Se la Russia dovesse invadere travolgerebbe rapidamente le forze ucraine, ma la battaglia convenzionale muterebbe altrettanto velocemente in un’insurrezione estesa in stile guerriglia. Il CSIS avanza una serie di scenari di supporto o non supporto da parte NATO all’insurrezione ucraina
Il Consigliere per la sicurezza nazionale USA, Jake Sullivan, lunedì 14 febbraio, ha condotto un giro di telefonate per aggiornare i vertici di Camera e Senato sulla crisi ucraina. Nel colloquio, in mattinata, con, tra gli altri, il Presidente della Camera, Nancy Pelosi, e i presidenti democratici dei comitati di sicurezza nazionale, ha tra il resto affermato, secondo ‘Politico‘: «che il Segretario alla Difesa, Lloyd Austin, sta cercando di fornire agli ucraini aiuti militari tramite consegne via terra, non tramite consegne aeree, per assistere la resistenza dopo un’invasione russa. Alla domanda di maggiori dettagli dai legislatori, Sullivan ha risposto che sarebbe stato disposto a discutere la questione in un ambiente riservato invece che su una linea telefonica non sicura».
Nelle settimane scorse, in effetti, era stata avanzata da più parti, e lasciata filtrare dalla Casa Bianca e dal Pentagono, la possibilità che gli USA sostenessero, finanziariamente e con armi e logistica varia, un’insurrezione ucraina, ma la dichiarazione di Sullivan sembra ufficializzare il fatto che gli Stati Uniti, tra le misure che stannonon valutando ma già approntando, c’è il sostegno alla eventuale insurrezione ucraina.
Quasi unanemente si sostiene che se la Russia dovesse invadere travolgerebbe rapidamente le forze ucraine, addirittura nei primi giorni dei combattimenti, ma la battaglia aperta e convenzionale muterebbe altrettanto velocemente in un’insurrezione estesa in stile guerriglia. La risorsa più importante per una tale insurrezione contro i russi è già pronta, sonogli uomini e le donne della Territorial Defense Forces (TDF), le Forze Armate Territoriali, civili e riservisti pronti alla resistenza armata.
Il prestigioso think tank americano Center for Strategic and International Studies (CSIS) ha pubblicato un ‘Commentary’, a firma di Emily Harding, vicedirettrice e ricercatrice senior dell’International Security Program presso il CSIS, dal titolo ‘Scenario Analysis on a Ukrainian Insurgency‘ nel quale avanza una serie di scenari di supporto o non supporto a un’insurrezione ucraina.
Da notare bene che questa analisi non si concentra su di un sostengo americano, bensì NATO. Harding non espone mai gli USA, elabora gli scenari in termini di NATO e nel discuterli mette in pista o la NATO o l’Europa, o più genericamente l’Occidente. Il lavoro, dunque, esamina le sfide e i vantaggi per i membri della NATO di sostenere un’insurrezione in Ucraina.
Vengono avanzati sei scenari: «in tre, l’Occidente fornisce supporto agli ucraini che continuano a combattere contro una potenza occupante russa; in tre, non lo fa, o perché è politicamente troppo rischioso, o c’è poca o nessuna forza di ribelli organizzata da sostenere».
«Il sostegno esterno è un fattore decisivo per il successo di un’insurrezione», afferma Harding, affermando che l’Europa presto dovrà affrontare «la questione più difficile della ritorsione: se fornire un supporto vitale per un’insurrezione ucraina». Sostegno che, precisa l’analista, «può assumere molte forme: rifugio sicuro, supporto finanziario, consegne di materiale, supporto dell’intelligence e addestramento».
«Lo scenario più rischioso per le Nazioni occidentali alleate è quello in cui la Russia prende tutta l’Ucraina e i membri della NATO forniscono supporto materiale agli insorti. Ciò crea una dinamica in cui ogni attacco dei ribelli alle forze russe è un irritante tra la Russia e l’Occidente, e Mosca ha a sua disposizione diversi strumenti di ritorsione di grande impatto, inclusi attacchi informatici e leva economica.
