Ecco spiegati compiti, budget, organico di un’agenzia federale statunitense che opera quale branchia del Dipartimento per la sicurezza interna
Istituita nel 2003 dal Presidente George W. Bush per aumentare la sicurezza nazionale sulla scia degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, lo United States Immigration and Customs Enforcement è un’agenzia federale statunitense che opera quale branchia del Dipartimento per la sicurezza interna (Dhs) – attualmente guidato da Kristi Noem – e fa parte del Dipartimento della Sicurezza Nazionale, che ha iniziato le operazioni lo stesso anno. In precedenza, l’applicazione dell’immigrazione negli Stati Uniti era in gran parte gestita dal Servizio per l’immigrazione e la naturalizzazione (INS), che faceva parte del Dipartimento di Giustizia.
Diretta dal marzo scorso da Patrick J. Lechleitner, l’ICE svolge un ruolo di controllo della sicurezza delle frontiere e dell’immigrazione, oltre a essere competente in caso di violazioni doganali, nelle operazioni di prevenzione del terrorismo e nella lotta al traffico illegale di persone e merci.
Mentre il pattugliamento delle frontiere terrestri e marine tra gli Stati Uniti e i Paesi limitrofi (come Messico, Canada e Cuba) spetta alla Us Border Patrol, oggi l’agenzia federale ICE può contare su circa 21 mila operatori che lavorano in più di 400 uffici negli Stati Uniti e in tutto il mondo, secondo il sito web dell’agenzia. Il suo budget annuale è di circa 9 miliardi di dollari, secondo la relazione annuale dell’anno fiscale 2024.
Quattro direzioni comprendono l’agenzia: Indagini sulla sicurezza interna, Operazioni di applicazione e rimozione, Ufficio del consulente legale principale e Gestione e amministrazione.
L’ICE è costituito da due apparati: l’Enforcement and Removal Operations (ERO) e Homeland Security Investigations (HSI). Sotto la giurisdizione del primo rientra la rete di centri di detenzione civile, strutture separate dai penitenziari federali e statali che ospitano oltre 41mila persone e che Trump vuole svuotare deportando i migranti irregolari nel carcere di Guantanamo. la struttura incaricata di rintracciare, arrestare ed eventualmente deportare persone irregolari che transitano nel territorio.
Il secondo invece si occupa anche di indagare per crimini commessi all’estero come cyberterrorismo, traffico di droga, di esseri umani, di denaro e di armi. Poi c’è la Homeland Security Investigations (Hsi) che indaga anche all’estero su crimini federali di varia natura, dal cyberterrorismo al traffico di droga, esseri umani, armi o denaro. Gli agenti Ice possono condurre indagini sotto copertura e arrestare individui per violazioni civili dell’immigrazione anche senza reati penali
L’accelerazione sugli arresti effettuati dall’ICE e promossi da ‘falchi’ come il vice-capo di gabinetto Stephen Miller e dal funzionario Tom Homan si è indirizzata in particolar modo sulle cosiddette ‘città santuario’, quale è, per esempio, Los Angeles, che limitano la collaborazione con il governo federale in materia di immigrazione con l’obiettivo di proteggere i migranti privi di documenti dalla deportazione fornendo loro assistenza sanitaria e istruzione. L’operazione, denonimata “Operation at large” ha visto impegnati circa 5mila agenti federali (non solo Ice) in blitz che hanno coinvolto varie città, da New York a Chicago, Atlanta e Miami
La legge SB 54 vietano il ricorso a fondi locali per appoggiare interventi federali in materia di immigrazione. I blitz, condotti senza l’avallo delle amministrazioni comunali hanno colpito in larga misura lavoratori arabi, latinoamericani o asiatici privi di precedenti penali ma solo tacciati di aver commesso reati
Ad accendere la miccia delle sommosse che stanno scuotendo la California sono state soprattutto le modalità ‘dure’ con cui gli agenti dell’Ice hanno eseguito le verifiche sui permessi di soggiorno. Muniti di granate stordenti, veicoli non contrassegnati e tenute tattiche, le operazioni condotte in luoghi simbolo di Los Angeles, dal Fashion District ai quartieri popolari di Westlake e Paramount hanno suscitato un senso di intimidazione nella popolazione
Dopo l’intervento su vasta scala dell’Ice, le comunità di Los Angeles colpite sono esplose in proteste causando blocchi stradali e scontri nelle piazze. Nella città californiana si stima che dall’inizio delle proteste gli agenti dell’Ice abbiano effettuato oltre 200 arresti e attaccato i manifestanti con gas lacrimogeni e granate stordenti. Alcuni testimoni hanno riferito che molti bambini sono stati separati dai propri genitori a seguito di perquisizioni — definite veri e propri raid — all’interno di case e scuole.