Il welfare nella sua condizione di equilibrio fra previdenza, sanità e socio assistenza è ancora lontano

 

Il XX Congresso nazionale del Partito Comunista Cinese (2.300 delegati; 97 milioni di iscritti rappresentati da circa 30 % donne ed il resto uomini; con un Comitato Esecutivo del Politburo composto da 7 membri, e che esprime il Politburo composto da 26 membri e con 32 Segretari Provinciali del Pcc: una piramide con cuspide) si aprirà a Pechino in questi giorni, il 16 Ottobre 2022.

Il Politburo del Partito comunista, sotto la guida del Presidente XiJinping, ha già tenuto una riunione per studiare i preparativi e sgrossare i temi da affrontare; non ultimo la terza rielezione a presidente di Xi Jinping. Peraltro, il Partito comunista ribadisce una nuova interpretazione ufficiale della storia cinese ed eleva il Presidente Xi Jinping al livello di Mao Zedong e Deng Xiaoping.

I commentatori cinesi affermano che sotto la guida di Xi, la Cina ha “raggiunto traguardi storici e ha subito una trasformazione storica“. Se Mao aveva favorito un approccio autarchico nell’ambizione sfrenata e folle dell’indipendenza, Deng ha avuto il merito di aver favorito l’integrazione della Cina nell’economia mondiale come unica strada possibile di sviluppo e crescita. Oggi Xi probabilmente sta compiendo una sintesi tra ambizioni di indipendenza e obiettivi di interdipendenza commerciale con il resto dell’Asia” (e del mondo ndr).

La crescita del PIL è più lenta e lo scoppio della bolla immobiliare, come dimostra il caso Evergrande (bolla edilizia), complica le cose. E fa discutere la rigida strategia ‘zero Covid’ messa in atto dalle autorità cinesi, con l’obiettivo di eliminare ogni forma di presenza del virus.

Curiosità: il governo ha chiuso per ore diversi centri commerciali e persino Disneyland Shanghai; migliaia di persone con tampone di massa e ha invitato la popolazione a fare scorte di cibo perché “c’è sempre il rischio di un lockdown”.

In questo clima, e finché i consumi interni non riprenderanno ad aumentare, l’export, come leva di crescita, resta insostituibile con appesantimenti perché il contesto di relazioni internazionali è molto meno favorevole rispetto al passato.

Un punto di debolezza della Cina è il welfare che è improntato sulla previdenza (pensioni) e sulla sanità non lasciando spazio di intervento e di investimenti per l’attività socio assistenziale. Comunque anche la sanità, dopo il COVID, sta mostrando qualche affanno.

Il welfare cinese è fortemente parcellizzato: a seconda della provincia e dello status di residenza (urbano o rurale), si ha diritto a istruzione, assistenza sanitaria, pensioni e sussidi diversi (di gran lunga migliori nelle grandi metropoli). E’ un welfare urbanocentrico e tende al modello ‘hub’ molto) e ‘spoke’ (poco).

Ci sono alcune eccezioni:il caso di Jiangxiang dove qualsiasi anziano infatti può avere un appartamento gratuito dopo i 65 anni. Così, moltissimi si sono trasferiti nelle 192 bieshu (ville) costruite dal comitato del villaggio.

Le villette sono dotate di stufe, gas naturale, pannelli solari e quasi tutto ciò che è necessario per la vita quotidiana. Sono costruite lungo la strada principale, accanto agli altri modelli di bieshu, quelli per le famiglie più giovani, così da facilitare lo scambio tra le generazioni. «Più del 90% delle persone anziane di qui si è trasferito in questi appartamenti. Non solo vivono gratuitamente, ma ricevono una pensione dal nostro villaggio».

Tutti hanno diritto ad una pensione: gli uomini quando compiono 58 anni e le donne quando raggiungono i 55. Più la persona è anziana più la sua pensione è alta: a partire da 600 yuan (75 euro) per gli over 55 fino a 2.300 yuan (circa 300 euro) per chi ha raggiunto i 90 anni. Inoltre, è previsto un bonus di fine anno per l’equivalente di 1.500 euro a persona, derivante dai proventi della produzione locale.

I senior, poi, a seconda delle loro capacità, possono praticare diverse attività: agricoltura, pesca, turismo e artigianato.

Infine, il villaggio offre loro importanti sostegni per il mantenimento della salute. L’amministrazione si impegna a pagare una Cooperativa per l’assistenza medica e provvede anche a rimborsare la metà delle spese sostenute oltre la copertura assicurativa.

