“‘Potere della Siberia’ offre un vantaggio finanziario e alla sicurezza per entrambi i Paesi, soprattutto rispetto alle azioni degli Stati Uniti”

 

E’ la diplomazia del gas quella che è andata in scena ieri Blagoveshchensk-Heihe, la città russa nei pressi del fiume Amur e al confine tra Russia e Cina. Qui il Presidente russo, Vladimir Putin, e l’omologo cinese, Xi Jinping, hanno inaugurato, collegati in videoconferenza dai rispettivi Paesi, le forniture di gas attraverso il gasdotto ‘Potere della Siberia‘. «È necessario mettere al primo posto la sicurezza e l’affidabilità del funzionamento del gasdotto. Al secondo posto, invece, c’è il rispetto dell’ambiente. È importante prestare particolare attenzione alla protezione ambientale, occuparsi dello sfruttamento delle risorse nell’interesse di uno sviluppo ecologico, efficiente dal punto di vista energetico e a basse emissioni di anidride carbonica», ha detto Xi in collegamento durante la cerimonia.
L’inizio di questo progetto risale al maggio 2014 quando, dopo anni di colloqui, il gigante russo Gazprom e il colosso cinese PetroChina hanno firmato un contratto di 30 anni dal valore di circa 400 miliardi di dollariche prevede la fornitura di 38 miliardi di metri cubi (Bcm) all’anno. Il gasdotto da oltre 55 miliardi di dollari è la più significativa infrastruttura energetica della Russia post-sovietica: condurrà gas naturale a circa 3000 km (1.865 miglia) dai giacimenti siberiani di Kovyktinskoye e Chayandinskoyesino a Blagoveshchensk per poi arrivare in Cina, fino a Shanghai. «Il percorso del gasdotto attraversa aree paludose, montuose, sismicamente attive, permafrost e rocciose con condizioni ambientali estreme. Le temperature dell’aria più basse in assoluto lungo la rotta del ‘Potere della Siberia’ vanno da meno 62 gradi Celsius [-80 Fahrenheit] nella Repubblica di Sakha (Yakutia) a meno 41 gradi Celsius [-41 Fahrenheit] nella regione dell’Amur» ha dichiarato in una nota Gazprom. Insomma regioni molto fredde che, dopo il crollo delll’Unione Sovietica, hanno subito una lenta quanto inesorabile emigrazione della popolazione verso altre aree della Federazione, ma che detengono reti di gasificazione a livelli minimi. Il che renderebbe ‘Potere della Siberia’ non solo uno strumento per rapportarsi ai mercati asiatici, ma anche per sviluppare la regione orientale e, magari, per Putin, recuperare un po’ di consensi.
Dei 3000 km di lunghezza totale del gasdotto all’interno del territorio russo, la sezione del gasdotto di 2.200 km che collega il giacimento di gas Chayanda al confine cinese è stata sostanzialmente completata nell’estate del 2019 quando si è iniziato a riempire la conduttura. La costruzione della sezione settentrionale di 728 km del gasdotto per il mercato regionale nord-orientale è stata completata e ha iniziato i test nell’aprile 2019, estendendosi a Changling nella provincia di Jilin. La sezione centrale del gasdotto, che fornirà gas russo alla regione Jing-Jin-Ji, è iniziata la costruzione nell’estate del 2019 ed è prevista per essere in funzione alla fine del 2020. La sezione meridionale del gasdotto, che passerà attraverso lo Shandong e Jiangsu e fine a Shanghai, seguiranno nel 2021.
La russa Gazprom ha dichiarato che prevede di fornire 4,6 miliardi di metri cubi nel 2020, passando a 10 miliardi di metri cubi nel 2021, 16 miliardi di metri cubi nel 2022, 21 miliardi di metri cubi nel 2023 e 25 miliardi di metri cubi nel 2024, l’equivalente del consumo di gas annuo dell’intero Brasile che potrebbe soddisfare quasi il 10% del fabbisogno di gas cinese. Occorre ricordare che la Russia è il primo esportatore di gas naturale al mondo, con oltre 247 miliardi di metri cubi di gas esportati nel corso del 2018. L’esportazione di risorse naturali è dunque un settore strategico per la Russia oltre che una voce prima del suo bilancio statale visto che nel solo ha rappresentato oltre il 40% delle entrate.

