“Il dittatore ha lasciato che la Siria diventasse la base del Captagon. Ma adesso la Siria volta questa pagina, la Siria viene purificata dalla grazia di Dio onnipotente”, aveva annunciato il leader dei ribelli dell’Hayat Tahrir al-Sham (HTS), Abu Mohammad al Jolani, poche ore dopo il rovesciamento del regime di Bashar al-Assad, fuggito a Mosca.
Prima della fabbrica scoperta dal ‘Corriere della Sera’ a Yaafour, ad una trentina di chilometri da Damasco, nel deposito trovato sempre nella regione della capitale, i jihadisti dell’HTS sono entrati insieme ad alcuni giornalisti di AFP. Nel video diffuso online, si vedono ampie stanze con scatole e blister di pastiglie. È probabile che il sito fosse utilizzato sia come laboratorio di produzione che come centro di stoccaggio. “Abbiamo trovato un gran numero di oggetti imbottiti con pacchetti di pillole di Captagon destinati a essere contrabbandati fuori dal Paese. Una quantità enorme”, dice uno dei membri di HTS entrati nel sito dove ai vedono anche numerosi sacchi di soda caustica: un ingrediente chiave nella produzione di metanfetamina.
Per quanto si tratti di uno dei centri più grandi mai scoperti, in settimana, la compagnia saudita Al Arabiya ha riferito la scoperta di scorte più limitate di Captagon anche alla base aerea di Mazzeh a sud di Damasco, in strutture militari associate a delle unità dell’Air Force Intelligence sotto il comando di Maher al-Assad– fratello del dittatore Bashar, oltre che comandante della Quarta Divisione Corazzata, un’unità militare la cui missione principale era proteggere il regime siriano dalle minacce interne ed esterne- e ad Amer Khiti, sanzionato nel 2023 dal governo britannico, che “controlla più aziende in Siria che facilitano la produzione e il contrabbando di droga”.
Ma cos’è il Captagon? È chiamata la ‘cocaina dei poveri’, nota anche come ‘droga della Jihad’, è una sostanza sintetica simil-anfetamina che una volta era un farmaco, simile ad alcuni degli stimolanti legalmente disponibili che usiamo ancora oggi per condizioni tra cui il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Infatti, Captagon è il marchio originale di un vecchio stimolante farmaceutico sintetico originariamente prodotto in Germania negli anni ’60 dalla Degussa Pharma Gruppe, Era un’alternativa all’anfetamina e alla metanfetamina, che all’epoca erano entrambe utilizzate come medicinali.
Il farmaco ha come principio attivo la fenetillina -precisamente il cloridrato di fenetillina– ed è stato inizialmente commercializzato per condizioni tra cui l’ADHD e il disturbo del sonno, la narcolessia. Aveva un uso simile ad alcuni degli stimolanti legalmente disponibili che usiamo ancora oggi, come la desanfetamina.
Gli effetti del Captagon sono del tutto simili alle anfetamine: aumenta la dopamina nel cervello, portando a sentimenti di benessere, piacere ed euforia; migliora l’attenzione, la concentrazione e la resistenza; elimina il senso di fame e sonno. Ma non mancano gli effetti collaterali indesiderati, come la psicosi di basso livello, confusione, allucinazioni, compromettendo l’autocontrollo e la capacità di giudizio.
All’origine, il farmaco era venduto principalmente in Medio Oriente e in alcune parti dell’Europa. Era disponibile da banco (senza prescrizione medica) in Europa per un breve periodo prima di diventare solo su prescrizione medica. È stato approvato solo brevemente negli Stati Uniti prima di diventare una sostanza vietata negli anni ’80 in gran parte del mondo, sebbene ancora legale per il trattamento della narcolessia in molti Paesi europei fino a relativamente poco tempo fa. Secondo l’International Narcotics Control Board, la produzione farmaceutica di Captagon si era fermata nel 2009.
La versione prodotta illegalmente è solitamente indicata come captagon (con una piccola c). Come ha spiegato al portale Watson il vicedirettore di Dipendenze Svizzera Frank Zobel, «oggi non è altro che anfetamina».
