Dopo le dimissioni dal DOGE, gli resteranno le numerose collaborazioni e gli appalti federali sapientemente ottenuti per SpaceX? È probabile, almeno a breve, ma forse un cambio di mentalità non sarà troppo lontano

 

 

In questa settimana che sta consumando le sue ultime giornate, Elon Musk ha tenuto banco con due eventi che possono apparire del tutto lontani. Ma forse non troppo.

Per primo, il fallimento della nona missione della sua Starship. Una serie di anomalie ha fatto precipitare il grosso vettore nell’Oceano Indiano, trascinandosi un mare di detriti che continuano ad inquinare e avvelenare una delle più importanti risorse idrobiologiche del nostro pianeta.

E non ultima per importanza, le sue dimissioni dagli incarichi governativi offerti generosamente dal Presidente Trump a seguito delle altrettante munifiche donazioni effettuate dal magnate per bonificare la presidenza degli Stati Uniti d’America.

Facciamo qualche considerazione sulle défaillance della Starship. L’astronauta Roberto Vittori si è domandato se il modello SpaceX ormai sia arrivato a capolinea.

E sì, perché per tre volte consecutive quest’anno il sistema Starship ha messo in luce criticità che rallentano l’ambizione di raggiungere Luna e Marte entro la prima metà di questo secolo. L’instabilità in fase di rientro e il fallimento di più sistemi chiave impongono così un possibile cambio di fase nel programma. L’inizio di un rallentamento strutturale sarebbe un guaio per l’imprenditore per diversi motivi: innanzitutto uno personale. SpaceX è un’azienda diretta da un unico padrone che esercita un potere assoluto su programmi e dipendenti. Pur augurando lunga vita al magnate, non c’è da credere che durerà a lungo la sua energia e la sua autorità. Ed è difficile immaginare la piena continuità del ‘dopo’.

Poi però ci sono le relazioni in essere con la Nasa, l’ente statunitense che la politica personale di Musk sta facendo di tutto per depotenziare. Certo con la non opposizione del suo Presidente.

SpaceX, come ha ribadito Vittori, ha indubbiamente rivoluzionato l’accesso allo spazio demolendo dogmi e portando un entusiasmo inedito nella corsa allo spazio. Ma in questo scenario, potrebbe riaffermarsi un modello più tradizionale, incentrato sul ruolo guida delle agenzie spaziali. Se così dovesse accadere, sarebbe uno smacco che finirebbe per polverizzare la credibilità di una persona che si è considerata al di sopra di ogni giudizio. E qui veniamo al secondo step della settimana, l’addio al dirigismo senza controllo del capo della Casa Bianca.

Il divorzio, se così vogliamo chiamarlo era stato previsto da Lucio Caracciolo che ha dedicato alla profezia un intero volume di Limes. Prima ancora che i più blasonati quotidiani americani osassero scriverci su.

L’imprenditore visionario lo ha annunciato un post sul suo social motivando lo strappo da divergenze sulla legge di bilancio che Trump avrebbe voluto pur nella consapevolezza di indebolire fortemente l’efficienza governativa e ingigantire il disavanzo federale. E così, dopo la spacconata di aver licenziato tanti lavoratori quando con molta leggerezza gli era stata affidata la direzione del DOGE (Department of government efficiency), Musk ha sbattuto la porta quando è arrivata alla Camera l’approvazione del ‘Big Beautiful Bill Actcon una riforma fiscale e di spesa pubblica che prevede tagli massicci alle tasse per miliardari e alle grandi aziende ma anche una riduzione drastica di fondi destinati a sanità e assistenza alimentare per le fasce più deboli della popolazione. Qualcosa non ha funzionato e lui non ha frenato la delusione all’emittente televisiva CBS, accusando apertamente Trump di minare il suo lavoro. Frase che fa un po’ a pugni con nostalgici saluti neonazisti, salti e balli che un manager del suo livello avrebbeanche dovuto evitarsi.

Gli resteranno le numerose collaborazioni e gli appalti federali sapientemente ottenuti per SpaceX? È probabile, almeno a breve ma forse un cambio di mentalità non sarà troppo lontano e allora sarà la devastazione di un immenso impero industriale in cui si intrecciano interessi pubblici e affari privati ma soprattutto macchine luccicanti che in un battito d’ali possono essere trasformate in micidiali armamenti finalizzate a morte e distruzione.

Cosa succederà adesso? Gli americani comprenderanno la follia in cui un branco di inadeguati li sta trascinando?

Difficile dirlo. La potente macchina mediatica è capace di smantellare ogni verità e trasformarla in farsa. E non solo al di là dell’Atlantico!