Angela Merkel, CDU, Bundeskanzlerin, Portrait, Politik, Politikerin, Einzelportrait, Close-UP, Europa, Deutschland, Berlin, 03.05.2011, QF; ***HighRes auf Anfrage, VOE nur nach Ruecksprache, keine Veroeffentlichung unter 1/4 Seite, Sonderhonorar*** s/w siehe 18042692 (Bildtechnik: sRGB, 111.73 MByte vorhanden) English: Angela Merkel, CDU, Federal Chancellor, portrait, politics, politician, Europe, Germany, Berlin, May 3, 2011, ***HighRes on request, permission required, no publication under 1/4 page, special fee***

Le elezioni tedesche secondo il Professor Gian Enrico Rusconi

 

La Germania è pronta per andare alle urne. Gli ultimi sondaggi, analizzati sulle pagine di questo quotidiano, non hanno dubbi circa la probabile riconferma della Cancelliera Angela Merkel. La rilevazione Infratest Dimap per ARD parla chiaro:  il 37% spetterebbe all’ Unione CDU/CSU; il 20% , con un calo dell’ 1%, all’ SPD; il 9% alla Linke, anche qui con una decrescita pari ad un punto percentuale; il 7,5% ai Verdi; il 9,5% a FDP, con un incremento dello 0,5%; il 12% ad AfD che conquista l’ 1% in più rispetto al precedente sondaggio; il 5% a Sonstige che vede si vede aumentare il proprio consenso dell’ 1%.

Le elezioni tedesche hanno sicuramente molta rilevanza per l’ Unione Europea. Soprattutto dopo l’ elezione di Emmanuel Macron, si era tornato a parlare di un motore franco-tedesco, che sembra adagiarsi sulla rinsaldata complicità tra Parigi e Berlino. Nonostante i diversi punti di vista, la tendenza sembra essere questa. Oltreoceano, con l’ elezione di Donald Trump, il rapporto con gli Stati Uniti si è fatto più complesso, sebbene non sia cambiato in fondo.

Nata nella Repubblica Democratica Tedesca, Cancelliera dal 2005, Angela Merkel corre per il suo quarto mandato. Vari i motivi che potrebbero farla vincere, ma anche perdere. Tutto sommato, i dati sembrano confermare l’ assoluta abilità e competenza della leader cristiano-democratica. Ci siamo già interrogati sulle pagine di questo quotidiano su quale potrà essere la Coalizione di governo che la Merkel sceglierà di formare.

Adesso più che mai, la capacità inclusiva, di mediazione della Cancelliera può risultare una caratterista fondamentale, a giudizio degli elettori, per guidare la Repubblica Federale in un periodo ricco di sfide: da quella della politica estera a quella del lavoro, da quella dello sviluppo tecnologico a quella migratoria.

Delle prossime elezioni tedesche e della leadership di Angela Merkel, abbiamo parlato con il Professor Gian Enrico Rusconi, grande esperto di storia tedesca, che ha insegnato Scienza Politica all’ Università di Torino.

Definendo quest’ ultima campagna elettorale, molti commentatori hanno usato l’ aggettivo “noiosa”. E’ un’ analisi che rispecchia la realtà?

Non ho ricordo di elezioni particolarmente emozionanti. Forse quando ci fu lo scontro tra Schröder e la Merkel. Credo che ci sia un equivoco. E’ rassegnazione. E’ praticamente unanime la convinzione che la Merkel personalmente sarà la vincitrice. Ma si mettono in secondo piano le difficoltà. Ad esempio, non si riesce a comprendere che tipo di coalizione potrà fare perché c’è anche questo enigma sull’ Alternative fur Deutschland su cui si leggono cose molto diverse. Già la sua presenza, perché pare che certamente entrerà in Parlamento, superando addirittura il 10%, secondo quanto sostengono alcune indagini, diventa una cosa abbastanza seria poiché è la prima volta che si afferma un partito anti-sistema. Tanto tempo fa, c’ era stato il partito neonazista, ma qui nasce il secondo equivoco: la forza dell’ Alternative fur Deutschland non è il suo neonazismo che pure caratterizza qualcuno dei suoi membri. Il discorso è molto più sottile perché  accetta la Costituzione, porta avanti il discorso sui diritti, ma ha ritirato fuori il concetto antico di Volk, di “popolo” attraverso cui critica la Merkel rimproverandole di “aver tradito il suo popolo”.

