E’ stata un esempio di monarca che ha svolto un’attività solidale, di filantropia e di advocacy

 

 

La Regina ha unito la filantropia alla politica estera ed interna sviluppando advocacy ed offrendo un valore aggiunto all’assetto istituzionale e regale che le competeva come Sovrana.

Elisabetta II ha patrocinato oltre 500 organizzazioni durante la sua vita, da enti di beneficenza e associazioni militari a organismi professionali e organizzazioni di servizio pubblico. Il suo patrocinio era garanzia di successo.

Molti dei patrocini di Sua Maestà furono ereditati dal padre, Re Giorgio VI, mentre altri furono assunti durante il suo regno perché riflettevano i suoi interessi, tra cui Action for Children e il Royal Voluntary Service.

Citiamo anche Cancer Research UK e The British Red Cross Society, e molti altri piccoli come per esempio Norwood (una charithy ebraica che sosteneva i bambini vulnerabili e le loro famiglie).

Nell’area istruzione, ha patrocinato oltre 70 organizzazioni di istruzione e formazione (e istituti di istruzione superiore come la Glasgow Caledonian University e la Birmingham University. )

Nell’area ludica, ha preso sotto il suo patrocinio oltre 60 organizzazioni sportive e ricreative, ed anche più di  30 organizzazioni religiose e oltre 40 organizzazioni artistiche e culturali.

Quasi ogni anno del suo regno come patrocinante della Royal British Legion, ha partecipato al Festival of Remembrance presso la Royal Albert Hall.

Il Saturday of Remembrance Weekend è evento commemorativo dedicato a tutti coloro che hanno servito e sacrificato la propria vita in difesa della Gran Bretagna e del Commonwealth.

Sua Maestà ha segnato anniversari speciali e pietre miliari per i suoi enti di beneficenza e organizzazioni, inviando messaggi di sostegno e talvolta visitando di persona.

Nel 2020, quando la Croce Rossa britannica ha celebrato il suo 150° anniversario – nel primo anno della pandemia di Coronavirus – la Regina, che era stata loro patrocinante per quasi 65 anni, ha ringraziato il personale e i volontari per il loro impegno.

La Regina ha aperto le sue residenze reali a molti dei suoi patrocinati, organizzando ogni anno uno speciale Garden Party nel parco di Buckingham Palace per il personale, i volontari e i beneficiari dell’Associazione Not Forgotten che sostiene i veterani militari. Il Women’s Institute ha celebrato il suo centenario nel 2015 con un Garden Party a cui hanno partecipato membri della famiglia reale.

Nell’articolo di qualche giorno fa su questo web magazine, ’Elisabetta II: più che monarca, marchio globale’la Regina Elisabetta II viene celebrata come monarca costituzionale moderna che soddisfa le ‘cinque R‘ del mix dei marchi reali top.

Infatti “il monarca deve essere: reale (avendo uno status speciale, come definito dallo Stato), regale (comportandosi in un modo degno di un monarca, compreso l’uso di cerimonie reali), rilevante (avendo un significato per il Paese), rispettato (avendo l’approvazione delle persone) e reattivo (cambiamento accomodante).
La Regina Elisabetta II ha soddisfatto tutti e cinque i criteri ed è per questo che è un perfetto esempio di monarca costituzionale.”

Questo fulgido esempio ha una connotazione in più ,degna di  ammirazione seppur difficile da profilare in modo puntuale. Ci sono due lettere da aggiungere: la ‘S’ e la ‘A’; ‘S’ come solidale e sociale ed ‘A’ come advocacy.

E’ stata un esempio di monarca che ha svolto un’attività solidale, di filantropia e di advocacyche normalmente non appare dal profilo che oggi è, giustamente, onda montante  della celebrazione dei suoi funerali.

Googlerando si trovano alcune informazioni che cercherò di sistematizzare.

La S (solidale e sociale) di Sua maestà ha avuto recentemente una ‘valenza di politica estera: infatti il DEC (Disaster Emergency Committee, comitato per i soccorsi di emergenza) ha espresso su twitter «Mille grazie a Sua Maestà la regina per il continuo sostegno e la sua generosa donazione» Così hanno scritto i responsabili dell’organizzazione che coordina 15 charity britanniche nell’offrire soccorsi alle vittime dell’invasione russa in Ucraina. Elisabetta II ha fatto un gesto, che esprime una svolta importante per la Corona inglese.

E’ un gesto umanitario e politico di cui non si conosce l’ammontare. Buckingham Palace non ha rivelato la somma donata personalmente dalla sovrana. Questa solidarietà si aggiunge ai fondi raccolti per le scorte di cibo, acqua e materiali vari da inviare con urgenza non solo in Ucraina, ma anche in Polonia, Moldavia, Ungheria, Slovacchia e Romania.

