Se Zelensky e ‘i volenterosi’ sono d’accordo, buon per loro, e la cosa finisce lì. Ma comunque implica un disimpegno USA dalla NATO o almeno dall’arzigogolo dell’articolo 5
Turba, credo non solo me, vedere che sulla ‘migliore’ stampa italiana tutte le prime pagine sono dedicate alla morte di Pippo Baudo, ma solo in secondo piano vi sono notizie, stringate, sui due temi di oggi: innanzitutto la trattativa tra USA e Russia e l’incontro complicatissimo prima tra Trump e Zelenski da soli, poi dei due con la signora Ursula von der Leyen, Macron ecc. e, fondamentale il nostro «Signor Presidente del Consiglio on. le Giorgia Meloni» che “ha dettato le condizioni e i termini della trattativa di pace”. In secondo luogo la situazione in Israele, con grandi emozioni per la manifestazione popolare contro … già contro cosa? Con il che, per carità, non voglio dire che non mi dispiaccia della morte di Pippo Baudo, mi dispiace moltissimo anche perché appariva una persona umana e di cuore, ma solo che, forse, mentre sta rischiando di saltare il mondo, che quella sia la notizia principale io avrei un piccolo dubbio.
Non voglio fare sempre il Bastian contrario, ma certe volte sembra impossibile farne a meno.
A parte i mai spiegati ‘scambi’ di territori, che alla fine si ridurranno (penso) al fatto che la Russia smetterà la pressione su Karkiv e, magari rinuncerà a Zaporizia, ma non credo certamente alle regioni sulla costa del Mar Nero, salvo Odessa. Sulla Crimea non vi è nemmeno discussione: fu ‘donata’ da Kruscev all’Ucraina nel 1954. Il diritto internazionale non prevede la ‘donazione di territori con popoli allegati’, ma esattamente il contrario e cioè che ogni popolo ha la legittima pretesa all’autodeterminazione: e quindi, anche la Crimea, che finché era parte di un Paese membro della URSS poteva essere tranquilla, ma dopo non più. Quanto alla affermazione di molta parte della stampa, secondo cui si dovrebbe discutere dei territori del Donbass ecc., perché la Russia se li sarebbe annessi ‘unilateralmente’ vorrei tanto che qualcuno mi spiegasse come altrimenti? E poi, se è vero, come ho detto, che la Crimea ha la legittima aspirazione alla autodeterminazione, non si vede perché tale aspettativa non competa anche al Donbass: oltre tutto da anni e anni (addirittura giià molto prima del 2014), bombardata e attaccata e invasa dall’Ucraina, che si opponeva alla sua richiesta di autonomia, sia pure nell’ambito dell’Ucraina. Infine, mi permetto di ricordare che la risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite 1541 del 1960, prevede esplicitamente questa possibilità di realizzazione dell’autodeterminazione, Annesso: Principio VI.
Ma, come dicevo, la cosa ‘clamorosa’ sarebbe che la Russia ‘accetterebbe’ una applicazione di fatto di una sorta di copia dell’articolo 5 della NATO, ma non in ambito NATO. Il che può avvenire, appunto di fatto, senza nemmeno adottare particolari accordi, salvo quelli già esistenti di cooperazione militare. Non vi sarebbe nulla di strano: mica puoi impedire a uno stato di allearsi con altri per eventualmente difendersi. Aggiungere, poi, che la clausola (magari solo verbale) scatterebbe in caso di ‘nuova’ invasione dell’Ucraina da parte della Russia è solo surrealismo, al limite dell’avanspettacolo. Se Zelensky e ‘i volenterosi’ sono d’accordo, buon per loro, e la cosa finisce lì. Ma comunque implica un disimpegno USA dalla NATO o almeno dall’arzigogolo dell’articolo 5: sarebbe inevitabilmente la guerra mondiale, attenti a ciò che fate, studiate prima! Però, con i soli piccoli europei, la Russia potrebbe fare finta di niente. Se poi ciò dovesse implicare un allontanamento militare degli USA dalla NATO, secondo me, sarebbe una grande cosa, che potrebbe spingere l’Europa ad una unità, se non altro per paura. Che, con questi politici non credo che si concreterà: pensate a Orbàn e alla Meloni, per esempio (che, terrorizzata, come un pollo di Renzo, azzanna Macron) ma anche Merz, temo. Pe ora, l’Europa è nel canovaccio: ‘paparino’! Quanto alla ‘corazzata’ europea di certi politicanti e giornalistucoli da strapazzo, è perfino meglio «il porcospino» richiamato, senza molta autocritica, dalla signora Ursula von der Leyen … c’è quel tanto di suino dentro, che non guasta!
Ma poi, è tutto da vedere: la settimana prossima, credo, si capirà fino a che punto la cosa funzioni, al di là del fatto che Trump e Putin hanno trovato un accordo sulla testa di tutti, e che Putin ha lasciato graziosamente a Trump la gatta da pelare. Ma quello che hanno deciso lo sanno solo loro, o forse solo Putin. Trump si è solo ‘lasciato sfuggire’ che i leader europei si assumeranno la difesa dell’Ucraina alla quale (de i quali) gli USA venderanno le armi! Il che vuol dire che ha lanciato la palla, anche militare, nel campo dell’Europa.
