Charles J. Dunlap Jr., ex deputy judge advocate general of the United States Air Force, forte del suo motto «raccogli i fatti, esamina la legge, valuta gli argomenti, e poi decidi tu stesso!», allestisce un fascicolo funzionale a che il Lettore possa rispondere all’interrogativo

 

Da alcune settimane, la Russia prende di mira le infrastrutture dell’Ucraina, in particolare l’infrastruttura elettrica. Milioni di ucraini sono al buio (con tutto quello che ne consegue in termini di accesso anche a riscaldamento e acqua, cioè beni essenziali). I media e i politici occidentali hanno definito il tutto in svariati modi: da ‘campagna del terrore‘ a ‘crimini di guerra‘. Accusa, quest’ultima, subito avanzata anche dalla Presidente dell’Unione europea (UE) Ursula von der Leyen.
Nulla è stato detto -il che ha impedito la valutazione oggettiva e complessiva dei fatti- su come è cambiata la guerra nel corso degli ultimi decenni. Non è questa la sede per esporre nei dettagli la guerra moderna, basti dire che oggi la guerra coinvolge necessariamente la popolazione civile. Non ci sono più due eserciti che si affrontano sul campo, ormai da quasi un secolo, ci sono, invece, manovre sempre più complesse, per le quali distinguere tra obiettivi civili e militari non è impossibile in sé, è impossibile nei fatti. Banalmente: non puoi bombardare solo tre stanze di un appartamento di cinque, se in quell’appartamento o in quel supermercato, approfittando del fatto che teoricamente è classificabile come obiettivo civile, è stato posto un deposito di armi. E in questa guerra questi fatti sono stati l’ordinarietà -non si dimentichi che la guerra è iniziata mentre il governo ucraino di Volodymyr Zelensky aveva distribuito ai civili una quantità molto ingente di armi, a titolo, si sosteneva a Kiev, ‘difensivo’. Se un civile, in qualche modopartecipaalla guerra, diventa obiettivo legittimo della stessa, secondo i manuali di guerra di oggi, di tutti gli eserciti, a partire da quello americano, come vedremo più avanti.

Charles J. Dunlap Jr., ex deputy judge advocate general of the United States Air Force, è docente all’Università Duke (a Durham, nella Carolina del Nord) dal luglio 2010, quando si è ritirato dall’Air Force con il grado di maggiore generale, e dopo una carriera di 34 anni nel Judge Advocate General Corps.
Alla Duke, Dunlap è professore di pratica legale e direttore esecutivo del Center on Law, Ethics and National Security. Il suo insegnamento e la sua scrittura accademica si concentrano sulla sicurezza nazionale, il diritto internazionale dei conflitti armati, le relazioni civili-militari, la guerra cibernetica, l’aviazione e le questioni etiche relative alla pratica del diritto della sicurezza nazionale.
Il motto del generale Dunlap è: «raccogli i fatti, esamina la legge, valuta gli argomenti, e poi decidi tu stesso!».

Attaccare l’infrastruttura elettrica utilizzata dai civili è sempre un crimine di guerra?‘ E’ la domanda che il generale si è posto, e, fedele al suo motto, ha realizzato una composita analisi, che per quanto inevitabilmente ricca di tecnicismi legali (‘esamina la legge‘), permette di avere tutti gli elementi per rispondere al quesito senza rischiare letture partigiane dell’argomento.
L’analisi è incentrata sul come si applica, in questo specifico caso, la legge sui conflitti armati, ovvero la Law Of Armed Conflict (LOAC), tenendo conto delle considerazioni del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC) e del Manuale di guerra degli USA (il Department of Defense Law of War Manual ), nel quale lo Stato dice come si comporterebbe in caso di guerra, insomma, le istruzioni che i vertici militari danno ai soldati (quelle che in Italia si definiscono -non correttamente- ‘regole di ingaggio’).

Di seguito traduciamo e pubblichiamo l’analisi del generale Charles J. Dunlap Jr. (emendata di pochissimi punti che non incidono sull’integrità del contenuto).

«[…], un attacco contro infrastrutture usate da civili potrebbe essere un crimine di guerra, ma non necessariamente [lo è]. Come vedremo, LOAC consente attacchi all’infrastruttura, ma solo se vengono osservati determinati prerequisiti».[…]

 

DISTINGUERE ‘IUS AD BELLUM’ E ‘IUS IN BELLO’
«Prima di addentrarci nella domanda di oggi, permettetemi di sottolineare una cosa che ho detto in un post precedente: non c’è alcuna equivalenza morale tra Ucraina e Russia in questo conflitto; l’Ucraina è chiaramente vittima di un’orribile aggressione da parte della Russia, una sorprendente violazione dello ‘ius ad bellum’ (la legge che disciplina il ricorso alla guerra).
Tuttavia, si tenga presente che un diverso corpo normativo -lo ‘ius in bello’ regola la liceità dell’attività belligerante durante la guerra. È importante mantenere separati questi due regimi giuridici. Come spiega il Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC):
“[LOAC] si applica alle parti belligeranti indipendentemente dalle ragioni del conflitto o dalla giustezza delle cause per le quali stanno combattendo. Se così non fosse, l’attuazione della legge sarebbe impossibile, dal momento che ogni parte dichiarerebbe di essere vittima di un’aggressione. Inoltre, il DIU ha lo scopo di proteggere le vittime di conflitti armati indipendentemente dall’appartenenza alla parte. Ecco perché lo ‘ius in bello’ deve restare indipendente dallo ‘ius ad bellum’”.
Di conseguenza, una violazione russa dello ius ad bellum -per quanto eclatante- non significa che ogni attoin bellodelle forze russe sia un crimine di guerra. Al contrario, semplicemente perché l’Ucraina è stata attaccata illegalmente non significa che il LOAC non si applicherebbe alle sue attività ‘in bello. In breve, entrambe le parti potrebbero commettere crimini di guerra durante il conflitto indipendentemente dalle ragioni della guerra in primo luogo.
Con questo in mente, analizziamo la legalità (o meno) di questi attacchi.