È una delle droghe illecite più comunemente usate in Siria, ma anche più in generale nel Medio Oriente, anche a livello ricreativo in alcuni Stati del Golfo, soprattutto tra classi più benestanti. A volte è chiamato anche ‘coraggio chimico’ perché si pensa che sia usato dai soldati nelle aree devastate dalla guerra del Medio Oriente per aiutare a dare loro concentrazione ed energia. Ad esempio, secondo quanto riferito, sarebbe stato trovato sui corpi dei soldati di Hamas durante il conflitto contro Israele, oppure verrebbe utilizzato dai combattenti dell’ISIS. «Ma le voci secondo cui i suoi combattenti lo usassero per darsi coraggio è stata smentita» ha ricordato in un’intervista la ricercatrice Amélie Myriam Chelly. «Questo non esclude la possibilità che alcuni combattenti ne abbiano fatto uso individualmente, ma non era assolutamente sistematico». Allo stesso modo, anche gli autori degli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi erano sospettati di aver agito sotto l’effetto di questa sostanza, circostanza non confermata dalle autopsie e ribadita dall’Agenzia dell’Unione Europea per le Droghe (EUDA). Nel rapporto «Captagon trafficking and the role of Europe» del 2023 si legge: «Non ci sono state evidenze sull’uso di Captagon da parte dei terroristi che hanno compiuto gli attacchi all’aeroporto e alla metropolitana di Bruxelles il 22 marzo 2016, né l’uso di Captagon è stato direttamente implicato in attacchi negli altri paesi europei, e che le affermazioni secondo le quali il Captagon sarebbe ‘la droga dei terroristi’ non sono state provate, almeno non in relazione allo Stato Islamico».
La sua produzione è relativamente semplice ed economica, il che lo rende un obiettivo ovvio per il commercio di droga del mercato nero. Il rapporto redatto dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze nel 2023 osserva che i centri di produzione del captagon del mercato nero sono in Siria, concentrati nell’area di Damasco e Latakia, regione a maggioranza alawita dalla quale provengono gli Assad, e sui monti Qalamoun. «Queste aree erano delimitate da barriere che ne vietavano l’accesso in nome dello Stato, come se fossero basi militari», conferma la ricercatrice Amélie Myriam Chelly. Laboratori sono anche in Libano, nella Valle della Bekaa, sotto il controllo di Hezbollah. Tali informazioni sono molto chiaramente illustrate dal Captagon Trade Project del New Lines Institute che ha ricostruito, anche graficamente, i traffici di questa droga, raccogliendo tutte le informazioni disponibili circa i sequestri globali segnalati dalle autorità.
Ma come si è arrivati fin qui? Tra gli anni ’90 e i primi anni 2000, la produzione e il traffico illecito si concentrava in Turchia e nei Balcani, attraversati all’epoca da guerre, miserie e instabilità. A metà del primo decennio del nuovo secolo, a giocare il ruolo di protagonista di questo mercato erano gli Hezbollah, padroni della valle della Bekaa, le cui famiglie si vedevano appaltata (dietro pagamento di una sostanziosa licenza) la produzione delle pasticche. Una volta entrate nella guerra civile siriana a fianco di Assad, le milizie sciite hanno man mano ‘de-localizzato’ la produzione in terra siriana, rassicurati anche dalla protezione del regime (e delle forze armate) di Damasco.
Un recente report suggerisce che il captagon abbia generato più di 7,3 miliardi di dollari in Siria e Libano tra il 2020 e il 2022 (circa 2,4 miliardi di dollari all’anno). In quest’ottica, il 16 ottobre scorso, il Foreign Assets Control (OFAC) del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha inserito nella black list tre individui e quattro società con sede in Libano. Tra questi, emblematico è Hassan Muhammad Daqou, ex venditore di auto e oggi conosciuto come il ‘Re del Captagon’, con doppia cittadinanza libanese e siriana, che ha costruito un impero immobiliare di terreni agricoli nella zona che si estende dal villaggio libanese di Tfail (ormai controllato da Hezbollah) al villaggio siriano di Asal al-Ward.
Se il costo di realizzazione di una pasticca è di circa 1 dollaro e il prezzo di vendita si aggira intorno ai 10 dollari in Medio Oriente e tra 15 e 20 in Europa (15 volte tanto), Captagon è un prodotto eccezionalmente redditizio, che si stima abbia fatto guadagnare al regime siriano più di 2 miliardi di dollari all’anno. Il quotidiano tedesco Der Spiegel ha stimato che il reddito derivante dalla droga nel 2021 sarebbe stato di circa 5,7 miliardi di dollari. Il governo britannico ipotizza che il regime siriano avrebbe intascato circa 57 miliardi di dollari dal traffico di captagon, tre volte le entrate generate dai cartelli messicani, che oscillerebbe tra i 5 e i 30 miliardi l’anno.
