Dopo i grandi dibattiti sul riarmo, ha fatto molto discutere, negli ultimi giorni, una proposta (non solo il contenuto, ma anche la modalità comunicativa) dell’Unione Europea che, se fossimo in tempi ordinari, si potrebbe pensare frutto di un ‘pesce d’aprile’. È il cosiddetto ‘kit di sopravvivenza’.

L’UE vuole che ogni Stato membro sviluppi un kit di sopravvivenza di 72 ore così da rendere i cittadini in grado di affrontare qualsiasi nuova crisi, il che richiederebbe anche un maggiore stoccaggio di forniture essenziali e una migliore cooperazione civile-militare. Il tutto rientra nella strategia presentata mercoledì dalla Commissione europea comprendente un elenco di 30 azioni concrete che gli Stati membri dell’UE sono chiamati ad intraprendere per aumentare la loro preparazione contro potenziali crisi future che vanno da disastri naturali e incidenti industriali agli attacchi da parte di attori malintenzionati nei domini informatici o militari.

I nuovi piani si basano sulle raccomandazioni dell’ex presidente finlandese Sauli Niinistö, che ha delineato un’ampia definizione di sicurezza che va ben oltre la difesa militare. “Nessuna delle principali crisi degli ultimi anni è stata isolata o di breve durata (…), e l’Europa non può permettersi di rimanere reattiva”, afferma il documento di 17 pagine.

Fonte d’ispirazione l’esempio della Scandinavia, dove Finlandia, Svezia e Danimarca hanno intensificato gli sforzi per preparare le famiglie alla possibilità di una futura crisi o conflitto, mentre l’Ucraina combatte la durata invasione russa di tre anni.

In una lettera al capo dell’UE Ursula von der Leyen, tre deputati del gruppo centrista del Parlamento europeo Renew hanno esortato la commissione ad andare oltre inviando un manuale a ogni famiglia del blocco sulla preparazione a “varie crisi, da potenziali conflitti a disastri climatici, pandemie e minacce informatiche”.

“Nell’UE dobbiamo pensare in modo diverso perché le minacce sono diverse, dobbiamo pensare in grande perché anche le minacce sono più grandi”, ha dichiarato ai giornalisti Hadja Lahbib, commissaria per gli aiuti umanitari e la gestione delle crisi. La stessa che, in un elegante, tailleur blu, in un video istituzionale di pochi secondi, stile TikTok, una sorta di tutorial, ha spiegato di cosa fosse fosse composto questo kit, tirandolo fuori dalla sua borsetta in pelle.

Il primo oggetto ‘salva-vita’ «gli occhiali da vista? Importanti per vedere cosa sta succedendo… o per non vederlo». E poi documenti di riconoscimento (in una busta impermeabile) indispensabili per dimostrare la propria identità.

Immancabile anche l’«acqua, naturalmente. Perchè l’acqua è fonte di vita». E poi una torcia oppure accendino oppure ancora i fiammiferi, insomma qualcosa che possa far luce quando questa, per qualsiasi motivo, manchi o sia insufficiente.

Suggerita anche la presenza di un coltellino svizzero a 18 funzioni; di «soldi cash, mi raccomando: il contante è sovrano in una crisi, le carte di credito invece potrebbero diventare pezzi di plastica».

Non posso mancare farmaci (soprattutto se salvavita) e cibo, pratico e non facilmente deperibile. Dall’elenco non vengono lasciati fuori caricabatterie e power bank perché «un telefonino morto? – dice poi agitando nell’aria una power bank -. Equivale a una brutta fine!».

E, dato che «un po’ di distrazione non fa male a nessuno», la Commissaria suggerisce anche carte da gioco e, infine, persino una radio a batterie per tenersi informati.

Secondo la Commissaria alla preparazione delle emergenze Roxana Mînzatu, l’UE “non sta partendo da zero”. Anzi. “La pandemia di COVID-19 ha dimostrato che il valore aggiunto di agire insieme in solidarietà, in coordinamento, nel quadro dell’Unione europea è assolutamente cruciale, questo è ciò che ci rende più efficienti, ci rende più forti”, ha detto.

Una delle aree chiave identificate è la necessità di migliorare la preparazione della popolazione ad essere autosufficienti per un minimo di 72 ore nel caso in cui siano tagliati fuori dalle forniture essenziali. Diversi Stati membri hanno già tali linee guida con tempistiche variabili. La Francia, ad esempio, richiede un kit di sopravvivenza per 72 ore che includa cibo, acqua, medicine, una radio portatile, una torcia, batterie di ricambio, caricabatterie, contanti, copie di documenti importanti tra cui prescrizioni mediche, chiavi di riserva, vestiti caldi e strumenti di base come coltelli multiuso.

Il piano della Commissione mira ad armonizzare le linee guida nei 27 Stati membri al fine di garantire che “tutti, a diversi livelli, per dirla in questo modo, abbiano un manuale su cosa fare quando le sirene suonano”, ha detto un alto funzionario dell’UE, parlando a condizione di anonimato. Il livello di preparazione in tutta l’Unione, tra i diversi Stati membri è molto diverso. La preparazione è sicuramente compresa in modi diversi in tutti gli Stati membri”.

Un altro obiettivo chiave della strategia è quello di aumentare lo stoccaggio di attrezzature e forniture essenziali, contromisure mediche come vaccini, medicinali e attrezzature mediche, materie prime critiche in modo che la produzione industriale di attrezzature strategiche possa continuare e attrezzature energetiche.

La strategia di preparazione mira a “riunire questo e identificare come le scorte interagiscono, quali sono le esperienze comuni per imparare l’una dall’altra”, ha detto un altro alto funzionario dell’UE, parlando anche a condizione di anonimato.

Ciò potrebbe comportare lo sviluppo di più scorte a livello UE per la protezione civile che si aggiungerebbero alle scorte esistenti del meccanismo RescEU. Ma “alcuni di questi potrebbero essere a livello nazionale, alcuni di loro sono virtuali, fondamentalmente accordi con il settore privato, alcuni di loro sono fisici”.

“Questa è una discussione che dobbiamo avere: qual è la migliore configurazione possibile per garantire l’obiettivo finale di continuazione di queste funzioni sociali vitali in tutte le circostanze”, ha aggiunto il funzionario.

Anche il miglioramento della cooperazione tra autorità civili e militari in caso di crisi è identificato come una priorità fondamentale. La Commissione ha detto che stabilirà un quadro di preparazione civile-militare con ruoli e responsabilità chiari e ha chiesto che si svolgessero esercitazioni regolari per testare le migliori pratiche.

“Abbiamo molti esempi, purtroppo, nella vita reale, di quale tipo di minaccia dobbiamo essere preparati (per)”, ha detto uno dei funzionari citati sopra, inclusi atti di sabotaggio, campagne di disinformazione e attacchi informatici.

Identificare i ruoli delle autorità civili e militari è un processo che è già iniziato, ha aggiunto il funzionario, citando atti di sabotaggio nel Mar Baltico.

“Ora stiamo analizzando come stiamo reagendo e dove sono i punti ciechi, dove potremmo essere più efficienti, dove potremmo essere più veloci, cos’altro potremmo fare”, hanno aggiunto.

Tutto questo lavoro sarà sostenuto da un nuovo hub di coordinamento delle crisi dell’UE e da una valutazione dei rischi e delle minacce, la prima delle quali sarà rilasciata alla fine del 2026.