Era quel concetto che era stato, per ovvi motivi, represso a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Certamente. Era stato cancellato così come il concetto di “patria”, di “nazione”, il cosiddetto “patriottismo costituzionale” considerato negativo. Ma questo sentimento è molto più antico del nazionalsocialismo che ne ha dato una versione razzista e brutale di “Volk”.  Sono chiaramente delle speculazioni, ma la forza sottile di questo sentimento viene prima. Anche l’ AfD ha delle divisioni al suo interno e non si può dimenticare il paradosso che è un partito nato da un gruppo di professori liberali e sul piano dell’  economia non si sa bene quale sia il loro programma. Il piano si è spostato tutto sul tema dell’ immigrazione: se la Merkel non avesse fatto la sua scelta clamorosa del 15 Aprile, probabilmente l’ AfD non sarebbe niente. Quindi io non vedo proprio il perché dell’ aggettivo “noiosa” in quanto potrebbe essere la prima volta che viene su una forza politica che non può essere liquidata come neonazista. Essi ripetono continuamente «Basta con la “Shultkulture”», ossia con la “cultura della colpa” in quanto «abbiamo sbagliato e abbiamo espiato».

E questo potrebbe far breccia in quella parte di elettorato che si sente più esclusa.

Sì, anche se non mi fido più di quello che dicono i sondaggi demoscopici. Compatisco i miei colleghi perché oggi è praticamente impossibile, con l’ affabulazione mediatica, prendere sul serio quel che ti dicono le persone. Le persone ti mentono. La politica è diventata, in modo legittimo, estremamente labile mentre una volta si sceglieva un’ identità, sinistra o destra. Allora quel che da noi, in Italia, è clamoroso, c’ è anche un po’ in Germania. La Germania è l’unico Paese che ha conservato tutto ciò che c’era prima: i partiti popolari, la struttura elettorale immobile che nessuno critica. Insomma è il Paese più conservare. E qui viene il punto: la Germania è semplicemente un Paese che sta disperatamente conservando lo “status quo”. E su questo la Merkel è molto brava.

Qualora entrasse in Parlamento, l’ AfD potrebbe minare la solidità di un governo a guida CDU?

Potenzialmente potrebbe rafforzarlo perché viene individuato come il nemico che mette in discussione il sistema. E’ l’ unico partito anti-sistema. All’ inizio la Corte Costituzionale aveva dichiarato fuorilegge sia il partito nazista sia il partito comunista. Ma parliamo della Guerra Fredda. Dato che, a differenza di quanto accade da noi, è molto facile interpellare la Corte Costituzionale tedesca, quest’ ultima si è pronunciata certificando che l’ AfD non ha raggiunto i limiti di incostituzionalità. Lei sa che sono molto severi: ad esempio, difendere pubblicamente l’ olocausto rischia di essere un reato. Detto questo potrebbe rafforzare la coalizione. Ma quale coalizione verrà? Pare che la Merkel escluda a priori la Linke di cui non si fida. Dovrà scegliere tra i Socialdemocratici, i liberali e i Verdi. Domenica sera ci troveremo di fronte il quadro. Poi occorrerà vedere come farà la Merkel. L’ unica cosa sicura è che sarà lei a guidare.

Qual’ è stata, a suo avviso, la maggiore debolezza dell’ avversario di Angela Merkel, Martin Shulz?

Lui si è fatto incantare i primi giorni. Ma lui non ha mai fatto nulla. Il suo è un europeismo a parole. Il vero problema è che l’ Spd da dieci anni non ha più una politica estera autonoma. Siccome l’ economia tedesca è molto legata alle esportazioni. Gestire la politica economica estera vuol dire gestire la Germania. L’ SPD ha rinunciato. Qual’ è l’ idea di Shulz sull’ Europa? Cose vaghe. Tutti ora vogliono questo Ministro unico delle Finanze, ma chi lo sceglie? Perché i tedeschi e i francesi, effettivamente, sono su linee diverse e lo sa come andrà a finire? La complicità, che già c’è, tra Parigi e Berlino. La Germania sa che occorre tenere in piedi l’ Europa, ma vuole avere una posizione di controllo. Il vero problema della Merkel non sarà tanto la politica interna quanto, invece, la politica estera: fare i conti con Putin, con cui avrà molte ambivalenze, con Erdogan, che è una persona inaffidabile, con Macron, con Trump. L’ SPD, sulla politica estera, non sa cosa dire.

Anche perché, negli ultimi anni, l’SPD ha governato insieme alla Merkel.

Certo. Da Schröder in poi nulla. Senza poi parlare della disinvoltura di Schroder con la Russia. Il problema del rapporto con la Russia è antichissimo. Putin e la Merkel si sono capiti, sanno benissimo che non possono combattere. Leggevo qualcosa in merito alle esercitazioni militari al confine con i Paesi Baltici. Ma è pazzesco pensare che Putin possa attraversare il confine con le armi. Russia e Germania hanno bisogno di stare insieme. Non è stata raggiunta la pace, è stato raggiunto un compromesso, ma della Crimea non parla più nessuno. Le sanzioni non si capisce se funzionano oppure no. La Germania si è però assicurata ciò che le interessava.