 

IL SISTEMA ELETTRICO UTILIZZATO DAI CIVILI PUÒ ESSERE UN LEGITTIMO ‘OBIETTIVO MILITARE’?
«Forse la prima di tutte le regole LOAC è il ‘principio di distinzione’, cioè il divieto di dirigere attacchi contro civili o oggetti civili. Detto questo, un oggetto può essere di proprietà di civili e utilizzato da civili, ma può comunque essere attaccato direttamente come bersaglio legale in determinate circostanze.
Quali sono queste circostanze? Come questione di soglia, l’oggetto deve essere dimostrato essere unobiettivo militare. Il Law of War Manual (DoD LoW Manual) del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DoD) definisce gli obiettivi militari in questo modo (5.6.3):
“Gli obiettivi militari, per quanto riguarda gli oggetti, comprendono ‘qualsiasi oggetto che per sua natura, ubicazione, scopo o uso contribuisca effettivamente all’azione militare e la cui distruzione, cattura o neutralizzazione totale o parziale, nelle circostanze vigenti in quel momento, offre un netto vantaggio militare”.
Un sistema elettrico di proprietà e gestione civile può qualificarsi come obiettivo militare? Il manuale DoD LoW (5.6.8.5) dice:
Le centrali elettriche sono generalmente riconosciute di importanza sufficiente per la capacità di uno Stato di soddisfare le sue esigenze di comunicazione, trasporto e industria in tempo di guerra, così come di solito si qualificano come obiettivi militari durante i conflitti armati”.
In effetti, gli attacchi ai sistemi elettrici sono stati a lungo una parte della guerra moderna. Come haaffermato un commentatore, “i sistemi elettrici sono stati uno dei bersagli preferiti degli attacchi aerei sin dagli anni ’30”.
C’è una storia di attacchi alle infrastrutture elettriche nel conflitto russo-ucraino. Nel 2015, i nazionalisti ucraini contrari all’occupazione russa della Crimea sarebbero stati responsabili di un attacco che ha fatto saltare in aria tralicci che trasportavano energia elettricanella penisola, lasciando nell’oscurità quasi due milioni di abitanti della Crimea.
Tuttavia, ci sono prove che il sistema elettrico ucraino in questo caso sia di importanza sufficiente per qualificarsi come obiettivo militare? Fornisce “un contributo efficace all’azione militare”? La sua “distruzione parziale…neutralizzazione” offrirebbe “un netto vantaggio militare”? Iniziamo esaminando il rapporto tra le fonti di energia civili e le esigenze militari».

 

LE FORZE ARMATE MODERNE HANNO DAVVERO BISOGNO DI ELETTRICITÀ DALLA RETE CIVILE ?
«Tipicamente, . Ad esempio, un rapporto del 2020 di RAND Corporations ha dettagliato la dipendenza delle forze armate statunitensi dalle fonti di energia commerciali. Ha rilevato che:
“Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DoD) fa sempre più affidamento sull’energia elettrica per portare a termine missioni critiche. Di conseguenza, garantire che le forze e le strutture abbiano accesso a una fornitura affidabile di energia elettrica è fondamentale per l’assicurazione della missione. Tuttavia, DoD non gestisce direttamente la sua fornitura di energia; la maggior parte dell’elettricità consumata dalle installazioni militari negli Stati Uniti continentali proviene dalla rete commerciale,un sistema che è in gran parte al di fuori del controllo del Dipartimento della Difesa e sempre più vulnerabile sia ai pericoli naturali che agli attacchi deliberati”.
Perché questa dipendenza? RAND dice:
“Maggiore affidamento sull’elaborazione, lo sfruttamento e la diffusione dell’intelligence; comunicazioni in rete in tempo reale per comando e controllo; e una proliferazione di controlli elettronici e sensori nei veicoli militari (come gli aerei a pilotaggio remoto), le attrezzature e le strutture hanno notevolmente aumentato la dipendenza [delle forze armate statunitensi] dall’energia, in particolare dall’energia elettrica, nelle installazioni.
Il fatto che la maggior parte dell’elettricità consumata dalle installazioni del Dipartimento della Difesa negli Stati Uniti continentali provenga dalla rete elettrica commercialesottolinea l’importanza della dipendenza del Dipartimento della Difesa da quella rete elettrica”.
Non c’è motivo di pensare che l’esercito ucraino -che emula quello degli Stati Uniti e sta combattendo sul proprio territorio- sia meno dipendente dalla rete elettrica commerciale rispetto alle forze armate americane» […]
«L’energia elettrica è fondamentale anche per altri elementi degli sforzi di difesa dell’Ucraina. Ad esempio, gli esperti affermano che lo Starlink, un sistema di proprietà privata che fornisce servizi Internet- e ovviamente dipende dall’energia elettrica- è “diventato uno strumento essenziale per l’esercito ucraino per coordinarsi attraverso migliaia di chilometri di teatro di combattimento”.
Allo stesso modo, l’energia elettrica è intrinseca alle operazioni informatiche. A questo proposito, l’Ucraina ha creato quello che viene chiamato il suo ‘esercito informatico’ di migliaia di hacker per condurre attacchi informatici contro obiettivi russi. ‘Wired Magazinedice:
“Gli amministratori del canale [Telegram dell’esercito IT], ad esempio, hanno chiesto agli abbonati di lanciare attacchi denial of service distribuiti contro più di 25 siti web russi. Questi includevano le imprese di infrastrutture russe, come il gigante energetico Gazprom, le banche del paese e i siti web ufficiali del governo. Anche i siti Web appartenenti al Ministero della Difesa russo, al Cremlino e al regolatore delle comunicazioni Roskomnadzor sono stati elencati come potenziali obiettivi. Seguirono i siti di notizie russi”.
In un saggio del 27 settembre, due esperti hanno affermato che gli hackerpatriottici‘ “hanno colpito i cosiddetti obiettivi a duplice uso, come il sistema di navigazione satellitare russo GLONASS, e obiettivi puramente civili.
Inoltre, gli esperti hanno affermato che il “28 luglio, il canale IT Army Telegram ha annunciato che i suoi membri avrebbero iniziato a lavorare sull’online banking russo”, aumentando la sua iniziativa DDoS dal prendere di mira solo una manciata di banche a oltre 50, la maggior parte delle quali sono attualmente non sotto sanzioni occidentali”.
Altre attività belliche derivanti da contesti civili richiedono l’accesso all’elettricità. Come ulteriormente discusso di seguito, i comuni cittadini ucraini utilizzano telefoni cellulari e altri dispositivi civili che impiegano energia elettrica per aiutare i loro militari a localizzare e prendere di mira le forze russe.
Un esempio di ciò si trova in un articolo della ‘ABC News di giugno in cui si diceva che a un ragazzo di 15 anni “è stato chiesto di usare il suo drone per spiare l’avanzata di veicoli russi”. Il ragazzo avrebbe detto di aver localizzato “camion di carburante, carri armati, artiglieria, veicoli corazzati” russi e “ha passato le coordinate a [un funzionario della protezione civile ucraina] che le ha trasmesse all’artiglieria ucraina [che] ha decimato la colonna di Carri armati russi in pochi minuti”».

