Ad oggi, sono oltre 1.200 le aziende che hanno beneficiato degli incentivi dei progetti Smart e Start. Ecco come richiedere l’agevolazione
Sono sempre di più i bandi che prevedono agevolazioni fiscali e finanziarie di vario tipo dedicate alle nuove imprese. In un momento in cui l’economia ha bisogno di rinascere sotto ogni punto di vista, le start-up rappresentano una delle risorse maggiori del nostro Paese ed è per questo che, tra le realtà che si preoccupano di creare opportunità interessanti, vi è anche Invitalia, ovvero l’Agenzia nazionale per lo sviluppo, che fa parte del Ministero dell’Economia. Ad oggi, sono oltre 1.200 le aziende che hanno beneficiato degli incentivi gestiti da questa agenzia: in particolar modo, Smart e Start è il bando Invitalia che finanzia le start up, pensato per promuovere le imprese più innovative del settore digitale.
Cos’è la Smart e Start
L’intento del progetto Smart e Start è quello di erogare alle nuove aziende un finanziamento che non richieda particolari garanzie con durata fino a 10 anni. Privo di interessi debitori, può arrivare fino a ben l’80% della spesa totale sostenuta dalla start-up. Tale percentuale aumenta di un’ulteriore 10% in caso di aziende prevalentemente al femminile o se tra i collaboratori vi sia una figura di ricercatore con esperienza perlomeno triennale, anche all’estero.
Al fine di andare incontro alle esigenze delle imprese che abbiano sede nelle regioni del Sud, e che quindi abbiano deciso di non spostarsi in zone più favorevoli, Invitalia prevede anche contributi a fondo perduto quantificabili con un 30% dell’investimento: le regioni coinvolte in tale iniziativa sono l’Abruzzo, il Molise, la Campania, la Basilicata, la Puglia, la Calabria, oltre alle nostre due isole maggiori, oltre che le zone particolarmente colpite dai sismi del Centro negli ultimi anni.
Dall’invio della documentazione passano circa un paio di mesi prima di un colloquio personale dedicato, cui farà seguito il completamento della pratica e l’eventuale erogazione del finanziamento.
Chi può richiedere l’agevolazione
Le start-up incluse nel progetto sono soprattutto le piccole imprese e persino le persone fisiche che non fatturino più di 5 milioni annui. Naturalmente, trattandosi di un’iniziativa rivolta alle aziende italiane, la sede legale deve essere stabilizzata qui, e in caso si tratti di impresa straniera avere in Italia almeno una filiale attiva. Inoltre, proprio per rendere fede al termine start-up, la realtà deve essere stata costituita da meno di 2 anni (tempistica che si riduce a 30 giorni dalla richiesta di agevolazione per i singoli in possesso di Partita Iva).
La natura di queste nuove aziende, poi, dovrà avere una caratteristica peculiare: l’innovazione. Strategie sperimentali in campo informatico, tecnologico, scientifico o economico, sia nel pubblico che nel privato, saranno i punti cardine che fanno parte dei requisiti principali da dimostrare per avere i suddetti benefici. Ovviamente occorre anche che gli eventuali sbocchi sul mercato siano favorevoli e possano portare, se ben gestiti, a una crescita che possa generare altre realtà similari nel tempo.
Tra le spese cosiddette ammissibili da poter finanziare in tal modo, sono inclusi l’acquisto di macchinari, materie prime, leasing di vetture o attrezzature, spese riferibili ad affitto o compravendita, ma anche tutto ciò che concerne licenze, campagne di marketing e registrazioni di marchi o brevetti. Per ogni categoria sono previste percentuali di finanziamento differenti e l’erogazione avviene a scaglioni: possono corrispondere ognuna a un 30% o comunque non inferiori al 10% del totale e sono intese al netto di IVA e di altri oneri di tipo previdenziale.