Va detto che la sottoscrizione del progetto risale a cinque anni fa e, dopo l’annessione della Crimea e la guerra (ancora in corso) in Ucraina, Stati Uniti e Unione Europea hanno deciso di imporre delle sanzioni economiche alla Russia. Sanzioni che hanno cominciato a gravare non poco l’economia della Federazione russa e il cui effetto deprimente potrebbe essere ridotto dalle forniture di gas a Pechino. Quel che è certo è che ‘Potere della Siberia’ potrebbe costituire per Mosca una fonte di diversificazione delle esportazioni di gas che, stando ai dati dell’anno scorso, vedono i mercati europei acquistare 200 miliardi su 247 (l’Italia, con circa 22 miliardi di metri cubi, è il terzo importatore, dopo Germania e Turchia). E potrebbe aumentare l’attenzione rivolta da Mosca all’Asia, dando maggiore propulsione alla sottoscrizione di accordi con altri Paesi della regione, Corea del Sud e Giappone in testa.

Peraltro, la diplomazia del gas vedrà di qui a pochi mesi anche l’inaugurazione del Turk Stream in grado di trasportare il gas russo in Turchia e nell’Europa sud-orientale e che dovrebbe iniziare le forniture all’inizio di gennaio, e il controverso gasdotto Nord Stream 2che collega la Russia con la Germania, il cui lancio sarebbe previsto, con ritardo, a metà 2020, dopo che il progetto ha ricevuto la sua finale permesso di approvazione dalla Danimarca a novembre. Nord Stream 2 che innervosisce gli Stati Uniti i quali, ormai divenuti grandi produttori di gas naturale, sono pronti a sanzionare le aziende europee coinvolte nella costruzione del gasdotto e premono da tempo affinché i Paesi europei diversifichino in modo crescente le fonti di approvvigionamento di gas, magari rivolgendosi ai produttori oltreatlantico, i cui costi ambiscono a raggiungere la convenienza di quelli russi.

La Cina, dal canto suo, seconda maggiore economia mondiale dopo gli Stati Uniti sempre più affamata di energia, si è ormai affermata come il più importante mercato in espansione per quanto riguarda il gas naturale tanto che l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) ha stimato che fra il 2018 e il 2024 Pechino conterà per circa il 40% dell’intera crescita globale nel consumo di gas naturale. Da tempo la Cina ha cerca di differenziare l’approvvigionamento energetico, firmando contratti in Australia, Turkmenistan e Myanmar . «Alla Cina servono risorse energetiche e la Russia ha queste risorse, è una partnership naturale», ha dichiarato Putin a ottobre. Per il Dragone, ‘Potere della Siberia’ rappresenterebbe, quindi, una modalità per accelerare, nella produzione energetica, il passaggio dall’utilizzo del carbone (ancora pari a poco meno del 58%) a fonti più pulite come, appunto, il gas naturale le cui importazioni sono cresciute nell’ultimo anno del 30,8%, nel pieno rispetto del Piano d’Azione Nazionale per il Controllo dell’Inquinamento, promulgato dal governo cinese nel 2013 e poi aggiornato nel 2018.

Senza dimenticare che la Repubblica Popolare è ancora alle prese con laguerra commerciale con gli Stati Uniti, tra i principali produttori di gas naturale liquefatto (GNL), generalmente più costoso, sulle cui esportazioni verso la Cina il governo di Pechino ha imposto i dazi nel maggio scorso. Il gasdotto ‘Potere della Siberia’ vuol dire, agli occhi di Xi Jinping, ridurre la dipendenza dal rivale americano, acquisendo una leva di negoziato, e approfondire, data la scadenza trentennale, la relazione politoci diplomatica con la Russia (altro rivale per gli Stati Uniti) già significativa, come dimostrano le ripetute esercitazioni militari congiunte: «Quest’anno si celebrano 70 anni da quando sono stati stabiliti i rapporti diplomatici tra Russia e Cina e quest’anno iniziamo le forniture di gas russo alla Cina», ha affermato Putin.

