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Ucraina: quegli aiuti USA su cui Trump mente

DiGhitina Vassia

Feb 21, 2025

È vero quello che sostiene il Presidente americano Donald Trump e cioè che gli Stati Uniti hanno sostenuto lo sforzo maggiore per garantire la difesa dell’Ucraina dall’aggressione russa? È questo il mantra che Trump -che nel frattempo ha aperto una trattativa con Putin escludendo il Vecchio Continente e la stessa Kiev- ripete da tempo e che usa come clava contro l’Europa perché aumenti le spese militarti e garantisca da sé la sua sicurezza. Esortazione ribadita anche dal neo Segretario della difesa Pete Hegseth, secondo cui Washington non schiererà truppe in Ucraina per garantire la pace.

I numeri elaborati dall’Ukraine support tracker, osservatorio dell’Università tedesca di Kiel non lasciano spazio a dubbi: a quasi tre anni dall’invasione dell’Ucraina da parte delle forze armate russe, l’Europa (Regno Unito compreso) ha speso di più rispetto agli Usa nel sostenere lo sforzo bellico di Zelensky, concentrandosi inizialmente su sostegno umanitario e finanziario, ma anche per gli armamenti le cifre sarebbero le stesse. Stando all’ultimo report, pubblicato il 14 febbraio scorso, i Paesi europei avrebbero sborsato 132 miliardi di euro contro i 114 americani. Dei 132 miliardi europei, 62 sarebbero stati spesi in armamenti e gli altri in aiuti economici e umanitari. Dei 114 miliardi di dollari americani, 64 sarebbero stati dedicati alle forniture belliche. Sostanzialmente, sia sul piano militare sia su quello finanziario/umanitario, verrebbero smentite le dichiarazione di Donald Trump che, di contro, pretenderebbe lo sfruttamento delle terre rare e del petrolio ucraino per un ammontare di 500 miliardi di dollari.

Paradossalmente, il rapporto certifica invece che nel corso del 2023 l’America avrebbe addirittura rallentato il flusso degli aiuti che sarebbe diminuito significativamente per nove mesi, quando il Congresso degli Stati Uniti (su spinta repubblicana/trumpiana) ha bloccato qualsiasi nuovo disegno di legge sugli aiuti. I donatori europei, invece, secondo l’osservatorio, avrebbero addirittura introdotto nuovi meccanismi per l’approvvigionamento di armi per l’Ucraina tra cui l’International Fund for Ukraine (IFU), un meccanismo di finanziamento guidato dal Regno Unito. Anche perché, intanto, il sostegno bellico ha cambiato pelle: se nei primi mesi del conflitto i Paesi europei hanno potuto svuotare i loro arsenali cedendo le armi a Kiev, successivamente, hanno incaricato le industrie produttrici di armamenti tanto che nel 2023 e nel 2024 la maggior parte degli aiuti militari, oltre il 60 percento, sarebbe stata ordinata dall’industria e prodotta ex novo.

