C’è qualcosa che non quadra nella storia del Segretario della difesa americana Pete Hegseth con i suoi messaggi minatori ai lavoratori dipendenti federali di stanza ad Aviano, Sigonella, Napoli, Pisa e Vicenza. Cinque del centinaio di basi di occupazione che gli Stati Uniti continuano a detenere in Italia dopo l’ultima guerra, per capirci.
E onestamente abbiamo difficoltà a comprendere quali siano i confini tra fake e verità. Tra follia e ragione.
Così, proviamo a decifrare i comportamenti del gruppo comandato dall’uomo più ricco del mondo, ma anche quello più dotato di delirio di onnipotenza, sicuro di saltellare al di qua o al di là delle istituzioni che lo hanno adottato, conscio che con una generosa mancia, è in grado di poter corrompere qualsiasi elettore, grande o piccolo che sia, pur di legittimare il suo sponsor di turno: ieri Obama, oggi Trump. Domani, forse anche il capo dei Mohicani.
La notizia di cui ci occupiamo è riportata da due tra i più autorevoli quotidiani della nostra nazione e pertanto difficilmente smentibile.
«A seguito di una revisione delle procedure del Pentagono -recita il documento trasmesso, con i nostri omissis ma solo per non appesantire il riporto- tutti i dipendenti civili del Dipartimento della Difesa devono inviare cinque punti sui risultati ottenuti nella settimana precedente al proprio supervisore diretto entro 48 ore dalla ricezione di questa e-mail».
Frasi ad effetto che fanno seguito a quanto aveva scritto Elon Musk su X già lo scorso mese: «In linea con le istruzioni del Presidente Donald Trump…».
A prescindere dall’abuso deontologico di superare la gerarchia di impresa che per un uomo di azienda appare piuttosto singolare, è evidente una narrativa del lavoro del tutto insolita e assai pericolosa per il percorso delle carriere e delle protezioni sindacali che pur con i dovuti limiti, fanno dell’Italia uno dei Paesi più di avanguardia del dialogo sociale.
Il Segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, commentando le mail intercettate dà la sua opinione: «Piuttosto che chiedere ai dipendenti se sono stati utili bisognerebbe chiedere ai dirigenti o all’azienda come hanno organizzato il lavoro», ribadendo che il nostro sistema di lavoro è diverso, con garanzie previste dai contratti. La lettera ricattatoria, oltre ai dipendenti governativi degli US, avrebbe raggiunto anche gli italiani, anche se fonti sindacali di casa nostra lo smentiscono.
Ma se così fosse, se tra i destinatari ci dovessero essere anche lavoratori italiani, potrebbe aprirsi un serio fronte di scontro col modo aggressivo di fare di questi centurioni del nulla che stanno operando a Washington, se minimamente si dovesse smarginare su una giurisdizione che non appartiene loro e difficilmente amicizie e moine del nostro governo con gli imprenditori d’oltre Atlantico potranno lenire gli attriti e le rivendicazioni.
Secondo un giornale del nord est, comunque, già la Difesa americana avrebbe sospeso le carte di credito governative e i relativi conti sono stati azzerati a un dollaro. Affari loro, se vogliono bloccare i loro acquisti. Assai peggio se interrompono le forniture dalle ditte italiane regolate dagli istituti contrattuali. Ma di questo dovrebbero darne conto quei ministri dell’establishment nazionale la cui voce al momento stride di pavido silenzio.
Ma in questo tourbillon, che Ennio Flaiano avrebbe definito grave ma non serio, ci domandiamo se il mago dello spazio sta seguendo una strategia personale o se inebriato da un potere quasi sovrannaturale non stia spingendo tutto il suo pathos pur di acchiappare il tutto e dappertutto.
E ci spieghiamo. Sembra inevitabile, ineluttabile e improrogabile che le telecomunicazioni riservate in orbita bassa saranno affidate a Starlink, appartenente a un proprietario che gode di immunità e di arbitrio ovunque lui operi. Uno che fa usare i suoi prodotti come merce di pressione o, forse, di ricattato negli accordi di natura istituzionale e forse come strumento ingiuntivo nelle consultazioni elettorali. Troppa cenere sotto il tappeto ce lo fa credere e nessuna smentita ce lo fa ignorare. Ebbene, pur consegnando la nostra indipendenza e la nostra sovranità (cosa assai diversa dal sovranismo!) a un privato cittadino o a una nazione che ci sta mostrando il suo mantello irto di ostilità, non notiamo nessuna forma di captatio benevolentiae tale da renderci meno amara la pillola.
Se questo è un uomo, avrebbe detto Primo Levi…