Questa clamorosa manovra, ovviamente come sempre condotta sulla pelle di qualche poveraccio più o meno disperato, ha tutta l’aria di essere di natura propagandistica e destinata ad affiancarsi alla vera e propria guerra civile scatenata in alcuni Stati degli USA
Guantanamo, come noto, è una parte, abbastanza minuscola, dell’isola di Cuba dove da tempo immemorabile ormai gli USA hanno una base militare. Una base non tanto importante in sé, quanto perché in quella base è stata costruita una prigione dove sono stati messi, in condizioni di estremo disagio a dir poco, dei non meglio identificati ‘prigionieri terroristi afgani’, ai quali molto spesso è stata negata anche la possibilità di essere difesi da un avvocato. Tanto più che “essendo Guantanamo fuori del territorio USA, le leggi e i tribunali USA non possono metterci il naso” … impari «Signor Presidente del Consiglio on. le Giorgia Meloni», impari, così si fa … nei posti che piacciono a lei!
Le condizioni di vita lì, a sentire i pochi racconti giornalistici disponibili, sono particolarmente dure, anche a prescindere dal modo in cui sono trattati i prigionieri.
E, a quanto si legge, sono particolarmente dure, come del resto è evidente, dato il modo in cui la deportazione avviene e il luogo di destinazione: semplicemente una prigione, insufficiente, pare, per i ‘deportati’ odierni per cui si preparano delle tende!
Nel provvedimento, ma ormai siamo abituati da tempo alle ‘sparate’ di Trump, poi rientrate o rientrate in parte, credo che vi sia qualche novità molto rilevante e che potrebbero avere effetti significativi, a parte l’immediato quello più pesante e al tempo stesso oscuro: includere tra i deportati anche i cittadini europei: inglesi, italiani, ecc. E questo colpisce di più, anche se forse fa gioire la Meloni. Colpisce perché, con tutte le cautele del caso, si tratta verosimilmente di persone immigrate sì illegalmente, ma probabilmente assai meno ‘pericolose’ di altre. Voglio dire che si tratta sicuramente di persone il cui rimpatrio non dovrebbe creare particolari difficoltà come leggerete alla fine di queste righe.
E dunque tutta questa clamorosa manovra, ovviamente come sempre condotta sulla pelle di qualche poveraccio più o meno disperato, ha tutta l’aria di essere di natura propagandistica e destinata ad affiancarsi alla vera e propria guerra civile scatenata in alcuni Stati degli USA.
Non colpisce tanto, in proposito, l’uso della Guardia nazionale o addirittura dell’esercito (cose certamente molto gravi e capaci, se non tese volutamente, a creare esasperazione) quanto la violenza terminologica e dunque le conseguenze di quella terminologia.
Il Codice USA al titolo LXIX, § 8081 definisce come un atto giustificativo dell’invio di forze repressive (la Guardia Nazionale) l’insurrezione contro uno Stato. Cioè quando sia in pericolo la sopravvivenza e il legittimo governo di uno stato della Federazione. La situazione di Los Angeles ecc., mi pare, è ben altro che un atto tale da giustificare quella reazione.
Comunque, al di là della analisi specifica della materia, va sottolineato il metodo. Si esagera definendolo cosa pericolosa e sovversiva, un comportamento di protesta, forse energica, ma certo non sovversiva, anzi! Eversiva, invece, è questa sopravvalutazione, o ‘sopradefinizione’ di un atto, in fondo ‘normale’ in un paese democratico; e infatti serve per usare poteri eccessivi da parte della Casa Bianca contro sia le autonomie locali che le libertà generali in senso ampio.
Sarà un caso: i medesimi metodi usati a suo tempo prima e durante il periodo fascista in Italia e le stesse sopravvalutazioni strumentali, usate oggi nei cosiddetti decreti sicurezza appena adottati dal Parlamento italiano.
Che poi la sorte degli arrestati, a decine, di queste manifestazioni sarà ‘l’esilio’ in un posto orrendo come le prigioni di Guantanamo, il parallelo tra le ‘mosse’ di Trump e quelle del nostro Governo (nel suo piccolo e in Albania) balza agli occhi.
Balza cioè agli occhi che, come sempre nella storia è accaduto, l’uso eccessivo del potere e della forza da parte degli organi di uno stato, pur costituzionale, può, certo, essere ridimensionato dai tanto decantati ‘equilibri’ statunitensi (non per caso, da noi si parla di ‘contro-poteri’, molto più ragionevolmente) ma alla fine la somma torna a favore della repressione, se non altro per la paura che possono generare questi comportamenti, dato che i ‘contropoteri’ agiscono comunque dopo l’atto repressivo.
Il Governo, il potere, ‘mostra’ i muscoli, ma in questo caso (diversamente dalle situazioni internazionali in cui li mostra soltanto) li usa e dimostra di essere disposto a farlo affrontandone i rischi (costituzionali e quindi facilmente aggirabili) certo di trarne un vantaggio di potere. E non per nulla, di fronte a questa situazione complessiva (non solo riferibile alle manifestazioni delle quali sto parlando) un uomo altrettanto violento e superficiale quanto Trump (e i suoi ammiratori o imitatori!) che ha osato sfidare quel potere, proponendosi per di più di ‘fare di peggio’, arretri immediatamente: lui i conti li sa fare e ha capito che, almeno per ora, Trump è più forte di lui, è spregiudicato quasi quanto lui e ha, non si limita a rifornirlo, l’esercito.
Ma poi, ragazzi, se per caso ve lo foste dimenticati, siamo in Italia. E il nostro ‘Ministro’ degli Esteri, smentisce la … smentita di Trump, che aveva detto (parlando di spazzatura, così, incidentalmente: lui è un raffinato) che la notizia era una ‘fake news’ come dicono quelli che sanno le lingue, proprio mentre il ‘Ministro’ dichiarava che già da tempo aveva negoziato con Trump il mancato invio di eventuali italiani a Guantanamo, perché li avrebbe certamente presi lui: il ministro in persona!