Dal 24 febbraio, l’ipotesi di una invasione dell’isola da parte della Cina è sembrata praticamente dietro l’angolo. Il ‘gioco di guerra’ condotto dal Center for a New American Security (CNAS)
2027: guerra a Taiwan. La Cina invade Taiwan con l’obiettivo di conquistarla e annetterla.
Niente paura, è solo un ‘gioco di guerra’ americano. Una data tutto sommato lontana, infatti dal 24 febbraio, l’ipotesi di una invasione dell’isola da parte della Cina è sembrata praticamente dietro l’angolo, forse una questione di mesi.
Le cronache delle ultime ore ci fanno sembrare questo scontro imminente. Anche l’attacco all’Ucraina, fino a poche settimane prima che davvero accadesse era sembrato impossibile, tanto sconsiderato che, si riteneva, la Russia non avrebbe mai rischiato tanto. L’invasione poi si è avverata, smentendo e prendendo di sorpresa esperti, studiosi di guerra, e (forse) perfino Kiev.
Stessa cosa potrebbe accadere a Taiwan.
Le forze armate cinesi hanno accusato gli Stati uniti di ‘provocazione‘ dopo che il cacciatorpediniere USS Benfold ha attraversato lo Stretto di Taiwan ieri per la terza volta in una settimana.
Il Comando di teatro orientale cinese, competente per lo Stretto di Taiwan, ha accusato gli Usa di voler destabilizzare la regione e la Cina», recitavano le agenzie stampa appena ieri.
«“Le frequenti provocazioni ed esibizioni di forza, mostrano che gli Usa sono distruttori della pace e della stabilità nello Stretto di Taiwan e creatori di rischi per la sicurezza nello Stretto stesso”, ha scritto in un comunicato il comando cinese.
«La nave è transitata in un corridoio dello stretto che è fuori dalle acque territoriali di qualsiasi Stato costiero, ha dichiarato in un comunicato la Settima Flotta Usa. “Il transito dimostra l’impegno degli Usa per un libero e aperto Indo-Pacifico”». Mosse tattiche.
Nelle stesse ore, Pechino ha chiesto agli USA di cancellare immediatamente la vendita di armi a Taipei. E ha avvisato che «la responsabilità di qualsiasi minaccia alla pace e alla stabilità nello Stretto sarà a carico degli Stati Uniti».
La riunificazione di Taiwan, e il relativo rischio di uno scontro diretto Cina-USA, insomma, è qualcosa declinato al presente, anzi, il processo sta componendosi, ora e qui. E’ indifferente che sia scontro diplomatico o guerra guerreggiata. Il pentolone di questo potenziale scontro tra giganti sta già sobbollendo.
Il ‘gioco di guerra’ è stato condotto dal Center for a New American Security (CNAS), un’organizzazione indipendente, bipartisan e senza scopo di lucro che sviluppa politiche di sicurezza e difesa nazionali; un centro studi che dal 2007 si è distinto tra i tink tank americani.
Fino a poco tempo, i responsabili politici statunitensi e gli esperti in materia, consideravano l’unificazione forzata della Repubblica popolare cinese (RPC) con Taiwan come una minaccia lontana, affermano gli analisti autori del rapporto. «Ma il mix di rapida modernizzazione militare cinese, una finestra ristretta per una quasi parità con l’esercito statunitense e il crescente pessimismo sulle prospettive di un’unificazione pacifica, possono portare la RPC a percepire di avere la capacità di portare avanti un’operazione di successo contro Taiwan. Le lezioni apprese da Pechino dall’invasione russa dell’Ucraina potrebbero indurre l’Esercito popolare di liberazione (PLA) ad adeguare i suoi piani di guerra affinché un attacco contro Taiwan diventi efficace e letale. Insieme, questi sviluppi potrebbero suggerire una tempistica accelerata per la conquista di Taiwan. È quindi urgente che gli Stati Uniti, insieme ai loro alleati e partner regionali, individuino modi per dissuadere la RPC dall’invasione di Taiwan e prevenire un futuro conflitto».
Ecco, dunque, che per fare ciò, il Gaming Lab del CNAS, in collaborazione con Meet the Press della ‘NBC‘ , ha condotto un wargame strategico-operativo di alto livello per esplorare una guerra immaginaria su Taiwan, ambientata, appunto, nel 2027.
«Il wargame ha cercato di illuminare i dilemmi che i politici statunitensi e cinesi potrebbero dover affrontare in un tale conflitto, insieme alle strategie che potrebbero adottare per raggiungere i loro obiettivi generali. Il gioco aveva lo scopo di produrre spunti su come gli Stati Uniti, i loro alleati e partner potrebbero dissuadere la RPC dall’invasione di Taiwan e potrebbero posizionarsi meglio per difendere Taiwan e sconfiggere tale aggressione se la deterrenza fallisce».