Il lancio della cosiddetta ‘rotta orientale’ alza l’asticella della cooperazione energetica tra Mosca e Pechino, ha precisato nel suo intervento l’inquilino del Cremlino: «Questo passaggio porta il partenariato strategico russo-cinese nel settore energetico a un livello completamente nuovo e ci avvicina al raggiungimento del compito di portare il fatturato commerciale bilaterale a 200 miliardi di dollari nel 2024 che abbiamo stabilito insieme al presidente cinese Xi Jinping».

Inoltre, la partnership energetica potrebbe spostarsi sullo sviluppo dell’Artico, dove la Russia riceve investimenti e tecnologie da Cina nell’ambito dei progetti di Yamal LNG e Arctic LNG-2, a cui contribuiscono anche la francese Total e diverse società giapponesi raggruppate in un unico ente.

Ma chi ci guadagna di più tra Mosca e Pechino dal progetto ‘Potere della Siberia’? Come cambia la geopolitica dei gasdotti in Asia? E l’equilibrio politico tra Russia e Cina in Asia? Si prepara a divenire più strategica l’intesa tra i due Paesi, anche rispetto agli Stati Uniti? A queste domande ha provato a rispondere Ross Darrell Feingold, esperto di Asia.
‘Potere della Siberia’ dovrebbe esportare 38 miliardi di metri cubi entro il 2025. Ci puoi descrivere il progetto, considerando, per esempio, costi, tipologia di gas trasportato, percorso del gasdotto?
Nella Siberia orientale il gasdotto trasporterà gas naturale per circa 3.000 km dai giacimenti di gas all’impianto di lavorazione nelle province di Heilongjiang, nel nord-est della Cina. In futuro, la costruzione di condutture aggiuntive potrebbe estendersi fino a Shanghai.
Tra Russia e Cina, chi ci guadagna di più da ‘Potere della Siberia’?
‘Potere della Siberia’ offre un vantaggio finanziario e alla sicurezza per entrambi i paesi. Con le sanzioni, è sempre più difficile per la Russia vendere prodotti nell’Europa occidentale; quindi il gasdotto fornisce alla Russia l’interazione di dipendenza della Crimea nelle future decisioni di acquisto. I leader cinesi fanno progressi per rimediare all’aria inquinata della Cina che è così dannosa per la salute dei suoi cittadini.
Come si inserisce il gasdotto ‘Potere della Siberia’ nella strategia energetica della Russia?
Le principali esportazioni della Russia sono petrolio greggio (96,6 miliardi di dollari), petrolio raffinato (58,4 miliardi di dollari), gas di petrolio (19,8 miliardi di dollari), carbone (16,7 miliardi di dollari) e grano (7,93 miliardi di dollari). Ciò contribuisce a un saldo positivo degli scambi commerciali con la Russia, pertanto, espandere gli affari o individuare nuovi clienti per le esportazioni di energia della Russia è un aspetto cruciale della strategia energetica della Russia. Sfortunatamente per la leadership della Russia, il paese non è stato in grado di sviluppare una capacità produttiva interna e quindi molti beni devono essere importati al di fuori della Russia. Le esportazioni di energia salvano la Russia da enormi deficit commerciali che difficilmente la Russia potrebbe permettersi di pagare.
E come si inserisce nella strategia energetica della Cina?

La strategia energetica della Cina ha le sue considerazioni chiave sulla diversità delle fonti energetiche in modo che non dipenda da paesi specifici, dalla diversità del mix energetico in modo che non dipenda da tipi specifici di energia e dalla stabilità dei prezzi. Pertanto, la Cina non vuole fare affidamento solo sul petrolio saudita o iraniano, poiché il petrolio dal Medio Oriente è soggetto a interruzioni dell’approvvigionamento a causa della guerra (la guerra in corso nello Yemen è un esempio) o di altre tensioni come sul programma di armi nucleari dell’Iran e le sanzioni internazionali e la possibilità di conflitti militari USA-Iran. La Cina non vuole fare affidamento sul carbone proveniente dall’Australia che in futuro potrebbe unirsi ai paesi occidentali nel prendere provvedimenti contro la Cina sia per ragioni economiche (ad esempio sulle politiche economiche più ampie della Cina) o per altri motivi politici (ad esempio, sulle politiche della Cina in regioni come il Mar Cinese Meridionale, Taiwan, Hong Kong). Inoltre, la Cina non vuole fare affidamento sul carbone dell’Indonesia, dato il potenziale di instabilità politica interna in Indonesia, sentimento anti-cinese in Indonesia o controversie bilaterali come ad esempio su rivendicazioni concorrenti nel Mar Cinese Meridionale. La leadership cinese parla spesso di agire per migliorare la qualità dell’aria anche se la Cina rimane uno dei maggiori inquinatori del mondo; nella misura in cui il gas naturale riduce la dipendenza da petrolio e carbone, allora è qui che si incontrano la sicurezza energetica e un ambiente pulito.

