In cosa consiste la ricchezza mineraria ucraina? Che differenza c’è tra minerali critici e terre rare? L’intervista al geoscienziato Scott L. Montgomery (University of Washington)
«A breve firma accordo con Kiev su terre rare», ha ribadito il Presidente USA, Donald Trump, a poche ore dall’inizio dei negoziati in Arabia Saudita tra una delegazione americana ed ucraina e, in separata sede, anche una russa. Sarebbe la ‘volta buona’ della firma dell’accordo (il cui raggiungimento è stato annunciato l’11 marzo) dopo il tentativo fallito in occasione del durissimo scontro avvenuto circa un mese fa, in mondovisione, nell’Ufficio Ovale, con leader di Kiev, Volodimyr Zelensky.
Per l’inquilino della Casa Bianca, le terre rare e, più in generale, la ricchezza mineraria del sottosuolo ucraino è ben presto diventato un ‘chiodo fisso’, un elemento di trattativa imprescindibile: «L’Ucraina ha terre rare fantastiche per 500 miliardi di dollari e io le voglio!», ha più volte ripetuto Trump. Da immobiliarista e uomo d’affari, di fronte agli americani (e al mondo), ha rivendicato il successo di un’intesa da lui ottenuta, per non dire ‘imposta’, per lo sfruttamento di quelle risorse in virtù degli aiuti finanziari e militari che gli Stati Uniti avrebbero fornito a Kiev in questi anni di guerra. Un vero e proprio diritto acquisito, una pretesa che, anche solo rimanendo alle cifre, sarebbe fortemente sperequata a favore di Washington, dato che gli aiuti USA non supererebbero i 114 miliardi di dollari, ben al di sotto degli aiuti che l’Ucraina avrebbe ricevuto dall’Europa, esclusa da ogni trattativa, finanche mineraria.
Non a caso, a molti, l’accordo è sembrato più un’estorsione, un ricatto nei confronti di Kiev, che rischiava, in caso di rifiuto, di vedersi bloccato il flusso di armi e il sostegno nelle trattative per un cessate il fuoco. Qualcuno si è anche spinto a parlare di vero e proprio saccheggio, spartizione delle spoglie ucraine ad opera americana e, ovviamente, russa. Difficile dargli torto, stando ai pochi dettagli dell’intesa resi noti. Va detto che, almeno in una delle iniziali bozze d’accordo, viene concepita l’apertura di un fondo a cui Kiev contribuirà al 50% degli introiti dello sfruttamento delle risorse minerarie di proprietà dello stato. Il fondo potrà essere usato anche per successivi progetti di investimento in Ucraina e gli Stati Uniti si impegnano a sostenere lo sviluppo economico del Paese in futuro. L’intesa, tuttavia, non riguarda il flusso già attivo di proventi di attività di estrazione. L’intesa, tra l’altro, precisa il governo, sarà sottoposta alla ratifica della Verkhovna Rada, dove si preannuncia un dibattito acceso.
Ma il riferimento del Presidente americano sarebbe fuorviante: «Sorprendentemente, molte persone, tra cui il Presidente Trump, sembrano convinte che l’Ucraina abbia una ricca dotazione mineraria. È una follia», ha messo nero su bianco su ‘Bloomberg’ Javier Blas, analista di riferimento sui temi energetici e le materie prime, evidenziando come il Servizio Geologico degli Stati Uniti non includa l’Ucraina tra i primi 16 Paesi che dispongono di giacimenti di terre rare, ad eccezione di qualche piccola riserva di scandio. «Il valore della produzione di terre rare nel mondo è di 15 miliardi all’anno», ricorda sempre Blas. Il che, ha fatto notare l’esperto su ‘Bloomberg’, vuol dire che «se anche l’Ucraina fosse in grado, per magia, di produrre il 20% delle terre rare di tutto il mondo, il valore sarebbe di tre miliardi di dollari all’anno». Per raggiungere quota 500 miliardi, dunque, l’accordo tra Stati Uniti e Ucraina dovrebbe avere una durata di oltre 150 anni.
