“L’incidente di Chernobyl provocò effetti catastrofici sulla salute sociale, ambientale e sull’andamento della salute pubblica in tutta Europa. Non deve accadere di nuovo“. Intervista a Carmel Mothersill (McMaster University)

 

In Ucraina, venerdì notte, si è scampato per un soffio ad una ‘Chernobyl 2.0’. Il pericolo di un attacco ad una centrale nucleare l’aveva segnalato recentemente Bennett Ramberg, ex ufficiale degli affari esteri dell’Ufficio per gli affari politico-militari del Dipartimento di Stato americano e autore di ‘Nuclear Power Plants as Weapons for the Enemy’. Alla fine è avvenuto, ai danni della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande in Europa, la quinta al mondo, dove è scoppiato un incendio che ha fatto temere il peggio, a seguito di un attacco dell’esercito russo.

«Una minaccia per la sicurezza mondiale!!!A seguito degli incessanti bombardamenti da parte del nemico degli edifici e dei blocchi della più grande centrale nucleare d’Europa, la centrale nucleare di Zaporizhzhia è in fiamme!!!. Fermati! Smetti immediatamente di bombardare la centrale nucleare di Zaporizhzhya», aveva annunciato immediatamente su Facebook Dmytro Orlov, sindaco della vicina città di Enerhodar.

Ucraina: cosa c'è da sapere sull'incendio alla centrale nucleare di Zaporizhzhia

Poco prima delle 4 l’allarme è rientrato. I combattimenti si sono fermati vicino alla centrale e i livelli di radiazione sono stati verificati essere normali, senza che l’impianto avesse subito alcun dannocritico‘. “Non c’è stato rilascio di materiale radioattivo” all’impianto nucleare di Zaporizhzhia, ha assicurato l’indomani il Direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, in una conferenza stampa, proposito dell’incendio questa notte all’impianto nucleare ucraino dopo un assalto delle forze armate russe, sottolineando che “tutti e sei i sistemi di sicurezza non sono stati colpiti”.

“Tuttavia – ha proseguito Grossi – l’operatore e il regolatore ci dicono che la situazione continua ad essere estremanente tesa a causa delle circostanze”. “Due persone sono state ferite”, ha detto il direttore generale dell’Aiea, “da quanto sappiamo non si tratta di operatori o tecnici ma fanno parte del personale della sicurezza presente intorno all’impianto. Di tutte le unità, “una sola sta operando al 60% delle sue capacità”. Nella centrale di Zaporizhzhia, in Ucraina, “ora abbiamo una normale anormalità”. “Da quel che comprendiamo” – ha po aggiunto – “il colpo è partito dalle forze russe. Non abbiamo dettagli su che tipo di proiettile”. Il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ha proposto a russi ed ucraini di recarsi a Chernobyl per assicurare che tutte le parti concordino di preservare gli impianti nucleari. “Ho indicato sia alla Federazione russa che all’Ucraina la mia disponibilità a viaggiare a Chenrboyl il prima possibile in modo che i sette pilastri cruciali non siano mai compromessi. La mia idea è di trovare un accordo su un quadro che impegni a non compromettere i principi che abbiamo tutti sottoscritto. Sappiamo tutti che, viste le circostanze sul terreno, la logistica del viaggio, la mia presenza, non saranno facili ma al tempo stesso credo che non non sarebbe impossibile. Se dobbiamo estendere la nostra assistenza dobbiamo essere lì e il primo ad esserci deve essere il capo dell’Aiea”.

“Questa notte, i russi hanno attaccato la centrale nucleare di ZaporizhzhiaUn disastro alla centrale nucleare di Zaporizhzhia sarebbe sei volte peggiore di Chernobyl” – ha dichiarato il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky – “Questa notte sarebbe potuta essere la fine della storia dell’Ucraina e dell’Europa”, ha detto Zelensky, aggiungendo che i russi “sapevano cosa stavano colpendo, hanno mirato direttamente il sito”. “Dalla Russia terrorismo nucleare” ha sottolineato Zelensky.

“La notte scorsa, nel territorio intorno all’impianto nucleare, i nazionalisti del regime di Kiev hanno tentato di condurre una mostruosa provocazione” è stata la versione del portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, affermando che sarebbero stati gli ucraini ad aver condotto l’attacco alla centrale per poi provocare la condanna internazionale nei confronti di Mosca. “Il proposito della provocazione è di cercare di accusare la Russia di creare una fonte di contaminazione radioattiva” ha affermato il portavoce, puntando il dito contro “gruppi di sabotatori ucraini con la partecipazione di mercenari stranieri”. 