In che modo ‘Potere della Siberia’ rivoluziona la geopolitica dei gasdotti in Asia?
Ridurre la dipendenza della Russia dai mercati dell’Europa occidentale è importante per i leader russi, in particolare con le continue tensioni tra i membri della NATO e la Russia e poca probabilità che l’annessione della Crimea da parte della Russia sarà accettata dai paesi occidentali. Ma la parte equilibrante di ciò, che a lungo termine potrebbe rivelarsi o meno positiva per la Russia, è che il rapporto tra Russia e Cina si espande, e lo fa nelle remote regioni orientali della Russia lontane da Mosca. Insieme ad altri oleodotti esistenti e futuri oleodotti per gas o petrolio, la Russia e la Cina sono ora in un matrimonio oleodinamico che per entrambi deve avere un successo a lungo termine. Che il successo dipenda o meno dalla leadership attuale e futura dei due paesi, e poiché condividono un lungo confine e il gasdotto non passa attraverso un paese terzo, il gasdotto è immune da interferenze di paesi terzi diverse da quelle di una guerra e un attacco militare per disabilitare la conduttura.
Quali conseguenze per il mercato energetico mondiale?

La Russia può ora consegnare il prodotto a un acquirente disponibile e senza interferenze da parte di paesi terzi. Il futuro del progetto del gasdotto Nordstream 2, destinato a fornire gas russo alla Germania, non è chiaro, data la pressione degli Stati Uniti sulla Germania. Le esportazioni australiane di carbone in Cina potrebbero diventare vittime di altre tensioni nelle relazioni bilaterali tra Australia e Cina o delle pressioni delle tensioni che i paesi occidentali hanno collettivamente con la Cina. Il Canada vuole esportare gas in Cina ma è lento nel costruire i necessari gasdotti e terminali di esportazione. Anche gli esperti statunitensi di gas in Cina sono vittime delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Le esportazioni di petrolio dal Medio Oriente alla Cina sono soggette a interruzioni. Pertanto, il gasdotto ‘Potere della Siberia’ offre la possibilità di ‘proteggere’ la Cina da altri eventi che possono avere un impatto sui mercati energetici globali e fornisce un avvocato importante aggiuntivo per la sicurezza energetica per la Cina. Naturalmente, questa sicurezza per la Cina dai mercati globali dell’energia può essere un successo solo se Pechino mantiene relazioni positive con la Russia.