I minerali critici “sono le fondamenta dell’economia del 21esimo secolo”, energie rinnovabili, applicazioni militari e infrastrutture energetiche, ma anche aspirapolveri, e svolgono “un crescente ruolo strategico nella geopolitica e nella geoeconomia”.
Di qui, poi il primo equivoco che potrebbe esserci dietro questo tanto sbandierato accordo: sebbene Trump abbia parlato a più riprese di «terre rare», è probabile che abbia usato il termine in modo improprio per riferirsi in realtà ai «minerali critici», un gruppo di materie prime – di cui fanno parte anche le terre rare – che vengono ritenute indispensabile per alcuni settori strategici dell’economia, come la difesa, l’elettronica o la transizione energetica.
D’altro canto, nella lista ufficiale pubblicata dall’Unione europea ci sono 34 Critical Raw Materials, come litio, cobalto, nichel, titanio. E tra queste ci sono anche le 17 terre rare (Rare Earth Elements), ossia Scandio, Ittrio e altri 15 lantanoidi della tavola periodica. Questi ultimi sono a loro volta divisi in terre rare leggere (lantanio, cerio, praseodimio, neodimio, promezio e samario) e pesanti (europio, gadolinio, terbio, disprosio, olmio, erbio, tulio, itterbio, e lutezio).
Secondo ‘The Guardian’ ognuna delle 17 terre rare viene utilizzata nell’industria e in un’ampia varietà di dispositivi, dalle lampadine ai missili guidati. L’europio è utilizzato nei sistemi a luce fluorescente e radar; il cerio è utilizzato per lucidare il vetro e nei convertitori catalitici automobilistici; i sali di lantano sono utilizzati nella raffinazione del petrolio mentre le leghe con lantano sono utilizzate nei sistemi di alimentazione delle auto ibride e a gas idrogeno. Il neodimio e il disprosio, ad esempio, consentono la fabbricazione di magneti quasi permanenti e superforti che richiedono poca manutenzione, rendendo fattibile il posizionamento di turbine eoliche oceaniche per generare elettricità lontano dalla costa.
Nel 2024, lo United States Geological Survey ha stimato che c’erano 110 milioni di tonnellate di depositi di terre rare in tutto il mondo, di cui 44 milioni in Cina, di gran lunga il più grande produttore del mondo detenendo il 40 per cento delle riserve mondiali. È in Mongolia che si estrae la maggior parte di terre rare a livello planetario con le 270 mila tonnellate. Altri 22 milioni di tonnellate sono stimati in Brasile, 21 milioni in Vietnam, mentre la Russia ne ha 10 milioni e l’India sette milioni. Fu proprio da India e Brasile che provenivano quando iniziarono ad essere utilizzati dalla seconda metà del ‘900. Poi vennero da Sudafrica e Stati Uniti. La Cina iniziò estrarle negli anni Ottanta del secolo scorso. Oggi, dopo l’India, ci sono Malesia, Tailandia, Vietnam, Canada e Sudafrica.
‘The Guardian’ ricorda inoltre che “per decenni, la Cina ha sfatto il massimo delle sue riserve di terre rare investendo massicciamente in operazioni di raffinazione, spesso senza la rigorosa supervisione ambientale richiesta nei paesi occidentali”. A questo riguardo, basta dare un’occhiata alla città cinese di Baotou, una delle più avvelenate al mondo, ad un centinaio di chilometri dal confine mongolo. “La Cina” – sottolinea ‘The Guardian’ – ha anche depositato un numero enorme di brevetti sulla produzione di terre rare, un ostacolo per le aziende di altri paesi che sperano di lanciare la lavorazione su larga scala. Di conseguenza, mentre le riserve di terre rare sono abbondanti altrove, molte aziende trovano più economico spedire il loro minerale non trasformato in Cina per la raffinazione, rafforzando ulteriormente la dipendenza del mondo. Gli Stati Uniti e l’UE ottengono la maggior parte delle loro forniture dalla Cina, ma entrambi stanno cercando di aumentare la propria produzione per ridurre la dipendenza da Pechino”.
L’elenco del Geological Survey degli Stati Uniti che comprende 50 minerali critici, ritiene che più di una dozzina di questi abbondino in Ucraina che, però, non possiede riserve rilevanti di terre rare di cui, tuttavia, a detta dell’Agenzia internazionale per l’energia, entro il 2040, la domanda globale di aumenterà fino a sette volte.
