La risposta diplomatica dei Paesi dell’area è stata ‘distratta’, ‘attenuata’ dalla distanza, insomma, di basso profilo. Ecco i riflessi politici ed economici dell’invasione russa dell’Ucraina nei Paesi dell’area
Preoccupati, interessati, ma non più di tanto. Il tutto cercando di non schierarsi, o comunque farlo il minimo indispensabile, riflettendo le divisioni nelle relazioni della regione con la Russia. Infatti, la risposta diplomatica è stata ‘distratta‘, ‘attenuata‘ dalla distanza, insomma, di basso profilo. Quella in Ucraina è una guerra a migliaia di chilometri di distanza, in un pezzo di mondo anche ‘mentalmente lontano’, almeno in apparenza.
Infatti, 9 degli 11 Stati del sud-est asiatico hanno votato a favore della risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che condanna l’invasione russa dell’Ucraina. Vietnam e Laos, due storici partner della Russia, si sono astenuti. Ma è stato un voto, secondo gli osservatori, abbastanza indolente.
Per quanto riguarda le sanzioni: Singapore ha imposto sanzioni alla Russia, stessa cosa hanno fatto Corea del Sud e Giappone (tradizionali partner degli USA); l’Indonesia ha criticato le azioni del Presidente russo Vladimir Putin. Le Filippine si sono dichiarate neutrali (pur essendo legate agli Stati Uniti). Secondo gli osservatori, i governi dell’area dovranno rispettare le sanzioni occidentali nei confronti della Russia, ma è molto improbabile che altri si uniranno a Singapore nell’imporre le proprie misure unilaterali contro Mosca.
Eppure quanto sta accadendo nel lontano Est Europa ha ripercussioni anche in quella parte di mondo. Specialmente se si guarda alla guerra con gli occhi puntati sulla Cina.
La relazione economica non è tra le più importanti.
Né Mosca né Kiev sono grandi investitori nella regione. La Russia è il nono più grande partner commerciale dell’Association of Southeast Asian Nations (ASEAN), l’Associazione delle Nazioni del sud-est asiatico, ma il peso dei numeri che stanno dietro ai posizionamenti in classifica è decisamente poco significante. Russia e Ucraina sono attori economici relativamente minori nel sud-est asiatico, con la Russia che rappresenta poco più dello 0,64% del commercio globale con la regione,mentre l’Ucraina rappresenta solo lo 0,11%, secondo ASEANstats .
Secondo gli analisti, il maggiore impatto economico complessivo sulla vita delle persone nel sud-est asiatico sarà probabilmente l’inflazione causata dal rapido aumento del prezzo del petrolio e del gas sulla scia dei combattimenti, che aumenterà i costi di produzione e trasporto.
Russia e Ucraina sono i principali esportatori di prodotti agricoli, cereali alimentari e minerali critici necessari per i semiconduttori, che potrebbero causare carenze nel sud-est asiatico.
Il Vietnam ha importato negli ultimi anni poco meno di 1,5 miliardi di dollari di fertilizzanti, ferro e acciaio, carbone e prodotti agricoli dalla Russia e dall’Ucraina, secondo Dragon Capital . Nel frattempo, le esportazioni del Vietnam hanno totalizzato quasi 2,4 miliardi di dollari, inclusi telefoni cellulari, indumenti, tessuti e apparecchiature elettroniche. Cifre relativamente piccole, la Russia e l’Ucraina rappresentano meno del 4% del commercio annuale totale del Vietnam. Il Vietnam potrebbe essere colpito più duramente dalle interruzioni nella catena di approvvigionamento globale, in particolare per le sue esportazioni di telefoni cellulari ed elettronica. Russia e Ucraina sono i principali fornitori di nichel, krypton, alluminio e palladio, che sono fondamentali per la produzione di semiconduttori. Il Vietnam acquista molti dei suoi semiconduttori dal Giappone, dalla Corea del Sud e da Taiwan, che hanno tutti sostenuto le sanzioni contro Mosca, e potrebbero dover affrontare interruzioni nelle forniture di minerali chiave.