Molti assistono gratuitamente all’opera cinese almeno una volta al mese. Amano leggere giornali, passeggiare nei parchi e condividere in casa il piacere di un buon libro.

Ora il paese ha una biblioteca, un cinema, un teatro e un museo della scienza. Inoltre attrae ogni anno migliaia di visitatori, grazie alla sua natura rigogliosa e al suo turismo eco-sostenibile. Più del 60% della sua superficie è infatti ora ricoperto da alberi e fiori. Il territorio è ricco di corsi d’acqua e parchi e nei terreni agricoli si coltivano prodotti biologici. Il modello di Welfare per la Terza Età fondato sull’abitare, il sostegno economico, l’assistenza e lo scambio generazionale ha funzionato.

Gli anziani sono degni di rispetto e meritevoli di ricevere le risorse economiche messe in campo da tutta la collettività. E’ un esempio virtuoso di WELFARE LOCALE.

Pur tuttavia, il welfare è considerato il tallone d’Achille della Repubblica popolare di Cina (1,4 miliardi di abitanti), perché – nonostante i miglioramenti degli ultimi 5 anni – i servizi rimangono generalmente scadenti, costringendo il cinese medio a risparmiare per far studiare i figli all’estero (i genitori cinesi spendono quasi tutti i loro soldi per i loro figli perchè in Cina i figli sono considerati la cosa più importante della vita di un uomo e una donna), per integrare l’assegno pensionistico, per rivolgersi alla sanità privata in caso di grave malattia. Tutto questo deprime la capacità di spesa interna e ridimensiona l’obiettivo di sviluppo dell’obiettivo economico ‘doppio circuito’ (interno/domestico ed esterno/internazionale). Deprimere i consumi è intollerabile in una fase in cui lo sviluppo del Paese dovrà contare sempre meno sulla domanda internazionale e sempre più su quella interna.

Per questo il Piano quinquennale (2021-2025) è dedicato in parte proprio al welfare, in particolare alle misure per estenderlo a 300 milioni di lavoratori migranti e quindi trovare un asset compensativo.

Riguardo al welfare, c’è bisogno un programma articolato di iniziative da consolidare e da destinare ai dipendenti delle imprese. ‘In nuce’ è WELFARE AZIENDALE.

Dal 2000, per esempio, iniziative come i primi dormitori all’interno delle aziende che si sono sviluppati grazie alla collaborazione con sindacati e il governo locale.

Alcune imprese, fra le quali Luxottica, hanno creato il progetto ‘Quality of Life’ che definisce strategie e iniziative di welfare negli stabilimenti cinesi.

Alcune delle iniziative proposte sono:

ENJOY YOUR MEAL: nella mensa aziendale degli stabilimenti cinesi sono proposti, settimanalmente, piatti tipici con l’obiettivo di far conoscere le specialità culinarie di diverse regioni del paese. Un modo per integrare la cultura del personale.

FEEL AT HOME: i dipendenti ,che ne hanno bisogno, fruiscono della possibilità di essere ospitati nei giorni lavorativi in alloggi situati in prossimità degli stabilimenti. L’iniziativa può estendersi anche al nucleo familiare. Oggi ne usufruiscono circa 5000 persone. Cifra minuscola, ma inizio di un processo.

CARE ABOUT YOU: un programma dedicato alla salute e alla mobilità sostenibile. Offre servizi come l’assicurazione sanitaria, la presenza di una clinica interna allo stabilimento convenzionata con l’ospedale di Dongguan e servizi di counseling per le donne. A supporto della mobilità sostenibile.

Per esempio Luxottica ha avviato collaborazioni con servizi di trasporto pubblico organizzati in base ai turni di lavoro, incentivazione del car sharing, programmi di ampliamento dei parcheggi e aree di sosta per le auto.

Il sistema welfare in Cina ha anche altre iniziative: dagli stage per giovani alle collaborazioni con scuole e università prestigiose, dal counseling per neo mammealla valorizzazione dei giovani talenti. È un cantiere in evoluzione, costantemente aggiornato in funzione delle reali esigenze delle persone.

Nonostante le recenti riforme, destinate a rendere lo stato sociale cinese meno lontano dal modello europeo, si può affermare che, fin dai tempi di Deng Xiaoping, la turbo “economia socialista di mercato” cinese presuppone un welfare che “copre” poco, impiega strumenti semiprivati, privilegia la città rispetto alle campagne e quindi costa relativamente poco.