Ciò di cui disporrebbe, invece, sono altre materie prime critiche come litio, grafite e titanio. Su queste ultime ha messo gli occhi anche l’Europa, che ha presentato un accordo per lo sfruttamento dei minerali ucraini alternativo a quello offerto da Trump. «Ventuno dei trenta materiali essenziali di cui l’Europa ha bisogno possono essere forniti dall’Ucraina. Il valore aggiunto che offre l’Europa è che noi non chiederemmo mai un accordo che non sia vantaggioso per entrambi», ha affermato il commissario Ue all’Industria, Stéphane Séjourné.
‘Responsabile’ del pasticcio sarebbe il Ministero delle Risorse naturali del governo di Kiev che sostiene che l’Ucraina detiene circa il 5% delle materie prime critiche presenti nel mondo. Queste stime, però, sarebbero obsolete in quanto risalenti, secondo un rapporto S&P, all’era sovietica e non terrebbero conto anche degli eventuali costi di estrazione oltre che l’inattività o l’inefficienza delle miniere.
Secondo ‘Politico’, l’entità del patrimonio minerario ucraino è ancora in gran parte un mistero. Il governo di Kiev segnala l’esistenza di oltre 20mila depositi e siti minerari -116 tipi di minerali che contengono minerali critici per ben 2,6 miliardi di tonnellate di riserve che vengono estratte solo al 15% (lo afferma lo Iupac, International Union of Pure and Applied Chemistry – ma solo 8mila sono stati giudicati effettivamente sfruttabili.
Il valore complessivo – tenendo conto del valore dei depositi, il valore di mercato, il valore di utilizzo e il potenziale di espansione del mercato globale nel prossimo futuro – si aggirerebbe intorno ai 12 trilioni di dollari, cifra che potrebbe anche arrivare a 26 trilioni di dollari se si mettesse sul piatto anche carbone e gas. Queste stime, presentate al World Economic Forum di Davos a gennaio 2025, erano frutto di calcoli dettagliati della Kyiv School of Economics, ma che non si allontanano più di tanto da un rapporto del The Moscow Times che cita una stima di Forbes Ucraina dell’aprile 2023 secondo cui le risorse minerarie totali dell’Ucraina ammonterebbero a 111 miliardi di tonnellate, per un valore di 14,8 trilioni di dollari.
Ci sono poi almeno due ostacoli con cui bisogna fare i conti quando si parla di minerali critici. Il primo: servono miliardi di dollari (e forse alcuni anni di tempo) per bonificare il territorio da mine e ordigni inesplosi. Il secondo problema ha a che fare invece con l’ubicazione delle miniere, che in alcuni casi si trovano nei territori orientali dell’Ucraina finiti sotto il controllo di Mosca. Tutte queste incognite, secondo S&P Global, rischiano di rendere l’estrazione di minerali in Ucraina un’attività per niente redditizia.
La Russia, dal canto suo, può contare su riserve di terre rare per un valore di 3,8 milioni di tonnellate, la quinta riserve del mondo -dopo Cina, Australia, Brasile e India- e, dall’inizio dell’invasione, ha complessivamente nazionalizzato miniere, impianti e imprese per 15 miliardi di dollari, ora tutte sotto il controllo di Rosatom, guidata da uno dei sodali di Putin, Mikhail Kovalchuk. E non è escluso che anche l’appetito russo per le risorse del sottosuolo ucraino possa celarsi dietro lo scoppio della guerra.
Ma perché Trump ha insistito così tanto sull’accordo con Kiev sui minerali strategici? La risposta non può prescindere dal fatto che la Cina fa la parte del leone a livello mondiale nella produzione dei minerali critici (controllando il 70% dell’estrazione e l’85% della raffinazione), ridurre la dipendenza è interesse degli USA (che, sotto la presidenza Biden, avevano lanciato con lo stesso obiettivo il CHIPS and Science Act e il Minerals Security Partnership, incentivando la produzione nazionale e rafforzando la cooperazione con Paesi alleati). E questo spiega la bramosia di Trump, come ha spiegato il Segretario di Stato americano, Marco Rubio: «Se continuiamo così, tutto ciò che per noi conta nella vita dipenderà, in meno di dieci anni, dal fatto che la Cina ci permetterà d’averlo o meno».
