I titoli ‘urlati’ si sprecano e si sprecheranno nei prossimi giorni … nei prossimi pochi, pochissimi, giorni: «ora nessuno più grida viva l’Ucraina, io sono ucraino», perfino Glucksmann (quello famoso perché non parla male dei palestinesi) parla di «fine dell’Occidente»!
Io, devo dirlo: dal primo giorno in cui questa guerra è iniziata, ho detto e ripetuto che si trattava di una guerra in cui l’Ucraina era solo il campo di battaglia, una guerra tra altri: USA e Russia. Tra poco lo spiego di nuovo. Sono filo-Putin? No. Filo-Putin ce ne sono moltissimi in Italia nelle più alte sfere: la gran parte della ‘maggioranza politica’ e della ‘opposizione’, opportunisti a parte, ma la maggioranza dei cittadini italiani è ed è stata contro la guerra. Io non amo Putin, amo il diritto e ho scritto e cercato di dimostrare che quella guerra era giuridicamente sballata, che prima di parlare di aggressione della Russia sarebbero occorsi molti approfondimenti ecc. e che la ‘pace giusta’ è una sciocchezza priva di significato.
Ma davvero è una sorpresa la telefonata tra Trump e Putin: per chi è una sorpresa? Lo sapevamo tutti. Trump, siamo onesti, lo aveva detto dieci volte, sia quando questa guerra è cominciata, sia quando ha preso la Presidenza, sia subito dopo. Lo aveva detto e lo ha fatto. Questo, sia chiaro, non è un merito: un politico (ma anche un politicante) se dice delle cose, le fa per sgradite che siano a chi non le ama. Se non le fa, è un bugiardo o peggio. Poi, se quello che fa, magari, è sbagliato, duro o perfino crudele si giudica quello che fa dopo avere giudicato, e preso posizione, su quello che ha promesso. Certo, da noi non usa e la stampa non ricorda oltre l’altro ieri e prevede al massimo un’ora avanti.
Non facciamo le mammolette: è così e lo sappiamo benissimo. Come, per esempio sappiamo benissimo che le navi che sono in mare per recuperare i naufraghi sono costrette a lunghissimi viaggi ovviamente per ostacolarne l’attività. È un male, ma nessuno dice nulla. Poi, ogni tanto, ci battiamo il petto per uno su dieci affondamenti che accade davanti ai nostri occhi. È la Realpolitik, si dice: oggi va molto di moda, si fanno le scuole addirittura. Prendo atto: ma io faccio il giurista.
In termini tecnici – senza mezze parole – quella di Trump è una sorta di resa, un «armistizio» in vista di un trattato di pace, la dichiarazione di avere perso una guerra: realistica, ma tutt’altro che rispettabile. Poi, naturalmente si può dire che invece l’ha persa la Russia. Ma solo i cretini parlano di «vincere» le guerre.
Perchè quella in atto in Ucraina è in realtà una guerra iniziata – vedete? dico anche la data – a metà del 1994, quando Bill Clinton, lo stesso di cui ho parlato a proposito della Palestina, con lo stesso spirito indifferente alla parola data come per la Palestina, decise di autorizzare ciò che molti statunitensi e moltissimi europei gli chiedevano da tempo: spostare la ‘linea difensiva’ (sic!) della NATO verso est, cioè verso il territorio della Russia. «Linea difensiva», per capirci è la versione moderna della «cortina di ferro» di Churchill. E ora è partita la fanfara addirittura per un PNRR per il riarmo europeo: siamo inguaribili!
Clinton violava un accordo, sia pure non scritto, ma chiarissimo, addirittura del 1990; detto incidentalmente, la settimana prima aveva dichiarato a Mosca che non avrebbe spostato quella linea. Un accordo, dico, tra Gorbačëv in persona e Bush senior in persona, dopo i famosi incontri del primo con Reagan e la ‘storica’ passeggiata sul lago di Ginevra, nei quali si garantivano reciprocamente l’abbandono sovietico della Germania est e del resto dell’Europa socialista in cambio di un mancato avanzamento del fronte della NATO verso est: fronte contro la Russia. Si ha voglia di dire che la NATO è uno strumento difensivo, altro che, basterebbe la Iugoslavia! … fu Papa Francesco, se non sbaglio, a parlarne come di qualcosa o qualcuno che «abbaiava» sotto casa della Russia.
Ripeto: vogliamo fare Realpolitik? Bene: questa è la realtà. Lo sappiamo benissimo, sulla stampa non si dice, i politicanti non vogliono dirlo, ma questa è la pura e semplice verità. Confermata ancora oggi, quando in Europa si sentono i vari sdicenti leader e ducetti, protestare contro Trump che abbandona così la ‘difesa’ europea e ci ‘costringe’ a spendere più soldi per la difesa. Basterebbe l’uso del termine ‘difesa’ a chiarire la distorsione logica: la Russia è un ‘nemico’, per definizione. Un nemico che potrebbe attaccarci (anzi secondo alcuni ci attaccherà sicuramente) anche se nessuno saprebbe dire perché, oltre a parlare confusamente di ‘impero’, dimenticando che intanto Trump parla di prendersi la Groenlandia, Panama e di trasformare la Palestina in un villaggio turistico. Il che non vuol dire stare a mani alzate, ma, come fece la Merkel ad esempio, trattare, negoziare, mettere sul tappeto le cose che abbiamo e fanno gola alla Russia.