Altra componente del welfare in Cina è la gestione del pilastro sanità che è in profonda trasformazione. A fronte del post COVID si sta andando verso un modello molto simile a quello dell’Italia con una gestione nazionale – è il governo centrale che delinea le strategie e le grandi riforme – e con l’operatività applicata e gestita in modo abbastanza autonomo dalle singole province. C’è unosbilanciamento tra l’operatività nazionale e quella locale ed è proprio per questo che abbiamo, così come sul fronte economico con province con un diverso livello di sviluppo economico, province con una diversa copertura e efficienza del sistema sanitario.

Riprendendo una intervista della prof.ssa Spigarelli dell’Università di Macerata, in Cina esistono una sanità pubblica e una sanità privata. Infatti, è finanziata da tre grossi macro pilastri: il governo, che con la sua spesa pubblica contribuisce prevalentemente alla gestione dei piani di prevenzione e che finanzia le assicurazioni sulla salute; i contributi sociali che vanno a coprire tutte le forme di assicurazione; i pagamenti direttiche i cittadini vanno privatamente a sostenere.
Il governo mette circa il 30% delle risorse destinate alla sanità. Un altro 30% viene dal pagamento diretto dei cittadini e il restante 40% circa dai contributi sociali.
La sanità privata è abbastanza diffusa soprattutto nella forma degli ospedali: nel 2018 la percentuale degli ospedali privati era circa il 60%. La parte privata è ancora prevalente nella gestione degli ospedali, ma questo perché sono in periodo di grandi riforme.

Generalmente, il 30% delle spese è pagato dai cittadini privati. C’è una sorta di ticket, ma dipende molto dalla copertura assicurativa che supporta i cittadini. Non è però un sistema come quello americano. La prevalenza della popolazione, circa il 95%, è coperta da uno schema assicurativo finanziato dal governo. Si tratta quindi di coperture assicurative che vengono supportate dal governo con una forma di co-finanziamento.
L’emergenza viene gestita in modo completamente gratuito. Sia nelle zone rurali che nelle zone urbane, la copertura è completamente gratuita.
In una situazione ordinaria, invece, dipende dal tipo di assicurazione co-finanziata dal governo che il cittadino ha. Dipende se si è residenti in una zona urbana o se si è occupati in una zona urbana (e nella prima categoria rientrano i disoccupati, gli anziani e i bambini), poi ci sono coperture assicurative per chi ha un lavoro nelle zone urbane e quelle per i residenti nelle aree rurali. Ed è lì che la sanità cinese funziona meno: le zone rurali non sono ancora ampiamente servite e coperte.

Quello che sta facendo la Cina in quelle zone in questi ultimi anni è un uso massiccio della tecnologia. Attraverso il supporto di internet e della tecnologia si riesce ad arrivare in zone precedentemente scoperte con la telemedicina in forme evolute. Ci sono delle piattaforme, tutte cinesi e gestite da cinesi, che riescono a garantire una assistenza in remoto, con dottori che sono in alcuni centri e che assistono le persone che vivono nelle zone più lontane con consigli e supporto tramite l’uso del cellulare.

La questione ‘anziani’. Circa 160 milioni di over 65 nel Paese non hanno abbastanza denaro per fare fronte alle spese quotidiane, vivono in condizioni precarie di salute e non siano sostenuti dalle famiglie sempre più ristrette. Il 65 % della popolazione anziana rischia di vivere in povertà il resto della propria vita, dato che il sistema pensionistico non può elargire cifre sufficienti se non incamera le tasse dei lavoratori, che comunque sono molti meno rispetto agli anziani.

In Cina gli anziani amano avere un cane o un animale domestico anche piccolo come un uccellino o addirittura un grillo. In passato avere un uccellino significava avere fortuna e le persone ricche ne erano piene nei loro parchi. Oggi, invece, è un’abitudine di molte persone.

Il sistema sociale cinese è , basato sulla famiglia ed anche sulla “pietas filiale”. Si continua a sperare nella tradizionale “pietas filiale” insegnata dal confucianesimo.

Infatti, secondo questa cultura, è il primogenito a doversi occupare dei genitori quando invecchiano, mentre le figlie femmine si trasferiscono in casa del marito.

Ma vi è una nuova legge intitolata “Protezione dei diritti e degli interessi degli anziani”; sostanzialmente si tratta di un pacchetto di norme che introducono l’obbligo per i figli (specie se maschi e primogeniti) di fare visita ai propri genitori anziani, e di avere più attenzioni per loro anche dal punto di vista economico. Di occuparsi della loro situazione amministrativa, sanitaria ed economica; di organizzare le loro feste di compleanno, perfino di cucinare per loro.