Trump, peraltro, non è il primo ad aver messo gli occhi sulla ricchezza mineraria ucraina. Nel 2021, l’Ucraina è stata ufficialmente invitata a partecipare all’Alleanza europea sulle batterie e le materie prime con lo scopo di sviluppare l’intera catena del valore dall’estrazione alla raffinazione e al riciclo dei minerali nel Paese, in particolare del litio. A luglio 2021, l’allora Vicepresidente della Commissione europea Maroš Šefčovič si è recato a Kiev per incontrare il Primo Ministro ucraino Denys Shmyhal. In quell’occasione, è stato firmato il partenariato strategico sulle materie prime. E questo è stato certamente uno dei fattori di destabilizzazione del rapporto Russia-UE. Inoltre, a novembre 2021, la European Lithium Ltd – società di esplorazione e sviluppo proprietà minerarie che ha sede a Vienna – si è accordata con la Petro Consulting Llc – azienda ucraina con sede a Kiev – che dal governo locale aveva ottenuto i permessi per estrarre il litio dai due depositi che si trovano a Shevchenkivske nella regione di Donetsk e a Dobra nella regione di Kirovograd, vincendo la concorrenza proprio della Chengxin. Era il 3 novembre 2021. Nello stesso novembre, la cinese Chengxin Lithium ha ottenuto il controllo di due importanti depositi di questo materiale in territorio ucraino, rispettivamente a Shevchenkivske e Dobra, il primo nel Donec’k orientale, il secondo nella zona centrale del Paese.
Ma per capirne di più, abbiamo chiesto aiuto a Scott L. Montgomery, geoscienziato e Docente presso la Jackson School of International Studies dell’University of Washington, oltre che autore di interessanti pubblicazioni e nostro analista.
Professor Montgomery, anzitutto, chiariamo su cosa verterebbe l’accordo tra Stati Uniti e Ucraina. Trump parla di ‘terre rare’, ma, a quanto pare, l’Ucraina sarebbe ricca soprattutto di minerali critici. Secondo un documento pubblicato a gennaio dal Servizio Geologico degli Stati Uniti, l’Ucraina non rientra neppure tra i primi 16 Paesi con maggiori giacimenti di terre rare. Allora Le chiedo: l’accordo riguarda le terre rare o i minerali critici? E qual’è la differenza?
Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi, alcuni dei quali hanno proprietà uniche (ad esempio magnetismo molto forte) che li rendono importanti per le tecnologie militari, aerospaziali, elettroniche e di energia rinnovabile (eolico, solare). NON sono rari ma abbastanza abbondanti. Insieme, sono considerati una parte di quelli che vengono chiamati ‘minerali critici’.
Da geologo, può spiegare la differenza tra riserva e risorsa?
Sì. ‘Risorsa’ è il termine più ampio e si riferisce a una stima della quantità totale di un particolare minerale. Le riserve [di solito usate al plurale] sono la quantità della risorsa che si stima sia recuperabile utilizzando l’attuale tecnologia estrattiva. Entrambi sono tipicamente dati in termini di tonnellate o tonnellate metriche.
Donald Trump ha parlato di un accordo di 500 miliardi di dollari, nonostante gli aiuti che gli USA hanno fornito a Kiev ammontino solo di 114 miliardi di dollari. Tuttavia, ‘Bloomberg’ ha ricordato che «il valore della produzione di terre rare nel mondo è di 15 miliardi all’anno» e «se anche l’Ucraina fosse in grado, per magia, di produrre il 20% delle terre rare di tutto il mondo, il valore sarebbe di tre miliardi di dollari all’anno». Per raggiungere quota 500 miliardi, dunque, l’accordo tra Stati Uniti e Ucraina dovrebbe avere una durata di oltre 150 anni. Quindi, tanta propaganda?
Sì. Grandi numeri basati su poche conoscenze. In altre parole, non c’è stato ancora abbastanza lavoro di esplorazione per determinare quali potrebbero essere le riserve e quanto velocemente potrebbero essere estratte ed elaborate.
