Un insieme di attività, di comportamenti finalizzato ad una condizione olistica di integrazione fra status fisico e psicologico, una situazione dinamica che mette insieme emozioni, contesto di vita, scelte operative
Oggi, in tutte le considerazioni e conversazioni, c’è sempre un riferimento a queste parole: Ucraina, guerra, pace, negoziazione, emergenza alimentare con conseguenze di ondate di immigrazione verso l’Europa ecc. Fino a tre mesi, fa il riferimento era il Covid–19 con altro repertorio negativo. Siamo in una crisi continua.
La relazione con il ruolo delle imprese è evidente e quindi c’è un must implicito del modello imprenditoriale (non solo italiano) del 2022 che deriva dalla drammaticità della situazione internazionale e nazionale.
Per affrontare la crisi economico-finanziaria planetaria, è necessario pensare ad una impresaWWW (Welfare, Wellness, Wellbeing) cioè ad una IMPRESA SOCIALE che fa scelte di welfare agìto.
Infatti, le imprese sono collegate all’ESG(Environmental, Social, Governance) inteso come rating, come brand di valore sostenibile, come condizione per accedere ai finanziatori ed ai bandi di finanziamento, come valore organizzativo utile per mantenere uno standing competitivo: in sintesi, una profilatura necessaria e complementare alla CSR (Corporate Social Responsability).
ESG è un insieme di valori con un equilibrio fra le componenti che si traducono in un rating. Ormai non si torna indietro, ma certamente i pesi dei tre elementi variano in funzione delle dinamiche di contesto. Ma possiamo mantenere le promesse fatte in tempo di pace?
La guerra in Ucraina e la crisi energetica inducono a ridimensionare la E dell’ESG (cioè le aspettative sul clima e sull’ambiente) ed è ormai chiaro che anche alcuni capisaldi del PNRR come la riduzione di Co2, la decarbonizzazione ed altro devono essere rivisitati. E in parte ridimensionati. Un po’ di CO2 in più dovrà essere ammesso.
Di converso, per la legge di Lavoisier, la S dell’ESG dovrà svilupparsi e compensare la decrescita dell’Envaironment per mantenere il rating. Per esempio, la responsabilità sociale sui territori dove abiteranno i 120.000 profughi ucraini (per ora), l’assunzione degli immigrati anche ucraini, i servizi di integrazione e supporto sociale per i dipendenti, le opzioni di welfare aziendale sempre più coerenti con il welfare generale.
Ed ancora politiche di residenzialità sociale(villaggi industriali), di sollievo sociale per i genitori dei dipendenti, di vacanze organizzate per i figli dei dipendenti (un tempo si chiamavano ‘colonie estive’), di coesione sociale nei territori degli insediamenti industriali.
Qualcuno reputa che nel Social dovrebbe esserci anche la politica commerciale e di approvvigionamenti dalla Russia da ridimensionare o annullare come responsabilità sociale. Senza freni, si arriva a pensare che nella S rientra la fornitura di armi per difesa.
Anche la governance dovrà affrontare la crisi Ucraina come possibile ridimensionamento dei profitti per la crisi economica imperante ed a maggior ragione l’implementazione della tassazione sugli extraprofitti.
La governance delle imprese deve fare i conti con un assetto di rischi completamente mutato ed anche la relazione fra shareholders e manager operativi dovrà subire cambiamenti.
Una proposta è di modificare il concetto di ‘dovere fiduciario’ che rende gli amministratori personalmente responsabili (per un multiplo dei loro stipendi) nel rapporto fra le due e che obbliga ad agire nell’interesse dell’altro. Quindi prevale lo ‘stakeholderism’ o lo ‘shareholderism’? O forse non è necessario un equilibrio? Queste aziende sono orientate ad evitare l’azzardo morale tale per cui “non ottemperi ad un comportamento utile per tutti e godi personalmente del vantaggio a danno degli altri che stanno alle regole” ed alla ‘selezione avversa’ che si basa sull’’asimmetria informativa’ tale per cui la qualità degli scambi diventa sempre più bassa.