 

OBIETTIVI CHE SOSTENGONO LA GUERRA COME OBIETTIVI MILITARI
«Inoltre, un’impresa civile può diventare, secondo il controverso (ma corretto a mio avviso) punto di vista degli Stati Uniti, un vero e proprio obiettivo militare se èa sostegno della guerra”. Nello specifico, il manuale DoD LoW dice (5.6.1.2):
“Non è necessario che l’oggetto fornisca guadagni tattici o operativi immediati o che l’oggetto dia un contributo effettivo a una specifica operazione militare. Piuttosto, è sufficiente l’effettivo contributo dell’oggetto alla capacità di combattere o sostenere la guerra di una forza avversaria. Sebbene termini come ‘combattere la guerra’, ‘sostegno alla guerra’ non si riflettano esplicitamente nelle definizioni del trattato di obiettivo militare, gli Stati Uniti hanno interpretato la definizione di obiettivo militare per includere questi concetti.
Nel caso dell’Ucraina, ciò può includere non solo il considerevole complesso militare-industriale nazionaleche produce direttamente beni di guerra per sostenere i combattimenti, ma anche, ci dice il ‘Washington Post’, un’industria che aiuta a sostenere il flusso di entrate dell’Ucraina: “I danni hanno bloccato le esportazioni di elettricità nella regione, colpendo i paesi vicini lungo il confine occidentale dell’Ucraina. Ciò è significativo anche perché l’Ucraina fa affidamento sui proventi delle esportazioni di energia per sostenere l’economia del Paese devastata dalla guerra, ha affermato [un esperto]”.
Oltre a negare l’elettricità alle capacità belliche dell’Ucraina e ad erodere l’industria che sostiene la guerra, il Manuale LoW del DoD indica inoltre (5.12.2) che “sviare le risorse e l’attenzione delle forze nemichepuò anche costituire unvantaggio militare concreto e diretto» [e richiede] «il principio di proporzionalità».
«In questo caso, potrebbe essere che gli attacchi indurranno l’Ucraina a deviare “risorse e attenzione” dall’attacco delle forze russe in prima linea alla difesa della rete elettrica? Si consideri la dichiarazione del DoD del 26 ottobre secondo cui gli ucraini “hanno bisogno di più capacità di difesa aerea” dispiegate per difendere le infrastrutture.
Inoltre, esiste un sostanziale precedente storico per l’affermazione secondo cui deviare risorse e attenzionealla difesa aerea ha fornito un chiaro vantaggio militare concreto e diretto”.
Come ho detto altrove, durante la seconda guerra mondiale, gli attacchi aerei strategici degli Stati Uniti contro la Germania ebbero un tale effetto: “L’intera campagna di bombardamenti -nonostante tutti i suoi numerosi difetti- ebbe l’effetto di imporre un enorme fardello alla capacità dei nazisti di fare la guerra. Tra le altre cose, furono obbligati a deviare due milioni di persone, 55.000 cannoni antiaerei [e] il 20% di tutte le munizioni” allo sforzo di difesa aerea. Se non fosse stato per l’offensiva aerea alleata, dice lo storico Richard Overy, i nazisti “le truppe di prima linea avrebbero potuto avere fino al 50% in più di armi e rifornimenti”.
Decidi tu stesso se la rete elettrica è un vero e proprioobiettivo militarein questo caso, e, in tal caso, se attaccarla produrrebbe un “vantaggio militare concreto e diretto”?»

 