Secondo fonti riservate, la società di riferimento della strategia trumpiana sulle terre rare in Ucraina sarebbe la società mineraria Rare Element Resources, che ha sede a Vancouver, in Canada, e che nel Wyoming si occupa del progetto di estrazione di alcune materie prime del gruppo Rare Earths. Nell’autunno del 2024, un importante uomo d’affari è stato chiamato a capo di Rare Element Resources come presidente e CEO: Kennet Mushinski, nato in Ucraina. Cosa c’è di vero in questi rumors?
La società, Rare Element Resources, Ltd., è una società mineraria sofisticata ed esperta che sembra adatta a lavorare in Ucraina per valutare le sue risorse di terre rare. La sede centrale dell’azienda si trova a Littleton, in Colorado, appena fuori Denver. Il loro azionista di maggioranza è General Dynamics, un importante appaltatore della difesa degli Stati Uniti. Questo è un segno che Rare Element Resources ha un’alta reputazione. In effetti, è ora nella fase iniziale di sviluppo di un grande deposito di elementi di terre rare nello stato del Wyoming, chiamato Bear Lodge Project. Questo è considerato (attualmente) uno dei più grandi depositi di terre rare del Nord America. L’azienda ha creato un processo innovativo per l’estrazione e la raffinazione del minerale, che sarà in grado di produrre neodimio e praseodimio di grado commerciale. Questi sono i due elementi delle terre rare essenziali per i magneti ad alta resistenza nelle tecnologie avanzate (elettronica, opzioni in fibra, sistemi laser e sistemi di energia rinnovabile), compresi quelli per uso militare. Il loro processo innovativo è ora in fase di test in un impianto dimostrativo vicino al sito minerario. Anche se i dettagli a riguardo non sono disponibili, sembra che sarebbe adatto ai depositi di terre rare in Ucraina. Il Presidente e CEO dell’azienda, Kenneth J. Mushinski ha lauree in ingegneria e MBA (Master of Business Administration). È un dirigente aziendale con decenni di esperienza manageriale nel settore minerario, compresi gli affiliati di General Dynamics. Ha fatto parte del consiglio di amministrazione di Rare Element Resources, Ltd. prima di diventare il suo CEO nel maggio 2024. Non sono riuscito a trovare alcuna informazione che confermasse che Mushinski fosse nato in Ucraina.
Quali sono le due principali ‘province geologiche’ ucraine? E, più in particolare, cos’è lo ‘Scudo Ucraino’?
Lo ‘Scudo ucraino’ è un’ampia fascia Nord Ovest-Sud Est lunga circa 1000 km, che si estende attraverso il centro del Paese. È costituito da rocce metamorfiche e granitiche molto vecchie (2,5 – 3,2 miliardi di anni). Questi hanno subito una lunga storia di cambiamenti chimici e strutturali, che hanno portato a una diversità di minerali concentrati nei siti locali e ad alcune tendenze più ampie. La seconda provincia, che si trova a est, è un profondo bacino di spaccatura noto come Dnipro-Donets Depression, (DD). Circa 700 km di lunghezza, questo è pieno di rocce sedimentarie contenenti grandi quantità di carbone, petrolio e gas naturale. Una caratteristica importante di questa provincia è che ha un potenziale significativo per il gas di scisto, che potrebbe essere estratto mediante fracking. Sia le compagnie petrolifere Chevron che Shell sono state coinvolte nello studio di questo potenziale; Shell ha lasciato nel 2014, quando è avvenuta la prima fase degli attacchi russi all’Ucraina. Chevron se n’è andato nel 2022, quando è avvenuta l’invasione più recente.

La vice Premier ucraina, Yulia Svyrydenko, ha sostenuto che le riserve di terre rare valgono 350 miliardi di dollari, ma che si trovano però nei territori occupati. È vero che la maggior parte delle riserve minerarie dell’Ucraina si trova nelle aree occupate della Russia?
No. Questo è vero per il petrolio, il gas e il carbone. Ma per i minerali critici, solo circa il 20%-25% si trova nelle aree attualmente occupate dalle truppe russe.
