Mi è capitato per puro caso di assistere alla «conferenza stampa» del Presidente Trump nel ricevere il Cancelliere tedesco Merz, alla Casa Bianca. Quella in cui, tra l’altro, è iniziato il litigio da ‘cortile della servitù’ tra lo stesso Trump e il mitico Elon Musk … entrambi amatissimi dalla signora Meloni, che ora potrebbe, e lei con noi, avere qualche problema identitario.

Due cose vanno sottolineate, entrambe a mio parere di estrema gravità o almeno importanza. E dunque.

In primo luogo, dunque, colpisce la torrentizia, invadente e autoreferente ondata di parole di Trump, incurante dell’ospite, che ha avuto modo di parlare per pochi istanti.

Torrentizio, dico e invadente perché, se è vero come è stato vero, che le domande erano sempre rivolte a lui (non so se provocatoriamente o per caso, ma l’impressione è che le domande fossero largamente preparate … fatte apposta epr compiacerlo) lui, Trump, non solo rispondeva in maniera verbosissima e arrogante, ma rispondeva sempre premettendo un “io” battente, continuo.

Io, io, ma su cosa? Parole vaghe e arronganti, lunghe chiacchiere, allusive forse, all’uso dell’«auto-pen», l’ennesima trovata statunitense. Usata, nel caso, per insultare il suo predecessore e in generale i democratici, senza nemmeno alcuna ‘finezza allusiva’, accusandoli in sostanza di essersene serviti per fare passare provvedimenti, in realtà mai visti e meno che mai firmati da Biden (e forse da altri suoi predecessori!). Insomma, ha alluso, e nemmeno velatamente, ad una Sorta di colpo di stato strisciante o, peggio, di governo effettivamente esercitato da altri, ma non solo, all’insaputa del Presidente Biden. Era quello il momento per fare discorsi simili? In una conferenza stampa che in altri tempi avrebbe scatenato i commenti, non dico della stampa italiana che non mi pare che esista ma statunitense, nota (dice) per la sua attenzione e la sua difesa della ‘democrazia’: loro la chiamano così, mentre, permettetemi un po’ di ironia, Trump ‘invade’ la California!

Ma la mia preoccupazione è aumentata a dismisura, quando, per i pochissimi istanti che gli sono stati lasciati, con evidente fastidio, da Trump, ha parlato Merz. Che ha esordito dicendo (cito quasi alla lettera) che il giorno successivo sarebbe stato il 6 Giugno, anniversario dello sbarco in Normandia, che, dice Merz, ha ‘liberato la Germania’, invitando il Presidente Trump a replicare la cosa, oggi, vista la guerra di aggressione russa dell’Ucraina … poi, forse rendendosi conto della esagerazione, ha balbettato, riprendendo la parola (di nuovo con evidente fastidio di Trump) che intendeva la liberazione dal ‘nazismo’. Sulla liberazione dal nazismo, detto da un tedesco oggi, ci sarebbe molto da discutere, ma ciò che colpisce e dovrebbe colpire moltissimo è altro.

E cioè il senso della affermazione che è, a mio parere clamoroso. La Germania di Merz sembra volere assumere la guida della intera Europa, su una linea di conflitto estremo con la Russia: l’esatto contrario della politica della Merkel, non per nulla citata con sprezzo da Trump, e con evidente consenso di Merz, a proposito del gasdotto North Stream: da distruggere.

Sarà, ma certo non è un caso, che poco dopo, non solo il nostro «Signor Presidente del Consiglio on. le Giorgia Meloni», facendo impazzire di goduria l’oligarca più alto del mondo (al secolo: Crosetto) abbia detto che occorre arrivare al 3.5% del PIL per acquistare armi, senza specificare dove, come, da chi e per farne cosa, mentre quasi contemporaneamente (anzi, io sono convinto, deliberatamente nello stesso momento) il Segretario Generale della NATO (cioè il sottocapo delle forze armate ‘europee’ anti … .russe, come si è capito poco dopo) abbia addirittura parlato di 5%!

E non solo, perché proprio mentre scrivo queste due righe, sento la notizia incredibile circa le affermazioni del solito Rutte (ormai una sorta di aspirante-capo-popolo) che spiega e ordina che le nuove armi debbono essere tali da contribuire a costruire in Europa una «mentalitàletale» (parole testuali!!!): insomma vogliamo, Rutte in testa perché Trump si defila, ammazzare un po’ di gente, preferibilmente russi, perché, come dice Rutte nel silenzio generale, che la Russia sta preparandol’invasione dell’Europa’, per cui dobbiamo armarci subito e fino ai denti, contro il ben noto ‘Orso russo’. Ciò, più che evidentemente sulle tracce di Merz, forse dimentico di averci già provato se non lui per carità, che ‘non era ancora nato’ come direbbe la Meloni – provocando circa 30 milioni di morti!

E, fateci caso, da qualche giorno, certamente oggi, forse anche per celebrare la vittoria nel referendum da parte del trio Renzi-Bonaccini-Quartapelle, i TG trasmettono documentari sulle meravigliose e avveniristiche nostre fabbriche di carri armati, pronti a scontrarsi con quelli sovietici … pardon, russi …ma prima li provano eh, state tranquilli.

E senza provocare nemmeno un singulto dal nostro Presidente (eppure è la persona più seria che abbiamo in Italia!) che parla spesso di «aggressione» da parte russa, e oggi invece (sono senza parole!) celebra l’entusiasmante e irripetibile avventura del superamento del Capo Horn, da parte della meraviglia italiana che si chiama Amerigo Vespucci, che ha «toccato» 54 porti o giù di lì!

Signor Presidente, mi perdoni non si arrabbi, ma: prima di parlare di aggressione, per favore chieda ai suoi collaboratori di studiarne il concetto nel diritto internazionale moderno, magari trovando il modo di ‘equilibrare’, sia nella terminologia che nella bellicosità, tra la guerra ‘in’ Ucraina e quella ‘a’ Gaza. E, già che ci sono, gli chieda di verificare quanto volte un sacco di gente ha ‘passato’ il Capo Horn e perfino l’equatore, senza farne un simbolo imperituro della ‘immarcescibile italianità … abbiamo già dato, mi pare.

Di Giancarlo Guarino

Giancarlo Guarino è Professore ordinario, fuori ruolo, di Diritto Internazionale presso la Facoltà di Economia dell’Università di Napoli Federico II. Autore di varie pubblicazioni scientifiche, specialmente in tema di autodeterminazione dei popoli, diritto penale internazionale, Palestina e Siria, estradizione e migrazioni. Collabora saltuariamente ad alcuni organi di stampa. È Presidente della Fondazione Arangio-Ruiz per il diritto internazionale, che, tra l’altro, distribuisce borse di studio per dottorati di ricerca e assegni di ricerca nelle Università italiane e straniere. Non ha mai avuto incarichi pubblico/politici, salvo quelli universitari.