La premier Giorgia Meloni oggi si è recata a Torino. La capitale sabauda dall’8 al 16 marzo sta ospitando gli Special Olympic Games, la manifestazione multi-sportiva per atleti con disabilità intellettiva, organizzata, con cadenza biennale dalla Special Olympics e meritava indubbiamente l’apprezzamento del vertice dell’esecutivo nazionale.

E trovandosi da quelle parti, ha visitato anche Argotec, azienda torinese di micro satelliti allo SpacePark di San Mauro Torinese. Come in prima mattinata avevano annunciato le agenzie di stampa, si è trattato di una visita privata, senza altri rappresentanti istituzionali. Ma a quanto abbiamo notato, con una potente copertura mediatica che di privato non aveva molte connotazioni.

E poiché è stato fatto notare che è Adolfo Urso l’autorità delegata in materia di Spazio, uno zelante funzionario ha subito precisato che: «la principale responsabilità sul tema resta ancorata alla Presidenza del Consiglio».

Ben venga, dunque, che il capo del governo abbia conoscenza dell’hub inaugurato a ottobre scorso, con l’obiettivo di riunire nella sede dell’azienda torinese le eccellenze emergenti della space economy italiana.

L’amministratore delegato David Avino nel salutare la Presidente ha detto: «È un momento particolare in cui stiamo raccogliendo tanti investimenti in innovazione e in tecnologia» ribadendo però l’architettura autoctona della sua organizzazione: «Siamo ancora una delle pochissime aziende 100% di capitale italiano». Il che purtroppo non esime l’impresa dal dover far ricorso ai lanciatori americani, almeno fino a che l’Europa, o meglio la stessa Italia non si affranchino dalle basi al di là dell’oceano e non siano pur sempre vincolati all’acquisto di componenti che nessuno produce da queste parti e quindi con tutti i dettati delle rigide restrizioni di Washington.

È il duro destino dello spazio, non rammarichiamoci, frutto di grossi errori commessi in passato, ma anche di clamorose distrazioni compiute nel presente.

Avino ha poi tenuto a precisare, secondo quanto riportato dai lanci di agenzia, che in particolare non si è parlato né di Musk, né di Starlink, né di Iris2. Ha fatto bene, a nostro avviso. Di questi temi, lunghi e ripetitivi già se ne parla fin troppo fuori dai suoi perimetri aziendali. Se ne parla negli stadi, nei bar e nei dopolavoro di tutti i tipi.

La visita ha mostrato la Presidente molto curiosa ed è sicuramente un bene che la massima istituzione mostri interesse per una tecnologia così importante, specie dopo che lei stessa ha fatto dichiarazioni sul futuro delle telecomunicazioni protette del nostro Paese. Chi sa che se dovesse arrivare qualche compensazione produttiva non sia proprio Argotec la beneficiaria dell’attività?

E allora la visita privata potrebbe avere tutt’altra visuale.

Staremo a vedere e, promettiamo, non ci stupiremo di qualunque cosa possa accadere. In fondo forse anche in Italia occorre un ‘Elon Musk in grado di rinnovare profondamente un tessuto produttivo fermo da troppi anni ai vecchi schemi della catena del valore su cui corrono più o meno ordinatamente interessi territoriali, di piccoli padroni e di grandi programmi tutti benedetti da un’impresa su cui continua a gravare la volontà francese senza nessuna visuale concreta di indipendenza.