Poche ore dopo si è riunito, in via straordinaria, il Consiglio di sicurezza Onu, su richiesta del Regno Unito, ma a cui hanno aderito Usa, Francia, Norvegia, Irlanda e Albania. Ma, nel frattempo, le condanne occidentali si sono fatte sempre più accalorate e non a torto se si considera che l’impianto genera 40-42 miliardi di kWh, che rappresentano un quinto della produzione media annua di elettricità in Ucraina e quasi il 47% dell’elettricità generata dalle centrali nucleari del Paese. Nel 1980 iniziò la costruzione graduale delle unità di potenza dell’impianto. Nel periodo dal 1984 al 1987 sono stati messi in funzione quattro reattori. L’unità 5 è stata avviata nel 1989 e l’unità 6 nel 1995.

L’Ucraina è un Paese fortemente dipendente -per il 55% – dalla fissione nucleare che produce 13700 megawatt. Sono 15 i reattori di progettazione russa attualmente in esercizio, distribuiti nei 4 siti di Khmelnitski (2 unità), Rovno (4 unità), South Ukraine (3 unità), Zaporozhye (6 unità), e 4 reattori in disattivazione nel sito di Chernobyl. Ci sono poi le due centrali in costruzione, i depositi di combustibile nucleare e di rifiuti radioattivi presenti nei siti nucleari e altri depositi di rifiuti radioattivi nei pressi delle città di Kiev, Dnipro, Odessa, Carkiv e Leopoli, oltre alle trincee sparse nella zona di esclusione di Chernobyl in cui vennero confinati i rifiuti prodotti dalle attività di messa in sicurezza conseguenti l’incidente del 26 aprile 1986, causato dall’esplosione del reattore numero 4 che sprigionò una nuvola radioattiva che contaminò buona parte del territorio europeo. Nel 1991, una volta disgregatasi l’Unione Sovietica, l’Ucraina, che aveva ereditato una degli armamenti sovietici, si ritrovò essere la terza potenza mondiale nucleare, che, però, furono distrutti con l’adesione al Trattato di non proliferazione nucleare, ma che non la strapparono alla dipendenza dall’energia atomica.

L’incidente a Zaporizhia ha comprensibilmente sollevato lo spettro del disastro di Chernobyl del 1986. Ma è importante ricordare che si tratta di due diversi tipi di reattore. Chernobyl utilizzava reattori di tipo RBMK , un progetto sovietico degli anni ’70 che non fu mai costruito in Occidente a causa di difetti di sicurezza intrinseci. La centrale di Zaporizhzhia, invece, è dotata di reattori VVER di progettazione russa, che utilizzano sostanzialmente lo stesso design del reattore ad acqua pressurizzata (PWR) , il progetto di reattore più popolare utilizzato in tutto il mondo e anche il tipo utilizzato nei sottomarini a propulsione nucleare.

Un PWR ha un sistema autonomo di acqua di raffreddamento primaria per trasferire il calore dal nocciolo del reattore a un generatore di vapore. Questo sistema è mantenuto pressurizzato in modo che l’acqua non bollisca, da cui il nome. Un secondo circuito d’acqua separato trasferisce il vapore prodotto nel generatore di vapore alla turbina che produce l’elettricità.

Un’altra differenza cruciale rispetto Chernobyl è il fatto che i reattori VVER e PWR hanno un massiccio contenimento di cemento attorno al reattore per fermare qualsiasi rilascio radioattivo. Questo circonda completamente il reattore e i generatori di vapore, assicurando che l’acqua che potrebbe essere potenzialmente radioattiva sia all’interno del contenimento costruito in calcestruzzo precompresso con un rivestimento in acciaio. Al contrario, il reattore di tipo Chernobyl era fisicamente molto grande, il che significa che un simile contenimento per racchiudere quel sistema sarebbe stato molto costoso.

Oltre ai normali sistemi di raffreddamento, i reattori VVER dispongono di sistemi di raffreddamento del nucleo di emergenza costituiti da quattro “idroaccumulatori” – recipienti pressurizzati con gas e riempiti con acqua che può essere rilasciata automaticamente nel reattore per raffreddarlo. In caso di interruzione della connessione alla rete, i generatori diesel in standby possono fornire forniture elettriche agli impianti essenziali.

Nel 1979, uno dei PWR a Three Mile Island, nello stato americano della Pennsylvania, subì una fusione del nucleo, ma non vi fu praticamente alcun rilascio di radioattivo nell’ambiente a causa del sistema di contenimento del calcestruzzo. Dopo il disastro di Fukushima del 2011 in Giappone, l’autorità di regolamentazione nucleare ucraina ha esaminato la capacità delle sue centrali nucleari di resistere a eventi estremi, in modo che tutte le centrali nucleari fossero meglio preparate ad affrontare queste situazioni. Ciò ha portato all’installazione di pompe mobili diesel che possono essere collegate al sistema di raffreddamento del reattore per fornire acqua in caso di emergenza.

