Essendo presenti cittadini italiani, non solo sarebbe il dovere di uno Stato, specie di uno Stato ‘nazionalista’ come, purtroppo e in violazione della nostra Costituzione, pretende di essere il nostro, ma è un diritto discendente dall’Ordinamento internazionale

 

 

 

Come d’abitudine le notizie e, ancora di più, i commenti di stampa, più o meno governativi, più o meno filo questo o filo quello, più o meno ‘bretellati a vista’, confondono, o magari tendono a confondere le idee a chi cerca di capire cosa accada, e specialmente chi e come abbia motivi legittimi per il proprio comportamento.

Vale solo la pena di aggiungere che 1.- l’affermazione de Ministro Tajani pe cui l’Italia non può che impegnarsi se necessario a assistere gli italiani se arrestati all’estero è falsa o almeno del tutto sbagliata; 2.-posto che un ipernazionalista «Signor Presidente del Consiglio on. le Giorgia Meloni» vi sia, sarebbe utile avere un’ida delle sue intenzioni: se intenda o meno proteggere realmente i cittadini italiani e il diritto, finché gli stessi non commettano, ovviamente, atti illeciti. Anzi, anche se li commettessero, perché comunque l‘obbligo di difendere, aiutare e proteggere da maltrattamenti i cittadini italiani persiste sempre e senza eccezioni: per la Salis, come per Trentini, come per (Chico?) Forti, ecc., ecc.: ‘amichetti’ e non, insomma.

Certo, forse il nostro «Signor Presidente del Consiglio on. le Giorgia Meloni» è ancora in vacanza con ‘aerei di linea’, ma tant’è e chiudiamola qui, tanto non ne verrebbe fuori nulla di utile, se tace vuol dire che non intende parlare oltre la beffarda dichiarazione rilasciata da Palazzo Chigi.

Ma tornando alla flottiglia, sta in fatto che in quel gruppo di persone vi sono cittadini italiani e alcune di quelle navi ‘battono’ bandiere italiana. Ai cittadini italiani, Meloni permettendo, è consentito, nel senso che sono liberi per ora, di andare dove vogliono, quando vogliono, purché non violino leggi o norme italiane o altrui, purché legittime, e hanno diritto (sì, diritto) alla piena protezione da parte dello stato italiano: non solo ‘dopo’ per tirarli fuori da eventuali pasticci, ma anche prima per non farli finire nei pasticci … finché, ripeto, rispettino le regole, internazionali incluse. Se non altro in nome della ‘Nazione’!

Non è, mi pare, questo il caso della flottiglia e dei suoi improvvisati ‘marinai’. A parte i più o meno mal diretti droni, subito sequestrati dalla polizia tunisina (alla quale il nostro Governo è molto legato, per non parlare di quello israeliano … si può dire?), e a parte le più o meno indirette allusioni o commenti che, magari in bretelle, facciano riferimento al ‘vantaggio’ per Hamas della spedizione se non addirittura al finanziamento della spedizione da parte di Hamas, resta il fatto che viaggiare nel Mediterraneo è diritto incontrovertibile di chiunque, italiani e svedesi inclusi.

La minaccia esplicita israeliana: a.- di ‘fermare’ e quindi sequestrare le navi e, b.- di trattare i naviganti come terroristi, comunque la si voglia guardare è una minaccia di azioni illecite: a priori. Perché, appunto navigare è lecito e se qualcuno cerca di impedirlo gli va impedito di …  impedire! E comunque va impedito a chiunque, ripeto a chiunque, minacci pubblicamente un nostro cittadino di mettere in pratica le sue minacce. Ciò, non solo sarebbe il dovere di uno stato, specie di uno stato ‘nazionalista’ come, purtroppo e in violazione della nostra Costituzione, pretende di essere il nostro, ma è un diritto discendente dall’Ordinamento internazionale, che difende in maniera inequivocabile il principio fondamentale della libertà di navigazione.

Un minimo di problema potrebbe nascere solo qualora la flottiglia ‘violasse’ I confini del blocco navale israeliano. Ma in realtà il problema non esiste, dato che il blocco è illegittimamente posto contro una entità territoriale che è oggetto di un attacco militare, nell’ambito di una guerra iniziata a dir poco a metà degli anni trenta del secolo scorso.

E ciò per due motivi: a.- perché la guerra è tra Israele e la Palestina (o se volete il popolo della Palestina) ed è una guerra nella quale Israele è ostentatamente aggressore e quindi la posizione del blocco è in sé illecita; b.- perché in ogni caso, come ho mostrato l’altro giorno, la flottiglia non ha alcuna intenzione e meno che mai capacità di diventare, sia pure solo di fatto, parte attiva della guerra e di esercitare un aiuto, anche solo minimamente significativo, ad uno dei belligeranti.

Al di là, infatti, delle regole in materia di neutralità, rispetto alle quali noi italiani, tedeschi, francesi ecc., siamo tutto fuor che neutrali ma platealmente (e vergognosamente) dalla parte israeliana, la fornitura di mezzi di sostegno fisico e alimentare alla popolazione sottoposta al tentativo di distruggerla anche per fame (un crimine internazionale) è comunque del tutto legittima, alla luce del diritto internazionale generale e contrattuale, come ho spiegato l’altro giorno. A parte il fatto per il quale, trattandosi di una guerra, si distingue, si deve distinguere, tra combattenti e civili: i membri di Hamas, non diversamente dai nostri partigiani, sono combattenti (art. 2 co.1 e 3 Convenzione Ginevra 1949, Protocollo I 1977, art, 1.4, Protocollo II, art. 1), tutti gli altri sono civili, e la flottiglia va a soccorrere i civili!

Che poi, nella realtà dei fatti, non siano certo gli aiuti della flottiglia quelli che salveranno i palestinesi dalla fame, è del tutto evidente: si tratta di una manifestazione , pienamente legittima, di idee e di opinioni politiche anche in sostegno di altre persone sottoposte ad angherie varie e, per certi versi è addirittura doverosa. Ma, fino a prova del contrario, la manifestazione, pacifica, del proprio pensiero è parte delle libertà dei cittadini italiani ed europei, e quindi è dovere dei Governi di quei cittadini di adoperarsi per impedire che quella manifestazione, ripeto libera e pacifica, possa avvenire.

Si tratta, insomma, solo di prevenire un crimine, sia pure da parte di Stati non europei, e sia pure governati da presunti (sempre presunti, badate bene!) criminali internazionali.

Ma forse: la paura fa novanta e l’ipocrisia novantuno. Sorvoliamo sul servilismo, suvvia: servile un Governo italiano?

Di Giancarlo Guarino

Giancarlo Guarino è Professore ordinario, fuori ruolo, di Diritto Internazionale presso la Facoltà di Economia dell’Università di Napoli Federico II. Autore di varie pubblicazioni scientifiche, specialmente in tema di autodeterminazione dei popoli, diritto penale internazionale, Palestina e Siria, estradizione e migrazioni. Collabora saltuariamente ad alcuni organi di stampa. È Presidente della Fondazione Arangio-Ruiz per il diritto internazionale, che, tra l’altro, distribuisce borse di studio per dottorati di ricerca e assegni di ricerca nelle Università italiane e straniere. Non ha mai avuto incarichi pubblico/politici, salvo quelli universitari.