L’ intesa siglata riguarderebbe sfruttamento del giacimento emiratino di Lower Zakum e il sito di riserva indiana di Mangalore
«Con il primo ministro Narendra Modi in visita negli Emirati Arabi Uniti l’11 febbraio 2011, il suo secondo in meno di tre anni, i crescenti legami tra UAE e India riceveranno ulteriore impulso strategico. Dal momento che la sua visita ha luogo poco più di un anno dopo che l’India ha ospitato il principe ereditario di Abu Dhabi e il vice comandante supremo delle forze armate His Heikh Mohamed Bin Zayed Al Nahyan come capo ospite nel Republic Day nel gennaio del 1978, riflette la particolare importanza il governo colloca i legami tra EAU e India» aveva detto Navdeep Suri, ambasciatore indiano negli Emirati Arabi Uniti pochi giorni prima della visita del Primo Ministro indiano Narendra Modi.
Durante la sua visita ad Abu Dhabi, ha presentato un modello del primo tempio indù che sarà costruito nella capitale del piccolo Stato e dopo aver incassato il permesso emiratino alla costruzione, ed ha ribadito, nel suo discorso sul palco dell’Opera di Dubai, davanti a centinaia di diplomatici e immigrati indiani sui legami storici ed economici – 53 miliardi nel 2016-17 di scambi bilaterali – che collegano l’India con gli Emirati, dove risiedono 3,3 milioni di indiani, : «Oggi, che si tratti degli Emirati Arabi Uniti o di altri paesi del Golfo Persico, la nostra relazione non è più solo quella di un acquirente e di un venditore, è una partnership costruita» . Ha avuto modo di incontrare il primo ministro degli Emirati lo Sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum ed ha preso parte a Dubai al World Government Summit. Sono stati siglati memorandum sulla cooperazione in manodopera, nei trasporti marittimi e terrestri e finanziari.
Nel corso della sua permanenza, è stato siglato un accordo storico tra India ed Emirati Arabi Uniti che riguarda la concessione di una licenza ad una serie di compagnie petrolifere di New Delhi. «La concessione offshore a favore di un consorzio indiano ha portato l’impegno bilaterale nel settore del petrolio e del gas a un nuovo livello, che si addice a una partnership strategica ad ampio raggio tra i nostri due paesi», ha constato Modi. La ristrutturazione delle concessioni è volta a massimizzare il valore commerciale, ampliare la base di partner, ampliare le competenze tecniche e consentire un maggiore accesso al mercato.
Del resto il documento che è stato firmato dal consorzio indiano Ovl-Bprl-Iocl – comprendente Ongc Videsh Limited, Bharat PetroResources Limited e Indian Oil Corporation– e dall’ Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC) riguarda la partecipazione del 10% nello sfruttamento del giacimento emiratino offshore di Lower Zakum per quarant’ anni: infatti l’ accordo, che entrerà in vigore il 9 marzo, scadrà nel 2057.
L’ Indian Oil Corporation, che detiene in India ben 11 raffinerie su 23, una rete di condotte di 13 mila chilometri e con 47 mila punti di distribuzione, riesce a soddisfare quasi il 50% del fabbisogno di prodotti raffinati della nazione; Bharat PetroResources, controllata al cento per cento da Bharat Petroleum Corporation Limited, dispone di partecipazioni in 23 aziende leader nel gas e nel petrolio di sette Paesi; la ONGC Videsh, una consociata interamente controllata da ONGC, che ha partecipazioni in 39 progetti petroliferi e di gas, in 18 Paesi.
La produzione estesa dai suoi bacini offshore rientra nella linea di ADNOC di aumentare la capacità produttiva onshore e offshore a 3,5 milioni di barili al giorno entro la fine del 2018. I giacimenti offshore dell’ azienda degli Emirati producono attualmente circa 1,4 milioni di barili al giorno. Ad agosto, ADNOC aveva annunciato che avrebbe diviso la sua concessione petrolifera offshore in due o più aree. La produzione attuale nel campo di Zakum inferiore è di circa 400.000 barili al giorno (20 milioni all’ anno), e il piano è di aumentare l’obiettivo di plateau a 450.000 barili al giorno entro il 2025.
Stando a quanto disposto nel memorandum firmato da Shashi Shanker, presidente di Ongc Group, e da Sultan Ahmed Al Jaber, amministratore delegato di ADNOC, membro del Consiglio supremo del petrolio e ministro di Stato, il consorzio indiano, per accedere ai diritti di concessione del sito, dovrà versare un contributo pari a 600 milioni di dollari, l’ equivalente di 2,2 miliardi di dirham. ADNOC rimarrà il socio di maggioranza con il 60 per cento. Il restante 30 per cento sarà assegnato ad altre compagnie internazionali. E non va dimenticato che ADNOC ha firmato lo scorso anno accordi anche con aziende cinesi e coreane per la prima volta partner nei suoi principali campi onshore. L’India diviene il secondo più grande acquirente di greggio emiratino dopo il Giappone.
Secondo Al Jaber, si «apre un nuovo capitolo nella relazione strategica ed economica tra gli Emirati Arabi Uniti e l’India»: «questa partnership reciprocamente vantaggiosa aiuterà l’India a soddisfare la sua crescente domanda di energia e prodotti raffinati, creerà opportunità per Adnoc per espandere la sua quota di mercato in un mercato chiave in crescita e costituirà una solida base per esplorare potenziali investimenti internazionali, in particolare opportunità focalizzate sul downstream».
«Questo accordo dimostra la fiducia del mercato internazionale negli obiettivi di produzione a lungo termine di ADNOC e nella strategia di ADNOC per massimizzare il valore economico e il recupero delle risorse offshore di petrolio e gas. Questo è un accordo attraente e strategico per entrambe le parti che offrirà rendimenti competitivi e opportunità di crescita a lungo termine» ha precisato Al Jaber.