Non è noto se le forze russe abbiano deliberatamente bombardato l’impianto di Zaporizhzhia. Potrebbe essere stato un incidente involontario, causato da un missile vagante. Ma è ovvio che obiettivo dei russi fosse prendere il controllo della centrale. L’impianto di Zaporizhzhia fornisce il 25% dell’elettricità dell’Ucraina e presumibilmente la controllarla significa controllare la fornitura di elettricità. Va detto, però, che la situazione attuale è inedita: le centrali nucleari sono costruite per operazioni in tempo di pace, non per guerre. Perciò, se un sito venisse deliberatamente o accidentalmente bombardato e l’edificio di contenimento, che ospita il reattore nucleare, venisse colpito, la loro protezione non resisterebbe. Nonostante l’evidente imprudenza di combattere vicino a una centrale nucleare, non sarebbe nell’interesse della Russia provocare un rilascio radioattivo perché ciò colpirebbe immediatamente il personale dell’esercito nelle vicinanze e potrebbe anche causare la diffusione di una nuvola radioattiva sulla Russia occidentale e in particolare la regione annessa della Crimea, appena a sud dello stabilimento.

Oltre al bombardamento, c’è il rischio di ‘errore umano’, causato dallo stress a cui è sottoposto il personale, sotto la minaccia armata o con turni prolungati. Infine, un altro problema potrebbe essere la mancanza di corrente necessaria a far funzionare l’enorme sistema di raffreddamento per rimuovere il calore residuo nel reattore e che fu uno dei problemi nel disastro di Fukushima del 2011 in Giappone

Ma quali sarebbero conseguenze? Come è possibile proteggere le centrali nucleari ucraini onde evitare disastri? Lo abbiamo chiesto a Carmel Mothersill, Docente di Radiobiologia ambientale della McMaster University (Canada).

Professoressa Carmel Mothersill, secondo il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, “l’integrità fisica della centrale è stata violata” perché “durante la notte un proiettile ha colpito un edificio all’interno del perimetro della centrale nucleare” di Zaporizhzhia. Ma, ha dichiarato Grossi, “è importante ricordare che tutti i sistemi di sicurezza dei sei reattori non sono stati colpiti. Siamo fortunati perché non c’è stato nessun rilascio di radiazioni nell’ambiente circostante e l’integrità di reattori è stata mantenuta”. Possiamo stare tranquilli?

Possiamo credere che questa volta non ci sia stato rilascio in quanto i proiettili o i missili non hanno colpito direttamente il reattore, ma la prossima volta potremmo non essere così fortunati.

Cosa succederebbe se una centrale nucleare venisse colpita da un bombardamento?

Dipende da se la potenza del reattore viene interessata. Se i meccanismi di raffreddamento venissero danneggiati, questo potrebbe scatenare un incidente in stile Chernobyl o Fukushima.

Ci saranno altri attacchi contro impianti nucleari, secondo Lei?

Spero di no.

Perché è così importante per i russi prendere una centrale nucleare come quella di Zaporizhzhia? Perché, in questo modo, si può controllare una delle principali fonti di energia?

Significa che controllano il centro di alimentazione e questo può gli può consentire di provare le persone di energia, in pieno inverno.

Poco dopo che la Russia ha lanciato il suo attacco all’Ucraina, entrambi i governi hanno affermato che l’esercito russo aveva preso il controllo della centrale nucleare di Chernobyl dismessa, luogo del peggior disastro nucleare del mondo. Il sito della centrale elettrica di Chernobyl ospita anche la principale rete di commutazione della rete elettrica per l’intera regione. È vero?

Hanno preso il controllo, ma non saprei dire se si tratta del centro di commutazione della rete elettrica.

C’è stata anche una valenza simbolica nella conquista di Chernobyl?

La gente lo dice, ma credo che ci sia una ragione logistica in quanto è la strada più breve per Kiev.

In riferimento a Chernobyl, Lei ha scritto che “La prospettiva che eserciti portino equipaggiamenti pesanti, compresi i carri armati, attraverso un ecosistema che rimane altamente contaminato in alcuni luoghi non è buona”. Perché? E cosa rischia la flora e la fauna intorno a Chernobyl?

Dopo che gli umani sono andati via, la fauna è fiorita. Gli animali sono ritornati e visto che le dighe di irrigazione hanno fallito, l’area è diventata un’importante zona umida disabitata. È un luogo molto importante per gli scienziati per studiare non solo gli effetti delle radiazioni sugli ecosistemi, ma anche quanto velocemente e in che modo la natura può tornare. Progetti di ‘re-building’ in molti Paesi beneficiano di questi studi.