Si tratta di una “pietas” filiale imposta per decreto, che tra l’altro non prevede alcuna forma di sanzione, in uno stato dove la società è in profonda trasformazione, e la condizione degli anziani presenta serie problematicità.

Siamo di fronte ad alcuni nodi critici: la previdenza era un riferimento stabile ed ora però i dati incominciano a scricchiolare. Continua a mantenersi il differenziale fra la previdenza per i cittadini-urbani e quella per i cittadini-rurali. Inoltre, non è un caso che in Cina i lavori più umili siano prevalentemente svolti da anziani: dai lavori di pulizia e manutenzione, alle mense, alla gestione degli spazi e dei bagni pubblici. Secondo un’indagine governativa, un pensionato su quattro è costretto a lavorare mentre sono circa il 25% quelli che vivono sotto la soglia di povertà stabilita dal governo (meno di 300 euro l’anno).

Anche in sanità continua la disparità fra urbano e rurale: solo il 10-15% delle famiglie rurali ha accesso a una forma qualsiasi di assicurazione e le disuguaglianze rimangono alte.

Le cure sono molto costose e circa il 40% degli anziani ‘ha serie difficoltà’ a soddisfare i bisogni quotidiani.

Nel secondo dopoguerra l’aspettativa di vita era di appena 41 anni. Oggi è oltre i 70. Dopo anni di incoraggiamento alle famiglie ad avere più figli, come traslazione della politica di potenza maoista in campo demografico, nel 1979  si è attivata la politica del figlio unico.

L’elemento più critico del welfare attiene, però, alle politiche socio assistenziali che non riescono ad emergere se non con esempi sporadici e degni di notizia, ma non base della vita normale. Il welfare nella sua condizione di equilibrio fra previdenza, sanità e socio assistenza è ancora lontano.

Di Giorgio Fiorentini

Senior professor in Bocconi con la quale collabora, a vario titolo, dal 1981. Attuale posizione in Bocconi e SDA Bocconi nel Dipartimento di Analisi istituzionale e management pubblico (DAIMAP) e nell’Istituto di Pubblica Amministrazione e Sanità (IPAS); CERGAS (Centro di ricerca sull’assistenza sanitaria e sociale). Ideatore e direttore “Master in management delle imprese sociali” (23 ed)-Bocconi. Responsabile progetto:”Dai un senso al profitto”(XIV ed). Attuale posizione altre Università • Dal 2021 Codirettore scientifico e direttore MASTER IN MANAGEMENT delle IMPRESE SOCIALI e PREVIDENZA-LUM(Libera università Mediterranea)-Casamassima(BA) • Fino al 2015 Codirettore del MASTER in ETICA D’AZIENDA (MEGA)-in collaborazione con l’Istituto Marcianum-Patriarcato di Venezia-Venezia(7^ edizioni). Membro del Consiglio Direttivo LILT(Lega Italiana Lotta Tumori)MILANO e BRIANZA,vice presidente SOTTOVOCE-ass.volontari IEO-MONZINO,consigliere CdA Fondazione Salvatore Maugeri Group-Pavia;Volunteer association advisor,Ideatore e presidente PREMIO IMPATTO-Salone CSR e INNOVAZIONE SOCIALE-Koinetica e Univ.Bocconi,;Membro ETHICS COMMITEE di Lombardi Group sa;LOINGsa-Bellinzona. LIBRI:G.Fiorentini-TUTTE LE IMPRESE DEVONO ESSERE SOCIALI-Profitto e Impatto Sociale-FrancoAngeli 2021; G.Fiorentini, V.Saturni,E.Ricciuti-La VIS di AVIS-la valutazione socio economica delle donazioni del sangue-FrancoAngeli ed .-2016;Fiorentini G-M. Campedelli -La dote ed la Rete-una policy e un modello per le non autosufficienze-Fondazione Easy Care-Reggio Emilia;CD-ROM-2016;G.Fiorentini-G.Sapelli-G.Vittadini:Imprenditore: Risorsa o problema-BUR Saggi-Mi-2014;G.Fiorentini-V.Saturni-AVIS in the Italian transfusion System-FrancoAngeli –ed.Mi-2013; G.Fiorentini-V.Saturni ‘AVIS nel sistema trasfusionale italiano’; FrancoAngeli ed.-Mi 2013;G.Fiorentini-F.Calò-Impresa sociale &Innovazione Sociale –Franco Angeli ed.-mi-2013; D.Dal Maso-G.Fiorentini(a cura di)-Creare valore a lungo termine-Egea-2013