È vero quello che sostiene il Presidente americano Donald Trump e cioè che gli Stati Uniti hanno sostenuto lo sforzo maggiore per garantire la difesa dell’Ucraina dall’aggressione russa? È questo il mantra che Trump -che nel frattempo ha aperto una trattativa con Putin escludendo il Vecchio Continente e la stessa Kiev- ripete da tempo e che usa come clava contro l’Europa perché aumenti le spese militarti e garantisca da sé la sua sicurezza. Esortazione ribadita anche dal neo Segretario della difesa Pete Hegseth, secondo cui Washington non schiererà truppe in Ucraina per garantire la pace.
I numeri elaborati dall’Ukraine support tracker, osservatorio dell’Università tedesca di Kiel non lasciano spazio a dubbi: a quasi tre anni dall’invasione dell’Ucraina da parte delle forze armate russe, l’Europa (Regno Unito compreso) ha speso di più rispetto agli Usa nel sostenere lo sforzo bellico di Zelensky, concentrandosi inizialmente su sostegno umanitario e finanziario, ma anche per gli armamenti le cifre sarebbero le stesse. Stando all’ultimo report, pubblicato il 14 febbraio scorso, i Paesi europei avrebbero sborsato 132 miliardi di euro contro i 114 americani. Dei 132 miliardi europei, 62 sarebbero stati spesi in armamenti e gli altri in aiuti economici e umanitari. Dei 114 miliardi di dollari americani, 64 sarebbero stati dedicati alle forniture belliche. Sostanzialmente, sia sul piano militare sia su quello finanziario/umanitario, verrebbero smentite le dichiarazione di Donald Trump che, di contro, pretenderebbe lo sfruttamento delle terre rare e del petrolio ucraino per un ammontare di 500 miliardi di dollari.
Paradossalmente, il rapporto certifica invece che nel corso del 2023 l’America avrebbe addirittura rallentato il flusso degli aiuti che sarebbe diminuito significativamente per nove mesi, quando il Congresso degli Stati Uniti (su spinta repubblicana/trumpiana) ha bloccato qualsiasi nuovo disegno di legge sugli aiuti. I donatori europei, invece, secondo l’osservatorio, avrebbero addirittura introdotto nuovi meccanismi per l’approvvigionamento di armi per l’Ucraina tra cui l’International Fund for Ukraine (IFU), un meccanismo di finanziamento guidato dal Regno Unito. Anche perché, intanto, il sostegno bellico ha cambiato pelle: se nei primi mesi del conflitto i Paesi europei hanno potuto svuotare i loro arsenali cedendo le armi a Kiev, successivamente, hanno incaricato le industrie produttrici di armamenti tanto che nel 2023 e nel 2024 la maggior parte degli aiuti militari, oltre il 60 percento, sarebbe stata ordinata dall’industria e prodotta ex novo.