L’ efficienza e la produttività di questa intesa sarà agevolata anche da un’ intesa che i due Paesi hanno sottoscritto e che consentirà alle imprese di commerciare direttamente nei dirham emiratini e nella rupia indiana. Questo comporterà grandi risparmi per le comunità imprenditoriali di entrambe le parti in quanto gli scambi commerciali tra gli EAU e l’India aumenteranno vertiginosamente. Un altro accordo che è stato concluso e che dovrebbe essere firmato questa settimana è quello «tra le Unità di Intelligence Finanziaria che impegna entrambi i paesi a lavorare più strettamente insieme nel riciclaggio di denaro, nella prevenzione del riciclaggio di denaro che avviene» ha affermato Suri.
Ritornando al protocollo energetico, anche Shanker non ha fatto mistero della sua soddisfazione: «Siamo lieti di essere stati scelti da ADNOC per partecipare a questa importante concessione offshore. Questo storico accordo porterà alle compagnie indiane del petrolio e del gas ulteriori opportunità di partecipazione nel settore dell’energia degli Emirati Arabi Uniti ».
Il compromesso dovrebbe garantire circa 40.000 barili di petrolio al giorno (2 milioni l’ anno) per le imprese indiane, con un potenziale target di 45.000 entro il 2025. E questo sarebbe fondamentale per l’ India che, nel 2016, aveva superato la Russia per diventare il terzo più grande consumatore di energia al mondo dopo la Cina e gli Stati Uniti. La sfida che il Ministero indiano del Petrolio e del Gas Naturale sta affrontando oggi è l’ elevata dipendenza energetica dall’ estero: quasi l’ 80% del fabbisogno energetico del Paese deriva da altri Paesi (circa l’ 8% dagli Emirati). L’ obiettivo ambizioso del Presidente Modi vorrebbe essere quello di ridurre le importazioni al 67% entro il 2022. Molte risorse sono state indirizzate al LNG, Secondo recenti calcoli, la domanda energetica crescerà in India più che in ogni altro paese fino al 2040, soprattutto a causa della crescita ell’economia e dell’incremento demografico. Proporzionalmente, anche i consumi energetici sarebbero destinati a raddoppiare entro il 2040, arrivando a sfiorare il 25 per cento dell’aumento globale.
Sebbene, non più di un anno fa, ministro dell’ energia di Nuova Delhi abbia annunciato l’ intenzione di passare alla vendita di veicoli esclusivamente elettrici entro il 2030, il realismo è molto più forte. Oltre all’accordo riguardante la concessione di Lower Zakum, Adnoc ha siglato un altro accordo con l’ Indian Strategic Petroleum Reserves Ltd (ISPRL), la società controllata dal ministero del Petrolio e del gas naturale indiano che gestisce le riserve strategiche di greggio e gas. Al centro del patto sottoscritto da HPS Ahuja, CEO & MD, ISPRL e Abdulla Salem Al Dhaheri, Direttore Marketing, Vendite e Trading di ADNOC, avente una durata di tre anni e destinato ad un rinnovo ogni due anni, il sito di stoccaggio di Mangalore, situato nello Stato sud-occidentale del Karnataka, dove, in base all’ intesa, saranno immagazzinati 5,86 milioni di barili di greggio fornito dalla compagnia di Abu Dhabi. ISPRL ha costruito circa 39 milioni di barili (5,33 milioni di tonnellate) di stoccaggio strategico di greggio in altre due località: Padur, con una capacità di 2.5 milioni di tonnellate (18,37 milioni di barili) e Visakhapatnam sulla costa orientale, avente una capacità pari a 1,33 milioni di tonnellate (9,77 milioni di barili). La Strategic Petroleum Reserves (SPR) di Mangalore è composta da due compartimenti con una capacità di stoccaggio totale di 1,5 milioni di tonnellate (11 milioni di barili): uno sarà riempito di petrolio greggio attraverso i fondi messi a disposizione dal governo, l’altro compartimento sarà riempito da greggio fornito da ADNOC.
«Le riserve strategiche in tre località ci forniscono un cuscinetto di ulteriori 10 giorni di rifornimento» ha dichiarato martedì il ministro del Petrolio Dharmendra Pradhan che ha spiegato, inoltre, come «l’India spera che l’Abu Dhabi National Oil Company invierà la prima spedizione di greggio per riempire la riserva strategica del petrolio di 0,75 milioni di tonnellate a Mangalore a partire da maggio».
Questo permetterà a Nuova Delhi di porsi al sicuro dal punto di vista energetica e porrà la Adnoc in una posizione competitiva nei mercati dell’India, tra le nazioni più popolose, e dei paesi del Sud-est asiatico. ADNOC ha assunto lo stoccaggio di Mangalore proprio nel momento dopo aver concluso un contratto per la conservazione di 6 milioni di barili di petrolio greggio presso lo stabilimento Yeosu della Korea National Oil Corp nella costa sud-occidentale del paese.
In generale, quelli sottoscritti tra i due Paesi, sono accordi fondamentali soprattutto a causa dei tagli che da ormai più di un anno vigono nel mercato petrolifero. «L’accordo contribuirà alla prosperità sostenuta in entrambi i paesi e ad aumentare lo scambio commerciale in linea con i 2030 partenariati strategici integrati di ADNOC per una crescita intelligente» ha detto lo Sceicco Mohamed bin Zayed. Dal canto suo, Modi ha sostenuto che la concessione offshore a favore del consorzio indiano «ha portato il nostro impegno bilaterale nel settore petrolifero e del gas ad un nuovo livello, il che si addice alla partnership strategica globale tra i nostri due paesi».