Feriscono profondamente i fatti di cui si discute, spesso con estrema arroganza, da parte del cosiddetto potere ormai sempre più incontrollato e incontrollabile anche per la sicumera con cui ‘giornalisti‘ o ‘opinionisti’ assai valenti, dicono, tranciano argomenti sui quali varrebbe la pena di riflettere seriamente e magari studiarli. Sempre più forte, perciò parlo di ferita, è la sensazione di vivere uno stato di straniamento rispetto alla realtà: si legge il proprio destino sui giornali o lo si ascolta su ‘podcast’ e in TV sempre più rozzi e volgari, sguaiati, con la netta sensazione di non avere più alcuna rilevanza reale per il potere e i pochi che lo esercitano: politici e, purtroppo, giornalisti, magari con la camicetta «button down» … trés chic!
Anzi, per metterci la ciliegina in questi giorni turbinosi, con una supponenza incredibile, uno dei boiardi del nostro Governo, cerca «un grande piano istituzionale» , per ‘contrastare le autocrazie che vanno a manetta’ (Dio solo sa che significhi, ma detto da lui … !) e continua, dopo avere ‘spiegato’ ai magistrati (evidentemente ignoranti) che l’avviso di garanzia non è un atto dovuto – anche se ‘blocca’ il Ministro della Giustizia alla ricerca di … un difensore: parole sue! -, che per rimettere in moto l’Italia, si devono «ristabilire le guarentigie» … insomma l’immunità! Ohhh, finalmente, quella, l’immunità, sulla quale sorvolo, ma sulla presunta lesione della quale sentiamo urla da trent’anni, ma sul resto, dr. Crosetto, c’è tutto scritto nella Costituzione: chiaro, succinto e compendioso. Basta applicarla, tutta.
Ad esempio, il ‘braccio di ferro’ in corso tra un Governo sempre più cupamente chiuso su sé medesimo, e una Magistratura accusata di tutto, ma colpevole di non tacere e lavorare non sempre al meglio. Sarà un caso, ma è appena trascorso il centenario della uccisine di Giacomo Matteotti e della legge Acerbo e si rivedono atteggiamenti ‘aventiniani’.
Nessuno spiega a cosa dovrebbe mai servire mandare quattro disgraziati in nave in Albania e riportarli a Bari in motovedetta. Stiamo assistendo ad una ridicola, ma feroce, partita di tennis, fine a sé stessa. Anche perché non risolvibile. È questo punto che vorrei spiegarmi e che nessuno sembra interessato a spiegare.
Sorvoliamo sulle modalità, e sulla terminologia sprezzante, ‘migranti’, e soffermiamoci sul fatto: a che serve mandare, sia pure tremila, disgraziati in Albania, cosa cambia, cosa ci cambia? Quando è evidente che basta uno schiocco di dita per farne arrivare tre volte tanti in tre giorni!
Questo è il punto, l’unico punto: il clima. L’affermazione bruta di una volontà ostile. Solo questo. La volontà di affermare la propria volontà suprema: decido io e basta, e non devo spiegazioni a nessuno. Se invece di mandarli in Albania, li si mandasse a Taranto, cosa cambierebbe? Nulla.
Ma, a leggere i giornali, quasi tutti diciamoci la verità, la ‘colpa’ è dei Magistrati ‘politicizzati’ … a proposito: che significa ‘politicizzato’? Cos’è una malattia, un virus? Non si sa, nessuno lo spiega, però si ‘allude’. E ci si incastra in un braccio di ferro tanto stupido quanto inutile, condotto sulla pelle di quattro disgraziati, colpevoli di non essere come noi immaginiamo di essere. Si è trasformata una faccenda organizzativa, sgradevole e faticosa forse, in una questione di principio: devo vincere io, dice il Governo. No devo vincere io, dice (o sembra dire) la ‘Magistratura’ … questa sorta di ircocervo misterioso e temuto e odiato o venerato, a seconda dei casi: un potere che si oppone ad un altro potere … a cornate.
Sarebbe bastato ragionarci insieme un minuto per capire che non si può mandare un tizio a rischiare la pelle, solo perché voglio dimostrare che non devi venire in Italia. Perché il problema, il vero problema, è tutto e solo lì. Se non vuoi migranti fra i piedi devi affrontare quel problema, non mandarli a farsi ammazzare da dove vengono o … organizzare una sorta di girone infernale dove quei ‘diversi’ (di cui, tra l’altro, avremmo in molti casi bisogno) vengono fermati e massacrati. Questa ‘soluzione’ serve solo a nascondere la testa sotto la sabbia, negando e cancellando mille anni di civiltà: che vuol dire mettere ben salde le premesse per privarsi anche noi stessi di quella civiltà della quale andavamo orgogliosi.
Capisco, capisco perfettamente la ‘Realpolitik’, capisco la ‘ragione di Stato’ come dice, con la sicumera di cui parlavo prima, il recente vate della ‘geo-politica’, gestore di scuole di Realpolitik. Ma capisco cosa? Per non avere migranti fra i piedi, fingo di non vedere come si fa a farne arrivare di meno … perché poi arrivino lo stesso e sempre più numerosi e incontrollati?
È il ‘caso Almasri’, insomma. Lo sappiamo tutti benissimo: è dai tempi di Berlusconi, amico di quel Gheddafi che poi ha contribuito ad abbattere, che abbiamo ‘accordi’, che non esistono, con uno stato che non esiste per ‘fermare’ i migranti in Libia. Noi paghiamo la Libia, o meglio bande di delinquenti libici, per farlo: Realpolitik.
E neghiamo così a noi stessi, la nostra sola risorsa: quella civiltà millenaria che è lo «Stato di diritto». L’unica cosa che dovremmo esportare.