Secondo una ricerca della società di consulenza canadese SecDev del 2022, il 63 per cento delle miniere di carbone ucraino si trovavano in territori occupati dalla Russia, la metà di quelle di manganese, cesio, tantalio e terre rare. La presenza nel Donbass di riserve di queste risorse aggiunge ‘una dimensione strategica ed economica’ all’aggressione di Mosca, spiega il direttore della società, Robert Muggah. L’invasione russa nelle regioni meridionali e orientali dell’Ucraina potrebbero non essere motivate esclusivamente da calcoli militari, ma anche dalla ricchezza mineraria ucraina?
A mio parere, questo potrebbe essere coinvolto (l’Ucraina era un importante centro di risorse/industriali per l’Unione Sovietica), ma è secondario rispetto ad altri fattori. Più importante è la paura di Putin che l’Ucraina si unisca alla NATO e sposti la sua cultura e identità lontano dalla Russia e verso l’Europa, cioè che diventi parte dell’’Occidente’.
Può chiarirci quali minerali critici detiene il sottosuolo dell’Ucraina?
Tre minerali critici particolarmente abbondanti in Ucraina sono il manganese, il titanio e la grafite. Il manganese è un elemento essenziale nella produzione di acciaio e nelle batterie. Si stima che l’Ucraina abbia le maggiori riserve totali al mondo a 2,4 miliardi di tonnellate. Tuttavia, i depositi sono di qualità piuttosto bassa: solo circa l’11%-35% della roccia estratta è manganese. Quindi tende a richiedere molto materiale e una lavorazione costosa, aggiungendo al costo totale. Questo vale anche per la grafite, utilizzata negli elettrodi della batteria e in una varietà di applicazioni industriali. La grafite si trova nei corpi minerali situati nella parte centro-meridionale e nord-occidentale dello scudo ucraino. Lì sono stati identificati almeno sei giacimenti, con un totale stimato di 343 milioni di tonnellate di minerale, 18,6 milioni di tonnellate di grafite reale. È la fonte più grande in Europa e la quinta più grande a livello globale. Il titanio, un metallo chiave per la tecnologia aerospaziale, navale e missilistica, è presente in ben 28 località in Ucraina, sia nei depositi di roccia dura che di sabbia o ghiaia. La dimensione della riserva totale è riservata, ma le stime sono comunemente nelle centinaia di milioni di tonnellate. Un certo numero di altri minerali critici utilizzati nelle tecnologie dei semiconduttori e delle batterie sono meno abbondanti in Ucraina, ma anche preziosi. Lo zinco si trova in depositi con altri metalli come piombo, oro, argento e rame. Il gallio e il germanio sono sottoprodotti di altri minerali: zinco per il gallio, carbone di lignite per germanio. Il nichel e il cobalto possono essere trovati nella roccia ultramafica, con nichel più abbondante. I geologi hanno identificato volumi potenzialmente significativi in Ucraina di altri tre tipi di minerali critici importanti per l’energia, l’esercito e altri usi: litio, metalli delle terre rare e scandio. Nessuno di questi era stato estratto all’inizio del 2025, anche se un deposito di litio era stato autorizzato per l’estrazione commerciale. Le maggiori potenziali riserve di litio esistono in tre siti nello scudo ucraino centro-meridionale e sud-orientale, dove il grado di minerale è considerato da moderato a buono. La quantità di litio detenute da queste riserve rimane riservata, ma i rapporti tecnici suggeriscono che è nell’ordine di 160 milioni di tonnellate di minerale e da 1,6 a 3 milioni di tonnellate di ossido di litio. Se la maggior parte di questo potesse essere recuperata in modo redditizio, metterebbe l’Ucraina tra le prime cinque nazioni per il litio. In queste riserve sono stati identificati anche volumi più piccoli di tantalio e niobio, utilizzati anche nelle leghe e nella tecnologia dell’acciaio. La maggior parte del litio ucraino si verifica come petalite, che, a differenza dell’altro minerale principale di litio, lo spodumene, richiede una lavorazione più costosa.
In cosa consiste la ricchezza mineraria dell’Ucraina, più specificatamente in termini di terre rare?