Per anni, dunque, ha costituito una delle fonti di proventi più importanti, un affare miliardario utilizzato dal regime siriano come ossigeno per la sua sopravvivenza, viste anche le sanzioni internazionali imposte al Paese dalla Comunità internazionale: in oltre un decennio di guerra civile, il PIL nazionale è sprofondato dai circa 60,04 miliardi del 2010 ai neanche 10 miliardi attuali se si considera esatta la valutazione della Banca Mondiale, che ha stimato il prodotto nazionale lordo della Siria nel 2021 intorno agli 8,9 miliardi di dollari.
In un rapporto stilato all’inizio di quest’anno da Hesham Alghannam, esperto del Carnegie Endowment, si legge che la produzione del farmaco era “intrecciata con gli interessi di potenti gruppi di interesse in Siria, compresi i membri di alto livello della leadership”. Oltre alla già citata quarta divisione corazzata d’élite dell’esercito siriano, comandata dal fratello di Bashar al-Assad Maher, figurerebbero anche la Air Force Intelligence e la Guardia Repubblicana. Sarebbero state coinvolte anche le milizie locali, tra cui le Forze di Difesa Nazionale, le Brigate Baath e Saraya al-Areen. La Germania, inoltre, aveva reso noto che i gruppi di criminalità organizzata dovevano addirittura versare una tariffa al regime per fare uscire il Captagon dalla Siria.
Questi elementi hanno reso, negli ultimi anni, di fatto, la Siria un ‘Narco-Stato’ dato che la produzione e il contrabbando di questa sostanza era direttamente sotto il controllo “di fazioni siriane locali legate al regime di Assad e Hezbollah”, come confermato nel 2023, nella strategia elaborata dall’Amministrazione Biden per combattere il commercio di Captagon. Questi traffici «hanno arricchito le persone vicine ad Assad, le milizie e i signori della guerra, a scapito del popolo siriano», sottolinea il governo di Londra. Senza contare gruppi armati stranieri come il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (Iran) e, come prima ricordato, cruciali gli Hezbollah.
“Il regime siriano e i suoi alleati hanno sempre più abbracciato la produzione e il traffico di captagon per generare valuta forte, stimata da alcuni in miliardi di dollari”, certificava, l’anno scorso, il Tesoro degli Stati Uniti che aveva deciso di sanzionare un certo numero di siriani strettamente associati al regime di Assad per il loro presunto coinvolgimento nel commercio di Captagon. Tra quelli sanzionati c’erano due cugini di Bashar al-Assad e Khalid Qaddour, uno stretto collaboratore di Maher al-Assad che è stato descritto come un “produttore chiave di farmaci e facilitatore” della produzione di Captagon in Siria.
Sempre Hesham Alghannam, nel suo rapporto, evidenziava anche che il regime di Assad e i suoi alleati avevano “sfruttato il traffico di Captagon come mezzo per esercitare pressione sugli stati del Golfo, in particolare sull’Arabia Saudita, per reintegrare la Siria nel mondo arabo”, cosa che ha fatto nel 2023 quando si è ricongiunta al blocco della Lega Araba.
La soda caustica al magazzino, nella periferia di Damasco, è stata fornita dall’Arabia Saudita, secondo l’etichettatura sui sacchi e l’UNODC ha anche riferito che i più grandi sequestri del farmaco – circa due terzi del totale – erano stati effettuati in Arabia Saudita. La CNN ha precedentemente riferito sull’uso diffuso della droga nel Regno.
Diversi studi stimano che il commercio di Captagon sia salito nell’ultimo decennio. Il Middle East Institute ha riferito che nel 2021, quasi 6 miliardi di dollari di captagon creati in Siria sono stati sequestrati all’estero, e solo nell’aprile 2022, 25 milioni di pillole di Captagon sono state intercettate nei Paesi vicini, per un valore di circa 500 milioni di dollari. Nel 2022, l’ambasciatore saudita a Beirut ha riferito che le autorità del regno avevano confiscato 700 milioni di compresse contrabbandate dal Libano dal 2014.
“Grandi quantità di queste pillole di Captagon sono spedite da porti siriani come Latakia o contrabbandate attraverso i confini giordani e iracheni”, sottolineava il rapporto del Carnegie: in effetti, il traffico di questa droga per anni ha destabilizzato vari Paesi del Medio Oriente, motivo per cui Israele gli ha dichiarato una guerra senza quartieri visto che molte milizie avverse quali Hezbollah ne ha tratto importanti guadagni gestendone parte della produzione e dello smercio insieme ai trafficanti siriani di Assad.