Il presidente di PetroChina ha affermato che, senza il conflitto dei dazi tra Stati Uniti e Cina, il gas americano avrebbe rappresentato una «fonte molto promettente di crescita per la Cina». Come si inserisce questo progetto ‘Potere della Siberia’ nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina considerato che rende Pechino meno dipendente dagli USA sul fronte energetico?
La caduta delle esportazioni statunitensi di gas naturale liquefatto in Cina a seguito della guerra commerciale è ovviamente negativa per le esportazioni statunitensi e per ridurre il deficit commerciale degli Stati Uniti con la Cina e, allo stesso tempo, migliora la sicurezza energetica della Cina. La Cina ha imparato un’importante lezione a seguito della guerra commerciale; le sue misure di ritorsione come l’eliminazione degli acquisti di gas dagli Stati Uniti non danneggeranno necessariamente la Cina (perché la Cina ha fonti di energia alternative anche attraverso il gasdotto ‘Potere della Siberia’) e allo stesso tempo l’industria americana è stata danneggiata dalla perdita di un mercato di esportazione. Sebbene la Cina preferirebbe non avere così tante controversie commerciali con gli Stati Uniti e mantenere il valore precedente delle sue esportazioni negli Stati Uniti, sta imparando ad adeguarsi e un modo in cui lo fa è ridurre gli acquisti di energia dagli Stati Uniti senza danneggiare necessariamente la sicurezza energetica cinese.
‘Potere della Siberia’ danneggia la strategia energetica degli Stati Uniti, tra i principali produttori di GNL?
il calo delle esportazioni di GNL negli Stati Uniti in Cina avrà sicuramente un impatto sulle società e sui lavoratori negli Stati Uniti che avrebbero potuto presumere che la Cina sarebbe stata un cliente stabile e a lungo termine. Questa ‘scommessa’ per ora si è rivelata sbagliata. Possono essere sviluppati clienti alternativi come il Giappone, la Corea del Sud e Taiwan e i dati mostrano un’enorme crescita degli acquisti effettuati da questi paesi. È possibile che l’industria americana del GNL possa sopravvivere senza la Cina, ma non è la loro situazione preferita, date le dimensioni del mercato cinese.
La Cina rappresenta il principale mercato in espansione per quanto riguarda il gas naturale. Quali saranno i Paesi esportatori di gas verso Pechino saranno più danneggiati dal gasdotto ‘Potere della Siberia’?
I principali fornitori cinesi di GNL sono Australia, Malesia, Qatar e Indonesia. La leadership cinese sarà felice di ridurre la dipendenza dall’Australia tra le crescenti tensioni bilaterali su una serie di questioni politiche come il coinvolgimento della Cina nella politica australiana, nel Mar Cinese Meridionale, nel 5G, nei diritti umani e altro. Nonostante la Malesia e l’Indonesia abbiano rivendicazioni contrastanti con la Cina sul Mar Cinese Meridionale e gli Stati Uniti sperano che la Malesia e l’Indonesia si schierino con gli Stati Uniti su altre questioni, poiché con molti paesi del Sud-est asiatico sembra che per ora la Malesia e l’Indonesia vogliano bilanciare gli Stati Uniti e La Cina piuttosto che schierarsi con l’uno o l’altro. Pertanto la Cina potrebbe avere ragioni di politica estera per evitare una significativa riduzione degli acquisti dalla Malesia e dall’Indonesia. Per quanto riguarda il Qatar, simile ad altri paesi del Medio Oriente, vuole mantenere la Cina come destinazione di esportazione di energia e mantenere altre relazioni economiche in crescita, sia che si tratti di investimenti dalla Cina in infrastrutture nazionali o di progetti energetici come parte dell’Iniziativa Belt and Road, e di mantenere La Cina come sede per investimenti in fondi sovrani.
La Russia è in grado di sostenere questi impegni?
