Altro che ‘saggiare’… la sensazione che sulle spalle dell’Europa (in senso lato) si stia giocando una partita durissima per smembrarla è fortissima
Il tema del giorno è la grandissima confusione e clamore sui nuovi droni in Polonia e Romania dopo il recente episodio avvenuto ai confini della prima e la Russia.
Forse qualcuno potrebbe cogliere una certa ironia in queste parole … beh coglierebbe nel segno: ironia, sì, ma cauta ironia e un pizzico di timore, ma non per i droni. Particolarmente improbabile, mi sembra l’idea di Gianandrea Gaiani, che la Russia abbia voluto ‘saggiare’ la capacità di reazione europea : «Chiunque l’abbia fatto, ha vinto: se sono stati i russi, hanno mostrato di saper penetrare nei territori della NATO; se è una messinscena ucraina e polacca, ha dimostrato la necessità di maggiori sforzi dell’Alleanza contro la minaccia russa» … in ogni caso c’è sempre la ‘minaccia’ russa. Ormai si ‘ragiona’ per reazioni automatiche, se non automiche!
I fatti sono ben noti, ce li martellano nella testa da tre giorni, e si riducono al fatto che alcuni droni russi sono ‘caduti’ in territorio polacco, scatenando una reazione (secondo me un po’ isterica, ma immediata) della Polonia stessa, che addirittura chiama in ballo la NATO in quanto tale, sia pure attraverso l’innocuo art. 4 dove si dice che se uno Stato si sente minacciato si consulta con gli altri stati membri. Una disposizione, a dire il vero di una ovvietà assoluta: a me sembra che sia naturale che stati che fanno parte di una organizzazione di ‘difesa’ si consultino spesso (e infatti lo fanno in continuazione) tanto più se uno di essi si senta minacciato. Certo, tirare in ballo quell’articolo (anzi tirare in ballo qualunque articolo del trattato) non serve a tranquillizzare, specie se lo si fa pubblicamente e rumorosamente. Magari propagandisticamente? O, temo, secondo un disegno preciso e … preparato.
E infatti, lo scopo era esattamente quello: creare il caso e parlarne molto e fare vedere che la Polonia ha muscoli non da poco e infatti schiera al confine con … la Bielorussia ben 40.000 soldati, affermando che si sente minacciata dalla Russia, visto che i droni arrivati sono più di uno, anzi forse quattro, no più probabilmente sedici, ma alcuni sono caduti prima di arrivare sulla Polonia perché si era … esaurito il carburante!
Già quest’ultima cosa, fa lievemente sorridere: vi pare che la Russia voglia minacciare la Polonia e risparmia sulla benzina?
Comunque, sta in fatto che l’episodio determina, subito dopo la reazione polacca, oltre ad altre reazioni bellicose dei Paesi baltici e, al solito, della NATO, un discorso di fuoco da parte dell’unica persona che di cose del genere non ha motivo né diritto di parlare e cioè la signora Ursula von der Leyen. Che oltre tutto usa una terminologia non da guerra fredda, ma da guerra vera e propria. Ed è proprio qui il punto: attraverso questo discorso, ripeto a mio parere non corretto, si definisce una posizione stavolta davvero quasi unitaria dei Paesi europei, che si risolve nel definire, senza possibilità di facili passi indietro, che la Russia è un «nemico» e che ci si deve armare per «difendersi» da essa. Una nuova cortina di ferro, afferma giustamente Giulia Belardelli, come quella ‘voluta’ pervicacemente contro il ‘nemico’ presunto. Anzi, se me lo permette, il Presidente Mattarella sarebbe stato molto più equo e attendibile se, oltre a raccontare la solita vecchi storia dell’«incidente» di Sarajevo, avesse citato anche: a.- la Carta Atlantica (14.8.1941 , che mandò in bestia Stalin!) , e b.- la dichiarazione (la minaccia) di Churchill sulla «Cortina di ferro» il 5.3.1946, in cui riprendeva la famosa amichevole frase di Allen Dulles del 3.12.1945: «È difficile dire cosa stia accadendo, ma in generale i russi stanno agendo appena meglio degli assassini».
Ora, sarò un ingenuo inguaribile o un idiota assoluto, ma se c’è una cosa che vogliono ardentemente la Russia e gli USA è esattamente che l’Europa progressivamente scompaia, magari dichiarandosi, almeno in parte, nemica della Russia, e pagandone le conseguenze economiche tra cui dazi folli agli USA. Magari insieme a quel che resta dell’Ucraina, nei confronti della quale, e non per caso, la Russia si spertica a ripetere che non ha nulla in contrario che entri in Europa … tanto più che sarebbe un grosso problema per l’Europa!
Ma il discorso della signora Ursula von der Leyen, propone una sorta di alternativa, a mio parere largamente condivisa se non suggerita dal Cancelliere Merz: la costituzione, di fatto (superando d’un balzo tutta la feroce discussione in atto!) di una sorta di piccola NATO europea e solo europea o prevalentemente europea. ma succube degli USA – lo ricordate? Merz desidera un nuovo «D-day»! – il che significa brutalmente e grossolanamente: armi, armi, armi e controllo tedesco del tutto, visto che solo i tedeschi hanno i soldi per comprarle. Armi fabbricate in USA, perché non avremmo il tempo in Europa di pensarne e fabbricarne di nostre, facendo così fallire in partenza il grande progetto di Draghi, che propone lo sviluppo delle armi come strumento di crescita, innanzitutto tecnologica e scientifica e l’idea della ‘difesa comune’, realizzandola di fatto, ma a guida tedesca.
Quelli che ho indicato sono, alla fine, poco altro che dubbi o, se preferite, sospetti, ma certe volte un po’ di sospettosità non guasta. E’, francamente, un po’ infantile, l’idea che la Russia abbia voluto ‘saggiare’ la nostra reattività, il giorno dopo che al capo delle forze armate russe (Gerasimov, teorico della ‘guerra ibrida’, cioè fatta di ‘informazioni’ e interferenze politiche!) ‘scappa’ di mano una cartina geografica del sud dell’Ucraina, in cui è segnata come parte occupata l’intero Donbass e Odessa!
E, infine, altrettanto sospetto è l’atteggiamento USA e di Trump in particolare, che non commenta se non distrattamente la vicenda, parlando di … errore, mentre il bellicosissimo Rutte parla di creare una ‘sentinella dell’Est’. Appunto: il ‘nemico’ viene dall’Est, un ritorno alla politica dei tempi del «Great Game» per la conquista (dunque, una nuova conquista) dell’Oriente e in particolare dell’India. Perché, se qualcuno non lo avesse capito, il ‘gioco’ è tornato proprio lì: l’Europa, però non conduce la partita, è solo un ‘fastidio’!
La situazione è confusa e ambigua. Ma la sensazione che sulle spalle dell’Europa (in senso lato) si stia giocando una partita durissima per smembrarla è fortissima, come fortissima è la sensazione che siamo caduti in una trappola tesaci, sì, da una inedita alleanza USA-Russia, in cui gli USA sembrano sempre meno affidabili e coerenti.
Che Putin stia giocando un ‘Gambitto di donna’ per il controllo della scacchiera?