I problemi più importanti che il sud-est asiatico potrebbe avere dalla guerra in Ucraina è sui prodotti alimentari. Insieme, Russia e Ucraina producono quasi un quarto del grano mondiale. L’Ucraina rappresenta oltre il 9% del grano, dell’avena e altri cereali consumati nel sud-est asiatico, mentre la Russia fornisce un altro 4%. Questi due Paesi forniscono la terza quantità di cereali al sud-est asiatico, che ha intensificato il consumo di cereali sotto forma di pane e pasta. L’Indonesia è il quarto importatore di grano dalla Russia e dall’Ucraina, mentre le Filippine sono il decimo. L’Ucraina coltiva il 16% del mais mondiale, il che potrebbe causare carenze nella regione in cui viene utilizzato per nutrire gli animali.
Le spedizioni di grano potrebbero subire gravi interruzioni, causando un aumento dei prezzi dei generi alimentari nel sud-est asiatico.
La produzione alimentare nel sud-est asiatico potrebbe poi essere danneggiata dalla perdita di fertilizzanti dalla Russia, il più grande esportatore mondiale e fornitore di quasi il 10% dei fertilizzanti della regione. Qualsiasi interruzione delle forniture di fertilizzanti potrebbe ostacolare l’agricoltura del sud-est asiatico, che dà lavoro a milioni di agricoltori.
Il turismo è uno dei settori che subiranno conseguenze dalla guerra. I russi erano il gruppo più numeroso di turisti in visita in Thailandia. Destinazioni turistiche dei russi, anche Vietnam, Malesia e l’isola indonesiana di Bali.
Il flusso commerciale più attenzionato è quello delle armi. La Russia è stata il più grande esportatore di armi nel sud-est asiatico, fornendo il 26% delle armi della regione nei due decenni fino al 2020, secondo lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI). Le vendite di armi russe nella regione erano del 6% superiori a quelle degli Stati Uniti e quattro volte superiori a quelle della Cinain quel periodo. Più dell’80% dell’equipaggiamento militare vietnamita è stato fornito dalla Russia dal 2000. Mosca ha anche venduto armi a Indonesia, Malesia, Thailandia e Filippine, ed è uno dei principali fornitori di munizioni alla giunta militare che ha preso il potere in Myanmar nel febbraio 2021. Lo scorso dicembre, Giacarta ha ospitato la prima esercitazione marittima congiunta Russia-ASEAN.
L’Ucraina fornisce attrezzature per la difesa nel sud-est asiatico, principalmente per pezzi di ricambio: la Thailandia è stato il suo terzo cliente più grande negli ultimi cinque anni.
E dalle armi alla politica.
Zachary Abuza, docente al National War College negli Stati Uniti, cerca di spiegare l’atteggiamento ‘distante’ della regione. Parte dell’élite politica del sud-est asiatico considera Vladimir Putin un leader forte che si è scagliato contro un ordine mondiale guidato dagli Stati Uniti. Questo lo rende ‘amico’ per molti politici dell’area. Il Presidente filippino uscente, Rodrigo Duterte, ha definito Putin come il suo ‘eroe preferito’. L’anno scorso, il Primo Ministro della Cambogia, Hun Sen, ha premiato il leader russo con un ‘Ordine dell’amicizia’.
Altra ragione, secondo gli analisti dell’area, è che i governi del sud-est asiatico non vogliono‘frustrare‘ la Cina. Diversi Stati del sud-est asiatico sono in competizione con Pechino per il territorio conteso nel Mar Cinese Meridionale e desiderano non intensificare ulteriormente la rivalità USA-Cina.
Altro elemento importante è la tradizionale riluttanza della regione a intromettersi negli affari di altri Paesi, tanto più in questa ‘crisi lontana’. Per decenni, i governi del sud-est asiatico hanno adottato una rigorosa politica di non interferenza, la cosiddetta ‘Via dell’ASEAN’. Si fa notare che l’ASEAN, non ha condannato nessun Paese e per nulla negli ultimi 20 anni. Anche in questo caso la ‘Via dell’ASEAN’ ha avuto la meglio sulla delusione degli Stati Uniti e dei Paesi europei, che speravano di poter convincere i governi del sud-est asiatico a cambiare idea, affermano gli analisti.
