Il ruolo sarà teocratico, Haibatullah Akhundzada sarà l’autorità religiosa che detiene la più alta carica del Paese con poteri di dettare la politica e avendo l’ultima parola in tutte le questioni di Stato
Il leader religioso e comandante supremo dei talebani Haibatullah Akhundzada sarà nominato suprema autorità dell’Afghanistan, autorità suprema del nuovo governo islamico, dell’Emirato islamico dell’Afghanistan. La notizia è filtrata attraverso il ‘New York Times‘ nelle scorse ore. La nomina dovrebbe essere annunciata in giornata. Il titolo sarà forse molto simile a quello usato in Iran, per tanto Guida Suprema dell’Afghanistan. Il ruolo sarà, come in Iran, teocratico, Haibatullah Akhundzada sarà l’autorità religiosa che detiene la più alta carica del Paese con poteri di dettare la politica, annullare le leggi e rimuovere il Presidente, avendo l’ultima parola in tutte le questioni di Stato. Sotto di lui ci sarà probabilmente un Primo Ministro o un Presidente che lavorerà sotto la sua supervisione.
Hibatullah Akhundzada, che non ha mai fatto un’apparizione pubblica e la cui ubicazione è rimasta in gran parte sconosciuta, lavorerà principalmente a Kandahar -la culla del gruppo e l’epicentro del governo dei talebani negli anni ’90.
La formazione del governo al completo dovrebbe avvenire poi entro pochi giorni, forse entro la settimana. «Il governo islamico che annunceremo sarà un… modello per il popolo», ha affermato Anamullah Samangani, membro della commissione culturale dei talebani.
Il mullah Abdul Ghani Baradar, co-fondatore dei talebani che ha servito come vice leader del gruppo negli ultimi anni, avrebbe dovuto essere responsabile degli affari quotidiani come capo del governo.
Ma chi è lo sceicco Haibatullah Akhundzada?
Quando un attacco di droni, nel maggio 2016, ha ucciso l’allora capo talebano, il mullah Akhtar Mohamad Mansour, quello che era il suo vice, Haibatullah Akhundzada, è diventato il comandante supremo e il cosiddetto ‘Emiro dei credenti‘, diventando così il terzo comandante supremo dei talebani, il grado più alto dell’organizzazione. Fino ad allora, quando è scomparso alla visibilità, nei 15 anni precedenti, Akhundzada ha insegnato e predicato in una moschea a Kuchlak, una città nel sud-ovest del Pakistan.
Nato, si ritiene, nel 1961, a Kandahar, nel sud dell’Afghanistan, dove è sorto il gruppo, è stato coinvolto nella mujahedeen -la ‘santa lotta islamica’ contro l’invasione sovietica negli anni ’80. Dopo la cacciata dei sovietici, quando l’ Afghanistan è precipitato nella guerra civile, Akhundzada è stato uno dei primi membri dei talebani, quando la milizia islamista, nel 1994, ha iniziato muovere i primi passi.
È stato a capo dei tribunali della Sharia che hanno imposto un’interpretazione fondamentalista della legge islamica durante il primo governo dei talebani, dal 1996 al 2001.
E’ più noto come leader religioso, studioso di diritto islamico –le cui interpretazioni si sanno essere molto intransigenti- che come comandante militare, e da sempre mantiene un basso profilo. Akhunzada non si vede in pubblico da quando è diventato il capo supremo dei talebani. La sua ultima dichiarazione pubblica è arrivata a maggio in occasione dell’Eid al-Fitr, la festa che segna la fine del Ramadan.
E’ stato a lungo un entusiasta sostenitore degli attentati suicidi. Ex giudice del tribunale militare del regime talebano, Akhundzada ha emesso molte fatwa -ordini religiosi- benedicendo gli attentatori suicidi. Suo figlio si è addestrato per diventare un attentatore suicida, con l’approvazione del padre, e a 23 anni si è fatto esplodere in un attacco nella provincia di Helmand. Un sacrificio che avrebbe innalzato il profilo di Akhundzada all’interno del movimento. È una guida spirituale e un ideologo.
Si ritiene che Akhundzada abbia vissuto gran parte della sua vita in Afghanistan, e tuttavia mantiene stretti legami con la cosiddetta ‘Quetta Shura‘, i leader talebani afgani che hanno sede nella città pakistana di Quetta.
E’ considerato una figura unificante che ha mantenuto la coesione del gruppo dopo l’uccisione del suo predecessore.
In qualità di comandante supremo, Akhundzada ha avuto il compito di sovrintendere agli affari politici, religiosi e militari dei talebani, e in questa veste viene considerato un pragmatico.
I suoi trascorsi di principale giudice della Sharia lo rendano il leader perfetto per un Emirato Islamico.