Per l’ora in cui scrivo, va detto che Trump è stato più bravo del previsto, specialmente nel tirare fuori del cappello la carta dell’improvviso colloquio con Putin, che, per ora (ma forse ci ripenserà) non accetta solo la presenza di militati europei sul terreno. Putin, a sua volta, mostra i muscoli e mentre si tratta, spara. Trump, però, al di là dei risultati che vedremo tra un po’, pare l’unico a restare in scena con un progetto di cessazione dei combattimenti. L’Europa, per una volta, mostra di poter essere unita e coerente. Ora, se ben capisco, occorre tempo per discutere, negoziare, riflettere, ma (direi) ormai concludere, magari addirittura ottenendo un incontro diretto tra un Zelensky, finalmente vestito, sia pure tutto in nero (come per dare ragione a Putin!) e Putin. Non credo, e francamente “la butto lì”, che dal negoziato possa restare fuori la questione di Israele: Putin cercherà di alzare il prezzo in termini globali, ma vedremo. Il negoziato è solo all’inizio e, purtroppo, la guerra continua e al centro di tutto, specie a causa di Trump, ci sono i soldi: e infatti Zelenski “propone” di acquistare una cifra astronomica di armi, a spese dell’Europa … come dire: chi non risica non rosica! Trump quasi si strozza dall’acquolina in bocca.
L’altro tema, dunque, è quello di Israele, dove con grandi clamori si ‘narra’ della grande manifestazione contro … appunto contro che?
Uso un ‘fondo’ di quello che è considerato ‘il’ giornale più progressista di Israele, ‘Haaretz’, del 17.08.2025 di Amir Tibon, dove quel giornalista, celebra con parole emozionate la grandezza della dimostrazione popolare con queste parole: «le proteste di Domenica per un accordo sugli ostaggi e la fine della guerra segnano il più importante raduno di israeliani in più di un anno» e aggiunge a proposito dei cosiddetti ‘bei sei’, cioè i sei ostaggi uccisi all’inizio di Settembre 2024, «per molti israeliani, quelle morti hanno rappresentato un punto di rottura, il punto in cui la ‘grande bugia’ di Netanyahu – e cioè che solo la forza militare potesse indurre Hamas a restituire gli ostaggi – apparve per la menzogna che è. Nel caso dei ‘beautiful Six’, proprio la pressione militare è quella che ha contribuito alla loro morte; una soluzione diplomatica avrebbe potuto contribuire alla loro salvezza» (‘To many Israelis, these deaths represented a breaking point in the war, a point in which Netanyahu’s biggest lie – that ‘only military pressure on Hamas will return the hostages’ – was exposed for the fraud that it is. In the case of The Beautiful Six, it was the military pressure that contributed to their death; a diplomatic deal, if done on time, could have saved them”) . E conclude affermando che la decisione del Governo di portare avanti l’occupazione (e la deportazione, aggiungo io … evidentemente per un israeliano la deportazione non rileva, eppure l’ordine è, stato dato senza tanti complimenti anche ai cattolici) porterà ad una ripetizione del fatto di cui sopra, cioè l’uccisione degli ostaggi.
L’articolo seguente del medesimo giornale è eloquente per definirne il pensiero, basta un titolo «I ‘coloni’ (il termine che si usa in Israele è ‘settler’, che in italiano si traduce “una persona che si muove insieme ad altre per vivere in un nuovo paese o altro territorio” , noi diremmo semplicemente occupanti abusivi) di Hebron nella Cisgiordania installano case mobili in territori dove mai vi era stata una presenza israeliana»: e ne parla come la cosa più normale del mondo.
Messe insieme le due cose, oltre a rendere evidente l’idea israeliana di prendersi i territori altrui, non dice una parola che sia una sul fatto che l’unica soluzione possibile della situazione in Palestina è la creazione di uno stato palestinese, sui territori individuati dalla risoluzione 181 della AG e 242 del Consiglio di Sicurezza delle NU. Altrimenti c’è solo guerra, a meno che non funzioni il piano di “deportazione totale” di tutti i palestinesi dalla Palestina!
Solo per sottolineare che appare evidente che quella del Governo israeliano è una scelta condivisa totalmente dagli israeliani: Israele è un ‘Paese democratico’ come dice sempre a gran voce Paolo Mieli, tanto per fare un nome. E quindi le decisioni del Governo, sono le decisioni del popolo. Chiedete alla signora Meloni, se non ci credete.
Ho detto mille volte, e spiegato perché, che questa pretesa non solo è illegittima, ma implica la esecuzione di un crimine internazionale molto grave, che equivale nella sostanza al genocidio. Poi ognuno è libero di scegliere le parole che preferisce.
Il fatto è che in Israele la gran parte della popolazione, del tutto consapevolmente, rivendica legittimamente la difesa e una punizione per il torto subito da cinque o sei milioni di ebrei in Europa, ma pretende illegittimamente di essere risarcito a spese di un popolo che non ha alcuna parte in quel crimine. Anzi di più, pretende quella acquisizione territoriale da molto, molto prima che il genocidio italo-tedesco avvenisse, per cui, da qualunque punto di vista giuridico (oltre che umano) quella pretesa ad un presunto ‘risarcimento’ non solo è illegittima, ma criminale.