Il wargame, afferma il centro studi, ha restituito un certo numero di risultati e dunque elementi da considerare.
Il primo di questi risultati è che «non ci sarebbe una rapida vittoria per nessuna delle parti se la Cina decidesse di invadere Taiwan», e contestualmente, nessuna delle due parti «si sentiva come se avesse perso la battaglia su Taiwan e, anche se la Cinasperava di ottenere una vittoria rapida e decisiva, era preparata per una lunga battaglia». Così, Pechino si è trovata di fronte a un dilemma: se mantenere la guerra limitata e sperare che gli Stati Uniti non fossero coinvolti, o colpire preventivamente obiettivi statunitensi per aumentare le probabilità di successo della Cina, ma al caro prezzo di prolungare il conflitto. In uno scenario del genere, èprobabile che né Pechino né Washington abbiano il sopravvento dopo la prima settimana del conflitto, il che suggerisce un conflitto prolungato».
Altro risultato del wargame, è che «un conflitto su Taiwan potrebbe portare rapidamente a conseguenze ben oltre le intenzioni di Pechino e Washington. Il wargame ha dimostrato quanto velocemente un conflitto potrebbe degenerare, con la Cina e gli Stati Uniti che attraversano le linee rosse. C’è un alto rischio che i segnali deterrenti possano essere interpretati in modo errato in un potenziale combattimento futuro a causa delle differenze nei punti di forza e di debolezza militari, e questi modellano i tipi di escalation che Pechino e Washington probabilmente sceglieranno».
Terzo risultato: «nonostante la sua dichiarata politica del non primo utilizzo, la Cina potrebbe essere disposta a brandire armi nucleari o condurre una dimostrazione limitata della sua capacità nucleare, nel tentativo di prevenire o porre fine al coinvolgimento degli Stati Uniti in un conflitto con Taiwan»
Il wargame ha evidenziato un’ulteriore asimmetria in questa tensione: «il ruolo che alleati e partner statunitensi capaci potrebbero svolgere in un conflitto futuro. Non solo alla Cina mancano tali relazioni, ma partner militari capaci da parte degli Stati Uniti aggiungono una significativa potenza di combattimento, profondità e significato strategico agli sforzi per difendere Taiwan. Ciò complica ulteriormente il processo decisionale della RPC su come scegliere di invadere Taiwan e su come potrebbe cercare di scoraggiare il coinvolgimento degli Stati Uniti e degli alleati».
In conclusione, «il wargame indica che gli Stati Uniti,i loro alleati e partner, hanno l’opportunità di adottare misure per rafforzare significativamente la deterrenza e garantire che la RPC non consideri mai un’invasione di Taiwan un’opzione redditizia. Ma, al fine di cambiare l’equilibrio militare indo-pacifico a loro favore e sviluppare i progressi nelle capacità, nella postura e nella pianificazione che possono tenere a bada l’aggressione della RPC, gli Stati Uniti e i loro alleati e partner devono prendere provvedimenti immediati in diverse aree chiave».
In primo luogo, «il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti dovrebbe effettuare investimenti sostenuti in armi a guida di precisione a lungo raggio e capacità sottomarine, sviluppando allo stesso tempo un ulteriore accesso alla base nella regione indo-pacifica per facilitare le operazioni e migliorare la sopravvivenza. Il Dipartimento della Difesa dovrebbe approfondire la sua pianificazione strategica e operativa con alleati altamente capaci come Giappone e Australia per migliorare la loro capacità collettiva di rispondere all’aggressione cinese contro Taiwan. Inoltre, la pianificazione del Dipartimento della Difesa dovrebbe andare oltre la sconfitta di una rapida invasione, perconsiderare come combattere una guerra prolungata e apportare modifiche per facilitare le operazioni a lungo termine e una conclusione favorevole della guerra. Infine, il Dipartimento dovrebbe esplorare i rischi di escalation nel contesto di una guerra con la Cina, in modo che possano essere anticipati, prevenuti e gestiti».
«In secondo luogo, il Congresso degli Stati Uniti dovrebbe consentire miglioramenti chiave attraverso la Pacific Deterrence Initiative e dovrebbe contribuire a plasmare la posizione militare di Taiwan. In terzo luogo, Taiwan deve migliorare le sue capacità difensive investendo in capacità asimmetriche, resilienti e attribuibili, aumentando l’addestramento per le sue forze attive e di riserva; e accumulando armi e rifornimenti chiave».