Sono filo-Putin? Al solito, o sei ‘filo’ o sei ‘anti’ come allo stadio e per di più chi lo dice e si auto-definisce ‘liberale’ – anzi ‘liberal’ che fa più chic – sembra che non si renda conto che favorisce fortemente proprio il contrario: l’instaurazione di governi sempre più autoritari e indisposti ai controlli e ai contro-poteri, cioè di regimi, dove magari si vota (Mussolini abolì il voto, noi siamo più moderni, lo permettiamo ma non conta nulla circa 100 anni fa e istituì i Tribunali Speciali, una vergogna italiana) ma dove le libertà civili, cioè lo stato di diritto, la cosa più importante che abbiamo inventato noi europei, viene eroso ogni giorno di più. In Russia? Certo, ma perché in USA no, dove i disegni di Trump sono indicati da importanti giornali statunitensi quale ‘Foreign Affairs’, come destinati a formare uno stato autoritario? e in Europa? L’elenco è presto fatto, non occorre ripeterlo qui!
E allora torniamo alla situazion internazionale. Dal 1990, anzi anche da prima, già con Reagan, inizia una fase di ‘distensione’ dopo la ‘Guerra fredda’, si tratta, si negozia, si arriva, dopo la caduta di Gorbačëv e ancora di più dopo l’avvento al potere di Putin, addirittura a creare degli organismi di consultazione tra NATO e Russia, qualcuno suggerisce di fare entrare la Russia nella NATO: una assurdità, ma testimonia il clima.
Poi, a metà degli anni ’90 questo clima si inaridisce – anche ‘per colpa’ di Putin, come ovvio – e si inaridisce al punto che nel 2007 Putin a Monaco di Baviera fa un discorso chiarissimo e durissimo: o il diritto internazionale lo facciamo insieme o noi non potremo accettare il ‘vostro’ diritto internazionale. (Oggi un discorso anche più violento lo fa Vance … a Monaco di Baviera!) È lì, che la distensione finisce: in maniera ufficiale, formale. La NATO non si ferma e Putin ‘medita vendetta’, a cominciare dai ‘fatti’ in Ucraina e dagli ‘accordi’ di Minsk del 2014, che non perdonerà mai.
Sto dicendo che Putin è innocente, che lui è una ‘mammoletta’? Per carità, non ci penso nemmeno lontanamente: Putin è un mascalzone tremendo, che andrebbe processato per ben altro che per avere fatto adottare qualche bambino ucraino da russi, ma tant’è.
Sta in fatto che, come testualmente la Russia aveva detto e ne riferisce in un articolo su ‘Foreign Affairs’ del 2014 M.E. Sarotte – Putin non avrebbe sopportato ulteriori avanzamenti, specialmente in Ucraina, punto sensibilissimo della intera popolazione russa (non solo dello stato), da ‘sempre’!
E facciamola breve. Ciò che voglio dire è solo che Trump del tutto chiaramente vuole mettere fine a questa ‘costosa’ e distorsiva guerra. Ma, attenzione, lo dico specialmente a certi furbetti italiani, lo fa a modo suo, passando tranquillamente non solo sopra l’Ucraina, ma sopra l’intera Europa, Italia inclusa, coinvolte finora solo per ‘mascherare’ malamente l’iniziativa statunitense. Non credo sia un caso che oggi a Mosca si discuta in un Convegno su una eventuale … nuova Yalta!
E non lo fa, ‘non è stupido Trump’, perché si è messo d’accordo con Putin per fargli occupare l’Europa, al contrario. Per impedire che l’Europa diventi ciò che avrebbe potuto diventare: una entità competitiva – sul piano tecnologico e scientifico, che sono le cose che fanno più paura a Musk e Trump – sia di USA che di Cina e di Russia. Necessariamente anche con le armi, ma certo non con 27 eserciti divisi per colpire uniti come dice la Kallas, evidentemente istruita dalla Schlein!
E non lo fa, ‘non è stupido Trump’, proponendo il piano su Gaza, perché si sia messo d’accordo con Putin o ami disperatamente Netanyahu, ma perché nasconde (molto malamente invero) il tentativo di prendere il pieno controllo oltre che del Canale di Panama anche di quello di Suez, strozzando così la Cina: il vero nemico. Aprendo, peraltro, un fronte del tutto nuovo anche perché il pieno controllo su Suez, strozzerebbe, sì, la Cina, ma innanzitutto l’Europa!
Svegliamoci prima che sia troppo tardi (e siamo già in fortissimo ritardo) e decidiamo che piuttosto che doverci difendere dai dazi e dai ricatti commerciali, vogliamo competere ad armi pari – nostre e non imposte – e quindi negoziare direttamente, con la Cina e con la Russia e con gli USA. Specie con gli USA (non più ‘sotto’): sarebbe una vera rivoluzione.
Ma, onestamente, non vedo molte spine dorsali in giro in Europa … in Italia, poi, solo autoritarismo e facce (ab)bronzatissime, da pochi soldi.
P.S. … so che non si usa, ma certe volte, ci vuole:
ritengo e continuo a ritenere che il Presidente Mattarella sia il miglior Presidente della Repubblica della nostra storia, dopo Pertini, e mi dolgo per l’attacco scomposto della Russia e di qualche manutengolo contro di lui. Però, a onore del vero e della lealtà, non si può, a mio parere, paragonare gli interventi della Russia a quelli ‘di Hitler’ – grazie al quale la Russia ha avuto 26.000.000 di morti – per di più dimenticando di citare gli analoghi episodi da parte di USA e Co., ahimè, noi compresi!