Pochi giorni fa, il neo eletto Presidente USA, Donald Trump, ha nominato l’ex governatore dell’Arkansas Mike Huckabee ambasciatore in Israele. “Lavorerà senza sosta per portare la pace in Medio Oriente”, ha precisato Trump in una nota.

Pastore battista ordinato, 69enne, fin da giovane attivo nel mondo della destra religiosa, è entrato nel Partito Repubblicano a inizio Anni Novanta, dopo due anni (1989-1991) da presidente dell’Arkansas Baptist State Convention. Da candidato del Partito Repubblicano è stato eletto governatore dell’Arkansas nel 1996, mantenendo la carica fino al 2007. Si è allora distinto per la sua rapida risposta all’Uragano Katrina nel 2005, ha operato una netta ridefinizione delle politiche fiscali dello Stato che è stata ritenuta virtuosa e ha consentito un miglioramento delle infrastrutture, dell’istruzione e della sanità. Al contempo, è stato un fermo sostenitore dell’applicazione della pena di morte. Nel 2008 si è candidato alla presidenza per le primarie repubblicane, venendo sostenuto dalla maggior parte degli attivisti religiosi, come Pat Robertson, e da celebrità come Chuck Norris. Vinse la prima corsa in Iowa, ma poi fu sormontato dal senatore John McCain, che si conquistò la sfida, poi persa, con Barak Obama. Da allora in avanti la visibilità nazionale acquisita da Huckabee l’ha portato a interessarsi direttamente della grande politica internazionale, con un’attenzione forte sulla questione mediorientale.

Sfidante di Trump nel 2016, si è poi avvicinato al tycoon anche grazie al ruolo della figlia Sarah Huckabee Sanders, che è stata addetta stampa della Casa Bianca e dal 2023 siede sulla poltrona da governatore che fu del padre. Una fedelissima trumpiana che ha sdoganato la visibilità del padre agli occhi della corrente Maga dominante nel Partito Repubblicano. Huckabee si era di fatto ritirato dalla politica dal 2020, anno in cui era stato uno dei protagonisti  della campagna di Trump per invertire l’esito delle elezioni perse contro Joe Biden.

Entrerà in carica il 20 gennaio, alla guida della delegazione americana a Gerusalemme, dove otto anni fa il tycoon aveva spostato la sede dell’ambasciata Usa e che Joe Biden non ha mai rinnegato. È lo Stato Ebraico che da sempre rivendica come capitale  Gerusalemme, la città santa di cui occupa senza il consenso internazionale la metà orientale dal 1967, mentre la Comunità Internazionale riconosce Tel Aviv.

La logica è quella del dispensazionalismo”, secondo cui Dio potrebbe tornare in ogni momento sulla Terra e si debba preparare la Gerusalemme celeste costruendo la… Gerusalemme terrena consolidando lo Stato di Israele.

In questo senso, Trump fece un regalo alla destra religiosa legata al mondo evangelico che considera il supporto ad Israele, e alla ‘destra sionista’, un elemento fondamentale della politica del Partito Repubblicano, dove Huckabee, ex sfidante di Trump 2016 alle primarie del 2016, non è certo un passante. 

La nomina di Huckabee rappresenta un riconoscimento sel tycoon fa alla fedeltà degli evangelici bianchi, che rappresentano un quinto del totale della base elettorale americana, e che hanno votato all’80% per Trump.

Non sorprendono quindi le posizioni di Huckabee, falco a tutti gli effetti: no alla soluzione a due Stati, l’unico Stato ad aver diritto ad esistere è Israele, “un’oasi straordinaria in una terra di totalitarismo e dominata dalla tirannia”. “Il titolo di proprietà sulla loro terra (dei palestinesi) è stato dato da Dio ad Abramo”, ha dichiarato rinnegando il diritto all’esistenza del popolo palestinese. Nel 2015, aveva dichiarato di non considerare questo territorio come “occupato”, ma come una regione biblica che chiama “Giudea e Samaria”, terminologia utilizzata dalle correnti nazionaliste israeliane. Durante una visita nel 2017 nella colonia di Maale Adumim, aveva affermato: “La Cisgiordania occupata non esiste. Ci sono comunità, quartieri, città. L’occupazione non esiste. ». Hamas è da lui considerato peggio dei nazisti, che “non pubblicavano le loro atrocità sui social media”. Ciò spiega anche le aspre critiche rivolte a suo tempo all’accordo sul nucleare iraniano voluto da Barack Obama, giudicato il primo passo verso una riedizione dell’Olocausto.

La sua nomina è stata salutata da diversi funzionari israeliani, riflettendo il loro entusiasmo per un diplomatico percepito come un fedele alleato. Il ministro degli Esteri, Gideon Saar, ha inviato le sue congratulazioni sui social network, esprimendo la speranza che Mike Huckabee si senta “a casa” a Gerusalemme. Il ministro di estrema destra Bezalel Smotrich ha sottolineato che Mike Huckabee è “un sostenitore del processo di colonizzazione” e si è detto convinto che contribuirà a rafforzare “la sicurezza di Israele e il nostro controllo su tutti i suoi spazi”.

Ma questa nomina avviene in un contesto di tensioni esacerbate tra israeliani e palestinesi. Mike Huckabee si era recato al kibbutz Kfar Aza nell’ottobre 2023, dopo l’attacco mortale di Hamas contro Israele, per mostrare il suo sostegno al “popolo ebraico”. Lungi dall’essere una figura moderata, incarna un posizionamento politico allineato con i progetti della destra israeliana, in particolare l’annessione di insediamenti in Cisgiordania. Anche Israël Gantz, presidente del Consiglio di Yesha, principale organizzazione che rappresenta i coloni, ha accolto con favore questa nomina, ringraziando Donald Trump per questa “giuna scelta”. Secondo lui, Mike Huckabee è un “vecchio amico delle colonie israeliane”.