Visto che ne parlo da anni, letteralmente: anni. E visto che da anni, letteralmente anni, parlo, sia qui, sia nel predecessore di questo giornale, sia su riviste scientifiche, sia in qualche evenienza scientifica (rara, certo e per fortuna, mica sono un ‘nome’ io!), ma mai né in TV, né sui giornaloni … tranne uno, e guarda caso, proprio su ciò: l’Ucraina, niente po’–po’ di meno che il 28.10.2022, su sollecitazione (forse se ne pentì, ma ormai era in ballo!) del precedente direttore di ‘Domani’, Stefano Feltri, visto che parlo su ciò …
Su ciò? Sì su ciò di cui parla oggi in quella che intitola ‘invettiva’ una nota (penso si ritenga tale) e importante (penso si ritenga tale) studiosa (accademica, spero si ritenga tale) o notista di nome Sofia e di cognome Ventura. Che esordisce su ‘Huffington post’, diretto – non so se sia un caso o parte di una numerosa famiglia!, ma solo per questo lo dico – dal Mattia Feltri, la propria invettiva con la seguente frase: «È avvilente osservare lo spettacolo indecente del dibattito pubblico italiano sulla guerra e sull’Europa».
Potrei dire due cose ovvie: che scriverlo il giorno dopo che Roberto Benigni, invitato probabilmente a insaputa della attuale RAI, ha parlato per tre ore in maniera impeccabile proprio di quello, provoca una reazione istintiva di rigetto. Perché parlare della bellezza dell’Europa come istituzione o come tensione, è il modo per spiegare perché quella guerra in Europa non avrebbe potuto (potuto, non dovuto) accadere, se … quell’Europa esistesse davvero e se gli europei fossero ciò che dovrebbero essere nei loro ceti dirigenti.
Ma anche che, scriverlo il giorno stesso nel quale un sedicente importante ‘underdog’ (in inglese underdog è neutro!), dopo avere insultato il Manifesto di Ventotene, dove l’insulto non sta tanto, come spiego subito, nel fatto di non condividerlo, ma nel fatto di trattare con disprezzo tre persone, alle quali fa riferimento la Costituzione sulla quale l’underdog ha giurato, dopo avere, dio, insultato tre persone incarcerate dal Fascismo, da Benito Mussolini e una anche ammazzata dai suoi seguaci; da quel Mussolini a cui tanti suoi colleghi (non so se anche lei stessa, ma il dubbio è lecito) fanno riferimento se non altro producendosi in ‘saluti romani’.
Non sta tanto in ciò, dicevo, ma sta principalmente nel fatto che ha sprezzantemente negato quell’Europa alla quale quei tre pensavano, e che, realizzata in parte sulla base anche delle loro idee, lei è andata e va a minare dalle radici, violando apertamente la Costituzione italiana. Quella Costituzione che la riconosce e la definisce capace di porre «vincoli» (art. 117 Cost. se la Professoressa Ventura l’avesse dimenticato) alla autonomia dell’Italia, tanto che, esplicitamente, trattati internazionali e il Capo del nostro Stato, Sergio Mattarella, definiscono «sovrana».
Chiedo scusa: il fatto è che quando parlo di certe cose io mi indigno e … mi scappa la penna! E dunque torniamo alla Ventura.
Che dice, con molta delicatezza, tra l’altro: «Dentro tutto questo confluisce poi l’anima corrotta di un Paese, dove pezzi di politica, accademia, media, impresa, in vari modi si sono lasciati attrarre dal fascino e dalle risorse che i russi hanno dispiegato almeno nell’ultimo decennio, se non di più, per addentare in vari modi bocconi di Occidente. In Italia hanno avuto molto successo».
Dunque, a parte il fatto che, al solito, le persone (specie gli avversari) vengono definite e distinte tra ‘filo’ e ‘anti’ (beato, o meglio, beata chi lo decide) si assume apoditticamente che pensarla diversamente da lei implica addirittura una anima corrotta attratta dalle risorse … cioè pagata! Quanto ai «bocconi dell’occidente» … io sarei un tantino più cauto e leggerei qualche libro di storia!
Ma non basta, perché più avanti soggiunge: «Basta fare un passo indietro per mettere in prospettiva quel che sta accadendo e si vede un mondo rovesciato. E oltre ai cortigiani che partecipano a questo rovesciamento della realtà, oltre che rovesciamento etico e morale, un rovesciamento suicida, vediamo la gran parte del sistema dei media che banchetta su questa desolazione creando altra desolazione, concentrato sul proprio ombelico delle vendite e dell’audience»: un mondo, rovesciato, banchetta, ombelico delle vendite. Ma che dice Ventura e, specialmente, rispetto a cosa e chi decide che è rovesciato, lei?
Ma poi, l’affondo finale: «Ciò detto, rimaniamo italiani e per la minoranza (almeno tra la parte del paese che si attiva) che non vive nel mondo al contrario di chi confonde il reale con il razionale, la forza con il bene, la propria imbelle attitudine al tradimento dei valori per avere la vita comoda con il giusto, questa situazione è sofferenza continua. Fortunatamente, l’Italia conta poco nel mondo e i danni che possiamo fare sono limitati. Ma in Italia ci tocca di vivere. E allora viva quei sussulti di dignità di chi, persone comuni, giornalisti, studiosi, politici, attori pubblici, rifiuta questa immorale e cialtrona palude che è diventata l’Italia pubblica».
Sorvoliamo sulla ‘imbelle attitudine’ al ‘tradimento’ alla ‘vita comoda’, figuriamoci è il solito stereotipo, ma sulla minoranza che non vivrebbe nel mondo al contrario, spiega che «confonde il reale con il razionale, la forza con il bene». E no, un momento, questo proprio no.
Non spenderò un rigo che sia uno per ricordare i giudizi, le motivazioni, i dati che io stesso ho portato per sostenere che questa guerra era ed è assurda, chi voglia può andarsi a rileggere qualche mio articoletto, il punto è che qui non siamo all’oratorio, non c’è un ‘bene’ definito e definitivo da impugnare come una clava contro tutti, come fa quella consigliera di Trump, che urla in TV come un ossesso ‘fight, fight, fight’. O, almeno, non è certo Sofia Ventura che ne decida il contenuto.
Ma che si affermi che si confonde il reale con il razionale, francamente no, specialmente da una accademica!
Quale sarebbe la ‘razionalità’ di questa guerra, quale la ‘razionalità’ delle ridicole pretese di intervento militare, quale la ‘razionalità’ del riarmo fine a se stesso, quale la ‘razionalità’ del rifiuto di accettare ciò che gli USA stessi hanno detto pubblicamente e cioè che la guerra è tra USA e Russia, quale la ‘razionalità’ di fingere di opporsi alla fine comunque a questa guerra salvo a darsi da fare dopo, quale, infine, la ‘razionalità’ di «inveire» contro chi ne parla e tacere pudicamente mentre Israele massacra palestinesi a centinaia ogni giorno?
Inveire non va bene, ma proporre soluzioni razionali o almeno ragionevoli e analisi esaustive è il compito di chi amministra uno Stato o scrive sui giornali.
Mi permetterà la Professoressa Ventura di concludere proprio con le sue parole, (mi querelerà per plagio?): «è avvilente osservare lo spettacolo indecente del dibattito pubblico italiano sulla guerra e sull’Europa, specie quando fondato su sensazioni e affermazioni non dimostrate e, spesso, solo prevenute specie quando prive di prospettive di soluzione, o almeno di speranze».