Sarebbe prevista per l’ 8 febbraio, la vigilia dell’ inizio delle Olimpiadi invernali di Pyeongchang in Corea del Sud, per commemorare il LXX anniversario di fondazione delle sue forze armate

 

Due giorni fa, il 23 gennaio, il Politburo del Partito dei Lavoratori della Corea del Nord avrebbe annunciato, secondo quanto riportato dalla Kcna, che l’8 febbraio, la vigilia dell’ inizio delle Olimpiadi invernali di Pyeongchang in Corea del Sud, commemorerà il LXX anniversario di fondazione delle sue forze armate, anticipando la data da quella prevista del 25 aprile. Già dalle immagini satellitari, scattate tra dicembre e gennaio, erano stati evidenziati grandi dispiegamenti di uomini, più di 10mila, e mezzi, più di 200, quasi come se fossero in corso delle prove nel campo di addestramento adiacente all’aeroporto di Mirim, il Mirim Parade Training Facility, ad est di Pyongyang.  A detta di NkNews, «la sfilata sembra coinvolgere 28 formazioni di fanteria o altro personale militare, una banda militare tradizionale ed eventualmente del personale supplementare».

Immagini dei preparativi ‘38 North’ © CNES, 2018

Diversi siti di informazione, tra cui ‘38 North’ con Joseph S. Bermudez jr., hanno monitorato i preparativi per le parate da fine novembre dello scorso anno. Queste parate militari sono fonte di grande interesse per gli estranei perché in queste occasioni il regime mette in mostra le nuovi armi sviluppate: nella parata del 15 aprile 2017, giornata delle celebrazioni dell’ anniversario della nascita di Kim Il-sung, fondatore e “Presidente eterno” della nazione, nonno dell’attuale dittatore Kim Jong-un, sono stati, ad esempio, fatti sfilare i Pukkuksong, missili balistici per sottomarini in grado di colpire un obiettivo fino a mille chilometri di distanza; i KN-08 e KN-14; il potente missile «Musudan», missile questo a medio raggio che potrebbe colpire l’isola di Guam. E altrettante novità potrebbero passare di fronte a migliaia di nordcoreani in occasione della prossima imminente parata.

Immagini dei preparativi ‘38 North’© CNES, 2018

Subito dopo la comunicazione della decisione del ‘leader supremo’, le commissioni responsabili del Partito dei lavoratori coreano (KWP), dell’Esercito popolare coreano (KPA) e del governo si incontrano per decidere i dettagli che verranno poi comunicati agli organizzatori. Nel frattempo, le truppe della Corea del Nord iniziano ad addestrarsi e a preparare complesse coreografie per mesi, almeno 5 o sei dalla data dell’ evento. Tutto l’ occorrente viene stipato nel campo di Mirim per poi venire progressivamente spostato ed installato da unità, generalmente, della fanteria che vengono trasportate con camion parcheggiati presso la struttura di addestramento e ospitati localmente, spesso presso l’Hotel 25 aprile oppure in una vera e propria ‘tendopoli’ che viene eretta all’aeroporto di Mirim. Successivamente, arrivano le prime squadre di parata con i rispettivi equipaggiamenti.

Parata del 15 aprile 2017 ‘38 North’ © CNES, 2018

Un’altra questione estremamente importante che viene esaminata riguarda i tempi, i percorsi della parata e le musiche. Man mano che la data della parata si avvicina, nelle prove vengono incluse anche unità meccanizzate e armature. Solamente l’ artiglieria pesante, i missili per intendersi, arrivano a pochi giorni dalla parata, dopo un’ accurata manutenzione. Vengono distribuite le uniformi da indossare e le prove finali avvengono nel più ristretto riserbo, addirittura al chiaro di luna, onde evitare spoiler. Il giorno prestabilito, tutte le unità, dopo aver attraversato il ponte Okryu, percorrono Sungri Street e raggiungono Kim Il Sung Square.

Una simile sfilata, alla vigilia della cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali, potrebbe mettere a rischio la recente distensione nelle relazioni tra le Seoul e Pyongyang, la cosiddetta ‘tregua olimpica’. Il Comitato Internazionale Olimpico, in una riunione organizzata a Losanna alla presenza dei rispettivi Comitati Olimpici e di quello organizzatore delle Olimpiadi, ha dato il via libera alla partecipazione di un’unica squadra nel torneo di hockey femminile, confermando anche la sfilata dei due team sotto una sola bandiera in occasione della cerimonia d’ inaugurazione del 9 febbraio. 22 saranno i nordcoreani che gareggeranno ai Giochi, in 5 diverse discipline: 12 atlete di hockey giunte in queste ore in Corea del Sud; una coppia di pattinaggio artistico, quella formata da Ryom Tae-ok e Kim Ju-sik; due atleti che si confronteranno col pattinaggio di velocità sui 500 e sui 1500 metri; due gli atleti, uno nei 15 l’ altro nei 10 chilometri, per lo sci di fondo; tre invece i partecipanti alle gare di slalom e di gigante dello sci alpino.  Inoltre il regime nordcoreano ha reso noto che invierà in Corea del Sud anche una delegazione di 24 funzionari e 21 rappresentanti dei media, che si aggiungono ai 550 membri già annunciati, 230 cheerleader, un’orchestra di 140 persone, 30 atleti di taekwondo e 150 delegati per le Paralimpiadi. E’ stato reso noto, inoltre, come tutti gli sportivi nordcoreani soggiorneranno nel villaggio olimpico di Gangneung, località costiera che ospiterà le gare degli sport sul ghiaccio.