COME SI APPLICA IL PRINCIPIO DI DISTINZIONE IN QUESTO CASO?
«Nell’analizzare la legittimità dell’attacco al sistema elettrico che ha usi sia civili che militari, il Manuale LoW del DoD osserva (5.6.1.2):
“A volte, ‘doppio uso’ è usato per descrivere oggetti utilizzati sia dalle forze armate che dalla popolazione civile, come centrali elettriche o strutture di comunicazione. Tuttavia, dal punto di vista legale, tali oggetti o sono obiettivi militari o non lo sono; non esiste una categoria giuridica intermedia”.
Mentre gli obiettivi militari possono essere attaccati direttamente, il principio di distinzione ha ancora rilevanza. Ad esempio, sebbene un impianto elettrico possa generalmente essere considerato un obiettivo militare, se una parte di esso serve aree o scopi esclusivamente civili, il principio di distinzionerichiederebbe che quella parte non venga attaccata se è ragionevolmente fattibile separarla dall’insieme da colpire.
Tuttavia, molte reti elettriche nazionali sono completamente integrate per migliorare la resilienza. Questo potrebbe essere il caso del sistema ucraino. Secondo un funzionario dell’energia ucraino, “Sin dai tempi sovietici, abbiamo costruito sistemi energetici unificati in modo che se uno dei flussi di generazione fallisce in qualche parte del sistema, un altro lo riprende. Cioè, tutto è in loop [,] e lavoriamo in un unico sistema”.
Lo stesso funzionario afferma che gli “attacchi della Russia non sono mirati agli impianti di generazione per impedirci di produrre elettricità, ma ai sistemi di connessione legati al sistema energetico ucraino… sono mirati ad “aprire quadri, trasformatori, interruttori, in modo che una stazione che possa produrre elettricità non può essere collegato al sistema di alimentazione unificato”.
Decidi tu stesso: questo suggerisce che i civili o gli oggetti civilisono presi di mira direttamente (un crimine di guerra), o indica che è l’obiettivo militare(elementi del sistema elettrico a duplice uso) ad essere preso di mira direttamente (come consentito da LOCA)?
Indipendentemente da ciò, è difficile immaginare un modo pratico in cui qualsiasi comandante ragionevolmente possa trovare un obiettivo in questo tipo di sistema elettrico integrato che abbia solo un impatto sulle capacità militari.
Inoltre, come già indicato in precedenza, anche l’elettricità che fluisce verso aree tradizionalmente civili ha implicazioni militari. Alla fine di marzo, il ‘Washington Post riportava:
“Sempre più spesso, gli ucraini si trovano di fronte a una verità scomoda: il comprensibile impulso dei militari a difendersi dagli attacchi russi potrebbe mettere i civili nel mirino. Praticamente ogni quartiere nella maggior parte delle città è diventato militarizzato, alcuni più di altri, rendendoli potenziali bersagli per le forze russe che cercano di abbattere le difese ucraine”.
Inoltre, altri resoconti dei media indicano che le imprese civili che utilizzano l’elettricità sono state adattate agli usi militari. Ad esempio, ‘Sky Newsha riferito a marzo che “musei, biblioteche e chiese” nelle città ucraine sono state trasformate in fabbriche per creare tute mimetiche per l’esercito ucraino.
Allo stesso modo, ‘Business Insiderafferma che nel giro di poche settimane dall’invasione russa, “negozi e piccole fabbriche [sono] spuntati dentro e fuori l’Ucraina per convertire camioncini e SUV… in veicoli da campo di battaglia”.
A giugno, ‘Wiredha pubblicato un articolo -‘Gli smartphone offuscano il confine tra civili e combattenti– che illustra l’assoluta difficoltà di tentare di tracciare una distinzione tra utenti civili di elettricità e coloro che utilizzano dispositivi elettrici per scopi militari. L’articolo sottolinea che un’app del governo ucraino è stata riproposta in seguito all’invasione russa. Lo scrittore Lukasz Olejnik spiega:
“L'[app] una volta era utilizzata da oltre 18 milioni di ucraini per cose come gli ID digitali, ma ora consente agli utenti di segnalare i movimenti dei soldati invasori attraverso la funzione ‘e-Enemy’. ‘Chiunque può aiutare il nostro esercito a localizzare le truppe russe. Usa il nostro chat bot per informare le Forze Armate’, ha detto il Ministero della Trasformazione Digitale della nuova funzionalità quando è stata lanciata”.
Tra parentesi, il CICR afferma che “la trasmissione di informazioni tattiche di mira per un attaccoè un atto che fa perdere a un civile lo status di protezione e diventa legalmente bersaglio. Allo stesso modo, il Manuale LoW del DoD (5.8.3.1) afferma che “fornire o trasmettere informazioni di uso immediato nelle operazioni di combattimento” e “agire come guida o vedetta per i combattenti che conducono operazioni militari” sono esempi del tipo “partecipazione diretta alle ostilità” che farebbe perdere la protezione di un civile da un attacco diretto.
Decidi tu stesso: in base alle informazioni disponibili, sembra esserci un modo ragionevolmente fattibile per attaccare il sistema elettrico, cioè l’obiettivo militare, in modo da evitare danni accidentali ai civili?
Tuttavia, anche se un attacco provoca solo danni incidentaliai civili, potrebbe comunque essere vietato se tale danno viola il principio di proporzionalità del LOAC».

 

COME SI APPLICA IL PRINCIPIO DI PROPORZIONALITÀ IN QUESTO CASO?
«Di conseguenza, il semplice fatto che qualcosa sia un vero e proprio obiettivo militare non significa automaticamente che possa essere legalmente attaccato. Deve ancora superare il test di proporzionalità. Il CICR afferma:
Il lancio di un attacco che potrebbe causare la perdita accidentale di vite civili, lesioni a civili, danni a beni civili o una combinazione di questi, che sarebbe eccessivo rispetto al vantaggio militare concreto e diretto previsto, è proibito”.
Allo stesso modo, il Manuale LoW del DoD chiarisce che il principio di proporzionalità si applica agli obiettivi militari a duplice usocome gli impianti di energia elettrica. Nello specifico, si dice in 5.6.1.2:
“Se un oggetto è un obiettivo militare, non è un oggetto civile e può essere oggetto di attacco. Tuttavia, sarà opportuno considerare nell’applicazione del principio di proporzionalità il danno alla popolazione civile che dovrebbe derivare dall’attacco a tale obiettivo militare”.
Alcune fonti ucraine indicano negli attentati la morte di ben 70 civili, ma -visto il “concreto e diretto vantaggio militare” ottenuto dagli attacchi (ovvero danni al 40% dell’impianto elettrico con gli usi bellici sopra descritti)- un comandante militare ragionevolmente potrebbe ben ritenere che tali perdite, sebbene strazianti, non siano ‘eccessive’.
Tuttavia, il CICR sostiene che devono essere considerati più degli effetti immediati. Nello specifico, afferma che gli aggressori devono tenere conto deglieffetti di riverbero”, che il CICR definisce come “quegli effetti che non sono direttamente causati dall’attacco, ma che ne sono comunque un prodotto
Il CICR aggiunge che “la distruzione accidentale di alloggi civili e infrastrutture civili essenziali -che spesso porta a un’interruzione dei servizi essenziali- può provocare morti e feriti civili che possono superare di gran lunga le vittime civili immediate causate da un attacco”.
Ciò che complica questa visione è il fatto che il danno al sistema di potere non èaccessorio”, ma piuttosto è la deliberata distruzione di un obiettivo militare -e l’analisi della proporzionalità non si applica all’obiettivo militare stesso. Tuttavia, c’è la questione del danno ai civili».

