In questi giorni è accaduto qualcosa che avrebbe potuto avere conseguenze molto gravi: a causa del rientro incontrollato in atmosfera da circa 281 km di quota all’altezza del Mare di Irlanda, un relitto spaziale è precipitato sul tetto di un magazzino di componenti elettrici ubicato tra Poznań e Komorniki in prossimità del fiume Warta.
La Polish Space Agency ha confermato l’accaduto, specificando che l’oggetto, identificato aveva una massa di circa quattro tonnellate. Un secondo componente simile al primo è stato successivamente rinvenuto in una zona boschiva vicino al villaggio di Wiry, sempre nella Polonia occidentale. Altri frammenti potrebbero essere precipitati sul suolo dell’Ucraina a cui evidentemente il destino non lo rende bersaglio solo delle bombe dell’ex capo del Kgb sovietico!
L’agenzia ‘Ansa’ riporta l’opinione dell’astronomo Jonathan McDowell dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, secondo cui il detrito spaziale sarebbe un serbatoio a pressione del lanciatore Falcon 9 di Elon Musk utilizzato per la missione Starlink 11-4 lanciata da Vandemberg il 1° febbraio 2025. La sua destinazione avrebbe dovuto essere nel fondo dell’Oceano Indiano dopo aver rilasciato i suoi satelliti, ma questa volta il motore non si è riavviato e la manovra di deorbitazione è fallita offrendo uno spettacolo spaventoso agli abitanti di Germania, Svezia, Gran Bretagna, Polonia e Olanda che ne hanno ripreso le scene.
Non è la prima volta che si incorre in queste manovre fuori controllo del secondo stadio del Falcon, come raccontano le cronache già dallo scorso anno. Il masso di acciaio avrebbe potuto causare una catastrofe se i pezzi fossero finiti in un centro abitato e solo un caso lo ha evitato. Ma fino a che punto il pianeta Terra avrà questa fortuna? Fino a che punto questi lanci continui oltre a saturare le orbite basse non rappresenteranno un danno ecologico e sanguinario per noi tutti?
La tipologia dei componenti protagonisti dell’impatto è progettata per sopportare elevate pressioni interne. Le strutture che contengono elio per questo devono resistere anche alle estreme condizioni del rientro orbitale. Quindi c’è poco da fare in quella direzione.
La questione dunque è preoccupante e meriterebbe un istituto regolatorio per controllare adeguatamente la circolazione di tutti i veicoli che lasciano l’atmosfera. Ma è poco probabile che qualcuno si muova seriamente: mettersi contro chi ha praticamente il monopolio dei lanci commerciali -e non solo- significherebbe stuzzicare le ire di un monarca assoluto e pure l’inimicizia dei suoi amici. Che non sono pochi, specie nel mondo della politica dove Musk ha saputo ben tessere la sua rete. In cui sono finiti intrappolati in molti.
Per questa volta è andata bene a tutti tranne che a Adam Borucki, il proprietario dello stabile danneggiato. Ma una prossima volta a chi toccherà?