«L’utopia di un mondo ‘unipolare’ si è consumata nel tempo di poco più di un ventennioAttori, spesso non statuali – anche se, talvolta, sorretti da Stati – si propongono la ‘conquista’, non esclusa la pratica di atti di terrorismoQuale diventa, quindi, il prezzo della sicurezza? La minaccia dell’uso, se non la pratica, della violenza?….» e quindi ‘l’affondo’ secco: «L’Europa intende essere oggetto nella disputa internazionale, area in cui altri esercitino la loro influenza, o, invece, divenire soggetto di politica internazionale, nell’affermazione dei valori della propria civiltà? Con, al massimo, la prospettiva di un ‘vassallaggio felice»«L’Unione Europea semina e dissemina futuro per l’umanità … ». Tutto ciò, dopo, in francese (povero dr. Nordio!) avere detto «Le Traité du Quirinal en a récemment apporté la confirmation»dell’amicizianecessaria tra Italia e Francia, e non solo, ma anche della necessità di superare l’unipolarismo.

Sono le parole, lapidarie, durissime, chiarissime, magari in taluni punti non del tutto condivisibili, quando, per esempio, dimentica (per carità di Patria, credetemi) che l’autarchia e il nazionalismo, sono, sì, frutto marcio del nazismo, ma inizialmente del suo ‘maestro’ il fascismo maleodorante dell’Italia degli anni ’20, dell’assassinio di Matteotti, delle leggi fascistissime!

Ma sono, appunto, le parole del Presidente della Repubblica italiana.

Non voglio entrare nel merito di un discorso bellissimo, e proprio per questo che sarebbe bello discutere nel merito, ma non qui, ma voglio porre una domanda a quel ceto politico che Mattarella cita, senza nomi, ma con evidente … a dir poco, scarso entusiasmo.

Dico solo una cosa evidente, credo a tutti, e che dovrebbe essere tale anche per chi ‘fa l’opposizione’ parlando del ‘Presidente del coniglio’ … o si barcamena ricordando o sperando di chiamarsi ‘Giuseppi’ …  in terza elementare facevo di meglio perfino io!

Dico solo una cosa a questo ceto politico che, certo conoscendolo bene, non va oltre Pinocchio, ma nemmeno lo ha capito, ora dovete scegliere: o tornate con lealtà e franchezza ad una politica europea ed europeista leale, oppure dovete assumervi la responsabilità tutti, ma proprio tutti: maggioranza e opposizionedi dire chiaro, non solo e non tanto al Presidente della Repubblica, ma a noi italiani che avete cambiato politica, che non volete fare parte della UE e che, quindi, ve ne assumete tutta la responsabilità, politica, economica e civile.

Ripeto: il Presidente della Repubblica ha messo l’Italia intera e, quindi, innanzitutto, il suo Parlamento, cioè voi che vi autodefinite ‘classe’ politica, di fronte ad una domanda semplice, ma radicale: volete diventare i vassalli di altri, o volete che l’Italia mantenga il posto che le spetta nella UE? La risposta è un assordante silenzio.

Certo: le carte si possono truccare, in materia di giochi di prestigio i politicanti italiani sono maestri; in materia di ambiguità Pinocchio sarebbe un principiante. Ma il Capo dello Stato, cioè gli italiani, hanno fatto una domanda precisa e si attendono una risposta almeno altrettanto precisa.

Sono un illuso?

È probabile.

Di Giancarlo Guarino

Giancarlo Guarino è Professore ordinario, fuori ruolo, di Diritto Internazionale presso la Facoltà di Economia dell’Università di Napoli Federico II. Autore di varie pubblicazioni scientifiche, specialmente in tema di autodeterminazione dei popoli, diritto penale internazionale, Palestina e Siria, estradizione e migrazioni. Collabora saltuariamente ad alcuni organi di stampa. È Presidente della Fondazione Arangio-Ruiz per il diritto internazionale, che, tra l’altro, distribuisce borse di studio per dottorati di ricerca e assegni di ricerca nelle Università italiane e straniere. Non ha mai avuto incarichi pubblico/politici, salvo quelli universitari.