Lo scenario più rischioso nella categoria ‘nessun supporto’ è se Mosca si ferma sul fiume Dnepr, prendendo metà dell’Ucraina, inclusa Kiev. Ciò lascia una groppa all’Ucraina occidentale, con risorse economiche limitate e poche difese, in gran parte dipendente dai vicini occidentali per il supporto economico e l’assistenza, e con una popolazione di profughi che probabilmente sarà considerevole. In questo scenario, l’Occidente ha anche la minima influenza su ciò che accade all’interno dell’Ucraina. Piuttosto che Mosca che lotta per il controllo in Ucraina, è libera di rivolgere la sua attenzione altrove.
Non fornire alcun sostegno a un’insurrezione, indipendentemente dal quadro territoriale, aumenta anche il rischio a medio termine di incoraggiare Mosca a continuare senza sosta le sue minacce all’Europa».
Nello strutturare gli scenari, l’analista fa una serie di ipotesi.
Prima ipotesi: «La Russia ha completato la sua conquista del territorio, ha smantellato l’esercito ucraino all’interno di quel territorio ed è in una fase di attesa, concentrandosi sulla sottomissione della popolazione irrequieta. Se l’esercito ucraino è ancora organizzato e combattente, il conflitto non è ancora passato a una fase di insurrezione».
Seconda ipotesi: «Gli alleati statunitensi ed europei sono in grado di fornire forza letale e capacità di comunicazione clandestina in Ucraina a un livello sufficientemente solido da essere importante. In qualsiasi presa di territorio da parte della Russia, ci sarà ancora una certa porosità ai confini dell’Ucraina con Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania e Moldova, in particolare le regioni montuose del sud-ovest. Il coinvolgimento delle forze NATO in Afghanistan, Siria e Iraq le ha armate con decenni di pratica in missioni di addestramento e equipaggiamento».
Terza ipotesi: «I membri della NATO sono i presunti attori. Sebbene sia altamente improbabile un ruolo ufficiale della NATO nel sostenere un’insurrezione ucraina, le Nazioni che più probabilmente saranno coinvolte sono quelle della NATO e Mosca interpreterà l’attività come ‘aggressione della NATO’».
Infine, «Mosca tenterà di reprimere un’insurrezione con lo stesso vigore e spietatezza che ha mostrato in Afghanistan,Cecenia e Siria ».
Posto quanto sopra, Emily Harding tratteggia i sei scenari.
«SCENARIO 1: VICINO ALLO STATUS QUO
L’opzione più modesta per Mosca è prendere il Donbas, dove i combattimenti sono in corso dal 2014. Martedì la Duma russa ha votato per riconoscere l’indipendenza di Donetsk e Luhansk, aprendo la strada alle forze russe per ‘assistere’ i loro nuovi vicini.
Dopo che la Russia ha stabilito forze convenzionali nella regione, un’insurrezione successiva sembrerebbe un cambiamento nello status quo. Le forze ucraine che attualmente combattono i separatisti filo-russi e i loro sostenitori russi avrebbero un gran numero di truppe regolari russe come nuovi obiettivi. Tagliate fuori dal più grande esercito ucraino, queste forze avrebbero bisogno di ulteriore supporto a medio termine dall’esterno della regione e avrebbero bisogno di riorganizzarsi in una forza di guerriglia, piuttosto che in unità militari formali. I combattenti avrebbero bisogno di un rifugio sicuro nel resto dell’Ucraina, insieme a rotte di rifornimento per armi e altri materiali necessari, perché la Russia potrebbe saturare il territorio con forze regolari e irregolari.
Questo scenario contiene probabilmente leimplicazioni più limitate per la NATO e l’Occidente, probabilmente simile all’annessione della Crimea nel 2014.
SCENARIO 2: UCRAINA OCCIDENTALE CONTRO UCRAINA ORIENTALE
Come esposto in un recente pezzo di Seth Jones e Phil Wasielewski, Mosca potrebbe decidere di spostare forze da est e nord e prendere tutto il territorio a est del Dnepr, inclusa Kiev. Questa divisione riecheggia Berlino durante la Guerra Fredda, con i disertori che tentavano di spostarsi da est a ovest e le spie che si spostavano in entrambe le direzioni.