La Russia ha decenni di esperienza, che risale all’era della guerra fredda, con esportazioni di energia. Sebbene spesso non pensiamo alla Russia come a un esportatore, le risorse naturali e le armi sono due cose che la Russia esporta bene. Per ora, da un punto di vista tecnico, dovremmo aspettarci che la Russia rispetti gli impegni di ‘Potere della Siberia’. I rischi che potrebbe non rispettare tali impegni derivano dall’instabilità politica interna o dalle tensioni nel più ampio rapporto Cina-Russia. Sebbene attualmente ci siano poche tensioni di questo tipo, storicamente questi due potenti paesi hanno avuto controversie su ideologia, confini e il loro ruolo di leader di paesi non allineati con gli Stati Uniti.
La diversificazione delle esportazioni del gas rispetto al mercato europeo è una delle conseguenze del progetto ‘Potere della Siberia’?
La potenza della Siberia consente di diversificare le sue esportazioni di gas e i suoi clienti, lontano dall’Europa. Diversità è la parola chiave; sebbene non dipenda dall’Europa, anche la Russia non fa affidamento sulla Cina anche se la Cina è un grande cliente. È una decisione prudente da parte dell’industria energetica russa e della leadership politica di investire nel potere della Siberia, anche se continuerà a soffrire di un significativo “sconosciuto”, che è il futuro delle relazioni Russia-Cina.
La Russia incasserà nelle prossime tre decadi fino a 400 miliardi di dollari dalla vendita di gas siberiano. ‘Potere della  Siberia’ consentirà quindi alla Russia di  riprendere fiato a seguito delle sanzioni subite dopo l’invasione dell’Ucraina e della Crimea?
Supponendo che il gasdotto funzioni normalmente e che siano state costruite le estensioni pianificate, la Russia potrebbe raggiungere gli obiettivi di esportazione e può essere una potente contromisura per ridurre il dolore delle sanzioni imposte dopo l’annessione della Crimea. Tuttavia, anche questo obiettivo deve affrontare rischi. La Russia potrebbe non riuscire a sviluppare personale tecnico sufficiente o non essere in grado di persuadere il personale a lavorare in luoghi freddi e remoti (e importare troppi lavoratori stranieri non è politicamente accettabile in Russia), oppure potrebbero esserci disturbi politici interni in Russia (comprese le controversie su controllo di Gazprom e dei suoi ricavi). Il rischio cinese include un significativo rallentamento della crescita economica, un disordine politico interno o, in caso di guerra con gli Stati Uniti, il Giappone e / o Taiwan, che i gasdotti siano presi di mira.
‘Potere della Siberia’ come trasforma l’equilibrio politico nel continente asiatico tra e Cina, impegnata nel grande progetto delle Nuove Vie della Seta?
È facile supporre che il gasdotto ‘Potere della Siberia’ cambi l’equilibrio politico tra Cina e Russia e che la Russia sia diventata dipendente dalla Cina come cliente. Tuttavia, un altro modo di vedere ciò è che la Cina e la Russia sono ora più vicine e invece di trovarsi su lati opposti della scala e cercare di bilanciarsi, ora sono insieme da una parte e dall’altra sono gli Stati Uniti e i suoi alleati in Europa (i paesi della NATO, Ucraina) e in Asia (Australia, Giappone, Corea del Sud, Taiwan). Resta da vedere se la Russia e la Cina possano rimanere insieme o diventare nuovamente concorrenti; i futuri leader di Russia e Cina potrebbero voler continuare le relazioni attuali anche se i leader sono più liberali / democratici degli attuali leader.
Lo sviluppo di questa nuova rete di gasdotti e centri di produzione e giacimenti potrebbe portare un enorme sviluppo nei distretti più orientali della Russia che hanno subito, negli ultimi trent’anni, un forte spopolamento? In che modo e questo potrebbe aiutare Putin a recuperare consensi?