 

DANNI AI CIVILI
«È importante capire cosa è -e cosa non è- un ‘danno’ che deve essere considerato nell’analisi di proporzionalità del LOAC. L’analisi riguarda principalmente il ‘ferimento’ o la ‘perdita della vita’ di civili, o il ‘danno’ o la ‘distruzione’ di oggetti civili nell’attacco vero e proprio. Non include necessariamente anche interferenze significative al commercio, inconvenienti o difficoltà imposte ai civili.
Anche i civili che non sono stati uccisi o feriti nell’attacco vero e proprio, ma che potrebbero morire in futuro a causa della perdita di energia elettrica, dovrebbero essere considerati nel calcolo della proporzionalità, ma la portata di tale considerazione sono oggetto di dibattito tra alcuni studiosi di diritto. Il DoD LoW Manual (5.12.1.3) espone il punto di vista degli Stati Uniti:
“Ad esempio, se ci si aspetta che la distruzione di una centrale elettrica causi la perdita di vite umane o il ferimento di civili subito dopo l’attacco a causa della perdita di energia elettrica in un ospedale collegato, allora tale danno dovrebbe essere considerato nel valutare se si prevede che un attacco causi danni eccessivi”.
Il manuale DoD LoW spiega ulteriormente (5.12.1.3):
“La prevista perdita di vite civili, lesioni a civili e danni a oggetti civili è generalmente intesa come danni immediati o diretti che derivano prevedibilmente dall’attacco. I danni remoti che potrebbero derivare dall’attacco non devono essere considerati nell’applicazione di questo divieto”.
La questione dei ‘danni remoti’ verrà discussa più dettagliatamente di seguito, ma prima esaminiamo un precedente attacco all’infrastruttura».

 

L’ANALOGIA DELL’ATTACCO ALL’INFRASTRUTTURA DEL PONTE SULLO STRETTO DI KERCH
«L’applicazione dell’analisi di proporzionalità a uno attacco contro le infrastrutture nel conflitto russo-ucraino è stata discussa in un ponderato saggio dai professori Michael Schmitt e Marco Milanovic. Lo hanno esaminato nel contesto dell’attacco dell’8 ottobre (presumibilmente da parte degli ucraini) al ponte sullo stretto di Kerch che collega la Russia con la penisola di Crimea.
I professori Schmitt e Milanovic, entrambi armati della formidabile esperienza del LOAC, concludono, come me, che nonostante i suoi usi civili, il ponte è correttamente classificato come obiettivo militare. In effetti, a mio avviso, non c’è dubbio che il ponte sia un collegamento logistico così importante per l’esercito russo da soddisfare ‘facilmente’ ladefinizione legale di ‘obiettivo militare’.
I professori Schmitt e Milanovic riconoscono che “l’attacco avrebbe potuto anche influenzare l’approvvigionamento della popolazione civile e interrompere le attività civili che vanno dai viaggi personali alle attività commerciali”.
Questa è una conclusione molto ragionevole in quanto ci sono circa 2,4 milioni di civili che vivono in Crimea e importano “grandi quantità di zucchero, carne e latticini” dalla Russia. In effetti, la ‘CNNafferma cheil ponte sullo stretto di Kerch “è un’arteria fondamentale per rifornire la Crimea sia dei suoi bisogni quotidiani che dei rifornimenti per i militari”.
Inoltre, i rapporti dicono che il significato dell’attacco… “…non è sfuggito ai residenti della Crimea che, man mano che si diffondeva la notizia, si sono precipitati alle stazioni di servizio per fare il pieno alle loro auto… mentre ci sono altri modi per rifornire la Crimea, inclusi i suoi porti, i danni al ponte sono estremamente importanti per un luogo che fino a poco tempo fa era considerato dalla Russia fuori dalla portata dell’Ucraina”.
Tuttavia, i professori Schmitt e Milanovic sostengono che tali impatti non devono essere considerati nella valutazione della proporzionalità dell’attacco a meno che il danno al ponte non causi prevedibilmente che i civili si ammalino o muoiano di fame. Hanno espresso le loro opinioni in questo modo:
“[E] gli effetti sui civili a meno che non muoiano di fame] non tengono conto dell’analisi di proporzionalità, che è limitata nel testo della norma stessa alla perdita di vite umane, lesioni e danni a beni civili. L’interferenza in quanto tale con l’uso di un oggetto civile generalmente non si qualifica come danno collaterale a meno che le conseguenze prevedibili di tale perdita non includano questi effetti enumerati. Questo sarebbe probabilmente il caso solo se l’attacco avesse causato fame e malattie, cosa improbabile in questo caso”.
Di conseguenza, concludono -e sono d’accordo- che “supponendo che gli agenti ucraini abbiano condotto l’operazione contro il ponte sullo stretto di Kerch, l’attacco era chiaramente legittimo ai sensi del[LOAC]”».

