Lo Stato che impone un blocco per impedire agli avversari il rifornimento militare, può imporlo a tutti gli altri Stati, compresi i neutrali, con il solo limite del rispetto dei diritti dell’uomo. Quindi, gli aiuti umanitari dovrebbero essere permessi

 

 

Due sole brevissime osservazioni sulla questione del blocco navale di Israele su Gaza e della azione della flottiglia, di molte bandiere e composta da persone delle più svariate nazionalità, Greta Thunberg compresa, purtroppo. Purtroppo, dico così ci liberiamo subito di questo argomento scomodo: perché si tratta di personaggio noto per la lotta favore dell’ambiente e quant’altro e che non ha certo sfuggito la pubblicità. Così si eleva o viene elevata a simbolo di una azione molto più articolata e complessa: un simbolo già contestato e certamente ‘di parte’. Ma queste sono le scelte degli organizzatori, che preferiscono trincerarsi dietro le trecce della Thunberg.

Non diversamente da come il nostro Governo e il nostro «Signor Presidente del Consiglio on. le Giorgia Meloni», imbelli e ipocriti, si trincerano dietro la scusa che già partecipiamo come Italia a missioni di soccorso, gettando da aerei rifornimenti che spesso cadono addosso alla popolazione, anche con danni fisici e quindi l’azione umanitaria della flottiglia è superflua … come se posa essere superflua una azione umanitaria! Quanto al fatto che il Governo ha già fatto il suo, come altri dicono, non si vede perché non si debba permettere e garantire che dei privati lo facciano a loro volta … a meno di avere paura di qualcosa, vista la ferma posizione (invero molto ambigua) del medesimo Governo rispetto al conflitto in Ucraina, dove addirittura violiamo apertamente le norme di diritto internazionale sulla neutralità. Ma di ciò altrove, lasciamo perdere, l’ipocrisia è l’unica cosa certa nella ‘politica’ non solo italiana, ma anche, e terribilmente, europea. Ci torneremo.

Israele pone un blocco navale attorno al territorio di Gaza, dichiarandolo territorio di guerra. In altre parole, affermando di essere in guerra con Gaza, che è parte della Palestina e quindi di essere in guerra con la Palestina. Questo è un punto molto importante, perché fa giustizia, proprio ad opera di Israele, della protesa di considerare la Palestina e i palestinesi ‘solo’ dei terroristi e non un soggetto di diritto internazionale.

Si tratta, insomma, in Palestina (e non soltanto in Gaza) di una vera e propria guerra, iniziata a dir poco nel 1948 quando Israele, costituendosi in maniera illecita su un territorio altrui – benché all’epoca non attivamente rivendicato dalla popolazione locale –  decise sia di cacciare in tutti i modi i palestinesi viventi nel “suo” territorio, sia di “ampliare” il suo originale territorio, che era quello definito, a sua volta illecitamente, nella famosa risoluzione 181 del 1947 acquisendone con la forza altri già prima della guerra con i Paesi arabi confinanti del 1948 e poi del 1967, ma poi successivamente con gli attacchi continui dei villaggi e delle terre dei palestinesi, in particolare con la ostruzione del famigerato muro.

Posto dunque che certamente di una guerra si tratta, le norme del diritto internazionale vigente altrettanto certamente consentono il blocco navale, ma con uno scopo preciso: quello di impedire che gli avversari possano ricevere rifornimenti di natura bellica, che ne favorisca lo sforzo bellico. E per di più con molte differenziazioni tra gli atti di Stati alleati di uno dei belligeranti e quelli neutrali.

In questa azione, lo Stato che impone un blocco, può imporlo a tutti gli altri Stati, compresi i neutrali, con il solo limite del rispetto dei diritti dell’uomo.

C’è, infatti, un limite fortissimo e strutturale, definito chiaramente nelle cosiddette regole di San Remo, il «Manuale di San Remo sul diritto internazionale applicabile in caso di guerra marittima» del 1994 .

Quelle regole, inoltre e questo è molto rilevante, furono ribadite in una lunghissima analisi di natura arbitrale ordinata dal Segretario Generale delle Nazioni Unite il 27.9.2010 a proposito di una situazione simile accaduta 31.5.2010 ai danni di una flottiglia analoga a quella attualmente in navigazione.

In questo, se vogliamo parere, che in realtà è una sorta di arbitrato, si afferma tra l’altro chiaramente: 1.- che un blocco è di per sé illecito se si propone di determinare la carestia della popolazione come unico scopo. Il che, nel caso, poteva essere discutibile, ma oggi tutti abbiamo potuto vedere che l’obiettivo delle azioni belliche di Israele è esattamente questo. 2.- che in ogni caso, se il blocco ha l’effetto di determinare la carestia della popolazione, lo stato che attua il blocco ha l’obbligo di fare passare gli aiuti umanitari. Testualmente: « has an obligation to provide access for humanitarian aid for the civilian populationin need », obbligo peraltro derivante anche dai Protocolli Aggiuntivi alla Convenzioni di Ginevra. 4.- il che implica che la “potenza bloccante”, per così dire, può controllare che vi siano solo cibo e medicine, ma non impedirne il trasporto e la consegna effettiva.

Ma c’è un altro punto da sottolineare, visto anche lo sprezzante commento del nostro «Signor Presidente del Consiglio on. le Giorgia Meloni», il cui cinismo supera in questo caso quello che mostra verso i migranti.

Molte (fosse anche una sola non cambierebbe) di quelle navi battono bandiera italiana, e moltissime di quelle persone a bordo sono italiani. Lo Stato italiano ha l’obbligo costituzionale di difendere e garantire la sicurezza dei propri cittadini, ovunque e in particolare all’estero, nella misura in cui quei cittadini non commettano o intendano commettere illeciti, come in questo caso.

Ma aggiungo, senza soverchio dubbio anche se mi rivolgo alla ‘indifferenza strutturale’ verso i diritti e i doveri, aggiungo, dico che il Governo avrebbe il diritto e il dovere di scortare quelle navi con le proprie navi pubbliche, non per aggredire nessuno, ma per assicurarsi, posto che hanno certamente il diritto di farlo, che a quei cittadini non venga impedito di svolgere quella che è una azione umanitaria e una azione politica: entrambe, se non sbaglio, garantite dalla nostra Costituzione … posto che esista ancora.

Certo, il capo delle forze armate italiane è un certo Sergio Mattarella. Intanto ci si potrebbe chiedere cosa se ne pensa della risposta di un tizio barbuto e dall’aria arcigna, che, a proposito della partita dell’Italia con Israele, dice che “se non la giochiamo perdiamo il campionato” o quel che è.

Di Giancarlo Guarino

Giancarlo Guarino è Professore ordinario, fuori ruolo, di Diritto Internazionale presso la Facoltà di Economia dell’Università di Napoli Federico II. Autore di varie pubblicazioni scientifiche, specialmente in tema di autodeterminazione dei popoli, diritto penale internazionale, Palestina e Siria, estradizione e migrazioni. Collabora saltuariamente ad alcuni organi di stampa. È Presidente della Fondazione Arangio-Ruiz per il diritto internazionale, che, tra l’altro, distribuisce borse di studio per dottorati di ricerca e assegni di ricerca nelle Università italiane e straniere. Non ha mai avuto incarichi pubblico/politici, salvo quelli universitari.