Peraltro, è già giunta a PyeongChang l’unica donna ammessa nella delegazione della Corea del Nord impegnata nei sopralluoghi al Sud. Hyon Song-wol è la direttrice delle Moranbong, la band femminile più importante della dittatura che si dice sia stata, addirittura, amante di Kim. Non va dimenticata l’ attenzione che il dittatore nordcoreano rivolge alle donne. Nel caso delle cheerleader, che sono tutte rigorosamente selezionate, devono essere alte più di 163 cm, non aver compiuto più di 20 anni e provenire da buone famiglie: alcune fanno parte di una band ed altre sono per lo più studentesse della prestigiosa Università Kim Il-sung. Senza dimenticare l’ ossessione di Kim per il trucco: è stata addirittura ideata Bomhyanggi 1.0, la prima beauty app del mercato nordcoreano.

Non è escluso dunque che la parata militare disposta per l’ 8 febbraio possa suscitare reazioni negative. Le prospettive future di un reale allentamento delle tensioni tra le due Coree restano incerte tant’ è vero che i colloqui tra delegazioni militari dei due paesi, concordati da Seul e Pyongyang in occasione dell’incontro del 9 gennaio scorso, non avranno luogo prima delle Olimpiadi invernali, magari, nell’ ottica di Moon Jae In, per non intaccare i successi già conseguiti. Accettando le richieste di Pyongyang, Seul ha rimosso dal confine i megafoni che diffondono propaganda anti-regime, musica pop sudcoreana e notizie del mondo estero.

Proprio in queste ore, la Corea del Nord ha lanciato un appello «per migliorare le relazioni Nord-Sud e per effettuare la svolta di una riunificazione indipendente» tendendo ad una «nazione unificata, forte e prospera». «Dobbiamo schiacciare i tentativi di calunnia contro l’apprezzata spada nucleare della nazione» avrebbe affermato il regime. Il riferimento è agli Stati Uniti, al Presidente Donald Trump che, sebbene disponga di un «pulsante più grande», non ha ancora annunciato la cessazione delle esercitazioni congiunte ‘Key Resolve’ e ‘Foal Eagle’ con la Corea del Sud. Molte critiche da parte del regime nordcoreano ha suscitato il vertice di Vancouver convocata da Usa e Canada e che si è tenuta il 15 e 16 gennaio a livello di ministri degli Esteri: tra questi l’ assenza dei rappresentanti di Cina e Russia.

Al di là del 38esimo parallelo è stata avvertita come una provocazione: «In una riunione, il segretario di Stato Usa ha apertamente strombazzato che si dovrebbe intensificare la campagna di pressioni contro di noi fino a bloccare il programma nucleare limitando le esportazioni di petrolio e i progetti industriali, rafforzando il controllo sulle navi, espellendo i nostri lavoratori all’estero, e si è arrivati fino a insistere sull’opzione militare» aveva dichiarato all’agenzia di stampa Kcna un portavoce dell’Istituto studi americani del ministero degli Esteri nordcoreano. Lo stesso ha poi aggiunto che «il rafforzamento delle sanzioni nei confronti del nostro paese, come anche il blocco navale che è stato discusso dietro le cortine del meeting, corrisponde a un atto di guerra. La riunione ci testimonia il fatto che gli Usa vogliono innescare una nuova guerra nella Penisola coreana a ogni costo, nonostante parlino di dialogo».

Del resto, però, secondo il il direttore della CIA, Mike Pompeo, intervenuto all’American Enterprise Institute (AEI), Pyongyang sta cercando di acquisire la capacità di lanciare più missili balistici nucleari intercontinentali contemporaneamente. « Kim Jong-un» – ha precisato Pompeo – «non si fermerà dopo aver ottenuto un singolo test di successo. Il prossimo passo logico sarà sviluppare un arsenale atomico che non sarà composto da un unico pezzo da esibire nelle parate. Ma che permetterà di lanciare più missili di questo tipo simultaneamente». Intanto gli Stati Uniti «lavorano diligentemente affinché a un anno da oggi possa ancora dirvi che ci vogliono diversi mesi prima che Pyongyang raggiunga queste capacità». Poco più di una settimana fa, è giunta in Giappone la portaerei Wasp e sono stati schierati bombardieri stealth B-2 a Guam, dove sono dislocati i caccia B-1 e B-52.

Non si dimentichi, inoltre, che proprio negli ultimi giorni, il Giappone, più volte minacciato dal regime di Kim, si è detto pronto a sostenere i Paesi emergenti dell’Africa e del Pacifico che hanno ancora relazioni con la Corea del Nord, tentando di aumentare l’ isolamento del regime di e di far rispettare l’embargo deciso dalle Nazioni Unite. Come? Secondo alcuni analisti, grazie a 1,2 miliardi di yen pari a circa 8,8 milioni di euro, sarebbe necessario addestrare personale ed inviduare il commercio di armi e il riciclaggio di denaro e di petrolio: Tokyo si è detta pronta a fornire un resoconto alle Nazioni Unite in merito alle operazioni di trasbordo illegale di merci nel Mar cinese orientale.

«Le Olimpiadi Invernali a Pyeongchang possano aprire le porte a un futuro più radioso per la penisola coreana e invitare il mondo a unirsi in una celebrazione di speranza Non va dimenticato che un accordo simile sembrava impossibile solo qualche settimana fa» ha detto Thomas Bach a capo del Comitato Olimpico Internazionale. Fermo restando che, come ha ricordato il Presidente sudcoreano Moon Jae In, «la denuclearizzazione della Penisola coreana che le due Coree hanno concordato (in passato) è per noi una posizione di fondo irrinunciabile», c’è da sperare che tutto fili liscio.