Il sostegno a un’insurrezione richiederebbe percorsi per attraversare il Dnepr con attrezzature e persone. Richiederebbe, inoltre, che l’Ucraina occidentale disponga di un servizio militare e di controspionaggio funzionante, entrambi necessari per sostenere un’insurrezione dall’altra parte del confine. Il governo dell’Ucraina occidentale avrebbe bisogno del sostegno dell’Europa, al di là del sostegno fornito agli insorti nell’est, per rafforzare la sua stabilità all’indomani di un conflitto violento e di fronte a un avversario russo impegnato. L’insurrezione disturberebbe l’attenzione della Russia, costringendola a dare la priorità all’interruzione piuttosto che all’ulteriore annessione del territorio.
L’implicazione principale di questa combinazione è un’Ucraina occidentale sotto costante attacco, ma da una Mosca distratta. Mosca cercherebbe di minare il governo di un tale Stato con ogni strumento nel suo kit di strumenti, dagli attacchi informatici alla disinformazione e alla propaganda diretta contro gli ucraini occidentali. La direzione principale dell’intelligence russa (GRU), il servizio di sicurezza federale (FSB) e il servizio di intelligence estero (SVR) lancerebbero enormi risorse per penetrare nei servizi di sicurezza di un governo dell’Ucraina occidentale al fine di interrompere il supporto alle forze ribelli nell’est.
SCENARIO 3: OPERAZIONI TRANSFRONTALIERE
Sebbene un’acquisizione totale dell’Ucraina da parte della Russia richiederebbe molto tempo e manovre, non è impossibile. In questo scenario, Putin decide che tutta l’Ucraina deve finire sotto il controllo della Russia, senza alcun territorio rimasto come una minacciosa presenza filo-occidentale. Avrebbe il controllo totale su tutti gli strumenti di potere statali esistenti e il presidente Volodymyr Zelensky e il governo ucraino sarebbero in esilio, forse anche assassinati durante i combattimenti.
L’assistenza della NATO sarebbe un’ancora di salvezza fondamentale per un’insurrezione in questo scenario. È più probabile che le insurrezioni abbiano successo se hanno un rifugio sicuro: senza l’Ucraina, non ci sarebbe tregua interna per i combattenti. La NATO dovrebbe anche gestire il contrabbando di materiale transfrontaliero, con le truppe russe al controllo dei valichi di frontiera.
Questo scenario pone il più alto rischio immediato per l’Occidente. Ogni spedizione o attacco di armi aumenterà le tensioni con la Russia. È probabile che Mosca si vendichi manipolando l’energia e altre esportazioni e colpendo nel dominio informatico, molestando i Paesi della NATO proprio come si sentono molestati in Ucraina.
SCENARI SENZA RIBELLIONE
La Russia ha una reputazione per il perseguimento spietato degli obiettivi militari. In Afghanistan negli anni ’80, in Cecenia negli anni ’90 e all’inizio degli anni 2000, e in Siria dal 2015, la Russia ha riservato poca preoccupazione per le vittime civili o ha mirato a una guerra limitata. Sotto il controllo russo, potrebbe non esserci un’insurrezione praticabile da sostenere. In alternativa, i membri della NATO possono decidere che è politicamente impossibile sostenere un’insurrezione ucraina.
I seguenti scenari esaminano le stesse ambizioni territoriali ma presuppongono che non vi sia alcuna possibile rivolta.
SCENARIO 4: CRIMEA NEL DONBAS
Se la Russia limita le sue conquiste territoriali a Donetsk e Luhansk e la NATO decide che è troppo rischioso o impossibile sostenere un’insurrezione, il Donbas probabilmente comincerà presto a somigliare alla Crimea. È probabile che qualsiasi resistenza si plachi rapidamente a causa della mancanza di risorse e delle tattiche russe.
Questo scenario è probabile se le Nazioni occidentali negoziano un accordo con Putin o se la pressione occidentale convince Mosca che qualsiasi trasgressione oltre il Donbas si tradurrà in un conflitto più ampio. A medio e lungo termine, il progressivo strisciamento della Russia verso il rinnovato impero continuerà, mentre Putin continua ad andare avanti.