E’ una segnale di abbandono della proverbiale neutralità e del silenzio  dettato dalla consuetudine di non entrare in questioni politiche non richieste dal loro ruolo attivo.

La Corona britannica ha dato una svolta. I Royal abbandonano in massa il loro tradizionale silenzio. E’ come se si volesse uscire allo scoperto per prendere posizione politica coerente o meno con l’approccio del governo inglese.

Anche Carlo e Camilla hanno fatto donazioni consistenti e per fare questo  si sono recati presso la cattedrale ucraina a Londra, accolti da Vadym Prystaiko, ambasciatore di Kiev in Gran Bretagna. Un incontro significativo ed esemplare a seguito anche di dichiarazioni di condanna di Re Carlo III che definito l’invasione di Putin in Ucraina come un’«aggressione brutale» e un «attacco alla democrazia».

Anche William, e Kate si sono esposti a favore dell’Ucraina in nome anche dell’amicizia nata a Buckingham Palace con Zelesky e sua moglie Olena a Londra, nell’ottobre 2020. In un post sull’account @KensingtonRoyal di Twitter, hanno ricordato lo storico incontro, in cui le due coppie avevano scoperto molti punti in comune, e hanno concluso: «Siamo dalla parte del presidente e del popolo ucraino, impegnati a combattere con coraggio per il loro futuro». Prima di William e Kate, erano stati i Sussex a diffondere un messaggio di supporto, pubblicato

Anche nel mondo sanitario Elisabetta II si distinse: analiticamente, si ricordano le donazioni al Cardiff Royal Infirmary, ospedale della capitale gallese ed anche in numerosi ospedali, tra cui Great Ormond Street e il Royal Melbourne Hospital.

Le donazioni solidali a favore di United World College, il Collegio del Mondo Unito per studenti internazionali che offre a ragazzi di tutto il mondo strumenti ad hoc per la risoluzione dei conflitti, dell’Università del Galles Trinity St David’s, Centro di istruzione superiore che offre insegnamento e ricerca di alta qualità.

Sua Maestà appoggiava migliaia di buone cause della Croce Rossa e fin  dal 1949Mike Adamson, amministratore delegato della Croce Rossa britannica, ha infatti dichiarato: “come nostra protettrice per sette decenni, la Regina ha mostrato un sostegno duraturo per il lavoro della Croce Rossa qui nel Regno Unito e in tutto il mondo… A livello personale, sarò sempre grato per la sua visita al personale della Croce Rossa e ai volontari che stavano sostenendo le persone colpite dall’incendio della Grenfell Tower, nel 2017. Sono stato profondamente commosso dalla sua compassione per chi aveva perso tutto e dal potere della sua visita per portare luce in un momento così buio”.

L’’advocacy’ per i diritti delle fasce deboli e per i malati è stata una cifra del suo regno: infatti, ha sostenuto con passione i diritti dei ciechi e degli ipovedenti e ha fatto fund raising per loro organizzando cene ed eventi sotto il suo patrocinio.

Grande anche il suo aiuto al Royal National Institute of Blind People, l’ente di beneficenza del Regno Unito che offre supporto a oltre due milioni di persone cieche o ipovedenti.

Ma Elisabetta ha sviluppato una ”advocay per lo sviluppo di opportunità per i giovani e tutela sociale” ed infatti sosteneva YMCA (Young Men’s Christian Association), la principale non profit britannica impegnata a rafforzare gli individui e le comunità in tutto il paese, nata oltre 120 anni fa.Ed anche Nacro (National Institute of Corrections), celebre charity inglese per la giustizia sociale nata nel 1966 dalle ceneri della National Association of Discharged Prisoners’ Aid Societies. Oggi Nacro è diventato il più grande ente di beneficenza che si occupa di giustizia penale a Londra.

Era una grande amante degli animali in particolare dei suoi amatissimi cani Welsh Pembroke Corgis. Sosteneva finanziariamente il Kennel Club, la più grande organizzazione del Regno Unito dedicata alla salute e al benessere dei cani.

Iconica la figura di Susan, la cagnetta più amata che ha anche una tomba tutta sua. E i cavalli? Elisabetta non aveva solo 4 cani, ma anche decine di cavalli. Anche se qualcuno insinua che forse la sua passione per cani e cavalli è stata macchiata dalla sua passione per la caccia. Amava gli animali domestici, ma era cacciatrice in prima persona disinvolta con gli altri animali. Era esperta e ed uccideva animali selvatici come i cervi delle sue tenute.