1. Scandium (Sc) – Utilizzato nelle industrie aerospaziali per leghe di alluminio leggere, celle a combustibile a ossido solido e illuminazione avanzata.
2. Ittrio (Y) – Essenziale per superconduttori, laser e fosfori nei display LED e CRT.
3. Lantano (La) – Utilizzato in batterie per veicoli ibridi, lenti ottiche e raffinazione del petrolio.
4. Cerio (Ce) – Trovato nei convertitori catalitici, nella lucidatura del vetro e nei forni autopulenti.
5. Neodimio (Nd) – Un componente cruciale nei potenti magneti utilizzati nei veicoli elettrici, nelle turbine eoliche e nei dischi rigidi.
6. Praseodimio (Pr) – Utilizzato in motori aeronautici, magneti e fibre ottiche.
7. Samario (Sm) – Trovato in magneti ad alta forza, reattori nucleari e applicazioni per il trattamento del cancro.
8. Disprosio (Dy) – Utilizzato in magneti ad alta temperatura per motori elettrici, turbine eoliche e reattori nucleari.
Le quantità non sono ben comprese a questo punto, in quanto non sono state completamente esplorate. Sono concentrati in diverse parti dello scudo ucraino centro-meridionale, dove sono associati ai depositi di uranio.
Quali terre rare vengono già estratte?
Al momento non vengono estratti elementi di terre rare.
Cosa sappiamo delle riserve ucraine di uranio?
L’Ucraina ha le più grandi riserve di uranio in Europa. È stato estratto per diversi decenni e si stima che abbia circa 185.000 tonnellate di riserve recuperabili. A partire dal 2022, la produzione di uranio dell’Ucraina ha soddisfatto solo circa il 30% della sua domanda interna per alimentare i suoi reattori nucleari esistenti. Il paese ha in programma di aumentare la produzione di energia nucleare ed è interessato ad aumentare la produzione di uranio e a costruire capacità di fabbricazione di carburante.
Cosa sappiamo delle riserve di petrolio e gas ucraine?
La maggior parte delle stime indica che l’Ucraina ha riserve di petrolio rimanenti di circa 400 milioni di barili. Tuttavia, è probabile che la nuova esplorazione e l’uso dell’attuale tecnologia di perforazione e produzione potrebbero aumentare significativamente questa cifra. Le riserve totali di gas naturale sono abbastanza grandi. Le riserve di gas convenzionali sono stimate in circa 1,1 miliardi di metri cubi (bcm), ma l’Ucraina ha anche due tipi di riserve non convenzionali: gas di scisto e metano del fondo di carbone. Le cifre per il gas di scisto sono nell’intervallo di 150-200 bcm e per il metano del letto di carbone, 50-60 bcm. Questo è un totale significativo (massimo ~260 bcm), ma non sarebbe sufficiente per l’Ucraina per essere completamente indipendente nel gas. Richiederebbe anche una grande quantità di investimenti esteri per svilupparsi.
Lei ha scritto: “Tre minerali critici particolarmente abbondanti in Ucraina sono il manganese, il titanio e la grafite. Tra l’80% e il 100% della domanda degli Stati Uniti per ciascuno di questi proviene attualmente da importazioni straniere”. A quali minerali gli Stati Uniti sono più interessati? Ed è vero che agli Stati Uniti serve la ricchezza mineraria ucraina per far fronte alla dipendenza dalla Cina?
Gli Stati Uniti sono più interessati ai seguenti minerali a questo punto: arsenico, grafite, titanio, manganese, tantalio, rubidio, antimonio, terre rare, scandio, cromo, cobalto, litio. Dipendono dalla Cina soprattutto per arsenico, grafite, tantalio, rubidio, antimonio, terre rare, scandio.
Una proposta di accordo sui minerali comporterebbe che l’Ucraina contribuisse con il 50% dei proventi futuri delle risorse minerarie statali, petrolio e gas e altri materiali estrattivi a un fondo di investimento per la ricostruzione dell’Ucraina del dopoguerra. Il fondo sarebbe gestito congiuntamente da Kiev e Washington. L’accordo prevederebbe inoltre che nessuna delle parti può “vendere, trasferire o altrimenti disporre” di qualsiasi parte del fondo senza l’accordo dell’altra parte. Alcuni commentatori hanno parlato di ‘saccheggio’, ‘estorsione’, ricatto, rispetto all’accordo degli Stati Uniti con l’Ucraina. Tu che ne pensi? Cosa non funziona nel meccanismo di governance e di profitto che l’amministrazione Trump vuole imporre a Kiev?
