(Photo by Mauro Scrobogna / LaPresse)

Mi sa, e spero ardentemente di sbagliare, che l’unico che ha capito qualcosa, se mi intendete in cosa intendo per ‘capito’, in questo gran pasticcio, è l’oligarca, l’ineffabile Crosetto quello, il sosia del quale basta che telefoni a un industrialone più o meno italiota, e quello lo riempie di soldi: sì il ministro della ‘Difesa’, adesso va di moda usare la parola difesa, invece di guerra, che è la parola giusta, cioè esatta!

Certamente, la politica a colpi di petardi rumorosi del nuovo Presidente USA ha rivoluzionato le politiche di vari Stati, ma in particolare di quelli europei, semi-dormienti da tempo. E, va detto, lo ha fatto inizialmente nel modo peggiore perché ha suscitato o resuscitato le peggiori mene fascistoidi mai scomparse in Europa, e non solo, ma poi, a furia di colpi d scena sta mettendo fuori gioco anche i più ‘fedeli’ e servizievoli alleati o amici, ma anche gli  … avversari. Anzi i ‘nemici’ come è scritto dieci volte nella orrenda risoluzione di ieri del Parlamento Europeo.

D’altra parte, uno che non è nato ieri, come Romano Prodi (che ha fatto di tutto e quindi qualcosa di come funziona il mondo la sa benissimo) dice pensoso che “se avessimo avuto un esercito comune europeo non vi sarebbe stata l’Ucraina”. Frase che colpisce, stupisce, urla, forse è vera, ma … valla a dimostrare. E poi, con quale politica?

La storia fatta con i ‘se avessimo avuto o fatto’, la sanno fare tutti.

La storia vera, si costruisce giorno per giorno: giocando (cioèpartecipando), giocandosi, e prendendosi delle responsabilità in prima persona e non … dietro le spalle.

Come dicevo all’inizio, Crosetto è felice, la Leonardo assume a go-go, tutti sono felici: ora sì che si spendono soldi, tanti soldi!

Qualcuno, timidamente come me, dice: ma spendere soldi in 27 esercitini e senza una prospettiva politica comprensibile e visibile, non ha senso, e spenderli per ‘compensare’ economicamente gli USA, ma continuare in una astrusa ‘politica atlantista’ della quale sfugge il contenuto, e dare per scontato che quelli lì sono amici (e magari ci fregano, vedi i dazi odierni di Trump) e quelli là sono nemici, non ci aiuta, anzi ci danneggia. Ma intanto, peste e corna ai nemici e tarallucci e vino, oltre che tagliatelle, agli amici.

Conseguenza, finisco qui le mie considerazioni, sui fatti di questi giorni e sui quali mi riservo di tornare, conseguenza dico: eccola.

L’on.le Luigi Zanda (chiunque egli sia … ciò che è stato, appunto è stato), l’on.le Pina Picierno e l’’on.le auto-eletto’ Giannini (da “La Repubblica”) affondano Ely Schlein e, quindi, il PD.

Una Schlein silente, incapace di liberarsi dei lacci e della rete dei vari Bonaccini e Renzi, impaniata nei dispetti quotidiani di “Giuseppi”, casca nella trappola. Lei non è, probabilmente, così atlantista come la si vorrebbe; non è, probabilmente, per i 27 esercitini costosi e inutili; è, probabilmente, favorevole ad una difesa (che non significa ‘esercito’, ma ben altro e di più, ma forse meno costoso e molto più produttivo) europea unica, magari di un gruppo ristretto di stati, ma … quel ‘probabilmente’ non ha saputo farlo valere, non lo ha detto mai, non ha avuto il coraggio di farlo, e certo la libertà sicuramente no.

Ma l’on.le Zanda ha deciso: congresso straordinario per fare ritornare in ‘sella’ la vecchia guardia.

Non è così?

Spero davvero, ma sembra proprio così.

Di Giancarlo Guarino

Giancarlo Guarino è Professore ordinario, fuori ruolo, di Diritto Internazionale presso la Facoltà di Economia dell’Università di Napoli Federico II. Autore di varie pubblicazioni scientifiche, specialmente in tema di autodeterminazione dei popoli, diritto penale internazionale, Palestina e Siria, estradizione e migrazioni. Collabora saltuariamente ad alcuni organi di stampa. È Presidente della Fondazione Arangio-Ruiz per il diritto internazionale, che, tra l’altro, distribuisce borse di studio per dottorati di ricerca e assegni di ricerca nelle Università italiane e straniere. Non ha mai avuto incarichi pubblico/politici, salvo quelli universitari.