Ad esempio il gasdotto Nord Stream.

La Merkel non farà mai nulla contro. Mentre da noi il 1989-90 è l’ apertura dell’ Europa alla democrazia, Putin la considera la catastrofe. Tutto il contrario di quel che diceva Gorbacev. Se poi si pensa al linguaggio diplomatico odierno, si assiste a qualcosa di inconcepibile. 100 anni fa equivaleva ad una dichiarazione di guerra. Un capo di Stato che parla come Trump o come Kim Jong Un è inconcepibile nella vecchia storiografia diplomatica occidentale.

Come potrebbe strutturarsi, nei prossimi quattro anni, il rapporto tra la Germania e gli Stati Uniti?

Ma direi che il vero problema della Merkel è Macron di cui non si capisce veramente cosa voglia. La Merkel dovrà fare i conti con Putin, Trump, Ergogan considerando che la sua egemonia è legata alla sua economia. Se si guarda alla crisi con la Corea del Nord, la Germania si è offerta come mediatore. Ed è forse la prima volta. E questo è molto importante. La Germania è ritornata su poco alla volta. Ma, per certi versi, già con Schröder e l’ uscita dalla guerra in Iraq.

A proposito di Erdogan, che nell’ ultimo periodo ha avuto non poche difficoltà a relazionarsi con la Germania, rimane nell’ ambito dell’ immigrazione, un interlocutore fondamentale per Angela Merkel. In questo senso, il pragmatismo della Cancelliera resisterà?

Sarà messo a dura prova. Il pragmatismo della Merkel dovrà confrontarsi a livello internazionale.

A suo modo di vedere, a proposito di economia, decisiva per la Germania, Angela Merkel potrebbe riconfermare Wolfgang Schäuble alla guida del Ministero delle Finanze?

Questa è una cosa un po’ misteriosa perché finora Schäuble  e la Merkel hanno giocato al “gioco delle parti” : lui più rigoroso, lei meno. Specialmente dopo quell’ episodio oscuro di Colonia, c’erano state molte pressioni affinché Schäuble prendesse il posto della Merkel. E lui rifiutò. Schäuble è una persona rigorosa, che sa benissimo di non essere in grado di fare quel che fa la Merkel così come la Cancelliera sa di aver bisogno di un personaggio solido come Schäuble. Guardi l’ atteggiamento cauto che ha con Mario Draghi che è una persona ragionevole. I tedeschi sanno benissimo che non è che Draghi ami il Sud, ma è perfettamente dentro questo sistema. Il prossimo mandato della Cancelliera si giocherà tutto sull’ esterno, non sull’ interno. Non è una donna retorica, ma quelle poche frasi sono decisive come quando disse «Se cade l’ euro cade l’ Europa».

Poche settimane fa, è venuto a mancare l’ Ex Cancelliere Helmut Kohl, che tanta importanza ha avuto nella storia della Germania, ma anche nella storia di Angela Merkel. Tra i due Cancellieri, considerando i diversi momenti storici, vi sono più somiglianze o più differenze?

Kohl era sicuramente più rigido e meno elastico della Merkel. Gli anni di distanza tra i due sono pochi, ma il contesto è completamente diverso. Poi ci sono stati questi elementi personali tra i due. Si dimentica, poi, una cosa: la Merkel, con la famosa “pugnalata alle spalle”, ha tirato su il morale alla CDU che era depressa. Era l’ unica donna che si poteva permettere di criticare Kohl. Grazie a lei, la CDU è riuscita a superare la crisi altrimenti sarebbe finita come la DC in Italia. Questa è politica e la Merkel la sa fare bene. Alcuni lo chiamano cinismo, ma è disinvoltura. La Merkel è di sicuro una personalità singolare. Ha un autocontrollo straordinario.

Quello che forse molti altri leader dovrebbero imparare.

Trump, da questo punto di vista, è l’ opposto. Non esiste più la diplomazia, il linguaggio diplomatico.

 Possiamo dire che oramai la politica estera passa attraverso Twitter. La Merkel potrebbe quindi configurarsi come il bastione europeo contro i nazionalismi e contro le instabilità?

Certamente, conserva lo status quo.

Un’ “egemonia inevitabile”, dunque.

Esatto.

In conclusione, quale potrebbe essere lo scenario una volta chiuse le urne?

Bisogna vedere il risultato dell’ AfD che potrebbe costringere la Merkel ad essere più decisa e meno elastica. L’ unico punto solido in tutta questa Europa è la Germania della Merkel.