In riferimento a Chernobyl, Lei ha scritto: “Con pesanti combattimenti nelle vicinanze, c’è sempre il pericolo di un attacco accidentale al riparo di cemento che contiene le radiazioni che fuoriescono ancora dal nocciolo del reattore”. Cosa potrebbe succedere se fosse colpito il sarcofago di cemento della centrale di Chernobyl?

I livelli di radiazione aumenterebbero. Il nucleo del reattore è ancora altamente radioattivo e il sarcofago in calcestruzzo impedisce a quella radiazione di uscire.

Lei è stata più volte per il suo lavoro di ricerca a Chernobyl. Ha scritto: “E’ importante riconoscere che nessuno può lavorare nella zona di esclusione di Chernobyl senza collaboratori ucraini che forniscano conoscenze locali, strutture di laboratorio, trasporti e sostentamento, nonché aiuti con i permessi. Nessuno di noi sa cosa accadrà a queste collaborazioni che durano da anni”. Quali conseguenze avrà sulla ricerca l’occupazione russa?

Mi attendo uno stop. Nessuno vuole andare lì e le nostre connessioni sono rotte. I nostri studi sono probabilmente finiti. Forse gli scienziati russi continueranno il lavoro di ricerca, ma non lo so.

depositi di combustibile nucleare e di rifiuti radioattivi presenti nei siti nucleari e altri depositi di rifiuti radioattivi nei pressi delle città di Kiev, Dnipro, Odessa, Carkiv e Leopoli rappresentano dei rischi?

Sì, se venissero colpiti da un bombardamento, potrebbero disperdere radioattività nell’atmosfera o nell’acqua.

Le centrali nucleari hanno bisogno in continuazione di elettricità e di essere raffreddate ad acqua. Quali conseguenze avrebbe la mancanza di acqua ed elettricità? Un’altra Fukushima?

Sì, ed è fonte di grande preoccupazione.

Non si può dimenticare anche l’errore umano, che fu determinante anche a Chernobyl. Le centrali di seconda generazione hanno bisogno di un continuo monitoraggio ma anche di un attento intervento umano e sempre in condizioni critiche. La guerra mette sotto stress il personale rendendolo meno lucido. Lei è d’accordo?

Sì.

Essendo in guerra, in caso di incidente, inoltre, i vigili del fuoco non potrebbero intervenire immediatamente. Anche nel caso di Zaporizhia, inizialmente, i vigili del fuoco hanno avuto difficoltà iniziali ad intervenire perché bersaglio. Quali conseguenze avrebbe un ritardo nell’intervento dei vigili del fuoco?

Dipende da dove scoppia l’incendio. Ovviamente se scoppiasse nel reattore, il tempo sarebbe critico.

I soldati russi, così come i lavoratori ucraini delle centrali elettriche che sono stati tenuti in ostaggio, hanno inalato parte della polvere che l’esercito russo ha alzato. Quali particelle contengono queste polveri? E cosa i rischiano gli uomini russi?

Non ho dati su questo visto che non vengono diffusi. Il principale isotopo di preoccupazione è il Cesio-137. Sarebbe necessario conoscere dosi è durata dell’esposizione. Probabilmente lo stress psicologico sarebbe la conseguenza principale.

Il direttore generale dell’Iaea, Rafael Mariano Grossi, ha ricordato che «Ho chiesto la moderazione da tutte le misure o azioni che potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza del nucleare e di altro materiale radioattivo e il funzionamento sicuro di qualsiasi impianto nucleare in Ucraina». Esistono modi per proteggere gli impianti dalla guerra, per renderli meno vulnerabili? Servirebbe una safe-zone?

Sì, chiaramente una safe-zone sarebbe auspicabile, ma credo che queste richieste non saranno rispettate in questa invasione.

In caso di incidente nucleare – bombardamento, errore umano, mancanza di energia o acqua – cosa rischiano l’Ucraina, la Russia e l’Europa?

Impossibile dirlo. Dipende dal livello o dal tipo di radiazioni rilasciati, oltre che da quanto si sono fermate. L’incidente di Chernobyl ha provocato effetti catastrofici sulla salute sociale e ambientale e sull’andamento della salute pubblica in tutta Europa. Questo ha fatto Fukushima. Le persone in entrambi i posti sono state spostate e hanno perso tutto. Gli animali sono stati abbandonati e, orribilmente, sono morti di fame. Gli ecosistemi sono stati distrutti. Non deve accadere di nuovo.