Sfortunatamente il calo dei tassi di natalità della Russia, combinato con località remote e difficili condizioni invernali, rende difficile per la Russia sviluppare il potenziale delle sue regioni orientali. Le recenti iniziative per incoraggiare i russi ad acquistare e sviluppare terreni nelle regioni orientali non hanno avuto successo. Gli sforzi che portano a un gran numero di lavoratori cinesi nelle regioni orientali, o troppe aziende cinesi che possiedono beni manifatturieri o agricoli nelle regioni orientali, sono politicamente inaccettabili per Putin e i leader della Russia. Perfino in Russia la leadership deve rispondere all’opinione popolare, specialmente su questioni di nazionalismo in cui la leadership russa non vuole essere accusata di “svendere” parti del paese agli stranieri. Pertanto, è più probabile che per gli anni a venire continueremo a leggere storie sullo sviluppo economico potenziale, ma non reale, delle regioni orientali della Russia.

‘Potere della Siberia’ affiora a Heilongjiang, al confine con la Russia, ed entra nelle province di Jilin e Liaoning. Sono importanti queste aree della Cina per Pechino?

Con una popolazione grande come la Cina, dove si trovano le principali città in tutto il paese, tutte le regioni sono importanti e poche regioni sono “remote” o non importanti dal punto di vista economico, militare o politico. Tuttavia, per molti decenni, la Cina nord-orientale è stata importante come centro industriale. Prima dell’apertura della Cina negli anni ’80 e della successiva crescita dell’intera regione orientale, specialmente lungo la costa o adiacente ad Hong Kong, la regione nord-orientale era la sede di gran parte della base industriale cinese e la regione era nota per l’acciaio e le industrie pesanti che si basano su acciaio come automobili e costruzione navale. Negli ultimi decenni gran parte della produzione precedentemente avvenuta nella Cina nordorientale si è spostata in altre regioni con il miglioramento della logistica sia per l’acquisizione di materie prime o l’accesso all’energia, sia per la rete logistica a supporto del trasporto di manufatti verso i mercati nazionali e esteri. Pertanto, negli ultimi anni, la leadership cinese parla spesso di ‘rivitalizzare’ la Cina nord-orientale in modo che possa tornare alla sua gloria passata come centro di produzione. Sfortunatamente per i leader cinesi, non possono cambiare gli inverni freddi, e finora la leadership politica non è stata in grado di risolvere i problemi di qualità dell’aria, perché in passato la regione ha fatto affidamento sul carbone. Un altro rischio è il riemergere dell’etnia Manciù, poiché la Cina nord-orientale è la dimora storica del popolo Manciù; benché negli ultimi 75 anni dopo la seconda guerra mondiale la lingua e l’identità manchu si siano ampiamente estinte, esiste la possibilità di un nuovo riemergere soprattutto tra movimenti simili in altre parti della Cina. Pertanto, il desiderio di mantenere la stabilità politica garantisce che i leader cinesi continueranno ad attuare programmi per investire nella regione e il gasdotto ‘Potere della Siberia’ ne è un buon esempio.

‘Power of Siberia’ costituisce anche un altra modalità per Pechino per accelerare la conversione dal carbone a fonti energetiche più pulite, come auspicato dal Piano d’Azione Nazionale per il Controllo dell’Inquinamento aggiornato nel 2018 dal governo cinese?

La conferenza sul clima di questa settimana a Madrid ha fornito ai responsabili delle politiche ambientali un buon promemoria sul fatto che la Cina sta espandendo il proprio uso del carbone. Ciò nonostante l’implementazione riuscita di tecnologie energetiche pulite / alternative e gli impegni passati della Cina per ridurre la propria impronta di carbonio. La domanda cinese di energia per sostenere la crescita economica, i prezzi bassi dell’energia e il desiderio di stabilità interna assicurano che la Cina continuerà a cercare le opzioni energetiche più economiche e il carbone continuerà ad essere quella opzione. Il gasdotto ‘Potere della Siberia’ fornirà energia più pulita alla Cina, ma gli investimenti e l’uso di opzioni di “energia sporca” potrebbero continuare a crescere più rapidamente. Riconoscendo la probabilità che il carbone continui ad essere importante per soddisfare le esigenze energetiche industriali e domestiche, la Cina cercherà di ridurre le emissioni in altri modi, come ad esempio le emissioni automobilistiche. Quindi la Cina sta facendo enormi investimenti in veicoli elettrici e tecnologia delle batterie.

La Russia ricevere dalla Cina investimenti e tecnologie in vista dello sviluppo dell’Artico, per i progetti di Yamal LNG e Arctic LNG-2. Secondo alcuni esperti, Mosca e Pechino starebbero già negoziando per la costruzione di un nuovo gasdotto, che collegherà l’Artico con il mercato cinese attraverso la Mongolia. Tu che ne pensi? Tra Russia e Cina, dopo la Siberia, il prossimo accordo riguarderà l’Artico?
Finché la leadership politica e societaria della Russia può gestire attentamente i rischi derivanti da una dipendenza eccessiva dalla proprietà straniera e dai lavoratori stranieri, l’appetito della Russia per gli investimenti cinesi nelle sue regioni orientali come la Siberia e / o l’Artico, è illimitato. La Cina ha dato la priorità alla creazione di un “ecosistema” per beneficiare di un maggiore accesso all’Artico che deriva dai cambiamenti climatici. Ciò include le importazioni di energia, nonché le rotte marittime tra cui la rotta del Mare del Nord, il passaggio a nord-ovest e un possibile passaggio transartico attraverso il Polo Nord. La politica artica dettagliata della Cina dovrebbe riguardare i responsabili politici occidentali; è simile ad altre strategie cinesi per sviluppare una presenza oltre la patria domestica e include l’esplorazione dello spazio, l’Oceano Pacifico o la Belt and Road Initiative.
Per Xi Jinping l’avvio del gasdotto «è una pietra miliare della cooperazione bilaterale nel campo energetico, un esempio dei profondi legami tra i due Paesi». «Quest’anno celebriamo i 70 anni da quando sono stati stabiliti i legami diplomatici tra Russia e Cina e iniziamo le forniture alla Cina» ha ricordato Putin. Il gasdotto ‘Potere della Siberia’ è quindi un altro tassello economico del tentativo di far diventare strategica la partnership politica tra Russia e Cina?

