Il Tribunale dell’Unione europea ha respinto il tentativo dell’Austria di annullare l’inclusione della Commissione europea di alcune attività del gas e del nucleare nel suo elenco di investimenti “verdi” ufficialmente approvati.

Nel 2020, il legislatore dell’UE ha adottato il regolamento sulla tassonomia, con il quale ha stabilito un quadro per facilitare gli investimenti sostenibili. Tale regolamento mira a incanalare i flussi finanziari verso attività sostenibili al fine di raggiungere un’Unione europea a impatto climatico zero entro il 2050. A tal fine, il regolamento stabilisce i criteri per determinare se un’attività economica si qualifica come sostenibile dal punto di vista ambientale al fine di stabilire il grado in cui un investimento è sostenibile dal punto di vista ambientale.

Per qualificarsi come sostenibile dal punto di vista ambientale, un’attività economica deve, tra l’altro, secondo il regolamento sulla tassonomia, contribuire sostanzialmente a uno o più obiettivi ambientali senza causare danni significativi a nessuno di tali obiettivi e rispettare determinati criteri di screening tecnico da stabilire dalla Commissione europea.

Nel febbraio 2022, la Commissione europea ha adottato un regolamento delegato, con il quale ha stabilito criteri di screening tecnici per includere alcune attività nei settori dell’energia nucleare e del gas nella categoria delle attività che contribuiscono sostanzialmente alla mitigazione dei cambiamenti climatici o all’adattamento ai cambiamenti climatici. Il Parlamento europeo ha approvato il regolamento nell’agosto di quell’anno, aprendo la strada alla sua entrata in vigore dall’inizio del 2023.

L’Austria ha intentato una causa contro la Commissione nell’ottobre 2022 contestando la sua decisione di includere gas e nucleare nella “tassonomia” dell’UE.

Il Tribunale della Corte di giustizia dell’Unione europea con sede in Lussemburgo – la seconda più alta corte d’Europa – ha ora respinto l’azione intentata dall’Austria.

Secondo la Corte, includendo l’energia nucleare e il gas nel programma di investimento sostenibile, la Commissione non ha superato i poteri che il legislatore dell’UE le ha debitamente conferito.

“In particolare, la Commissione aveva il diritto di prendere l’opinione che la produzione di energia nucleare ha quasi zero emissioni di gas serra e che attualmente non ci sono alternative a basse emissioni di carbonio tecnologicamente ed economicamente fattibili su una scala sufficiente, come le fonti di energia rinnovabili, per coprire la domanda di energia in modo continuo e affidabile”, ha affermato la corte.

La Corte ha concluso che la Commissione ha tenuto “sufficientemente conto dei rischi associati al normale funzionamento delle centrali nucleari, ai gravi incidenti dei reattori e ai rifiuti radioattivi di alto livello”. Ha detto che gli argomenti avanzati dall’Austria relativi agli effetti negativi della siccità e dei rischi climatici sull’energia nucleare sono “troppo speculativi per essere accettati”.

La corte ha affermato di “approvare l’opinione che le attività economiche nei settori dell’energia nucleare e del gas fossile possano, a determinate condizioni, contribuire sostanzialmente alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all’adattamento ai cambiamenti climatici. L’approccio adottato dal regolamento delegato 2022 è un approccio graduale basato su una riduzione delle emissioni di gas serra in più fasi, consentendo al contempo la sicurezza dell’approvvigionamento”.

L’Austria ha due mesi e dieci giorni per presentare ricorso alla Corte di giustizia contro la decisione del Tribunale.