In quest’ottica l’impresa WWW orientata al Welfare, Wellness e Wellbeing deve accettare la sfida di tradurre questi concetti in servizi operativi e le imprese sono veicolo di welfare per i dipendenti, i cittadini e la popolazione. Tutto questo si integra con il rating di ESG che è ormai condizione di management di ogni impresa, anche in periodo di crisi bellica. Ovviamente facendo le dovute proporzioni. Oggi le imprese sostenibili dimostrano di produrre risultati migliori. Per esempio, nella continuità e nel perdurare dell’impresa evitando la speculazione del ‘mordi e fuggi’.
Ed in Europa gli asset finanziari sostenibili crescono del triplo rispetto a quelli tradizionali. La consapevolezza che la società attuale espone le persone a stati di stress fisici e psicologici che sono all’origine di molte patologie che diminuiscono il successo di impresa, ha sviluppato il wellness che ha come primo obiettivo proporre comportamenti virtuosi nelle attività (motorie e non), nell’alimentazione e nella ‘manutenzione’ del proprio stato emotivo con determinanti riflessi sul successo dell’impresa. E’ il tessuto connettivo su cui sviluppare il know-how personale e dell’impresa.
Un’azienda di Vienna fondata nel 2014, Bitpanda, è passata da 200 a oltre mille dipendenti qualificati rispondendo allo sviluppo di mercato. Attrattività? Flessibilità, ferie annuali oversize, 20 giorni di congedo parentale e nel 2021 una settimana con interdizione dell’uso delle chat, mail e telefonate ai colleghi. Cioè dare cibo di qualità alla mente.
Il rapporto fra impresa e wellness non è avere solo la palestra o palestrina in azienda, ma costruire un orientamento ben più determinato verso il lavoro come benessere ed un clima di welfare; per esempio, sviluppando welfare aziendale.
L’impresa WWW è un insieme di attività, di comportamenti finalizzato ad una condizione olistica di integrazione fra status fisico e psicologico. E’ una situazione dinamica che mette insieme emozioni, contesto di vita, scelte operative. Si accomuna il wellness con il il wellbeing che è una posizione statica e di fotografia del presente. Wellness come film in chiave di futuro composto da foto statiche.
La formula più coerente a queste esigenze è l’impresa sociale o ad orientamento sociale che esprime una formula imprenditoriale che sviluppa servizi per gli stakeholders interni (dipendenti) e per quelli esterni (consumatori, consumeristi, istituzioni, territorio). Inoltre, sviluppa positività per gli azionisti shareholders. La formula organizzativa è un insieme di rapporti positivi e trasparenti che evitano i costi di riequilibrio organizzativo; si evita l’’azzardo morale’ e la ‘selezione avversa’ tale per cui i dipendenti cercano di ‘imbrogliarsi a vicenda’ con evidenti ‘sfridi’ di funzionamento.
L’impresa WWW si connota per la sostenibilità agìta che è un mantra e un passepartout; infatti, il punto critico è come fare sviluppo sostenibile integrando l’approccio multidisciplinare e multifattoriale e rendendo operativi innovazione, fare sistema, digitalizzazione, economia circolare, filiera e le scelte di responsabilità d’impatto. Sostenibilità come sussidiarietà . Estrarre dai giacimenti culturali e operativi delle imprese le idee di sviluppo e le buone pratiche di sostenibilità. Senza sostenibilità non c’è strategia vincente e differenziale competitivo sui mercati nazionali ed internazionali. Quindi non solo estrarre, ma trasformare i giacimenti di sostenibilità in aree di sviluppo sostenibile,ambientale,sociale e di governance (ESG). Sviluppare una redditività sostenibile dell’impresa come insieme di valori che vengono generati per la qualità di vita degli stakeholder e dei soggetti economici-shareholder. In sintesi ‘stakeholderism’ e ‘shareholderism’ insieme.
La sostenibilità non serve solo per ottemperare a leggi e regolamenti nazionali ed europei, ma per i cittadini che hanno consapevolezza che l’ambiente, il sociale e l’economico sono interdipendenti. Il raccordo fra crisi della guerra in Ucraina e ruolo delle imprese si traduce in servizi reali per le situazioni critiche ed anche emergenziali, consci del fatto che l’interdipendenza fra gli avvenimenti è sempre una costante del mondo.
Si dice, in modo riduttivo, che ‘il battito d’ali di una farfalla in Giappone provoca un uragano in America’. Mai detto è stato più attuale in questa crisi .