Successo doveva essere e successo è stato, al di là della minuta contabilità degli aiuti. Ora restiamo in attesa, ormai non più molto fiduciosa, di concreti progressi in direzione della fine delle ostilità
‘Solidali con il popolo ucraino’: questo il titolo della conferenza internazionale svoltasi il 13 dicembre a Parigi su invito congiunto del Governo francese e di quello di Kiev. Ha fatto seguito, nel pomeriggio dello stesso giorno, un incontro bilaterale franco-ucraino dedicato alla futura ricostruzione del Paese e al contributo che ad essa potranno dare gli imprenditori francesi.
Considerando l’attenzione che i ‘cugini’ transalpini hanno sempre dedicato alla propria penetrazione economica all’estero, la sessione pomeridiana era probabilmente quella di fatto più importante, almeno per loro. Una nobile cornice multilaterale era però necessaria, soprattutto nella gravissima situazione in cui versa attualmente la popolazione ucraina a causa dei rigori invernali e della progressiva distruzione, da parte di Mosca, delle infrastrutture del Paese: ecco dunque la conferenza, dedicata – secondo un ‘tweet’ di Emmanuel Macron – al soddisfacimento delle ‘necessità dell’Ucraina per superare l’inverno’.
Il comunicato congiunto franco-statunitense emesso il 2 dicembre scorso, al termine della visita del Presidente Macron a Washington, aveva già fatto esplicito riferimento alla conferenza nei termini seguenti: “The US and France plan to continue working with partners and allies to coordinate assistance efforts, including atthe international conference taking place in Paris on December 13, 2022”.
Era bastato questo accenno, preceduto daun’intervista in cui Macron aveva ripetuto di voler mantenere contatti regolari con Putin e confermato la necessità di fornire alla Russia appropriate ‘garanzie di sicurezza’, nonché da una dichiarazione di Biden che si diceva aperto a colloqui diretti con il Presidente russo qualora ve ne fossero le condizioni, per scatenare da parte di alcuni organi d’informazione (a dire il vero soprattutto italiani) il tam-tam della ‘conferenza di pace’. La Francia aveva finalmente convinto USA, Russia e Ucraina a parlarsi! I due Presidenti, senza colpo ferire, avevano addirittura fissato una data per avviare il negoziato, nell’iconica Parigi, senza neppure un previo cessate il fuoco, anzi in presenza di distruzioni e combattimenti sempre più severi!
Un minimo di approfondimento da parte degli organi di stampa responsabili della ‘bufala’ avrebbe facilmente permesso di appurare che la conferenza del 13 dicembre sull’assistenza all’Ucraina era stata preannunciata addirittura il1° novembre, nel corso di una telefonata fra Macron e Zelensky, e faceva seguito alle‘conferenze dei donatori’ svoltesi nei mesi scorsi in Svizzera, Polonia e Germania.
Nel suo discorso introduttivo della conferenza parigina, il Presidente Macron ha annunciatoun ‘meccanismo rafforzato di coordinamento degli aiuti internazionali’ a Kiev. A sua volta il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenendo in video, ha dichiarato che il suo Paese ha bisogno di almeno 800 milioni di euro in aiuti di emergenza per soddisfare le esigenze della popolazione durante l’inverno.
I Paesi e le organizzazioni internazionali partecipanti – per l’Italia, il vicepremier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani – si sono impegnati, al termine delle discussioni, a mantenere in stato di funzionamento fino al termine dell’inverno le infrastrutture essenziali dell’Ucraina riguardanti l’energia, l’acqua, il settore agroalimentare, quello della salute e i trasporti. Una piattaforma online permetterà di attualizzare in tempo reale le necessità del Paese e la suddivisione fra i donatori degli interventi necessari.
“L’aiuto per l’Ucraina supera gli 800 milioni di euro di cui parlava il Presidente Zelensky questa mattina. Sono felice di poter annunciare che superiamo questa cifra e siamo intorno al miliardo di euro”: così ha chiuso trionfalmente i lavori laMinistra degli Esteri francese, Catherine Colonna.
Successo doveva essere e successo, quindi, è stato, al di là della minuta contabilità degli aiuti: come diceva Charles de Gaulle, ‘l’intendancesuivra’. Ed è un gran bene che sia stato così, data la drammatica situazione in cui si trova la popolazione della Repubblica ex sovietica. Ancor meglio, probabilmente, saranno andati i successivi colloqui ‘bilaterali’ con la presenza degli imprenditori francesi: anche se la ricostruzione dell’Ucraina resta, al momento, un’assoluta chimera.
Terminata dunque questa conferenza di ‘non-pace’, restiamo in attesa, ormai non più molto fiduciosa, di concreti progressi in direzione dellafine delle ostilità.