Nelle tenute della Regina venivano liberati grandi ungulati ed uccelli selvatici che poi venivano fatti oggetto di battute di caccia, per non parlare della brutale caccia alla volpe ed i safari africani e indiani in cui Filippo ed Elisabetta esibivano compiaciuti atti di caccia su grandi felini. Una foto del 1960 ad esempio ritrae il principe che posa con la regina innanzi alla carcassa di una tigre. La Regina aveva anche una forte attenzione per il gallo cedrone, un meraviglioso uccello appartenente alla famiglia dei fasianidi e in tema di fagiani un video del 2000 mostrò una inedita, ma non troppo, regina mentre torceva il collo a un fagiano abbattuto. Nel 2004 poi, Elisabetta ammazzò un fagiano già impallinato ma morente con il suo bastone da passeggio.

Il suo patrimonio personale è stato stimato in 500 milioni di dollari nel 2022 (495 milioni di euro circa), ma il patrimonio costituito da immobili, rendite immobiliari, tenute e rendite terrierie ammonta ad alcuni miliardi di sterline.

Secondo Forbes, attraverso l’azienda che si chiama ‘Monarchy PLC’, la Royal Family ha un portafoglio di beni enorme e diversificato, inclusi immobili, opere d’arte e investimenti. Il valore di queste attività è stimato in circa 28 miliardi di dollari (circa 27,8 miliardi di euro).

Poi c’è il Castello di Windsor, che è stata la residenza ufficiale della Regina, uno dei più grandi castelli abitati del mondo, il cui valore è stimato intorno ai 490 milioni di dollari.

Indubbiamente, la Regina Elisabetta II poteva permettersi queste donazioni, però il suo sociale e la sua advocacy hanno lasciato una forte eredità positiva. W la Regina Elisabetta!

Di Giorgio Fiorentini

Senior professor in Bocconi con la quale collabora, a vario titolo, dal 1981. Attuale posizione in Bocconi e SDA Bocconi nel Dipartimento di Analisi istituzionale e management pubblico (DAIMAP) e nell’Istituto di Pubblica Amministrazione e Sanità (IPAS); CERGAS (Centro di ricerca sull’assistenza sanitaria e sociale). Ideatore e direttore “Master in management delle imprese sociali” (23 ed)-Bocconi. Responsabile progetto:”Dai un senso al profitto”(XIV ed). Attuale posizione altre Università • Dal 2021 Codirettore scientifico e direttore MASTER IN MANAGEMENT delle IMPRESE SOCIALI e PREVIDENZA-LUM(Libera università Mediterranea)-Casamassima(BA) • Fino al 2015 Codirettore del MASTER in ETICA D’AZIENDA (MEGA)-in collaborazione con l’Istituto Marcianum-Patriarcato di Venezia-Venezia(7^ edizioni). Membro del Consiglio Direttivo LILT(Lega Italiana Lotta Tumori)MILANO e BRIANZA,vice presidente SOTTOVOCE-ass.volontari IEO-MONZINO,consigliere CdA Fondazione Salvatore Maugeri Group-Pavia;Volunteer association advisor,Ideatore e presidente PREMIO IMPATTO-Salone CSR e INNOVAZIONE SOCIALE-Koinetica e Univ.Bocconi,;Membro ETHICS COMMITEE di Lombardi Group sa;LOINGsa-Bellinzona. LIBRI:G.Fiorentini-TUTTE LE IMPRESE DEVONO ESSERE SOCIALI-Profitto e Impatto Sociale-FrancoAngeli 2021; G.Fiorentini, V.Saturni,E.Ricciuti-La VIS di AVIS-la valutazione socio economica delle donazioni del sangue-FrancoAngeli ed .-2016;Fiorentini G-M. Campedelli -La dote ed la Rete-una policy e un modello per le non autosufficienze-Fondazione Easy Care-Reggio Emilia;CD-ROM-2016;G.Fiorentini-G.Sapelli-G.Vittadini:Imprenditore: Risorsa o problema-BUR Saggi-Mi-2014;G.Fiorentini-V.Saturni-AVIS in the Italian transfusion System-FrancoAngeli –ed.Mi-2013; G.Fiorentini-V.Saturni ‘AVIS nel sistema trasfusionale italiano’; FrancoAngeli ed.-Mi 2013;G.Fiorentini-F.Calò-Impresa sociale &Innovazione Sociale –Franco Angeli ed.-mi-2013; D.Dal Maso-G.Fiorentini(a cura di)-Creare valore a lungo termine-Egea-2013