SCENARIO 5: UCRAINA OCCIDENTALE MINACCIATA
In uno scenario in cui la Russia prende l’est del Paese, l’Ucraina si divide in uno Stato fantoccio russo a est e uno Stato pro-europeo a ovest. La Russia cercherebbe di bloccare il confine tra i due lungo il Dnepr.
Uno Stato di groppa nell’ovest avrebbe bisogno di stabilire una nuova capitale, un insieme funzionante di istituzioni statali e un’economia sostenibile, senza le risorse naturali dell’est. Dovrà inoltre affrontare un afflusso di rifugiati dall’est che cercano di sfuggire al dominio russo. L’Ucraina occidentale si rivolgerebbe all’Europa per chiedere aiuto. Se tale aiuto sarebbe imminente è una questione aperta. L’Europa non si è fatta avanti per assistere efficacemente alla crisi dei rifugiati siriani, con molte Nazioni che invece hanno scelto di bloccare i confini. Anche i flussi di rifugiati afgani potrebbero aumentare nei prossimi mesi, poiché l’inverno si trascina con poco o nessun governo funzionante a Kabul, aggravando gli arrivi di rifugiati in Europa.
Più l’Ucraina occidentale sembra debole, e più Putin si sente sicuro nell’Ucraina orientale, più potrebbe essere tentato di prendere il resto del Paese con la forza.
SCENARIO 6: LA GRANDE VITTORIA DI PUTIN
La Russia ha accumulato abbastanza forze militari lungo il confine con l’Ucraina e prende tutto il territorio ucraino e reprimere qualsiasi tentativo di rivolta. La probabile reazione della NATO a questo sviluppo sarebbe allarme e un tentativo di rafforzare la sua periferia. Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania cercherebbero rassicurazioni sul sostegno della NATO, forse la presenza di truppe permanenti di altri membri della NATO, così come farebbero i Paesi baltici.
Putin si sarebbe certamente autocelebrato per aver riportato l’Ucraina nell’orbita della Russia e probabilmente si sarebbe incoraggiato a perseguire altri obiettivi. Questo scenario è davvero una grande vittoria per Putin e un occhio nero per l’Europa e gli Stati Uniti».
Nelle conclusioni, Emily Harding fa una radiografia geopolitica del sostegno o non sostegno all’insurrezione ucraina da parte dell’Occidente.
«Un’Ucraina divisa è leggermente migliore di una perdita totale. Gli scenari chiariscono che la perdita di tutto il territorio ucraino a favore di Putin è un risultato minaccioso per l’Occidente, indipendentemente dal fatto che si concretizzi o meno un’insurrezione. Se l’avanzata di Putin dovesse dividere l’Ucraina, l’assistenza all’Ucraina occidentale sarà essenziale. Una debole Ucraina occidentale, infiltrata da agenti dell’intelligence russa, vedrà i suoi tentativi di assistere un’insurrezione nell’est sventrati dall’interno. L’Ucraina occidentale in una posizione totalmente difensiva sarà facile da trascinare nell’orbita di Mosca.
C’è rischio da entrambe le parti. Gli scenari evidenziano rischi considerevoli sia nel sostenere un’insurrezione che non. In qualsiasi scenario di supporto, aumentano le tensioni tra i Paesi della NATO e la Russia. Ma non sostenere un’insurrezione ucraina comporta anche rischi significativi, non ultimo dei quali aprirebbe la porta al prossimo accaparramento di terre da parte di Mosca.
Ci sono vantaggi tangibili e intangibili nel sostegno. Sostenere un’insurrezione distrarrebbe Mosca dai suoi continui sforzi per indebolire l’Occidente e invierebbe un chiaro segnale che le alleanze occidentali non si sgretoleranno di fronte alla belligeranza di Mosca. Inoltre, aumenterebbe i costi interni per Putin, poiché il popolo russo collega la perdita di soldati russi al suo avventurismo. Dimostrerebbe anche a coloro che guardano da bordo campo, come Pechino, che trarrà lezioni per Taiwan, che cambiare i confini con la forza non conviene».