Molta parte della polemica era stata riaccesa anche lo scorso 2 febbraio, quando il Presidente Ucraina Volodymyr Zelensky ha detto di aver ricevuto solo 75 miliardi di dollari dei 175 miliardi di dollari che gli Stati Uniti avevano speso per l’Ucraina. Molti in America si sono chiesti se quei 100 miliardi di dollari fossero andati persi o fossero stati frodati. La risposta è no. Solo una parte degli aiuti passa attraverso il controllo ucraino. Gran parte paga per le attività a seguito della guerra, ma non direttamente all’Ucraina. Questi includono l’addestramento degli Stati Uniti delle forze ucraine, l’assistenza umanitaria globale, i costi aggiuntivi delle forze di ondata statunitensi in Europa e il supporto dell’intelligence sia per la NATO che per l’Ucraina.  il CSIS ha riferito in precedenza, “aiuti all’Ucraina” è un termine iprteso perché il 90 per cento degli aiuti militari viene speso negli Stati Uniti. Degli aiuti complessivi, il 60 per cento viene speso negli Stati Uniti, circa il 25 per cento viene speso in Ucraina e l’ultimo 15 per cento viene speso a livello globale.
Più specificatamente – spiega Mark F. Cancian colonnello dell’UScMarine Corps Reserve e consulente del CSIS – «dal 2022, il Congresso si è stanziato 175,2 miliardi di dollari in aiuti a seguito della guerra in Ucraina, una leggera differenza rispetto ai 177 miliardi di dollari citati da Zelensky. Questo include tutti i fondi nei cinque stanziamenti supplementari, 900 milioni di dollari nel bilancio regolare, ma esclude 9 miliardi di dollari in prestiti. La maggior parte è stata consegnata e la maggior parte del resto è stata vincolata attraverso contratti e impegni vincolanti. Tuttavia, ci vorranno molti anni per completare tutti i contratti e il denaro erogato.
Gli aiuti si possono suddividere in: Equipaggiamento militare che comprendono sostituzione delle attrezzature inviate in Ucraina dalle scorte statunitensi (attraverso l’Autorità presidenziale di recupero) e finanziamento militare straniero di attrezzature per l’Ucraina; Base industriale degli Stati Uniti e spesa generale del Dipartimento della Difesa: articoli che migliorano le capacità militari statunitensi, in particolare la base industriale della difesa, ma non sono direttamente correlati alla guerra in Ucraina; Ucraina Security Assistance Initiative (USAI): principalmente denaro per l’Ucraina per procurarsi attrezzature direttamente dai produttori statunitensi, supporta anche la manutenzione delle attrezzature ucraine, la formazione del personale e delle unità ucraine e le attività di intelligence relative all’Ucraina; Forze statunitensi cioè fondi per i costi aggiuntivi delle forze statunitensi che sono state schierate in Europa in risposta all’aggressione russa. Alcune di queste forze di ondata sono tornate negli Stati Uniti, ma altre rimangono; Aiuto umanitario cioè aiuti per alleviare la sofferenza a causa della guerra. Per lo più fatto attraverso organizzazioni non governative in Europa per i rifugiati ucraini, anche se alcuni sono spesi negli Stati Uniti e in Ucraina. Parte del budget è anche speso per aiuti alimentari globali. Circa 3 miliardi di dollari sono andati allo sviluppo internazionale, non correlati alla guerra; Economico: i fondi statunitensi sono forniti al governo ucraino attraverso la Banca Mondiale per compersare le entrate fiscali perse e per mantenere operativi i servizi governativi; Altre agenzie statunitensi: fondi per attività in agenzie statunitensi diverse dal DOD, dal Dipartimento di Stato e dall’USAID, ad esempio, per il Dipartimento del Tesoro per far rispettare le sanzioni e per il Dipartimento dell’Energia per salvaguardare i materiali nucleari.
Secondo Cancian, la cifra rilanciata da Zelensky di 75 miliardi di dollari ricevuti dagli USA sarebbe la somma dell’equipaggiamento militare annunciato (34,1 miliardi di dollari per il prelievo, 33,2 miliardi di dollari per l’USAI e 6,3 miliardi di dollari per le vendite militari estere). Si otterrebbero 73,4 miliardi di dollari, vicino ai 75 miliardi di dollari citati da Zelensky. Tuttavia, non tutta quell’attrezzatura è arrivata, quindi chiamarla ‘ricevuta’ non è accurato. ‘Impegnata’ sarebbe meglio. Se si tiene conto dei calcoli effettuati dall’Istituto di Kiel in Germania, i  numeri per gli aiuti militari degli Stati Uniti fino al 31 ottobre 2024 è di 64,5 miliardi di dollari; l’aggiunta dei 5,9 miliardi di dollari annunciati da allora porta il totale a 70,4 miliardi di dollari, vicino al calcolo del CSIS.

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