 

LA LEGGE INSTABILE SUI DANNI INDIRETTI/RIVERBERANTI/REMOTI
«Un tono un po’ diverso viene assunto riguardo agli attacchi russi alla rete elettrica ucraina. In un nuovo post, il professor Schmitt afferma che l’analisi di proporzionalità include le perdite indirette, cioè “quelle con un nesso causale con l’attacco ma non causate immediatamente da esso”.
Questo sembra più ampio della posizione assunta dal manuale del DoD LoW. In 5.12.1.3 si dice:
[] Se ci si aspetta che la distruzione di una centrale elettrica causi la perdita di vite umane o il ferimento di civili subito dopo l’attacco a causa della perdita di energia elettrica in un ospedale collegato, allora tale danno dovrebbe essere considerato nel valutare se si prevede che l’attacco causi danni eccessivi”.
Ma il professor Schmitt afferma che “[con] l’inverno che si avvicina, qualsiasi perdita di riscaldamento potrebbe rivelarsi pericolosa per la popolazione ucraina; anche il loro prevedibile danno si qualificherebbe ai fini della norma”.
Non c’è dubbio che il freddo rappresenti una minaccia potenzialmente seria per la salute dei civili, ma la questione legale è se il danno che si verifica settimane o mesi dopo gli attacchi soddisfi lo standardmolto presto per imporre la sua considerazione nell’analisi di proporzionalità, o è uneffetto remotoda non considerare?
Inoltre, quanto sono probabili i danni? Reutersriferisce che i meteorologi ucraini prevedono uninverno relativamente mite in Ucraina”, spiegandoche “le temperature potrebbero essere leggermente superiori alla media questo inverno e che la probabilità di lunghi periodi di inverno molto freddo è ‘molto bassa’”.
Il 19 ottobre, l’ex Ministro delle infrastrutture ucraino Volodymyr Omelyan è stato intervistato da ‘NPRsullo stato dell’infrastruttura elettrica, e hadetto:
“[Abbiamo] ancora molte linee di riserva, che sono state prodotte e implementate negli anni precedenti. Ma anche il suo limite non è molto alto. E abbiamo dovuto interrompere la fornitura di elettricità dall’Ucraina all’Unione Europea, cercando di soddisfare i nostri bisogni in questo momento. Inoltre, abbiamo anche imposto una sorta di limite personale per ogni famiglia e ucraino solo in qualche modo per ridurre l’impatto sulla rete elettrica in Ucraina. Maad oggi, non direi che è critico”.
In un articolo della NPRdel 22 ottobre, Kyrylo Tymoshenko, consigliere del Presidente ucraino, ha detto chel’Ucraina ha la capacità di riparare la rete rapidamente e ripetutamente”. Ciò sembra accurato fino a quando il ‘Washington Postha riferitomartedì 25 ottobre che un funzionario ucraino ha affermato che “il 90 percento degli ucraini ha ripristinato il proprio accesso entro un giorno da un attacco”.
Gli studiosi australiani Ian Henderson e Kate Reecehanno affrontato la questione degli effetti indiretti/riverberanti in un articolo di revisione legale del 2018. La loro ricerca ha mostrato:
“[Benché si possa argomentare con forza che i comandanti militari hanno l’obbligo legale di considerare gli effetti indiretti di un attacco nel calcolare il danno collaterale atteso come parte della valutazione della proporzionalità, non c’è consenso apparente sulla portata di questo obbligo”.
Dopo aver esaminato quali autorità ci sono e aver notato che nessuna è definitiva, hanno deciso che:
“[Se] i comandanti militari si aspettano che un danno indiretto si verificherà a seguito dell’attacco, cioè che è probabile che i civili vengano uccisi o feriti, o che sia probabile che oggetti civili vengano danneggiati, allora quel danno collaterale previsto deve essere preso in considerazione nel calcolo valutazione di proporzionalità”.
Decidi tu stesso: i fatti dimostrano che gli effetti indiretti/riverberanti significano che è probabileche i civili vengano uccisi o feriti? E, in tal caso, era ragionevolmente prevedibile prima degli attacchi che il loro numero sarebbe stato eccessivo rispetto al concreto e diretto vantaggio[i] militare[i] previsto”?»

 