Penso che questi termini esagerino l’accordo proposto, ma vengono fornite troppe poche informazioni per dirlo davvero. È abbastanza comune per una nazione avere un contratto con una società che include una royalty del 10% (sulle entrate lorde o nette derivanti dalle vendite di minerali), più un’imposta sul reddito delle società del 20%-35%, con una società statale che detiene una proprietà percentuale nel progetto fino al 30%. Quindi una divisione 50-50 potrebbe essere abbastanza buona per le società minerarie, ma non scandalosamente. Se parte della responsabilità degli Stati Uniti includesse il portare significativi investimenti esteri (società minerarie) in Ucraina, l’accordo non sarebbe così male per l’Ucraina.
La presenza di miniere rende più rischiosa e difficile l’estrazione mineraria? Prima dell’estrazione, sarebbe necessaria una bonifica? Ad opera di chi?
Questo dipende molto dalle condizioni delle miniere. Le miniere più vecchie che non sono state aggiornate possono essere molto pericolose e anche tossiche (aria e acqua). Anche le piccole miniere “artigianali” sono spesso pericolose. L’Ucraina ha ereditato molte miniere dai sovietici che non erano note per la loro cultura della sicurezza. Molte delle miniere ucraine hanno bisogno di aggiornamento, modernizzazione, quindi questa sarebbe una parte importante di ciò che farebbero gli investimenti esteri.
Sappiamo che il 30% delle infrastrutture e il 50% di quelle energetiche ucraine esistenti è danneggiato. Tu hai scritto: “Per estrarli saranno necessarie strade e ferrovie per l’accesso, infrastrutture come elettricità e tecnologia mineraria e di trasformazione, investimenti, competenze tecniche, considerazioni ambientali e, soprattutto, la cessazione del conflitto militare”. Di quali infrastrutture si necessita per l’estrazione mineraria?
La più grande necessità per le compagnie minerarie di svolgere il loro lavoro è l’accesso al sito (strade in grado di trasportare veicoli di grandi dimensioni) e i collegamenti di trasporto a un porto o al sistema di trasporto di un altro paese che si collega a un porto. Questo di solito significa ferrovie o canali (ferrovie il più delle volte).
’The Guardian’ ha ricordato che l’estrazione di questi minerali richiede un uso chimico pesante che si traduce in enormi quantità di rifiuti tossici che hanno causato diversi disastri ambientali, rendendo molti Paesi diffidenti verso i notevoli costi per la produzione. Puoi spiegare meglio quali sono i costi ambientali?
L’estrazione a getto aperto (o pozzo aperto) crea una grande quantità di roccia di scarto che deve essere immagazzinata in un modo che non permetta all’acqua piovana di penetrarla e di entrare in torrenti o laghi. A seconda dei minerali che vengono estratti, tale acqua può essere leggermente o altamente tossica. Le miniere hanno stagni di rifiuti (anche laghi) che catturano quest’acqua dietro una diga. Nella maggior parte dei casi, il piano è quello di far evaporare quest’acqua e poi raccogliere il sedimento che è rimasto o usarlo, insieme alla roccia di scarto, per riempirlo. Questo viene poi coperto di terreno e ripiantato con specie autoctone. È così che dovrebbe essere gestita una miniera a cielo aperto. Ma in molti casi, questo non è stato fatto: il paese potrebbe non aver avuto regolamenti ambientali che lo richiedevano e le aziende non lo fanno spesso da sole, in quanto è costoso. A volte è complicato dalla corruzione (accordi tra dirigenti minerari e funzionari governativi).
Il Segretario di Stato USA Marco Rubio ha affermato che l’”accordo sulle terre rare darà agli Stati Uniti un motivo in più per proteggere l’Ucraina”. La permanenza di personale americano in Ucraina per l’estrazione è, secondo te, una garanzia di sicurezza sufficiente per Kiev?
Assolutamente no.