«Nessuna immunità. Né alla demagogia della politica né alle falsità della magistratura». Questo titolo rumoroso, campeggiava su un quotidiano qualche giorno fa.
Ebbene, no: ‘non ci sto’, per citare un noto Presidente della Repubblica, ma non per ‘usarne’ da morto il pensiero, per fargli dire cose che, sta in fatto, non ha detto: parlo di Togliatti, lì indicato per giustificare la divisione dei poteri tra magistrati. Così come oggi non avrebbe o avrebbe detto, non sappiamo, quel Presidente della Repubblica.
Sto parlando della discussione delle polemiche e delle ‘azzannate’ in corso nel ‘mondo politico”’. Non ci sto, per dire, che non accetto che si faccia di ogni erba un fascio, non ci sto per dire, anzi per suggerire una mia diversa visione del ‘dibattito’ politico. Non per avvalermi del pensiero o delle parole di altri, ma solo per esprimere, senza usare altri, il mio pensiero, per quel poco che vale.
Primo: sulla richiesta di Crosetto di reimmettere l’immunità, dopo essere rimasto coinvolto nella faccenda delle richieste di sostegni finanziari. Una brutta, bruttissima vicenda rispetto alla quale mi sarebbe piaciuto sentire una parola di pacata considerazione da parte del Ministro, invece della solita denuncia o querela. O da parte di altri Ministri, o da parte del «Signor Presidente del Consiglio dei Ministri on.le Giorgia Meloni», o da parte dell’opposizione.
Parliamoci chiaro: qualunque giornalista o politicante si domanderebbe se ci si sia capito qualcosa. E tutti risponderebbero in coro: no. Questa è la regola, questa sarebbe la domanda, questa sarebbe la risposta.
Io questa domanda non la pongo e non me la pongo. Nei panni della gran parte dei cittadini italiani, io credo di avere immaginato qualcosa: eccome! E questo, qualunque ne sia l’interpretazione, è drammatico, sì, drammatico. Perché resto a bocca aperta non solo nel vedere che nessuno (dico proprio nessuno) del ceto politico sembra interessato a spiegare, ma che i ‘colpiti’ (o presunti tali) le «vittime», come le definisce certa stampa, si schermiscono, non rispondono, negano, denunciano: cosa, chi, come, quando e perché a noi comuni mortali non lo spiega nessuno. Ma, in compenso, qualcuno del ceto politico (e non certo per distrazione o senza avere consultato qualcunaltro) dice: tagliamo la testa al toro, rimettiamo l’immunità.
Domanda, ingenua: scusate, che c’entra l’immunità ora? Capirei la proposta di ‘interdizione’ delle «vittime», ma l’immunità! Sorvolo sulla ‘falsità della Magistratura’, che è una sciarada, ma poi, usare un Togliatti di settant’anni fa per giustificare una cosa sbagliata, mi pare un po’ tanto.
Secondo: sulla questione Almasri. L’abbiamo fatta grossa, diciamoci la verità, ma proprio grossa e un po’ fuori mira anche, per dir così.
Insomma: abbiamo firmato facendo squillare le trombe un bel trattato a Roma, ci siamo impegnati a rispettarlo (qualche anno dopo!) con una legge un po’ confusa, abbiamo gridato alla felicità perché la Corte penale ha incriminato Ppputin (mi raccomando molte “p”!), abbiamo borbottato che, però, Netanyahu è stato eletto dal popolo e quindi … e quindi? … ma sorvoliamo anche qui. Abbiamo gioito perché è stato incriminato anche il capo di Hamas, abbiamo festeggiato perché era stato incriminato anche Almasri, ci siamo scandalizzati perché Putin è andato in Armenia (mi pare, o da quelle parti) e non l’hanno arrestato – gli armeni che arrestano Putin … come dire i salvadoregni che arrestano Trump! – , e poi, ci troviamo tra le mani Almasri e non solo non lo arrestiamo, ma lo portiamo in trionfo a casa sua su un aereo lussuosissimo con le poltrone Frau e i rinfreschi Findus!
Diciamocelo chiaro: è un po’ grossa, e il ‘Governo’ si è spiegato un po’ affannosamente.
E va bene.
Ma quella che proprio non capisco è la cosiddetta ‘opposizione’. Che si sbraccia, si straccia le vesti, urla, strilla, grida allo scandalo, vuole a tutti i costi il «Signor Presidente del Consiglio dei Ministri on.leGiorgia Meloni» in aula se no vanno sull’Aventino.
In aula a fare che?
Del «Signor Presidente del Consiglio dei Ministri on.le Giorgia Meloni» si può dire qualunque cosa, ma che non sia furbo, proprio no. E voi, ‘opposizione’, avete detto, fino a sgolarvi che il motivo lo conoscete benissimo, lo conoscono tutti, sono gli accordi, magari vergognosi, con la Libia ecc., ecc.
Bene, bravi. E secondo voi il «Signor Presidente del Consiglio dei Ministri on.le Giorgia Meloni» che aspetta? Che vi spompiate ancora un po’, per poi venire serafico in aula a dirvi: c’è un accordo con la Libia, su cui non posso dirvi niente … tanto più, aggiungerà di sicuro, che “l’avete firmato anche voi”.
E a quel punto che fate: applaudite?
Mi domando.
Da quelle parti, ci sarà, prima o poi, qualcuno che si domanderà: che vuol dire ‘fare opposizione’ … oltre sprecare voce per dire cento volte ‘Presidente del Coniglio’ e scrivere centodieci volte «La patriota in fuga»?