L’apertura del gasdotto ‘Potere della Siberia’ nell’anno in cui ricorre il settantesimo anniversario della Repubblica popolare cinese (seguita rapidamente da relazioni diplomatiche tra la Repubblica popolare cinese e l’URSS) è probabilmente una coincidenza, anche se vediamo che i leader lo usano come un buon punto di discussione che conferisce alla cooperazione economica, militare e politica degli anni più recenti un contesto storico più ampio. Pertanto, per rispondere alle preoccupazioni interne in Russia secondo cui il paese è troppo dipendente dalla Cina, o per affrontare le preoccupazioni interne in Cina per la quali non bisogna fidarsi della Russia, i leader sono in grado di citare l’amicizia storica tra i due paesi. Questo è un buon modo per fornire un messaggio agli stakeholder interni che è sicuro rendere questa relazione ancora più strategica. A differenza degli anni ’90 e dei primi anni 2000, la Russia e la Cina hanno un interesse comune nel contrastare gli sforzi degli Stati Uniti nell’ottenere il sostegno dei paesi europei e asiatici affinché si uniscano alle azioni che rispondono al comportamento della Russia e della Cina su una serie di questioni, che oltre a quelle bilaterali attività economiche come il gasdotto ‘Potere della Siberia’, offrono alla Russia un motivo in più per sviluppare ulteriormente le relazioni strategiche. In realtà, sia i leader della Cina che quelli della Russia stanno probabilmente seguendo la guida che Ronald Reagan era famoso per aver fornito in merito a qualsiasi accordo che gli Stati Uniti stipulano con l’URSS, che era ‘fiducia, ma verifica’. Nel caso di Cina e Russia oggi, probabilmente non c’è molta fiducia tra le due parti. L’attuale natura della loro relazione non ha bisogno di molta ‘fiducia’; possono semplicemente ‘verificare’ se l’uno o l’altro rispetta i propri impegni in materia di investimenti, esportazione di energia, esportazione di beni, ecc. Quando una parte consegna merci, l’altra parte paga. Quando una parte ha bisogno di un voto di supporto alle Nazioni Unite, l’altra parte fornisce quel voto. Dato quanto il rapporto si è deteriorato negli anni ’60, cosa che è durata circa 40 anni, è probabile che questo rapporto strategico sia ampio ma non necessariamente profondo.

Come pensa che reagiranno gli Stati Uniti di Donald Trump? Potrebbero imporre sanzioni?

In teoria, gli Stati Uniti potrebbero essere in grado di sanzionare persone e società in Cina ai sensi della Countering Americas Adversaries Through Sanctions Act (“CAATSA”). Precedentemente le sanzioni CAATSA erano state imposte a persone e compagnie cinesi per gli acquisti dalla Russia di aerei da combattimento Su-35 e sistemi missilistici terra-aria S-400. Funzionari statunitensi hanno minacciato le sanzioni della CAATSA a società e privati ​​in Germania coinvolti nel gasdotto Nord Stream 2. Tuttavia, l’impatto di tali sanzioni su Russia e Cina è limitato. Le società coinvolte hanno sufficienti attività domestiche o attività con paesi amici che limitano l’impatto effettivo di tali sanzioni. Allo stesso modo, è probabile che le persone sanzionate vengano ricompensate dalle loro società o dai governi nazionali, per compensare l’impatto della mancata possibilità di viaggiare negli Stati Uniti o se le sanzioni statunitensi comporteranno la confisca dei beni personali. Pertanto, anche se gli Stati Uniti potrebbero imporre sanzioni per il coinvolgimento nel progetto del gasdotto ‘Potere della Siberia’, questo probabilmente sarà più per la pubblicità che per l’impatto effettivo. Il risultato preferito per l’industria americana è che la Cina riprende gli acquisti di GNL dagli Stati Uniti.