RESPONSABILITÀ DEL DIFENSORE PER PROTEGGERE I CIVILI
«Un ulteriore fattore è che LOAC impone anche responsabilità alla parte convenuta. Il manuale DoD LoW (5.12.1.3) spiega:
“L’esclusione dei danni remoti si basa sulla difficoltà di prevedere con precisione la miriade di danni remoti derivanti dall’attacco (inclusa la possibilità di azioni non correlate o intermedie che potrebbero prevenire o esacerbare tali danni), nonché sulla responsabilità primaria della parte che controlla la popolazione civile ad adottare misure per garantire la protezione di tale popolazione”.
La “parte che controlla la popolazione civile” con la “responsabilità primaria” di “assicurare la protezione [della popolazione civile]” in questo caso è l’Ucraina.
Gli obblighi del difensore nei confronti della propria popolazione ai sensi del LOAC sono stati affrontati in due importanti saggi: quello del professor Eric Jensen,dello scorso marzo, ‘Ukraine and the Defender’s Obligations, nonché l’articolo del professor Aurel Sari, del 2019, ‘Urban Warfare: The Obligations of Defenders‘.
Questi esperti -citando in particolare l’articolo 58 del Protocollo addizionale I alle Convenzioni di Ginevra– sottolineano che LOAC impone l’obbligo di prendere precauzioni per proteggere i civili non solo sull’attaccante, ma anche sul difensore. Sia la Russia che l’Ucraina sono parti del Protocollo I e si dice:
“Le Parti in conflitto dovranno, nella misura massima possibile: (a) fatto salvo l’articolo 49 della Quarta Convenzione, adoperarsi per allontanare la popolazione civile, i singoli civili e gli oggetti civili sotto il loro controllo dalle vicinanze degli obiettivi militari; (b) evitare di localizzare obiettivi militari all’interno o in prossimità di aree densamente popolate; (c) prendere le altre precauzioni necessarie per proteggere la popolazione civile, i singoli civili e gli oggetti civili sotto il loro controllo dai pericoli derivanti dalle operazioni militari”.
Il professor Jensen spiega che le norme sulle responsabilità del difensoresi riducono a due impegni generali: 1) l’obbligo di separare la popolazione civile dalle operazioni militari; e 2)l’obbligo di proteggere coloro che non puoi segregare. Aggiunge:
“[L’] obbligo esiste nonostante qualsiasi potenziale inconveniente per il difensore e anche indipendentemente dalle azioni dell’attaccante”. In altre parole, gli obblighi dell’Ucraina rimangono nonostante le potenziali violazioni russe.
Il professor Sari osserva che l’articolo 58 “l’obbligo ha una portata molto ampia, nella misura in cui richiede qualsiasi azione sia necessaria per proteggere i civili e gli oggetti civili dai molteplici pericoli che derivano dalle operazioni militari, fatto salvo il principio imperativo di fattibilità”.
Come discusso in precedenza, l’Ucraina ha intrapreso una serie di azioni in sua difesa che coinvolgono i civili in modi che sembrano rilevanti per l’articolo 58. Ricordiamo che, come ha affermato il ‘Washington Post, “militarizza [..]…praticamente ogni quartiere in maggior parte delle città”. Ha anche istituito officine in “musei, biblioteche e chiese” per la produzione di articoli militari; e ha invitato milioni di suoi cittadini a unirsi all’esercito IT per condurre attacchi informatici contro la Russia e utilizzare la sua app governativa per fornire informazioni all’esercito ucraino.
Sebbene non ritenga che le azioni dell’Ucraina violino necessariamente il LOAC, come altri hanno affermato (vedi qui e qui), potrebbe imporre particolari responsabilità per proteggere la propria popolazione civile. Il professor Sari sottolinea che in generale la‘parte in difesa’ è la più adatta a mitigare i danni ai civili:
Le autorità che difendono le aree urbane si trovano spesso in una posizione migliore per proteggere la popolazione civile rispetto alla parte attaccante. Potrebbero disporre di informazioni più complete sulla posizione dei civili. Dovrebbero avere una migliore comprensione delle esigenze civili e delle vulnerabilità delle infrastrutture. È anche probabile che siano in una posizione migliore per fornire aiuti umanitari”.
Per essere chiari, non vi è alcuna indicazione che il governo ucraino (né, del resto, le dozzine di Paesi che lo aiutano), abdicherebbe alle proprie responsabilità nei confronti dei propri cittadini.
Quindi, decidi tu stesso: dato l’aiuto che l’Ucraina e i suoi sostenitori fornirebbero (e riconoscendo che qualsiasi morte ucraina è tragica), sarebbe ragionevole per una questione di LOAC che un comandante militare prevedesse comunque che ci sarebbe ancora [un numero]eccessivo” [di] morti civili [nelle] settimane o mesi futuri a causa dell’attacco?
Naturalmente è qui che gli Stati Uniti e altri Paesi possono raddoppiare i loro aiuti umanitari per aiutare l’Ucraina ad adempiere alle proprie responsabilità del LOAC, per non parlare di alleviare le sofferenze del popolo ucraino».

 

LOAC E ATTACCHI TERRORISTICI
«Oltre ai requisiti di cui sopra, ci sono altri divieti sugli attacchi. Il CICR osserva nel suo studio sul diritto consuetudinario che “gli atti o le minacce di violenza il cui scopo principale è diffondere il terrore tra la popolazione civile sono proibiti. Inoltre, l’articolo 33 della Quarta Convenzione di Ginevra afferma che “tutte le misure di intimidazione o di terrorismo [contro persone protette come i civili] sono proibite”. (Il manuale del DoD LoW è conforme -vedere 5.2.2).
Come si applica questo agli attacchi alle infrastrutture? Dopo l’esplosione sul ponte sullo stretto di Kerch, è stato riferito che “il panico ha assalito” la popolazione della Crimea. ‘Yahoo ha detto “Refat Chubarov, il capo del Majlis dei tartari di Crimea, ha riferito che le persone stanno acquistando cibo e carburante in preda al panico dopo l’incendio e la parziale distruzione del ponte di Crimea sullo stretto di Kerch”.
La Russia ha immediatamente etichettato l’attacco come un attacco terroristico. Il ‘New York Times’ citale parole del Presidente russo Putin: “[…] non c’è dubbio che si tratta di un attacco terroristico volto a distruggere l’infrastruttura civile di fondamentale importanza della Federazione Russa”.
Nonostante le affermazioni di Putin, c’è un’assoluta carenza di prove che dimostrino che “lo scopo principale dell’attacco era diffondere il terrore tra la popolazione civile” o, del resto, che dimostrasse che era inteso come una “misura di intimidazione” contro i civili della Crimea.
Il fatto che il panico, la paura estrema e persino l’intimidazione derivino da un attacco altrimenti legittimo a un obiettivo militare in buona fede, non significa che l’attacco sia stato concepito principalmente come unamisura di intimidazionecontroi civilio che lo ‘scopo primario’ fosse spargere il terrore”. In breve, l’attacco al ponte sullo stretto di Kerch non ha violato questo divieto.
E gli attacchi della Russia al settore energetico ucraino? ‘NBC Newscita Putin mentre spiega quello che ha definito il “massiccio attacco” della Russia alle “strutture energetiche, di comando militare e di comunicazione” dell’Ucraina come “vendetta per quello che ha detto essere la lunga storia di azioni” terroristiche “di Kiev, inclusa l’esplosione del ponte”.
NBC Newsha attribuito anche questo a Putin: “Se i tentativi di compiere attacchi terroristici sul nostro territorio continuano, le risposte della Russia saranno dure e corrisponderanno in scala al livello delle minacce poste alla Russia”, ha affermato. “Nessuno dovrebbe avere dubbi su questo”.
Sebbene io sia pronto a credere che ‘uno’ scopo dell’attacco di Putin fosse diffondere il terrore tra i civili o addirittura intimidire la popolazione civile, non ci sono prove che abbia avuto successo. Sì, ha parlato di volere ‘vendetta’, ma è davvero in concomitanza con la “diffusione del terrore”?
Chiediti questo: le prove disponibili sembrano suggerire che lo scopo principale di Putin fosse quello di “diffondere il terrore”, di per sé, o è meglio ritenere che fosse finalizzato a scoraggiare ulteriori attacchi contro le infrastrutture russe, e in particolare il ponte sullo stretto di Kerch che ha detto di avere un valore “profondamente simbolico” per Putin?
Inoltre, se Putin intendeva intimidire qualcuno, non sarà stata la leadership dell’Ucraina in tempo di guerra, invece dei civili protetti? Ancora una volta, decidi tu stesso.
Vale la pena notare che i motivi secondari o terziari che non sarebbero di per sé una base legale per un attaccoab initio‘, non rendono necessariamente gli attacchi illegali se ci fosse una base altrimenti adeguata per l’attacco.
Il DoD Law of War Manual (5.6.8) sottolinea che “gli attacchi che sono altrimenti leciti” non sono resi illegali se capita che provochino una diminuzione del morale dei civili”. Poi cita con approvazione un commento del 2002 sulla campagna della NATO in Kosovo da parte di un ex consigliere generale del Dipartimento della Difesa riguardo agli attacchi alle infrastrutture elettriche della Serbia:
“Ammetterò chiaramente che, oltre a danneggiare direttamente l’infrastruttura elettrica militare, la NATO voleva che la popolazione civile provasse disagio, in modo che la popolazione facesse pressioni su Milosevic e sulla leadership serba affinché aderissero alla risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ma gli effetti previsti su la popolazione civile era secondaria rispetto al vantaggio militare ottenuto attaccando l’infrastruttura elettrica.

