Valutiamo il che fare con il sentimento della solidarietà, ma anche con la razionalità dell’imprenditorialità sociale
Emergenza Ucraina. E’ una esigenza da gestire in modo diversificato e su vari fronti: ospitalità e reperimento di alloggi e case, risposta alle esigenze di lavoro, sforzo formativo sulla lingua italia, fund raising per per trovare risorse indispensabili, accompagnamento nel ginepraio burocratico e così via. E’ significativo il caso del Paese di Rota d’Imagna (900 abitanti) che ha accolto cento bambini ucraini fruendo di alberghi,colonie non più in funzione e sviluppando servizi di solidarietà(dice un bambino: ”…Qui è come essere in vacanza”).
Una delle prime esigenze è la copertura sanitaria considerando che il 40% dei profughi è composto da minori. Inoltre, nello specifico, stiamo parlando delle profughe ucraine accolte in Italia che, ad oggi, sono circa 40.000 considerando che il totale dei profughi è di ca.8o.000 persone.
Tutte le profughe ucraine diventeranno badanti?Impossibile e spreco di risorse e talenti. Non abbiamo ancora dati sul profilo esatto delle ucraine profughe, ma le prime impressioni ci dicono che sono di cultura media e medio-alta, molte parlano inglese, alcune sono arrivate con la propria automobile ed hanno con sè i figli minori (circa 29.000). Rispetto ai migranti ucraini in tempo di pace; in Italia ad oggi sono circa 240.000 e rappresentano 28% dei residenti ucraini in Europa che rappresentavano prevalentemente persone in cerca di ‘un lavoro per il lavoro’, allontanandosi da una situazione critica e di povertà in Ucraina, oggi l’ondata di profughi è composta da piccola borghesia,da persone che avevano un lavoro in patria e,quantomeno, erano in una situazione di equilibrio fra qualità della vita e status economico. In sintesi sono ‘migranti non migranti’ e costretti da circostanze drammatiche ed imprevedibili ed etero dirette dall’invasione russa. L’età media delle ucraine in italia è piuttosto elevata (46 anni),mentre le ucraine profughe di guerra hanno un’età decisamente inferiore. Da ‘profughe economiche’ a ‘profughe di guerra’. La polarizzazione della migrazione bellica è su città come Milano, Roma, Napoli, Bologna ed in regioni come la Lombardia e l’Emilia-Romagna.
In questa situazione la solidarietà e l’altruismo non bastano e sono valide opzioni tampone dell’oggi che sono la base per una esigenza di convivenza strutturale. Questa è una diaspora qualificata e costretta, diversa dalla migrazione in cerca di lavoro.
Una risposta parziale,ma costruttiva e non solo riparativa, è quella di sviluppare Imprese Sociali (D.Lgs.112/17,art.2 punto 4,nlettera b, per il quale si possono creare Imprese Sociali che operano in qualsiasi settore economico considerando le ucraine profughe delle persone svantaggiate). I vantaggi di questa operazione sarebbero di strutturazione di sistema, si darebbe un respiro di prospettiva decisamente più certo. Queste Imprese Sociali potrebbero essere uno spin-off delle imprese sociali non profit e profit e si eviterebbero in parte opportunismi di sfruttamento o peggio ancora di tratta. Oggi ,in Italia, la comunità già residente sta ammortizzando l’arrivo dei profughi (circa il 90%). In parte è un ricongiungimento qualificato, in parte è una solidarietà spontanea di ceppo etnico. Ed ha il vantaggio che che si innesta su un tessuto di occupazione diffuso. Anche se una parte delle profughe ucraine si dedicheranno al lavoro di cura è necessario che si strutturino in imprese sociali che avrebbero un livello di penetrazione nel mercato decisamente superiore rispetto alle singole persone.
C’è un raccordo fra impresa sociale e ‘territorio’ perché la partecipazione e la ‘filiera corta’ produttiva ed erogativa scambia beni e servizi a costi/prezzi equilibrati ed a controllo sociale implicito sia dal lato dell’offerta che della domanda. E l’impresa sociale,in questa fattispecie,è pervasiva e possibile in ogni settore economico-finanziario. Fra l’altro potrebbe anche incanalarsi nella rivalutazione dei borghi nascosti e turisticamente attraenti. E’ una sfida dell’accoglienza che però deve acquisire lo stadio della protezione temporanea (direttiva EU del 2001) come base per sviluppare un inserimento nel mercato del lavoro duraturo. Leggo che la regione Piemonte ha attivato il progetto FORWORK che permette ai richiedenti asilo di fruire del network del potenziale mercato del lavoro. C’è anche un job mentor personale che disegna uno sviluppo professionale ‘ad hoc’, risponde all’esigenza di avere corsi di lingua e di orientamento civico.
Facendo riferimento all’articolo 18 del D.lgs. 112/17 ci sono in via di attuazione a fronte di una apposita autorizzazione,in itinere, da parte della Commissione Europea,ci potrebbero essere delle agevolazioni anche fiscali per le start-up di Imprese Sociali o per costituire delle SIAVS(………..)
L’articolo 18 comma 9 specifica infatti come “L’efficacia delle disposizi
Articolo 18 comma 1
“(…) Non concorrono alla formazione del reddito imponibile dell
Articolo 18 comma 3
E’ prevista una detrazione, sul reddito delle persone fisiche, per un importo pari al trenta
Articolo 18 comma 4
Per le società non concorre alla formazione del reddito, il trenta per cento della somma investita, nel capitale soc
Articolo 18 comma 5
Le menzionate disposizioni si applicano anche agli atti di dotazione e ai contributi di qualsiasi
Per esempio, dei 3.4 milioni di euro stanziati dalla Fondazione Cariplo si potrebbe sviluppare qualche impresa sociale pilota.
Valutiamo il che fare con il sentimento della solidarietà, ma anche con la razionalità dell’imprenditorialità sociale.