italiano’; FrancoAngeli ed.-Mi 2013;G.Fiorentini-F.Calò-Impresa sociale &Innovazione Sociale –Franco Angeli ed.-mi-2013; D.Dal Maso-G.Fiorentini(a cura di)-Creare valore a lungo termine-Egea-2013