L’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine ha riferito l’anno scorso che “la principale area di partenza per le spedizioni di captagon” ha continuato ad essere in Siria e Libano, “con destinazioni nei Paesi arabi del Golfo raggiunti direttamente via terra o via mare, o indirettamente con spedizioni attraverso altre regioni”.
Oltre 127 milioni di pasticche di Captagon sono state sequestrate dalle autorità europee tra il 2018 e il 2023. Il sequestro più importante è stato effettuato in Italia: nel 2020 la polizia avrebbe rinvenuto circa 84 milioni di pasticche (pari a 14 tonnellate) nascoste in alcuni container nel porto di Salerno, per un valore stimato di circa un miliardo di euro. Der Spiegel rivelato che la droga era stata prodotta da Samer Kamal al-Assad, un ricco uomo d’affari siriano e cugino paterno del presidente.
A riprova di quanto sostenuto dal rapporto redatto dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze nel 2023, e cioè che l’Europa è divenuta la principale via di transito per il Captagon diretto in Medio Oriente, ottenendo un grande vantaggio economico, sebbene gli europei non ne siano consumatori.
Il tutto facendo leva su cittadini siriani e libanesi residenti in Europa e legati ai gruppi vicini al regime di Damasco. In un rapporto del dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti dello scorso marzo 2024, viene citato il caso di un cittadino siriano che tramite la società “Neptunus” avrebbe contrabbandato su navi cargo Captagon e Hashish, “entrambe note fonti di finanziamento per il regime di Assad”. Il siriano sarebbe stato bloccato dalle autorità greche nel 2018 mentre si dirigeva dal porto siriano di Lattakia verso la Libia orientale. L’uomo avrebbe lavorato con trafficanti di Captagon “nei loro tentativi di distribuire la droga in Europa attraverso la Grecia e l’Italia”.
Il Captagon è, dunque, una delle eredità del vecchio regime con cui i ribelli si trovano a fare i conti. Dichiarare di voler smantellare la produzione di Captagon potrebbe essere un messaggio di affidabilità inviato per accreditarsi davanti alla comunità internazionale. La stessa logica è stata applicata dai talebani in Afghanistan, dopo che, tuttavia, avevano sfruttato i proventi dal commercio di oppio per fare la guerra agli americani e al governo filo-occidentale.
Gli esponenti di HTS hanno dichiarato di non voler danneggiare i propri vicini esportando droga. Un modo molto efficace per rassicurare i Paesi del Golfo, le cui società sono gravate dalla dipendenza dal Captagon, e che si trovano a dovere decidere quale tipo di relazioni instaurare con il nuovo governo transitorio. Per il nuovo sistema di potere a Damasco, aprire un canale di trattativa con quei governi, magari per ottenere aiuti economici, sarebbe più facile avendo un’importante moneta di scambio: la fine della produzione del Captagon.
Dal rovesciamento del regime di Bashar al-Assad la produzione di captagon è diminuita del 90%, ha dichiarato un osservatore europeo inviato al confine siriano a ‘The National’. «Tutto ciò che è rimasto sono piccoli laboratori sparsi». Una fonte giordana ha anche riferito di un calo significativo del traffico di captagon, sostenendo che la partenza dell’esercito siriano dal confine ha privato i contrabbandieri della loro copertura.
Ma nessuno dovrebbe pensare per un momento che il crollo del regime di Assad significhi la fine della maledizione di Captagon. Ne è convinta Caroline Rose, direttrice dello Strategic Blind Spots Portfolio: “Vedremo un cambiamento nel commercio ora che Hayat Tahrir Al-Sham e molte comunità in Siria hanno iniziato a smontare i siti di produzione Captagon e a incenerire le pillole Captagon”. È “molto chiaro che se sei un produttore di Captagon che non è fuggito con il regime, ora sei nei guai. Ma penso che quello che vedremo ora sia quello che la gente spesso chiama l'”effetto palloncino”. La produzione viene schiacciata all’interno della Siria, ma vedremo l’emergere di impianti di produzione Captagon su larga scala in alcuni paesi in cui i campanelli d’allarme hanno già suonato”.
