Nell’antica Roma, si declinava l’appartenenza tramite ‘status civitatis’ inteso come insieme di diritti e doveri della persona in qualità di cittadino

 

 

Alcuni riferimenti storico concettuali riferiscono  civis alla locuzione ‘civis romanus sum’. Questo approccio era premiale: infatti, ‘civis‘ sottolineava la purezza della stirpe ed era criticato dalla società greca  Questo fu un vulnus per il consolidamento del successo dell’impero romano che non seppe includere le popolazioni sottomesse.  
Nel diritto privato romano, lo status di ‘civis’ era condizione per esplicitare la capacità giuridica della singola persona (diritto elettorale attivo, privilegi giudiziari, di essere eventualmente condannato con processo, di non subire punizioni corporali). Questa situazione non era contemplata per chi non poteva vantare il fatto di essere ‘civis romanus’.
Nell’immaginario collettivo, ‘civis romanus sum’ è considerato un plus per la persona anche se il suo potere discriminatorio non rappresentava un segno di positività istituzionale; infatti, la società romana non era inclusiva ed era poco democratica.
Con alcune eccezioni: nel I secolo a.C, esso venne concesso con larghezza a Latini e Italici; poi, nel III secolo d.C, esso venne esteso a tutti i sudditi dell’impero romano in forza di una costituzione imperiale emanata da Caracalla, la Constitutio Antoniniana.
Nella polis greca, il cittadino aveva un forte legame con il lavoro che era segno di schiavitù: la libertà si misurava in funzione dell’essere libero dal lavoro. E questo avveniva anche a Roma.
Gli uomini e le donne che lavoravano non erano membri della società e i pochi basavano la loro libertà sul lavoro dei molti. I cittadini liberi erano coloro che si dedicavano all’ozio, alla vita civica e politica senza lavorare. Il ‘civismo’ dell’era romana era elitario ed ‘ad escludendum’.
In questo breve excursus sul cittadino romano, come status e ruolo, con il Medioevo l’uomo entro’ in una dimensione di cittadino peccatore e  sempre alla ricerca della propria redenzione perchè per definizione minus e sempre in sottrazione.
‘Civismo’ come attenzione per gli ordini mendicanti soprattutto i francescani che alla fine del 1200 in avanti si richiama alla povertà evangelica delle comunità cristiane primitive e a cui si rifa’ il teologo e filosofo civico per definizione Guglielmo di Ockam. Un periodo in cui l’essere umano è identificato con il peccatore e l’umanità stessa è vista come una ‘massa dannata’ che non permette di identificare il cittadino come protagonista attivo della società, ma sempre in logica di diminutio morale e sociale. Questa visione pessimistica (per esempio di Innocenzo III) e la salvezza vista come intervento di una forza a lui superiore, per esempio la divina Provvidenza, appiattisce il cittadino e lo relega al ruolo di comparsa. Ruolo importante nel passaggio da uomo predestinato a ‘homo faber fortunae suae’.
Il civismo è collegato alla qualità istituzionale e alla partecipazione dei cittadini nella vita pubblica. Una maggiore qualità istituzionale può contribuire a migliorare il civismo e a contrastare fenomeni come l’evasione fiscale, evidenziando l’importanza di una cultura civica robusta per il progresso sociale ed economico.
Si declinava l’appartenenza tramite ‘status civitatis’ inteso come insieme di diritti e doveri della persona in qualità di cittadino e, quindi, almeno dal punto di vista dei segni linguistici e per la proprietà transitiva, il ‘civismo’ è la rappresentazione dei diritti e doveri dei cittadini.

Di Giorgio Fiorentini

Senior professor in Bocconi con la quale collabora, a vario titolo, dal 1981. Attuale posizione in Bocconi e SDA Bocconi nel Dipartimento di Analisi istituzionale e management pubblico (DAIMAP) e nell’Istituto di Pubblica Amministrazione e Sanità (IPAS); CERGAS (Centro di ricerca sull’assistenza sanitaria e sociale). Ideatore e direttore “Master in management delle imprese sociali” (23 ed)-Bocconi. Responsabile progetto:”Dai un senso al profitto”(XIV ed). Attuale posizione altre Università • Dal 2021 Codirettore scientifico e direttore MASTER IN MANAGEMENT delle IMPRESE SOCIALI e PREVIDENZA-LUM(Libera università Mediterranea)-Casamassima(BA) • Fino al 2015 Codirettore del MASTER in ETICA D’AZIENDA (MEGA)-in collaborazione con l’Istituto Marcianum-Patriarcato di Venezia-Venezia(7^ edizioni). Membro del Consiglio Direttivo LILT(Lega Italiana Lotta Tumori)MILANO e BRIANZA,vice presidente SOTTOVOCE-ass.volontari IEO-MONZINO,consigliere CdA Fondazione Salvatore Maugeri Group-Pavia;Volunteer association advisor,Ideatore e presidente PREMIO IMPATTO-Salone CSR e INNOVAZIONE SOCIALE-Koinetica e Univ.Bocconi,;Membro ETHICS COMMITEE di Lombardi Group sa;LOINGsa-Bellinzona. LIBRI:G.Fiorentini-TUTTE LE IMPRESE DEVONO ESSERE SOCIALI-Profitto e Impatto Sociale-FrancoAngeli 2021; G.Fiorentini, V.Saturni,E.Ricciuti-La VIS di AVIS-la valutazione socio economica delle donazioni del sangue-FrancoAngeli ed .-2016;Fiorentini G-M. Campedelli -La dote ed la Rete-una policy e un modello per le non autosufficienze-Fondazione Easy Care-Reggio Emilia;CD-ROM-2016;G.Fiorentini-G.Sapelli-G.Vittadini:Imprenditore: Risorsa o problema-BUR Saggi-Mi-2014;G.Fiorentini-V.Saturni-AVIS in the Italian transfusion System-FrancoAngeli –ed.Mi-2013; G.Fiorentini-V.Saturni ‘AVIS nel sistema trasfusionale italiano’; FrancoAngeli ed.-Mi 2013;G.Fiorentini-F.Calò-Impresa sociale &Innovazione Sociale –Franco Angeli ed.-mi-2013; D.Dal Maso-G.Fiorentini(a cura di)-Creare valore a lungo termine-Egea-2013