Una posizione, per altro, non scevra da dibattito interno. Secondo un recente sondaggio dell’Istituto ISEAS-Yusof Ishak, le opinioni sono divise tra Stati Uniti e Cina, ma la maggior parte è determinata a non essere trascinata nell’orbita di nessuna delle due superpotenze. «Sebbene siano contrari all’uso della forza militare da parte della Russia nei confronti dei civili e alla violazione della sovranità dell’Ucraina,i Paesi della regione dovrebbero anche parlare della causa principale della guerra: l’estensione della NATO all’Europa orientale che provoca l’insicurezza russa», ha dichiarato Evi Fitriani, professore di Relazioni Internazionali presso Universitas Indonesia, ai media della regione.
La minaccia contro il diritto internazionale rappresentata da questa guerra, potrebbe avere un impatto diretto sullo stesso sud-est asiatico,potrebbe riguardare alcune di queste Nazioni, sottolineano gli osservatori. «A meno che noi, come Paese, non sosteniamo i principi che sono alla base dell’indipendenza e della sovranità delle Nazioni più piccole, il nostro diritto di esistere e prosperare come nazione potrebbe essere messo in discussione allo stesso modo», ha affermato il Ministro degli Esteri di Singapore, Vivian Balakrishnan.
Ed è su questo che vi è dibattito sul tema. Per alcuni, la guerra in Ucraina è una questione lontana nel contesto della quale i Paesi del sud-est asiatico possono fare ben poco, e qualsiasi coinvolgimento porterebbe solo difficoltà indesiderate. Per altri, la guerra in Ucraina ha implicazioni molto reali per la regione. Resta il fatto, si sottolinea, che, con l’eccezione di Singapore, la maggior parte degli Stati nega completamente che la giustificazione e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia minino i principi fondamentali del diritto internazionale e creino precedenti molto pericolosi.
Se la Russia può fare ampie rivendicazioni unilaterali sul territorio di uno Stato sovrano sulla base dell’affinità culturale e della storia, allora cosa impedisce alla Cina di fare la stessa cosa?
La guerra in corso in Ucraina dividerà ulteriormente democrazie e regimi autoritari. Potrebbe, se l’Occidente riesce a mettere insieme le sue azioni, incoraggiare la loro determinazione contro regimi ostili e tirannici. Se le loro sanzioni dovessero funzionare contro Mosca, sottolinea ‘The Diplomat‘, potrebbero incoraggiare le democrazie occidentali «ad affrontare il venir meno della democrazia e le violazioni dei diritti umani in altre parti del mondo. (Nel sud-est asiatico, ciò significa Cambogia e Myanmar, e forse le Filippine)».
Il sud-est asiatico è composto da Stati di piccole e medie dimensioni che fanno affidamento sul diritto internazionale, sulla dottrina dell’uguaglianza sovrana e sui principi delle Nazioni Unite che vietano l’uso della forza per alterare i confini o interferire nella politica interna di un altro stato sovrano.
Come si è a lungo sostenuto in questi mesi, se «le sanzioni occidentali alla Russia non riuscissero a scoraggiare l’aggressione di Mosca, allora Pechino potrebbe essere incoraggiata ad agire sulla sua minaccia di invadere Taiwan o intensificare la sua pressione nel Mar Cinese Meridionale».
Insomma, il risultato dei fatti in Ucraina «è molto importante per la sovranità nazionale e l’ordine internazionale, una chiara preoccupazione del sud-est asiatico, secondo il rapporto 2022 sullo ‘Stato del sud-est asiatico’ pubblicato da ISEAS-Yusof Ishak di Singapore. Alla domanda «In chi hai la massima fiducia per fornire la leadership per mantenere l’ordine basato sulle regole e sostenere il diritto internazionale?» gli Stati Uniti sono al primo posto con il 36,6%.
I Paesi dell’ASEAN apprezzano il principio della sovranità nazionale al di sopra di quasi ogni altra cosa, ma vedono che il modo migliore per proteggere tale sovranità è evitare i coinvolgimenti negli affari internazionali più ampi.
Nei giorni scorsi, ‘Radio Free Asia‘, ha pubblicato un intervento di Zachary Abuza, docente al National War College di Washington e collaboratore della Georgetown University, il qualesostiene che la maggior parte degli Stati del sud-est asiatico «sta agendo in un modo che ignora i propri interessi di sicurezza a lungo termine e, per la maggior parte, per pura timidezza diplomatica», definendo «esercizio di codardia diplomatica» quello esercitato dai Paesi dell’area e dall’ASEAN.