Impianti di produzione sono apparsi in Paesi lontani come in Germania e nei Paesi Bassi, ma è soprattutto nella regione tra Iraq, Libano e Turchia che si concentrano. In Libano, la milizia Hezbollah sostenuta dall’Iran, sotto l’intensa pressione di Israele, “ha un incentivo a costruire le proprie riserve finanziarie, e Captagon è un modo semplice per farlo”, ha spiegato Rose. Un paio di laboratori Captagon sono stati trovati all’inizio di quest’anno in Turchia, un Paese dove “non vedevamo laboratori da molto tempo”.
In ogni caso, prosegue Caroline Rose, ora c’è “un presupposto che questa sia la fine di Captagon, ma non lo è. Dobbiamo tenere a mente che negli ultimi due anni la produzione di Captagon aveva già iniziato a gocciolare al di fuori della Siria. Per molto tempo, la Siria del regime è stata il fulcro della produzione Captagon. Poi abbiamo iniziato a vedere laboratori sequestrati nel sud e nel nord dell’Iraq e persino in Kuwait, il che è interessante e ha senso. Stavano iniziando a costruire questo ponte attraverso l’Iraq per avvicinarsi ai mercati di destinazione nel Golfo.”
“Abbiamo visto l’incentivo del regime a normalizzare le relazioni con gli Stati del Golfo e il riconoscimento dovuto per reprimere questo commercio, mentre raccoglieva silenziosamente i benefici economici” -ha precisato Rose- “Per questo motivo, pensiamo, nell’ultimo anno abbiamo visto l’offerta di Captagon – o, almeno, ciò che è stato sequestrato – diminuire drasticamente, specialmente negli stati del Golfo come l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, che erano i due obiettivi per le discussioni sulla normalizzazione per il regime. Abbiamo motivo di credere che il flusso di Captagon sia stato effettivamente fermato dal regime. Stavano fermando il flusso per creare l’impressione di aver fermato la produzione di Captagon, nella speranza che avrebbe portato gli Stati del Golfo al tavolo. In effetti, come abbiamo visto con i ritrovamenti in Siria negli ultimi giorni, sembra che abbiano accumulato la droga. Molto probabilmente in seguito avrebbero inondato il mercato.”
Al centro tra la Siria e l’Arabia Saudita, la Giordania è stata a lungo crocevia dei traffici di Captagon così come dei tentativi per arginarli. Negli ultimi mesi, tuttavia, ci sono stati segni rivelatori di cambiamenti nella natura dei tentativi di contrabbandare Captagon attraverso la Giordania fino all’Arabia Saudita e oltre: “Insolitamente, non abbiamo visto alcun sequestro in Giordania dall’inizio di novembre. In genere, in questo periodo dell’anno, vedremmo un aumento a Captagon lì, non solo negli incidenti di contrabbando, ma anche negli scontri lungo il confine, perché è allora che le condizioni invernali iniziano a prendere inizio, creando condizioni che rendono perfetto per un contrabbandiere per aggirare i sistemi di sorveglianza”.
In Arabia Saudita, nel frattempo, il sequestro più recente registrato è stato il 7 dicembre al valico di frontiera di Al-Wadiah con lo Yemen. I due prima di allora erano entrambi il 30 novembre, al posto di blocco sulla King Fahd Causeway per il Bahrain e dall’altra parte del paese al porto di Duba sul Mar Rosso.
“Una era di circa 200.000 pillole, l’altra 280.000, quindi niente di grave. Quello che abbiamo notato è che il numero di sequestri è in aumento, ma le dimensioni delle spedizioni stanno diminuendo” assicura la direttrice del ‘New Lines Institute’.
Qualunque cosa il capo dell’HTS Al-Golani possa dire, o addirittura intendere, la Siria non è ancora libera da Captagon, secondo Rose. “Sono sicura che ci siano attori che stanno raccogliendo qualche migliaio di pillole e le spacciano per strada”-ha detto -“Questo è ancora un commercio molto redditizio. La Siria non è fuori dai guai economici, e ci saranno molte persone che vorranno cercare di fare un profitto”.
“E alla fine della giornata, le vecchie abitudini muoiono duramente”-ha concluso Rose- “Per molti di questi individui, non necessariamente funzionari di alto livello del regime, questo è stato il loro stile di vita per anni, e quindi sarà molto difficile per qualsiasi nuovo governo in Siria convincere questi attori criminali a rinunciare a questa fonte di reddito”.
«Per l’HTS sarebbe una manna dal cielo. Se queste officine non saranno tutte distrutte da attacchi israeliani o americani, ci sarà sicuramente una ripresa di questo business sotto il nuovo governo», concorda Amélie Myriam Chelly.