Ora cade la testa dell’amico di Musk (dimessosi dal DOGE) designato a capo della NASA. Alla vigilia dell’audizione di conferma al Senato, Donald Trump silura Jared Isaacman
Si è appena consolidata l’uscita formale di Elon Musk dalla direzione del dipartimento per l’efficienza -durata solo 135 giorni- sufficienti per aver stabilito i licenziamenti di 32.970 a fronte finora di tagli che a livello federale nei primi mesi del 2025 hanno colpito 110.210 unità lavorative e già fioriscono le prime scottanti defezioni.
Dello strappo, che nonostante gli elogi è stato sufficientemente doloroso, ora cade infatti la testa dell’amico di Musk designato a capo della NASA. Proprio così. Alla vigilia dell’audizione di conferma al Senato, Donald Trump silura Jared Isaacman, astronauta privato e miliardario del tech grande amico di Elon Musk, con il quale condivide la passione per lo spazio e per gli affari.
La notizia è riportata dal sito ‘Politico’. Ma anche dalla dichiarazione dello stesso Trump sul social ‘Truth’: «Dopo un’attenta revisione dei precedenti legami, ritiro la nomina di Jared Isaacman a capo della NASA. Annuncerò presto un nuovo candidato che sarà allineato alla missione e metterà l’America al primo posto nello spazio». I media americani -riporta ‘Ansa’- elencano una serie di motivazioni, evocate in parte dal post di Trump. Tra queste, alcune passate donazioni ai Democratici. Strano: sembra invece che lo stesso Trump abbia ricevuto denari da Isaacman!
Per adesso si sa che in pole position ci sarebbe il tenente generale in pensione dell’Aeronautica militare Steven Kwast, uno dei primi sostenitori della creazione della Forza Spaziale Usa.
Cosa stia accadendo a questo punto alla Casa Bianca è chiaro: c’è una grande confusione e, soprattutto, molta improvvisazione figlia di una personalizzazione dei rapporti che prevalgono su ogni regola di efficienza. È paradossale dopo le tante promesse elettorali.
A questo punto, val la pena domandarci, che accadrà alle missioni marziane? Continueranno ad avere la priorità su quelle lunari? E l’Europa come ne uscirà? Prevarrà la politica degli armamenti su quella della ricerca? Oppure Marte diventerà ancor più una terra di conquista vista dagli occhi di un militare?