«I costi di un’insurrezione saranno enormi: i membri della NATO sono ben consapevoli del sanguinoso tributo di un conflitto, dopo decenni di coinvolgimento in Afghanistan e Iraq. La sofferenza umana sarà estesa, poiché la durata media di un’insurrezione è stimata in 10 anni. Nel corso di questi anni, i flussi di rifugiati si sposteranno in Europa; i rifugiati avranno sempre meno risorse a cui attingere quando arriveranno, mentre la guerra si trascina. Anche il costo geopolitico sarà elevato, poiché gli attacchi di alto profilo alle truppe russe in Ucraina diventeranno una costante fonte di irritazione tra Mosca e i membri della NATO. Quest’ultima dovrebbe aspettarsi ritorsioni nel dominio cibernetico, forse contro infrastrutture critiche, insieme a ritorsioni economiche in aree chiave di esportazione per Mosca, come l’alluminio e il gas naturale. Mosca ha tentato di rendere la sua economia a prova di sanzioni, anche con oltre 631 miliardi di dollari di riserve estere, dandole una certa resistenza al dolore economico derivante da tutte le sanzioni tranne le più drammatiche e per esigere alcuni costi economici dai suoi oppositori. La Russia fornisce circa il 41% delle importazioni di gas naturale dell’Unione Europea e il 27% delle sue importazioni di petrolio greggio; anche le interruzioni delle esportazioni di petrolio russe aumenterebbero considerevolmente i prezzi.
Nonostante i costi, i membri della NATO dovrebbero sostenere qualsiasi tentativo ucraino di strappare il controllo del Paese dalle mani di Mosca. Il governo e l’esercito ucraino hanno inviato ogni segnale che intendono combattere e combattere duramente per mantenere il loro Paese. Indipendentemente dal fatto che la NATO appoggi o meno questa lotta, è probabile che Washington subisca un contraccolpo, poiché Mosca vedrà in gioco la mano degli Stati Uniti. In questo caso, è meglio godere dei benefici del sostegno se si deve già subire il contraccolpo.
È anche probabile che Mosca sia impreparata a combattere un’insurrezione. Un rapporto di dicembre dell’Istituto per lo studio della guerra ha esposto ciò di cui Mosca potrebbe aver bisogno per reprimere i combattimenti dei ribelli, data la dottrina della contro-insurrezione sui rapporti demografici: un contro-ribelle ogni 20 abitanti . . . suggerirebbe un requisito di forza di contro-insurrezione dell’ordine di 325.000 dipendenti. Questa stima supera di gran lunga il numero di truppe russe ammassate al confine, il che significa che Mosca dovrebbe dipendere dai sostenitori locali.
Per preparare il supporto, i membri della NATO dovrebbero memorizzare nella cache materiale in giro per l’Ucraina, stabilire metodi di comunicazione sicuri e creare rotte clandestine per spostare persone e attrezzature via terra e aria. Anche le apparecchiature di riparazione critiche, come le macchine per la produzione additiva e i dispositivi di falsificazione di documenti dovrebbero essere installate il prima possibile».
«La Cybersecurity e altre infrastrutture della Security Agency e altri elementi del governo federale degli Stati Uniti hanno hanno già emesso avvertimenti per avvisare le aziende e gli enti governativi della possibilità di attacchi informatici debilitanti. Gli Stati Uniti e gli alleati europei dovrebbero istituire immediatamente gruppi di lavoro economici incaricati di creare piani di emergenza» nel caso la Russia operasse ritorsioni di natura economica. «Dovrebbero anche creare un gruppo di lavoro sui rifugiati. Sul fronte politico, poco dopo l’inizio di un’invasione, le Nazioni europee dovrebbero costituire una squadra negoziale con un ‘osservatore‘statunitense. Quella squadra dovrebbe comunicare a Mosca che è pronta a parlare per dare a Mosca una strategia di uscita per ritirarsi dall’Ucraina. La piena partecipazione degli Stati Uniti può essere una merce di scambio se la Russia dimostra di essere disposta a impegnarsi in colloqui di ritiro».