 

PENSIERI CONCLUSIVI
Nella sua analisi, il professor Schmitt conclude che “sembrerebbe chiaro che almeno alcuni degli attacchi alle infrastrutture elettriche russe violano [LOAC]”. Questa non è certo un’inferenza non plausibile, ma decidi tu stesso se hai abbastanza informazioni per concludere definitivamente che si è verificato un atto criminale.
Ad esempio, vorreste vedere più prove che dimostrino che è fattibile -sulla base di informazioni ragionevolmente disponibili in anticipo- per il comandante che ordina gli attacchi limitare gli attacchi a quelle parti della rete che servono solo i civili? Inoltre, vorresti saperne di più sulle motivazionidei comandanti, per includere le loro ragioni per la selezione del bersaglio?
In un articolo del 2 giugno, i professori Geoff Corn e Sean Watts hanno discusso della guerra in Ucraina e hanno osservato che “[…] condanna e responsabilità... richiedono prove che soddisfino gli standard di prova e persuasione della legge”. A tal fine affermano che “il punto focale dell’indagine relativo alle operazioni di targeting deve essere ilgiudiziodell’attacco, non ilrisultatodell’attacco”.
Riconoscono che “la natura visiva accattivante degli effetti dell’attacco, in particolare i danni ai civili e alle proprietà civili, li rende un punto focale allettante”, ma avvertono chegli effetti dell’attacco possono anche offrire impressioni di legalità incomplete o addirittura fuorvianti”. Sostengono che:
“[…] valide valutazioni legali degli attacchi richiedono la considerazione delle complessità normalmente associate alla totalità delle circostanze operative e tattiche: la situazione nemica, la situazione amichevole, il rischio civile previsto, le risorse e i beni disponibili, le opzioni alternative, i tempi e il ritmo delle operazioni, urgenza, effetti a catena, tutti elementi che informano le decisioni di attacco”.
Quindi, ancora una volta, decidi tu stesso se hai informazioni sufficienti per prendere una decisione informata sulla legalità (o meno) degli attacchi ai sistemi elettrici che servono i civili.
Consentitemi di ribadire un punto sollevato all’inizio di questo post: dobbiamo riflettere molto attentamente su quali precedenti e norme potremmo stabilire.
Nel suo articolo su come l’uso degli smartphone da parte dei civili ucraini potrebbe (inconsapevolmente) trasformarli in bersagli legali, lo scrittore di ‘WiredLukasz Olejnik ha osservato che il modo in cui è stata gestita la situazione “potrebbe influenzare i futuri modelli di condotta e, dopo qualche tempo, questi potrebbero diventare norme globali” aggiungendo che “i precedenti stabiliti ora potrebbero avere conseguenze per futuri conflitti armati”.
Più o meno lo stesso si può dire per quanto riguarda gli attacchi alle infrastrutture elettriche a duplice uso. Sarebbe un grave errore, a mio avviso, condannarli ampiamente in quanto possono essere condotti in modo lecito e produrre comunque vantaggi militari concreti e diretti molto significativi.
Infatti, in molti casi, privare un nemico dell’elettricità (invece di tentare di estirpare e uccidere tutte le sue forze e/o distruggere il suo materiale bellico e le sue industrie) sarebbe più umano e, in particolare, più protettivo nei confronti dei civili. Ogni situazione è unica e deve essere valutata in base ai propri fatti e meriti.
Se ci troviamo a combattere un esercito tecnicamente avanzato, sarebbe inconcepibile consentire interpretazioni eccessivamente restrittive del LOAC per privare le nostre forze delle opzioni di mira di cui hanno bisogno per prevalere. Ancora una volta, è possibile aderire rigorosamente al LOAC e tuttavia condurre attacchi contro le infrastrutture nemiche.
Infine, non dobbiamo dimenticare che la Russia è stata -e continua ad essere- l’aggressore in questa guerra illecita contro l’Ucraina. Il popolo ucraino ha sofferto intensamente a causa del tentativo rapace e profondamente fuorviante di Putin di moltiplicare il suo presunto feudo.

Mentre può nascere una discussione sul fatto che incidenti specifici equivalgano a veri e propri crimini di guerra, nessuno può discutere degli orrori che questa guerra ha inflitto agli ucraini che continuano a subire attacchi malevoli. Persone rannicchiate per giorni in scantinati senza finestre. Soldati e volontari che si sono fatti avanti, uccisi e mutilati. Tesori storici e artistici perduti. Case e città decimate.
La colpa è di Putin. E su questo non c’è discussione».